Incertezza sul futuro

Salve, colgo l'occasione per ringraziarvi del lavoro che fate.

Arrivo subito al problema: da un po' di tempo sono caduto in un vortice molto forte di incertezza e di ansia sul futuro da cui non riesco assolutamente ad uscire, dovrei reagire ma non riesco proprio a farlo.
Il mio umore è sempre molto altalenante.


La mia storia parte con un brutto rapporto con i miei genitori: in particolare da parte di mia madre (dire tirchia è troppo poco) che mi ha sempre fatto pesare il fatto di avere problemi economici perché in famiglia lei non lavora da quando sono nato io 25 anni fa, il non avere una "mia vita", un mio lavoro (studio ancora all'università ma ora lavoro da circa 6 mesi oramai) come se le pesasse tanto il fatto di dover mantenere il figlio mentre terminava gli studi, che con la mia presenza in casa non le lasciassi vivere oramai la sua vita perché il figlio è diventato grande etc, insomma i classici discorsi da persona menefreghista.

Ad un certo punto non ce l'ho più fatta, ho fatto i bagagli e me ne sono andato via di casa forte di un contratto a tempo determinato firmato nella nuova città.

Bene direte, no?
Lavori mentre finisci di studiare (forse è già tanto che ho trovato lavoro, tra l'altro) e ti paghi l'affitto da solo sperando di terminare l'università prima della fine del contratto.

Il punto è che i miei mi hanno più volte detto che non hanno intenzione di supportarmi economicamente in caso di perdita di lavoro, imprevisti o cose di questo genere perché oramai per loro sono indipendente e quindi "diventato grande".

Infatti è proprio questo il problema: se dovesse succedermi qualcosa, qualsiasi cosa, sembrerebbe che loro non siano intenzionati ad aiutarmi (economicamente).
Da un punto di vista puramente psicologico è come se fossi lasciato a me stesso, abbandonato, tanto oramai ho raggiunto questa fantomatica "indipendenza".
Non so neanche se sia legale una cosa del genere.


Certamente sono stato io a scegliere di andarmene, probabilmente ho fatto bene e non tornerei indietro, ma questo ha generato in me una paura matta del futuro che alle volte mi attanaglia e che non mi fa terminare di studiare serenamente.
Soprattutto da un punto di vista economico, se loro non mi vogliono aiutare non saprei a chi chiedere.

Inutile dire che ho più volte manifestato questo disagio ai miei, ma è come combattere contro i mulini a vento.

L'unica cosa che mi farebbe un po' stare tranquillo sono i soldi, o comunque una sorta di "fondo di emergenza" che puntualmente non ho perché i miei non mi hanno mai messo da parte nulla.
Infatti mi ritrovo con pochi soldi, con un futuro da costruire DA ZERO e con la forte paura che mi possa accadere qualcosa.

Non esco mai per risparmiare soldi, cerco di fare attività gratutite spendendo il meno possibile.
Non vorrei essere schiavo del denaro...

Ci sono periodi che sono molto giù di morale e periodi che sto un po' meglio, ma il senso di abbandondo è sempre presente.

Spero sia solo una fase.


Grazie per l'attenzione.
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
alla ASL, al Consultorio, presso la scuole di Psicoterapia o con il bonus psicoterapia lei può consultare uno psicologo per pochissimi soldi, o gratis.
Questa consultazione diventa utilissima nel suo caso, perché una parte delle ansie di sua madre relative ai soldi sembrano esserle cadute addosso, e una preoccupazione come la sua limita la vita: "Non esco mai per risparmiare soldi, cerco di fare attività gratutite spendendo il meno possibile".
Inoltre all'ansia si associa il dolore: "Ci sono periodi che sono molto giù di morale e periodi che sto un po' meglio, ma il senso di abbandondo è sempre presente".
Un* psicolog*, prendendosi cura di lei, le restituirebbe le cure genitoriali che per ora le sono mancate; forse l'aiuterebbe anche a leggere al di là delle dure parole dei suoi una realtà meno respingente.
Certamente la aiuterebbe a rallegrarsi dei successi ottenuti: studio, lavoro, indipendenza.
Per parte mia le dico che le sono vicina e la comprendo, più di quanto non si possa esprimere a distanza, e che le auguro di trovare la determinazione per cercare aiuto.
Ha già fatto tanto per "crescere": si conceda adesso anche un po' di dolcezza.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
Salve, anzitutto la ringrazio per la risposta.
Mi sono informato e ho visto che in città sono presenti consultori e diversi studi di psicoterapia facilmente raggiungibili, il che è una buona notizia.

Sul fatto delle ansie di mia madre per il denaro è vero, inconsciamente percepisco il denaro come una sorta di nemico ma è anche vero che spesso percepisco il risparmio come un qualcosa di "doveroso" nei miei confronti anche riguardo al futuro di cui non vi è per niente certezza (contratto di lavoro determinato).
C'è da dire però che se avessi una sorta di piccolo fondo di emergenza, quindi non partendo praticamente da ZERO, sarei molto più tranquillo.
I miei mentono spudoratamente quando dicono di non avere soldi da darmi, soprattutto mia madre, questo è palese e quindi mi sento abbandonato e scaricato.
Sto iniziando una nuova vita in un luogo completamente diverso da dove sono nato e secondo me loro dovrebbero un minimo supportarmi, psicologicamente lo fanno sentendomi al telefono (ma neanche più di tanto) ma economicamente è come se fossi un estraneo ricalcando costantemente questa fantomatica "indipendenza" che a loro tanto piace.
Magari tra qualche anno tutto questo sarà solo un brutto ricordo, sperando veramente di aver costruito qualcosa di decente, ma almeno per adesso non riesco a non pensare di essere ancora un minimo dipendente da loro dato che ho una vita mia da solo 6 mesi circa e soprattutto loro non mi hanno mai detto <"Tieni, questi sono i soldi che abbiamo messo da parte per te in tutti questi anni, usali bene">. In questi anni mi hanno pagato le tasse universitarie e poi il trasferimento e i primi mesi di affitto, poi nient'altro.

Ultima cosa: ho la sensazione che da un po' di tempo a questa parte loro non vedessero l'ora di scaricarmi, di forzarmi a prendere la mia strada perché oramai era arrivata l'ora.
Per carità avranno le loro buone ragioni, non è obbligatorio lasciare qualcosa ai figli e di pretendere che stiano a casa fino ai 40 anni, però un minimo sarebbe stato gradito.

Grazie ancora
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
ha fatto bene ad informartsi sui centri psicoterapici a lei più vicini.
Sono certa che troverà lì tutte le risposte alle dolorose domande che si rivolge, ottenendo così la serenità e la determinazione per andare avanti, che sono il nostro più prezioso capitale.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com