Potete darmi una vostra opinione su quello che sto provando e su cosa fare?

Inizio col dire che ho 27 anni, e non ho mai avuto una ragazza e non ho mai fatto sesso con una ragazza, credo per la mia timidezza.
Ad agosto dell'anno scorso sono andato a fare un viaggio a Madrid da solo, perché viaggiare mi è sempre piaciuto.
La penultima sera ho deciso di andare in un night club dove ho conosciuto una ragazza con cui mi sono totalmente confidato e che dopo aver bevuto un po', per essere più disinibito, ho baciato, il mio primo bacio.
La sera dopo ho deciso di ritornare in quel night club per rivederla, perché volevo avere un ricordo chiaro di lei, non offuscato dall'alcol, e anche perché non riuscivo a togliermi dalla testa che il mio primo bacio l'ho dato a lei.
Però anche in quest'occasione ho bevuto un po' perché ero troppo agitato, e siamo finiti a parlare tutta la notte e alla fine ci siamo scambiati il numero di telefono.
A novembre decido di ritornare a Madrid un fine settimana perché volevo rivederla, e anche in quest'occasione abbiamo passato tutta la notte a parlare.

Ora sono passati otto mesi e ancora non riesco a dimenticarla, lei mi dice che se non riesco a vederla come una amica allora è meglio che non parliamo più e che non ci vediamo più.
Io voglio vederla come una amica con cui scrivermi ogni tanto per confidarmi e parlare un po' ma una parte di me immagina sempre come sarebbe stato bello conoscerla fuori dal locale e condividere una relazione con lei.
A volte mi sento uno stupido ad essermi infatuato di lei, non riesco a parlarne con nessuno di quello che mi è successo, anche se vorrei tanto confidarmi con qualcuno, ma ho paura di fare la figura dello stupido, di quello che si fa abbindolare dalla prima ragazza che si comporta in modo gentile e carino, ma che in realtà lo fa per i soldi.
Una parte di me sa che la cosa migliore da fare sarebbe non vederla più, ma un'altra parte di me desidera tanto ritornare a Madrid per stare di nuovo insieme a lei, per vedere il suo viso e per sentire la sua voce ancora una volta.
So che forse risulterò patetico ma il fatto è che ho desiderato da sempre avere una ragazza con cui stare insieme e fare tutte le cose che fanno i ragazzi innamorati, e anche se lei sicuramente l'ha fatto per gentilezza e perché era pagata, per me è stato qualcosa di molto importante...credo.
Non riesco a capire se sono innamorato di lei o se è semplicemente un ossessione.
A volte mi capita di piangere, mi sento sull'orlo di un attacco di panico, perché ho paura di non riuscire più a dimenticarla, penso a quanto sarebbe stato bello conoscerla in un altra situazione, è come sarebbe stato bello avere una relazione con lei, Mi sento in colpa perché penso che sarei dovuto rimanere lucido quando sono stato con lei, in modo da avere il suo ricordo per sempre nella mia mente.

Volevo solamente sfogarmi un po' e sapere la vostra opinione su quello che mi è successo e sapere sinceramente cosa pensate di me e su quello che dovrei fare.
Se pensate che sia un ragazzino stupido, ditelo pure.
Voglio la verità
[#1]
Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 190 19
Gentile utente,

ci scusiamo per il ritardo nella risposta.
Non è affatto patetico né stupido; ha solo bisogno di amore, come tutti.
Questo suo bisogno di amare e di essere amato è rimasto inappagato forse troppo a lungo, così a lungo da portarla da un lato a idealizzare il legame, dall'altro a sottrarvisi.
Per quanto concerne il sottrarsi, la timidezza di cui parla sicuramente potrebbe aver influito.

Lei forse vive la sua timidezza come un limite che opacizza la sua vita e ne riduce le possibilità, o comunque come una percezione di inadeguatezza, di insufficienza del suo essere che la pone nell'impossibilità di realizzare ciò che desidera.
Se fosse così, forse non riesce a cogliere la ricchezza presente nella timidezza. In genere le persone timide hanno una sensibilità e una delicatezza particolare; hanno un loro modo di vivere, di percepire, di penetrare nelle emozioni degli altri.

