Ansia per colpa della suocera

Salve a tutti, sono una ragazza di 25 anni fidanzata con il mio ragazzo di 26 anni.
Stiamo insieme da 7 anni e la nostra relazione TRA NOI DUE non potrebbe andare meglio; la nostra complicità è unica, amiamo passare del tempo insieme, condividiamo gli stessi valori ed ideali, abbiamo lo stesso senso dell'umorismo...insomma detto così sembra la relazione perfetta ed effettivamente lo sarebbe se non fosse per un piccolo particolare: i genitori di lui, in particolare la madre.

Premetto dicendo che la madre ha un trascorso non molto sereno, è stata figlia di una Ragazza madre ed è stata cresciuta dalla nonna senza la presenza di una madre che ha continuato la sua vita da adolescente e del padre che praticamente ha ignorato la sua esistenza...insomma non ha mai saputo cosa vuol dire essere amata dai propri genitori e di conseguenza non è stata in grado di farlo con il mio ragazzo.


Verso di lui c'è sempre stato un atteggiamento di subordinazione: lui è il figlio e in quanto tale non ha voce in capitolo, le sue opinioni sono irrilevanti e contro i genitori ha sempre torto.

Nel corso degli anni mi sono dovuta dare tanti pizzichi sulla pancia per evitare di rispondere al posto suo (sotto questo aspetto siamo completamente opposti) ma gli ho sempre detto che deve imparare a farsi rispettare perché non è giusto che venga sempre trattato male e mortificato anche per le più piccole cose (tra l'altro è un ragazzo d'oro che qualunque persona desidererebbe come figlio, quindi non capisco davvero questo continuo accanirsi verso di lui).
Fatto sta che, seppur provandoci, non riesce ad affrontare i propri genitori e di conseguenza questo suo malessere viene riversato sulla nostra relazione e in particolare sulla mia serenità in quanto mi trovo nella situazione di doverlo sostenere, spronare, incoraggiare e consolorare non come una fidanzata ma quasi come una madre.
Io lo amo tantissimo e il solo pensiero di lasciarlo mi fa star male ma al contempo penso che, pur riuscendoci ora, questa situazione porterà a logorarmi fino al punto in cui non avrò più forze per fargli da sostenitrice morale.

Ora dovremmo andare a convivere per almeno 6 mesi dal momento che è stato assunto per un lavoro (non vi dico ciò che gli ha fatto passare la madre) e credo sarà la prova del 9, sperando che questo periodo possa essere fonte per lui di cambiamento ma se così non fosse io non credo di essere in grado di sostenere una vita così, nonostante lo ami tantissimo e tutto ciò che desidero sia la sua felicità.

Cosa devo fare??
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Dr.ssa Monica Buti Psicologo, Psicoterapeuta 3
Buongiorno 684721,
pare che il fidanzato sia molto dipendente dalla madre in una sorta di "invischiamento" affettivo.
Lei potrà stimolarlo alla consapevolezza di tale invischiamento ed al bisogno di ridefinire i propri confini psicologici con l'aiuto di una psicoterapia, io essendo psicoterapeuta cognitivo comportamentale, proporrei tale metodo psicoterapeutico.
Sicuramente la convivenza sarà uno stimolo all'autonomia, sarà una palestra a pensare alla coppia (voi) senza intrusioni della madre/suocera da viversi senza sensi di colpa.
Cari saluti.
Dott.ssa Monica Buti

Dr.ssa monica Buti

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio Dottoressa, ho spesso cercato di dare un nome a questa situazione ma mai mi ero imbattuta nel termine "invischiamento". Andando poi ad approfondire questo concetto, ho riconosciuto tutte le dinamiche.
Spero davvero che la situazione cambi per il meglio.
Se vuole, la terrò aggiornata.
Grazie ancora per la risposta
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