Non capisco cosa provo per un uomo che non è il mio compagno

Salve, ho un problema da quattro anni che sto cercando di risolvere da sola perché non posso parlarne con nessuno ed ho deciso di scrivere qui.

Sono impegnata da quindici anni con la stessa persona, prima e unica a dirla tutta, e mi trovo bene sia quotidianamente che per la costruzione di progetti futuri.
Da quattro anni però ho conosciuto un collega che è molto strano caratterialmente, a dire il vero le interazioni non sono state molte ma sono quattro anni che non riesco a togliermelo dalla testa e devo capire perché.
Le emozioni che mi suscitano le interazioni vanno dalla gioia al fastidio, molti suoi comportamenti non li capisco.
Ad esempio lui quando parla con diverse colleghe e mi vede, mi saluta.
Però se lo vedo con la sua compagna fa finta di non vedermi e fisicamente, mentre le cammina accanto, si allontana da lei.
ora non sono esperta di linguaggio non verbale ma potrebbe significare che appena mi vede vuole dirmi "non pensarmi impegnato"?.
Loro convivono! Poi una volta mi stava parlando di un anno particolare della sua vita e ha detto: quall'anno ho pure divorziato! e mi ha fissata aspettando che dicessi qualcosa ma io sono stata zitta e poi ha cambiato discorso.
Non so perché lo abbia detto ma non ha mai accennato al fatto che oggi sia impegnato nuovamente.
Ad ogni modo, non ci sentiamo mai, non ci scriviamo e non ci parliamo, ma quelle poche volte che interagiamo o il suo entusiasmo mi travolge, nel senso che avrei voglia di uscire con lui oppure mi tratta con superficialità o mi ignora come se non mi conoscesse.
A parte dire che effettivamente non lo conosco bene...che cosa mai è potuto succedere affinché quest'uomo mi faccia dubitare della mia relazione e non esca dalla mia testa?
grazie a chi mi risponderà
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
il suo è uno di quei casi in cui una serie di colloqui con un* psicolog* potrebbe restituirle la serenità, mentre le nostre parole da lontano potrebbero accentuare l'enigma che da ben quattro anni la domina, anche a causa del fatto che, come scrive: "non posso parlarne con nessuno".
In pratica lei sta vivendo un interesse, forse un'attrazione per una persona che non è il suo partner; avverte le cosiddette "affinità elettive", o comunque è incuriosita, emotivamente toccata dal suo collega; ne percepisce una sorta di fascino.
Chissà, forse se foste tutti e due liberi vi sareste frequentati, scoprendo se siete adatti o meno a formare una coppia.
Ma nella situazione attuale, per una certa sua rigidità che solo attraverso colloqui psicologici potrebbe essere compresa, lei si rifiuta perfino di approfondire la conoscenza di quest'uomo, e di conseguenza elucubra, sogna, rende l'immagine di lui e ogni vostra interazione più significativa di quanto potrebbe apparirle se lei fosse più disponibile a coltivare la conoscenza.
Infatti quando lui le ha parlato del suo divorzio, lei non gli ha fatto domande per approfondire questo momento di confidenza; e nemmeno gli ha chiesto: "E adesso convivi con un'altra?".
Poi però lo osserva quando non la saluta perché si trova assieme alla compagna (il che francamente in ogni caso è poco educato) e si costrusce un suo film mentale su questo.
Il suo riserbo forse nasce da un interesse molto vivo per quest'uomo, forse dalla strenua volontà di non mettere in discussione la sua precedente relazione: ma lei è già sposata, o convive? In che senso parla di progetti?
Provi a scrivere qualcosa di più su sé stessa e sulla relazione in atto, non necessariamente a noi, ma in un diario, per sé sola.
Oppure si rivolga senz'altro ad uno psicologo esperto di relazioni.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringrazio molto per la risposta. Scrivo a lei qualcosa in più sperando in ulteriori risposte, perché mi è difficile consultare uno psicologo.
