è possibile non avere un transfert nei confronti dello psicanalista?
Buonasera,
è possibile non avere un transfert nei confronti dello psicoanalista?
Mi segue da un anno e effettivamente all'inizio trovavo tutto inutile perché non volevo assolutamente parlare con un uomo, la scelta fu forzata per questioni logistiche e di urgenza.
Ora ho superato questa diffidenza iniziale anzi di recente ho cercato il suo aiuto in un momento di bisogno, chiedendo una seduta in più.
Ma non ho nessun tipo di sentimento negativo o positivo nei suoi confronti.
Stranamente con lo psichiatra sì.
Vivo delle emozioni un po' controverse.
Mi piacerebbe quindi un chiarimento su questo tema... Potrei non avere un transfert nei confronti dello psicoanalista ma nei confronti dello psichiatra?
Grazie.
è possibile non avere un transfert nei confronti dello psicoanalista?
Mi segue da un anno e effettivamente all'inizio trovavo tutto inutile perché non volevo assolutamente parlare con un uomo, la scelta fu forzata per questioni logistiche e di urgenza.
Ora ho superato questa diffidenza iniziale anzi di recente ho cercato il suo aiuto in un momento di bisogno, chiedendo una seduta in più.
Ma non ho nessun tipo di sentimento negativo o positivo nei suoi confronti.
Stranamente con lo psichiatra sì.
Vivo delle emozioni un po' controverse.
Mi piacerebbe quindi un chiarimento su questo tema... Potrei non avere un transfert nei confronti dello psicoanalista ma nei confronti dello psichiatra?
Grazie.
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Buonasera,
È sicuramente un buon argomento da trattare in seduta: nell'approccio psicoanalitico si considera negativamente il fatto che lei abbia "fatto uscire" questa cosa dal setting, ovvero questi terapisti seguono una linea di massima descritta da Freud secondo cui quando un paziente si riserva di parlare di argomenti come questo ad altri (amici, parenti, et cetera) ciò crea o implica dei problemi nella relazione terapeutica (il termine tecnico è acting out)
Consideri che è impossibile non avere una relazione con il terapeuta dopo un anno di terapia; è più ragionevole orientarsi verso un altro punto di vista, secondo cui la relazione col professionista non è "a fuoco". Questo può capitare per questo o quel motivo a seconda delle persone chiamate in causa nella relazione stessa, cioè voi due
Questo suo transfert è da approfondire perché le sue peculiarità rispecchiano certe modalità relazionali che la terapia stessa dovrà far venire a galla
È sicuramente un buon argomento da trattare in seduta: nell'approccio psicoanalitico si considera negativamente il fatto che lei abbia "fatto uscire" questa cosa dal setting, ovvero questi terapisti seguono una linea di massima descritta da Freud secondo cui quando un paziente si riserva di parlare di argomenti come questo ad altri (amici, parenti, et cetera) ciò crea o implica dei problemi nella relazione terapeutica (il termine tecnico è acting out)
Consideri che è impossibile non avere una relazione con il terapeuta dopo un anno di terapia; è più ragionevole orientarsi verso un altro punto di vista, secondo cui la relazione col professionista non è "a fuoco". Questo può capitare per questo o quel motivo a seconda delle persone chiamate in causa nella relazione stessa, cioè voi due
Questo suo transfert è da approfondire perché le sue peculiarità rispecchiano certe modalità relazionali che la terapia stessa dovrà far venire a galla
Psicologo Online/Presenza
Prenota un Consulto Gratuito: www.miodottore.it/alessio-fogliamanzillo
Sito Web: www.afpsicologonlineoinpresenza.it
[#2]
Utente
Grazie dottore Fogliamanzillo per le sue spiegazioni.
Io in realtà non gliene ho parlato perché è una curiosità che mi è venuta facendo una riflessione sul concetto di transfert. E mi interrogavo sulla possibilità che io possa non averlo. Però poi ho capito anche grazie alla sua risposta che magari esiste... E sta nel semplice fatto che per me non esiste come persona, è un nulla totale falsamente asettico, come mio padre che non c'è mai stato. Verso il quale sembro essere indulgente evidentemente solo in apparenza.
Di sicuro dovrò parlarne presto con lo psicanalista, sperando di non offenderlo perché sicuramente è una brava persona solo che io non avendo mai avuto un padre non so proprio come rapportarmici.
Sullo psichiatra boh... Magari è solo un fatto personale. Alla fine si può parlare di transfert solo verso uno psicologo non uno psichiatra, esatto?
Io in realtà non gliene ho parlato perché è una curiosità che mi è venuta facendo una riflessione sul concetto di transfert. E mi interrogavo sulla possibilità che io possa non averlo. Però poi ho capito anche grazie alla sua risposta che magari esiste... E sta nel semplice fatto che per me non esiste come persona, è un nulla totale falsamente asettico, come mio padre che non c'è mai stato. Verso il quale sembro essere indulgente evidentemente solo in apparenza.
Di sicuro dovrò parlarne presto con lo psicanalista, sperando di non offenderlo perché sicuramente è una brava persona solo che io non avendo mai avuto un padre non so proprio come rapportarmici.
Sullo psichiatra boh... Magari è solo un fatto personale. Alla fine si può parlare di transfert solo verso uno psicologo non uno psichiatra, esatto?
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Il transfert sullo psichiatra suggerisce che questa figura rappresenta anch'essa un oggetto per lei importante sul piano relazionale; in psicanalisi questo viene discusso quando si studia la triangolazione, ovvero il complesso di interazioni che si hanno tra due individui ed un terzo "altro"; si può quindi avere transfert con più persone contemporaneamente (anche con più persone ed un o più oggetti materiali, ad onor del vero)
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 723 visite dal 15/04/2023.
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