Lei probabilmente è riuscito a lasciarsi andare con questa ragazza non solo perché l'effetto dell'alcol l'ha reso più disinibito, allontanando da sé la percezione dei suoi limiti, ma anche perché questa ragazza, in un certo senso apparteneva ad un altro mondo, un mondo distante dal suo, nel quale forse è riuscito ad autorizzarsi ad abbandonarsi ai suoi bisogni, alla sua emotività.
Mi dispiace che sia sopraggiunto il senso di colpa ad intaccare forse uno dei pochi momenti in cui si è legittimato a vivere un'emozione, oltre la razionalità, il limite, il divieto e la paura.

Io credo che lei ha idealizzato questa ragazza per ciò che ha rappresentato, perché è stata lei quella con cui ha condiviso il primo incontro e il primo bacio dopo averli a lungo aspettati, sognati, immaginati. Oltre a ciò, l'ha forse idealizzata proprio perché non la conosce e non ha avuto la possibilità di costruire una relazione reale con lei. Infatti, noi idealizziamo tendenzialmente ciò che non conosciamo e a cui proprio in virtù di ciò, attribuiamo tutti gli ideali di bellezza, di perfezione e assolutezza che non possiamo attribuire a quel che ci è noto.
Mi creda, non ha bisogno di elemosinare nulla da questa ragazza, né uno scambio affettivo o sessuale né un'amicizia. Ciò che ora cerca da lei, potrebbe arrivare presto da persone che vorranno offrirglielo spontaneamente, nella reciprocità, volontà e desiderio di un legame reale ed imperfetto, ma magari bello, appagante, emozionante.

Io le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo per conoscere meglio sé stesso, comprendere da dove origina tale timidezza, forse da una profonda sensazione di inferiorità rispetto all'altro, o comunque da un sentire che la pone drammaticamente in rapporto ai suoi limiti, reali o percepiti.
Forse soffre a causa dello scarto che percepisce incolmabile tra quello che vorrebbe essere e quello che sente di essere.
Se riuscirà a conoscere questa sua timidezza, conoscerne le ragioni ma anche le funzioni, ossia al di là dell'essere una sua personale caratteristica, a cosa le serve, da cosa la vuol proteggere, allora saprà anche coglierne le risorse che ora le sfuggono. Non dovrà più subirla, ma viverla e sentirla come una parte di sé, probabilmente piena di sorprese, ricchezze e potenzialità. Una parte che le permetterà di accedere e di divenire quel che è e tutto quel che può essere.

Oltre a ciò, le suggerisco di guardare anche al bello di quello che è la sua vita. Le suggerisco di viaggiare, visto che le piace, leggere, conoscere, scoprire. Lo faccia al di là degli incontri e al di là di quel che troverà, ma per il gusto di farlo e di vivere, assaporando ogni momento.
Poi, gli incontri, le relazioni, gli amori, arriveranno, soprattutto se saprà conoscersi e comprendersi meglio, e magari risulteranno ancor più belli ed emozionanti.
Sappia aspettarsi, amarsi per quel che è, perdonarsi per quel che non può essere.

Auguri di cuore.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

[#2]
Attivo dal 2023 al 2023
Ex utente
Gentile Dr.ssa Di Taranto,
la ringrazio per le sue parole di conforto, per la lettura che ha dato della mia situazione e per il tempo speso a scrivermi. In parte sono consapevole del fatto che la mia timidezza, sebbene a volte mi ponga in una situazione di inadeguatezza e di incapacità ad affrontare i normali avvenimenti della quotidianità in modo disinvolto, può essere vista come una ricchezza e risorsa, e come dice lei, potrebbe essere utile rivolgermi a uno psicologo per capire come viverla in modo sereno e per coglierne le risorse, che per il momento non vedo.
Vorrei poter raccontare a qualcuno di quello che è successo, ma ho paura di essere giudicato male, che quello che ho fatto, e cioè andare fino a Madrid un fine settimana solo per rivedere una ragazza conosciuta in un night club, possa essere visto come un gesto riprovevole o da persona triste, e questo mi fa sentire in colpa. Allo stesso tempo però mi dispiace parlare in questi termini dell'esperienza provata con questa ragazza, perché la vedo come una ragazza buona e simpatica a cui sono molto affezionato, con cui probabilmente mi sarei lasciato andare completamente quando ero con lei, se non fosse stato per il suo lavoro e quindi per il fatto che lei avrebbe fatto l'amore con me principalmente perché l'avrei pagata.
Non mi piace l'idea di dover pagare per fare l'amore con una persona, perché credo che una cosa così intima e così profonda la si possa fare e abbia senso farla se anche l'altra persona ha interesse a volerlo fare, e non perché pagata. A maggior ragione se si tratta della prima volta, come nel mio caso. Sotto questo punto di vista, credo di non essere stato sincero nei confronti di questa ragazza, a cui ho sempre detto che la prima volta l'avrei voluto fare con una persona che sarebbe stata innamorata di me; la realtà è che avrei tanto piacere a farlo con lei la prima volta, se solo l'avessi incontrata in un altre condizioni e non avesse fatto quel lavoro. Questo mi fa sentire in colpa nei suoi confronti e come una brutta persona, perché credo significherebbe che non sono stato sincero con lei, che nel mio profondo, la vedo come una prostituta e mi fa dubitare su tutto quello che le ho detto.
La ringrazio nuovamente per il tempo speso per ascoltarmi.
[#3]
Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 190 19
Gentile utente,

