Amo il mio ragazzo, abbiamo una relazione aperta ma sento il bisogno di esclusività
Cari professionisti,
Vi scrivo perché all’alba di una mia imminente partenza per un lavoro stagionale mi rendo conto che l’idea della distanza acuisce le mie ansie in merito alla mia relazione aperta.
Sono fidanzata da 6 mesi, benché sia poco tempo è stato un rapporto molto intenso in cui abbiamo pressoché convissuto, ci siamo conosciuti bene, ci supportiamo e ci amiamo molto.
La nostra è una relazione aperta formalmente ma di fatto nessuno dei due ha ancora avuto esperienze extrarelazionali, l’idea di questo sistema relazionale è stata del mio partner in quanto si sentirebbe oppresso dentro un rapporto monogamo e io, tutto sommato, mi sono sentita di tentare perché mi piace mettermi in discussione e in fondo ho una mentalità aperta.
Tuttavia la mia storia psichica è fatta di esclusività (sono una figlia unica troppo amata), tradimenti (entrambi i miei genitori hanno tradito in momenti diversi della mia vita) e mancanza di fiducia per cui la mia visione del mondo e delle relazioni è in parte compromessa; ad oggi, che mi trovo a dover partire per un bel lavoro lontano da casa per un po’ l’apertura della nostra relazione mi fa stare tanto male.
Io sono abbastanza sicura che per lui possa essere un problema avere una relazione monogama.
E allora snaturare me e cercare di ingoiare il rospo senza soffrire troppo, provando a ridimensionare le sue future esperienze?
O snaturare lui e proporgli di stare in una relazione che mi aveva chiarito già all’inizio non gli stesse bene?
Dove sta il giusto?
Chi deve immolarsi?
Esiste un punto d’incontro in una relazione tra persone monogame e non?
Grazie in anticipo,
Spero sappiate illuminarmi
Vi scrivo perché all’alba di una mia imminente partenza per un lavoro stagionale mi rendo conto che l’idea della distanza acuisce le mie ansie in merito alla mia relazione aperta.
Sono fidanzata da 6 mesi, benché sia poco tempo è stato un rapporto molto intenso in cui abbiamo pressoché convissuto, ci siamo conosciuti bene, ci supportiamo e ci amiamo molto.
La nostra è una relazione aperta formalmente ma di fatto nessuno dei due ha ancora avuto esperienze extrarelazionali, l’idea di questo sistema relazionale è stata del mio partner in quanto si sentirebbe oppresso dentro un rapporto monogamo e io, tutto sommato, mi sono sentita di tentare perché mi piace mettermi in discussione e in fondo ho una mentalità aperta.
Tuttavia la mia storia psichica è fatta di esclusività (sono una figlia unica troppo amata), tradimenti (entrambi i miei genitori hanno tradito in momenti diversi della mia vita) e mancanza di fiducia per cui la mia visione del mondo e delle relazioni è in parte compromessa; ad oggi, che mi trovo a dover partire per un bel lavoro lontano da casa per un po’ l’apertura della nostra relazione mi fa stare tanto male.
Io sono abbastanza sicura che per lui possa essere un problema avere una relazione monogama.
E allora snaturare me e cercare di ingoiare il rospo senza soffrire troppo, provando a ridimensionare le sue future esperienze?
O snaturare lui e proporgli di stare in una relazione che mi aveva chiarito già all’inizio non gli stesse bene?
Dove sta il giusto?
Chi deve immolarsi?
Esiste un punto d’incontro in una relazione tra persone monogame e non?
Grazie in anticipo,
Spero sappiate illuminarmi
[#1]
Gentile utente,
molto interessante già il suo titolo:
"Amo il mio ragazzo, abbiamo una relazione aperta ma sento il bisogno di esclusività",
il quale pone i termini del problema a noi sottoposto:
come è possibile avere un accordo di apertura ad altre persone fuori coppia, ma al contempo desiderare l'esclusività?
Forse una parziale risposta sta nella Sua frase:
".. l’idea di questo sistema relazionale è stata del mio partner in quanto si sentirebbe oppresso dentro un rapporto monogamo e io ..mi sono sentita di tentare .."
Si tenga conto che le coppie aperte, come del resto il poliamore, hanno bisogno di
"..buone doti comunicative,
capacità di negoziazione dei propri limiti,
padronanza delle proprie emozioni, in particolare la capacità di gestire la propria gelosia,
una buona apertura mentale e una capacità di ascolto attiva
e un elevato grado di assenza di giudizio." (Brunialti C.M., 2019)
Intendo dire che nessun* dei due deve subire, e che la negoziazione è d'obbligo:
nessun* si sacrifica, nessun* sopraffà.
Questo è facile a dirsi (sta nei patti fondativi di tale tipo di coppia), ma è complesso a realizzarsi. Sorgono e si manifestano sentimenti intensi quali gelosia, rivalità, confronto, timore di perdere l'altr*, pericolo per la propria immagine.
Se ciò avvenisse nella situazione da Lei qui proposta, sarebbero sentimenti ed emozioni dovuti alla "crescita" riguardante il Suo "desiderio di tentare"?
Oppure alla inadeguatezza (per Lei) della soluzione di non-esclusività propostaLe dal suo compagno?
Lei cosa ipotizza al riguardo?
Saluti cari.
Dott. Brunialti
molto interessante già il suo titolo:
"Amo il mio ragazzo, abbiamo una relazione aperta ma sento il bisogno di esclusività",
il quale pone i termini del problema a noi sottoposto:
come è possibile avere un accordo di apertura ad altre persone fuori coppia, ma al contempo desiderare l'esclusività?
Forse una parziale risposta sta nella Sua frase:
".. l’idea di questo sistema relazionale è stata del mio partner in quanto si sentirebbe oppresso dentro un rapporto monogamo e io ..mi sono sentita di tentare .."
Si tenga conto che le coppie aperte, come del resto il poliamore, hanno bisogno di
"..buone doti comunicative,
capacità di negoziazione dei propri limiti,
padronanza delle proprie emozioni, in particolare la capacità di gestire la propria gelosia,
una buona apertura mentale e una capacità di ascolto attiva
e un elevato grado di assenza di giudizio." (Brunialti C.M., 2019)
Intendo dire che nessun* dei due deve subire, e che la negoziazione è d'obbligo:
nessun* si sacrifica, nessun* sopraffà.
Questo è facile a dirsi (sta nei patti fondativi di tale tipo di coppia), ma è complesso a realizzarsi. Sorgono e si manifestano sentimenti intensi quali gelosia, rivalità, confronto, timore di perdere l'altr*, pericolo per la propria immagine.
Se ciò avvenisse nella situazione da Lei qui proposta, sarebbero sentimenti ed emozioni dovuti alla "crescita" riguardante il Suo "desiderio di tentare"?
Oppure alla inadeguatezza (per Lei) della soluzione di non-esclusività propostaLe dal suo compagno?
Lei cosa ipotizza al riguardo?
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.6k visite dal 28/03/2023.
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