In pratica sto per laurearmi alla magistrale e quest'uomo è un mio docente. Non ho dunque un lavoro per consultare uno psicologo e vivo ancora con i miei. Il mio attuale compagno lavora ma nei nostri progetti la convivenza è prevista dopo a mia laurea, quando sceglierò se proseguire col dottorato o cercare lavoro. Ad ogni modo, in questi anni per me è stato proprio difficile anche passeggiare nei corridoi universitari ma sapevo che evitarlo e non approfondire fosse la cosa giusta. Il problema è che lui ha un atteggiamento molto strano, cioè nonostante le interazioni siano state poche, mi parla con molta confidenza e si sente a suo agio. in realtà mi sento a mio agio anche io ma mi freno perché so che non voglio approfondire sia per i ruoli sia perché magari il mio interesse non è ricambiato. Non posso distruggere una relazione di così tanti solo per una sintonia, giusto? magari è solo nella mia testa...quello che vorrei sapere è come fare a distaccarmene
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
in base alle ulteriori precisazioni la sua situazione appare più complessa: "in questi anni per me è stato proprio difficile anche passeggiare nei corridoi universitari ma sapevo che evitarlo e non approfondire fosse la cosa giusta". Come può esserne sicura?
Inoltre aggiunge: "Non posso distruggere una relazione di così tanti solo per una sintonia, giusto?"
Se le viene in mente che la sua relazione potrebbe uscirne distrutta, io ci rifletterei meglio: non si costruisce una vita su una relazione tiepida.
A tutto si aggiunge che lei, a quanto pare, non è abituata a parlare con un'amica, una zia, una confidente. Forse nemmeno con sé stessa.
Infine, come tanti altri, scrive che non ha i soldi per consultare un psicologo: ma alle ASL o al Consultorio è possibile accedere ad una serie di colloqui a costo di ticket, o addirittura gratuitamente, a seconda dei redditi. Inoltre presso le Scuole di formazione in psicoterapia e presso molte associazioni di psicologi ci sono prezzi ridottissimi.
Nel suo caso non sembra necessaria la psicoterapia, ma la consulenza su temi relazionali sarebbe più che utile, e uno psicologo formato in questo campo andrebbe benissimo.
In alternativa potrebbe fare un esercizio di Scrittura Espressiva, su cui pubblicherò un articolo qui su Medicitalia. Può aiutarla a capire meglio sé stessa, o forse le farà cercare una consulenza.
In quale facoltà si sta laureando?
Auguri per tutto.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Studio matematica. Ho fatto il classico e sono da sempre abituata a scrivere racconti e poesie. Ne ho scritte ispirandomi a lui. Non so in cosa consista la Scrittura Espressiva però i miei scritti mi hanno fatto capire che ci sono dei lati di quest'uomo (quelli positivi) molto simili ai miei che il mio compagno non ha. Tuttavia i lati negativi proprio non mi piacciono e credo non sia la persona adatta a me, perché scrivendo tendevo ad evidenziare gli aspetti che mi hanno ferita (tipo se mi ignorava, se faceva battute antipatiche e sgarbate, etc). Solo che non esce dalla mia testa...lo penso sempre.
Circa il mio attuale rapporto, sono d'accordo che non si costruisce una vita su una relazione tiepida ma sono pur sempre quindici anni...ci sono stati sempre periodi in cui qualcosa non mi piaceva e poi è passato. Come se fosse un malumore passeggero, perché sicura che in ogni relazione la perfezione non esista. Non so...forse ho solo poca esperienza e la mia esigenza riguarda il farne altre? ma se dovessimo assecondare ogni capriccio non sarebbe grave distruggere tutto?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
vede bene che lei stessa si fa tante domande, e le 'assennate' risposte che si dà non la soddisfano del tutto, perché non le tolgono quella spina dolce/amara che conferisce un sapore particolare alla sua vita ormai da quattro anni, e addirittura le fa scrivere poesie su quest'uomo affascinante, elusivo, forse pericoloso.
E' opportuno, come le dicevo, andare più a fondo. La Scrittura Espressiva è una tecnica di analisi inventata da Pennebaker, psicologo sociale ameiricano, che viene rimodulata nell'ambito di varie metodologie di intervento psicologico.
Scriverò un articolo a questo riguardo.
Intanto le faccio tanti auguri, anche per le feste di Pasqua.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Grazie, auguri anche a lei. Per concludere: intende "andare più a fondo" nella conoscenza con quest'uomo o nel consultare un* psicolog*? grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Cara utente,
intendevo "andare più a fondo" nella conoscenza di sé stessa.
Gli strumenti possono essere la Scrittura Espressiva, la cauta apertura senza compromettersi alla conoscenza di quest'uomo, lo sguardo sincero e senza timori rivolto alla sua relazione.
Per tutto questo, la serena consulenza di uno psicologo non può che giovarle, ma nulla esclude che lei possa farcela anche da sola, o con l'aiuto del suo partner.
Una crescita comune nella sincerità potrebbe non essere sbagliata...
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com