Cosa mi sta succedendo?

Buonasera
Ho 25 anni e sono uno studente-lavoratore.
Sto preparando la tesi per la mia laurea magistrale e nel frattempo ho iniziato uno stage in un'azienda.
Fin qui tutto bene, entusiasmo a mille, dopo 6 anni e tanti sacrifici sto per finire il mio percorso di studio e allo stesso tempo lavoro.
Ma proprio qui sorge il problema.
Sono stato assunto come tirocinante, dovevo iniziare il mio corso di formazione, affiancato da un tutor.
La prima settimana tutto bene, poi scopro che il mio tutor andava via nel giro di 10 giorni ed ecco il mio problema.
Mi trovo da solo a gestire un intero ufficio pieno di responsabilità (parliamo di logistica, import export acquisti e vendite.
Tutto da solo) Mi rendo conto che non avendo esperienza non posso essere in grado di portare avanti un ufficio e ne parlo con il direttore.
Tutto ok, dovrei avere un supporto (una persona esperto dovrebbe assistermi) e invece no, era semplicemente una rassicurazione per farmi firmate il contratto.
Da qui iniziano le mie giornate immense: inizio alle 8 ed esco alle 8 di sera dall'azienda, ritmi altissimi, clienti e fornitori extracomunitari che mi contattano anche fuori l orario di lavoro, chiamate a non finire, tutto questo per un misero rimborso spese e sentirmi dire pure di essere io il primo responsabile in caso di errori (un tirocinante da solo in ufficio).
Questa situazione sta generando in me ansia, la notte mi sveglio con il pensiero del lavoro, non mi va più di mangiare.
In una settimana ho perso 3 kili, non riesco a scrivere nemmeno un rigo di tesi, sento solo un peso allo stomaco per tutta la giornata, il terrore di sbagliare ed essere responsabile.
Arrivo alle 21 che preferisco saltare la cena ma dormire almeno fino a quando non mi sveglierò di botto durante la notte.
Vivo costantemente in ansia, non ho più voglia di uscire, anzi, se esco e mi chiedono del lavoro cambio discorso perchè scoppierei a piangere.
Ho abbandonato la mia vita quotidiana, annullandomi per il lavoro.
Al mattino, preferisco allungare la strada pur di non arrivare in quel posto e in prossimità del lavoro mi sale un angoscia enorme.
Il cambiamento porta instabilità in un individuo ed è vero, ma che senso ha vivere costantemente con tachicardia e ansia?
Non mollo per non deludere i miei genitori ma anche loro mi chiedono il motivo per cui ho smesso di dialogare durante la cena (quelle poche volte che ne ho voglia).
Ho preso già appuntamento con il mio psicologo di fiducia con cui ho sempre piacere scambiare due chiacchiere ma mi chiedo se sia assurdo che per un lavoro debba rivolgermi ad uno specialista?
Senza contare che con la tesi sono pienamente in blocco.
Cosa potrei fare?
Aggiungo: non ho il coraggio di abbandonare tutto per non mettere in difficoltà l'azienda che invece sta mettendo in difficoltà me.
Che paradosso assurdo.
Buonaserata
[#1]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Buonasera,


Queste situazioni possono capitare. Consideri che la situazione vede in torto grave l'azienda, per due ragioni: anzitutto il tutor per legge non può andarsene, egli è la persona che deve supervisionare il tirocinante ed ha firmato a tutti gli effetti un contratto con l'Università e col tirocinante stesso; in secondo luogo, in quanto tirocinante non ha potere di firma né i titoli per fare da responsabile. Questi dettagli potrà confermarli la segreteria dell'Università, come pure un avvocato, tuttavia qui le cose si complicano perché i fatti son fatti e le scelte son scelte; premesso che può decidere che fare perché è in potere di scegliere, la psicologa può aiutarla proprio a superare questa "crisi di decisionalità", come si suole chiamarla in psicologia, e decidere per il suo futuro

In conclusione le consiglio di continuare su questa strada del consulto professionale, perché quel che deciderà potrebbe cambiare il corso degli eventi e merita la dovuta attenzione

