Come affrontare la crisi di coppia

Buongiorno, sono una ragazza di 40 anni con una figlia di 9.

Due anno fa mi sono separata dal papà di mia figlia dopo 23 anni di relazione perché mi sono innamorata del mio collega di lavoro.

Lui da subito si è trasferito a vivere con me e anche lui si è separato dalla sua compagna per lo stesso motivo e anche lui ha una bimba di 4 anni.

I primi mesi sono stati bellissimi poi hanno cominciato ad emergere i suoi problemi legali con la sua ex che gli hanno fatto cambiare tutti i nostri progetti futuri che ci eravamo detti fin da subito.

Come famiglia allargata siamo perfetti ma io volevo creare con lui una famiglia forte dal fatto che lo voleva anche lui.

A distanza di due anni questo non è accaduto e lui ora dice che si sta bene così dato che ha troppi problemi anche economici per gestire la sua ex.

Io sono molto delusa e sinceramente illusa e questa rabbia non mi permette più di viverci in modo sereno.
Non so più se lasciarlo o accontentarmi.

Spero in un vostro consulto grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
ci dà troppo pochi elementi per capire in profondità la ragione del suo attuale scontento, e sarebbe azzardato in questo vuoto di informazioni dirle se è più opportuno "accontentarsi" o lasciare il nuovo partner.
Quello che è possibile da qui è tener conto di tutti i casi simili al suo che affrontiamo su queste pagine e nei nostri studi, per cercare di tratteggiarle la situazione media e darle su questa base qualche spunto di riflessione.
A quel che capisco lei ha iniziato una prima relazione nell'adolescenza; forse ha sposato il partner, forse ha solo convissuto -questo non lo scrive- e comunque dopo più di dieci anni di relazione ha messo al mondo una figlia.
In genere le storie d'amore iniziate quando si è troppo giovani subiscono violenti urti dagli eventi della crescita: i partner tendono a pietrificare nella relazione i propri difetti adolescenziali, non imparano a comunicarsi in maniera idonea i nuovi bisogni e desideri, non sviluppano progetti adulti, si sentono deprivati di quelle esperienze giovanili (seduzione, innamoramenti, ma anche iniziative professionali) che la relazione precoce ha inibito: in poche parole, vivono come in trappola e ciascuno incolpa l'altro di esserne il responsabile.
In certi casi hanno dei figli, non perché si sentano in grado di essere buoni genitori, ma perché avendo mancato le occasioni di una vera maturazione sperano di trovarla nel ruolo genitoriale.
Non posso sapere se questa carenza di maturazione sia il suo caso. Sembrerebbe indicarlo il fatto che ultraquarantenne lei si definisce "una ragazza". Anche il fatto che dichiari di aver interrotto una relazione più che ventennale "perché mi sono innamorata del mio collega di lavoro", parole adatte a una quindicenne che lascia il fidanzatino perché ha baciato un altro ad una festa, ma non adatte ad una donna di mezz'età che dovrebbe aver costruito una solida storia d'amore, e conoscere la differenza tra l'attaccamento e i fuochi di paglia.
Del suo nuovo partner non conosciamo l'età, ma anche lui, nelle parole di lei che ci scrive, mostra una volubilità adolescenziale: "anche lui si è separato dalla sua compagna per lo stesso motivo e anche lui ha una bimba di 4 anni".
In questa situazione -ripeto, non posso sapere dalle poche informazioni se corrisponde alla sua- i due "innamorati" stanno vivendo in ritardo, e nella sofferenza delle persone coinvolte, una seconda giovinezza illusoria, con progetti fatti di sogno; recitano soltanto, in pratica, il futuro che avrebbero dovuto costruire a vent'anni, nella libertà e senza problemi concreti sulle spalle.
Come non immaginare, a quaranta, che gli altri due, ossia i partner traditi e abbandonati, cercheranno di recuperare almeno i diritti che la legge prevede, primo fra tutti il mantenimento dei figli e gli altri obblighi di presenza genitoriale?
Lei sperava in un matrimonio che l'avrebbe fatta sentire in una "famiglia forte", come scrive, mentre lui, prima si è illuso che il passato si cancellasse con una spugna, ma adesso si guarda bene dal ripetere l'esperienza del matrimonio, che si è rivelata un errore e una sorgente di guai giuridici ed economici. Vede bene che non ha del tutto torto: dopo appena due anni lei si sente delusa, piena di rabbia, e le sue prospettive sono una triste rassegnazione o un nuovo addio.
Quando avete pensato di lasciare i vostri partner, avete ascoltato gli esperti, psicologi e avvocati, che sono a disposizione nei Consultori anche per tratteggiare il futuro ineludibile di molte seconde coppie?
Siete ancora a tempo a farlo, adesso a vantaggio di voi due; i Consultori familiari, gli psicologi delle ASL esistono anche per questo.
Lei deve guardare bene in sé stessa, e chiedersi che cosa vuole davvero, ma anche che cosa può realisticamente ottenere.
Se non sono riuscita a centrare la sua situazione, mi scuso, e la invito a scriverci più in dettaglio.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Grazie mille ha centrato esattamente il problema con i pochi dettagli che ho esposto.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Sono lieta di essere riuscita a darle qualche spunto di riflessione, gentile utente.
Il resto, ossia la costruzione di un appagante e stabile rapporto d'amore, è ancora nelle sue mani; non posso sapere se con l'attuale partner oppure con il padre della sua bambina, o in una nuova relazione.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com