Asperger adulto
Gentili dottori...
Chiedo aiuto per alcuni consigli che non riguardano me, ma mio fratello.
Sin da quando era piccolo mostrava comportamenti particolari (in particolare faceva giocosamente ripetuti e lunghi movimenti con le braccia mentre saltava ogni qual volta provasse un emozione) e le maestre avvertirono i miei genitori che sarebbe stato meglio accertarsi delle cause.
Così lo portarono da una pediatra che dopo averlo visitato consigliò di approfondire la situazione in un centro apposito per problemi di tipo autistico.
Mia madre particolarmente ebbe una sorta di negazione e non volle credere alla semi-diagnosi e soprattutto evitare di assegnare a mio fratello etichette.
Così mio fratello è cresciuto senza alcun aiuto ma è riuscito tranquillamente (a parte un piccolo periodo di bullismo nei suoi confronti) a frequentare la scuola fino a diplomarsi, ha anche preso la patente... purtroppo durante questa crescita si è isolato sempre di più nella camera e non ha costruito una forte rete di amicizia.
È sempre stato un ragazzo buono e con una fortissima memoria.
Abbiamo sempre avuto difficoltà nel convincerlo a uscire di casa, nel fargli seguire una logica standard sulle cose in generale, nel renderlo autonomo velocemente in semplici azioni quotidiane mai svolte prima.
Però in qualche modo se la è sempre cavata.
Durante il covid si è fissato con telegiornali alternativi online e spesso complottisti, per arrivare poco più di un anno fa a perdere la testa unicamente per la religione (che non sarebbe male rispetto ad altre dipendenze, se non fosse che l’estremo fa male dappertutto): dall’alimentazione alle lunghe preghiere, da penitenze ad affermazioni favorevoli alle crociate e i loro omicidi, fa km e km in treno la domenica per andare appositamente in una chiesa dove professano in latino, predilige Dio a tutti noi familiari, porta il vangelo ovunque Ma soprattutto non crede più nella scienza, nella medicina, nella psicologia o qualsiasi altra cosa.
Dopo aver lasciato l’università in difficoltà con gli esami, ha trovato un lavoretto dove fortunatamente da un paio di settimane sembra trovarsi bene... ma nel tragitto per arrivarci (10 min) ha già fatto diversi danni: multe, macchina dimenticata o portata via con il carroattrezzi, muretti e colpi vari, altri danni stradali.
Quando proviamo a discuterne risponde con nonchalance e vuole avere ragione, non si riesce più a dargli un freno in nessun ambito, a volte risponde aggressivamente.
Sono qui per chiedere cosa posso fare.
Se ha senso ed è convenevole a 20 anni dichiarare la cosa, se può essere traumatico per lui, come potrei convincere mia madre che ha un muro a riguardo e non crede nella psicologia, cosa/se possono fare i farmaci (e che benefici darebbero)?
Come convincere lui a ricevere aiuto?
E un futuro, quando i miei genitori non ci saranno, come potrei badare a lui: cosa può fare la società a riguardo (sussidi, assistenza,...) contando che almeno per ora non è un caso gravissimo?
Grazie...
Chiedo aiuto per alcuni consigli che non riguardano me, ma mio fratello.
Sin da quando era piccolo mostrava comportamenti particolari (in particolare faceva giocosamente ripetuti e lunghi movimenti con le braccia mentre saltava ogni qual volta provasse un emozione) e le maestre avvertirono i miei genitori che sarebbe stato meglio accertarsi delle cause.
Così lo portarono da una pediatra che dopo averlo visitato consigliò di approfondire la situazione in un centro apposito per problemi di tipo autistico.
Mia madre particolarmente ebbe una sorta di negazione e non volle credere alla semi-diagnosi e soprattutto evitare di assegnare a mio fratello etichette.