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[#2]
Utente
Utente
Buonasera dottore e grazie per la risposta. In realtà il tirocinio non ha legami con l'università. È un tirocinio extraccuriculare. Mi piace pensare che sia un periodo della mia vita che va un pò a rotoli. Oggi dopo 1 mese che lavoro su un capitolo di tesi ho ricevuto la notizia che il capitolo non può essere accettato. Sicuramente non posso scoraggiarmi e mollare ora ad un passo dalla laurea. Devo riuscire a metabolizzare che non sempre le cose vanno come dovrebbero andare. Un aiuto sicuramente mi servirà per ritrovare un po di quella fiducia in me stesso ormai persa.Sono stato sempre critico con me stesso, ho cercato di pianificare sempre tutto quello che ho fatto ma ora non ci riesco. Sto fallendo ad un passo da quello che doveva essere il mio lancio per il mio futuro
[#3]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Salve. Le rispondo dopo tempo ormai, me ne rendo conto; la situazione che descrive è stressante, non è sorprendente che l'abbia portata a dubitare di sé, tuttavia è opportuno non arrivare a superare le proprie possibilità fino al tracollo. A distanza di tempo dal nostro ultimo scambio le cose sono migliorate?

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[#4]
Utente
Utente
Buonasera dottore,
Mi scusi per la tardiva risposta. Le cose purtroppo sono peggiorate, ormai lavoro sotto pressione, gli orari sono peggiorati e mi ritrovo completamente da solo in ufficio. Il contratto è sempre da tirocinante. Non lascio per non creare un danno all azienda e ai ragazzi del magazzino che ormai si sono affidati su di me. Ma mi sento di crollare. Sentirmi dire non sai gestire il tuo tempo quando poi io dovrei essere sorvegliato per tutta la durata lavorativa mi da ai nervi. Purtroppo quel rimborso spese mi serve per pagarmi le tasse universitarie dal momento che per quest esperienza lavorativa sono andato anche fuori corso. Attendo solo la scadenza del contratto e la laurea per andarmene
[#5]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
Da un punto di vista psicologico mi sembra di intuire che lei ne trae il suo vantaggio, per quanto la situazione descritta implichi una oggettiva fonte di stress. Diceva peraltro di essere critico verso sé stesso in un precedente messaggio; a parte ciò che sente in generale nel fisico e nella mente, di crollare diceva, che idea si è fatto di questa sua esperienza?

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[#6]
Utente
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Buonasera dottore,
Dell'esperienza che sto facendo, nonostante lo stress e la ripercussione sulla mia carriera universitaria, devo dire che mi ha permesso di toccare tutti i campi lavorativi del mio settore. Allo stesso tempo, non devo negarlo che il mio titolare mi ritiene indispensabile per l'azienda, anzi, dice di ritenersi fortunato di avermi preso. Devo dire la verità, la stessa cosa mi riferiscono anche i fornitori. Addirittura, un fornitore venne in azienda solo per conoscere quel ragazzo( che sarei io) che il titolare parla così bene. Purtroppo è mentalmente che mi sento troppo stressato. Tendo a fare tutto alla perfezione e soprattutto a non lasciar sfuggire nulla dal mio controllo. Tutto sommato che psicologicamente so che ne uscirò con un grande stress ma allo stesso tempo tantissime capacità acquisite.
Forse è questo il lato vantaggioso?
[#7]
Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 374 4
È possibile, con una frequentazione adeguata presso uno Psicologo sarebbe in grado di saperlo con più chiarezza. Consideri che la sua reazione è coerente con uno stress oggettivo, se non cambierà nulla della sua vita ne risentirà in futuro; un buon passo sarebbe in ogni caso di non aspettare di arrivare al completo burnout e cominciare a frequentare un professionista perché esistono tecniche di rilassamento che si possono apprendere abbastanza in fretta per ridurre il carico individuale (nel senso psicologico/emotivo del termine)

Concludo suggerendole di non valutare positivamente il fatto che tutti la ritengano indispensabile, o meglio non dimentichi che sono a tutti gli effetti le parole ed i fatti da cui deriva materialmente e psicologicamente lo stress che indica; in Psicologia spesso si parla di principio di ambivalenza per riferirsi a questo concetto, ovvero per riferirsi al fatto che dietro ogni cosa amata è invariabilmente presente una odiata, e tanto più è l'amore tanto più il rancore, ma spesso solo una delle due cose è evidente mentre l'altra è nascosta, o negata, di solito l'odio, e di solito è la ragione dei problemi più a lungo termine

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