Così mio fratello è cresciuto senza alcun aiuto ma è riuscito tranquillamente (a parte un piccolo periodo di bullismo nei suoi confronti) a frequentare la scuola fino a diplomarsi, ha anche preso la patente... purtroppo durante questa crescita si è isolato sempre di più nella camera e non ha costruito una forte rete di amicizia.
È sempre stato un ragazzo buono e con una fortissima memoria.
Abbiamo sempre avuto difficoltà nel convincerlo a uscire di casa, nel fargli seguire una logica standard sulle cose in generale, nel renderlo autonomo velocemente in semplici azioni quotidiane mai svolte prima.
Però in qualche modo se la è sempre cavata.
Durante il covid si è fissato con telegiornali alternativi online e spesso complottisti, per arrivare poco più di un anno fa a perdere la testa unicamente per la religione (che non sarebbe male rispetto ad altre dipendenze, se non fosse che l’estremo fa male dappertutto): dall’alimentazione alle lunghe preghiere, da penitenze ad affermazioni favorevoli alle crociate e i loro omicidi, fa km e km in treno la domenica per andare appositamente in una chiesa dove professano in latino, predilige Dio a tutti noi familiari, porta il vangelo ovunque Ma soprattutto non crede più nella scienza, nella medicina, nella psicologia o qualsiasi altra cosa.
Dopo aver lasciato l’università in difficoltà con gli esami, ha trovato un lavoretto dove fortunatamente da un paio di settimane sembra trovarsi bene... ma nel tragitto per arrivarci (10 min) ha già fatto diversi danni: multe, macchina dimenticata o portata via con il carroattrezzi, muretti e colpi vari, altri danni stradali.
Quando proviamo a discuterne risponde con nonchalance e vuole avere ragione, non si riesce più a dargli un freno in nessun ambito, a volte risponde aggressivamente.
Sono qui per chiedere cosa posso fare.
Se ha senso ed è convenevole a 20 anni dichiarare la cosa, se può essere traumatico per lui, come potrei convincere mia madre che ha un muro a riguardo e non crede nella psicologia, cosa/se possono fare i farmaci (e che benefici darebbero)?
Come convincere lui a ricevere aiuto?
E un futuro, quando i miei genitori non ci saranno, come potrei badare a lui: cosa può fare la società a riguardo (sussidi, assistenza,...) contando che almeno per ora non è un caso gravissimo?
Grazie...
[#1]
Gentile utente,
comprendo la complessità della situazione e la Sua preoccupazione per l'oggi e per il domani.
Ma innanzitutto occorre una diagnosi specialistica precisa.
Per i disturbi dello spettro autistico occorre rivolgersi ai Centri specializzati, dato che il percorso diagnostico prevede anche la somministrazione di test standardizzati che valutano e quantificano le capacità di interazione, di comunicazione e di relazione con gli altri. Tali centri di riferimento - del Servizio Sanitario Nazionale (mutua) - sono distribuiti in maniera non omogenea sul territorio nazionale.
Tutto il resto a cui Lei fa riferimento viene di conseguenza:
cura,
sussidi,
supporti,
ecc.
Potrà individuare il Centro più vicino a Voi digitando: Centri diagnostici autismo adulto.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
comprendo la complessità della situazione e la Sua preoccupazione per l'oggi e per il domani.
Ma innanzitutto occorre una diagnosi specialistica precisa.
Per i disturbi dello spettro autistico occorre rivolgersi ai Centri specializzati, dato che il percorso diagnostico prevede anche la somministrazione di test standardizzati che valutano e quantificano le capacità di interazione, di comunicazione e di relazione con gli altri. Tali centri di riferimento - del Servizio Sanitario Nazionale (mutua) - sono distribuiti in maniera non omogenea sul territorio nazionale.
Tutto il resto a cui Lei fa riferimento viene di conseguenza:
cura,
sussidi,
supporti,
ecc.
Potrà individuare il Centro più vicino a Voi digitando: Centri diagnostici autismo adulto.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.9k visite dal 30/03/2023.
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