per me è un piacere ascoltarla. La sua paura di "essere giudicato male" nasce proprio dal suo giudicarsi male.
Credo che sia proprio quella sua inadeguatezza che la porta ad attendersi un giudizio malevolo da parte degli altri.
Condivido la sua riflessione sul "non voler pagare per fare l'amore". Lei merita una ragazza che la desideri nella stessa misura in cui lei la desidera.

Posso garantirle che nella stanza dello psicologo non troverà il giudizio, ma l'accoglienza e la comprensione.
Lo psicologo è un professionista che ha scelto di posare uno sguardo sui vissuti dell'essere umano, sulle emozioni, sui pensieri e su tutto quel che riguarda la sua interiorità. Pertanto conosce a sufficienza i dolori, la solitudine, i bisogni, le paure che abitano nell'essere umano e che lo opprimono. Essi non sono motivo di vergogna, ma di umanità.
Può rivolgersi ad uno psicologo sia nel pubblico che nel privato, facendo le sue considerazioni a riguardo. C'è la possibilità di rivolgersi al centro salute mentale, o richiedere il bonus di psicoterapia gratuita, o se preferisce, per motivi di lavoro, impegni personali o altro, può rivolgersi nel privato, magari scegliendo personalmente un professionista che le ispira fiducia.

Non aspetti. E' giovane, ha una vita davanti a sé.
Se intraprende un percorso psicologico potrà comprendersi, conoscersi, incontrarsi, imbattersi nelle sue zone cieche e buie, renderle più ospitali e abitabili e al contempo scoprire le sue risorse o potenziarle.
Se imparerà a star bene con sé stesso, a divenire quel che è, nella sua singolarità, libero per quanto possibile da paure, convinzioni e impedimenti, potrà tra l'altro, successivamente, emanare una luce che anche gli altri sapranno cogliere.
E allora, probabilmente succederà che proprio quando avrà meno bisogno degli altri, proprio nel momento in cui quel suo bisogno di essere amato e apprezzato si attenuerà, divenendo meno impellente in virtù di una maggiore sicurezza interna, incontrerà più facilmente gente in grado di amarla e apprezzarla.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

[#4]
Attivo dal 2023 al 2023
Ex utente
La ringrazio nuovamente dei consigli. In realtà ho dimenticato di dirle che in passato ho provato a intraprendere un percorso di psicoterapia rivolgendomi a due psicologi, ma alla fine ho deciso di rinunciare a entrambi i percorsi.
E' vero che viaggiare. mi è sempre piaciuto ed è stato uno dei principali motivi per cui ho deciso e iniziato a lavorare. Quest'estate, quando sono ritornato da Madrid, mi sono detto, che avrei iniziato a lavorare e avrei risparmiato il più possibile per fare quanti più viaggi possibili. Adesso che ho più soldi di quanti ne abbia mai visti, e sopratutto il tempo per farli, dato che non ho avuto la proroga del contratto di lavoro, la mia voglia di viaggiare e di vedere posti che non ho mai visto è completamente passata.
Avrei tanto desiderio nel rivederla, anche solo per parlare di nuovo con lei e per riprovare nuovamente quanto sono stato bene quei giorni a Madrid quando non la conoscevo e in quei due giorni che l'ho conosciuta. Ma ho paura di riprovare nuovamente quel senso di colpa legato al fatto di star facendo qualcosa di sbagliato. E' difficile da spiegare ma quando provo una sensazione di soddisfazione o di felicità tendo sempre a paragonarla a quando sono stato con lei, e penso che non la potrò riprovare più. Non riesco a dimenticare a quanto sia stato bello baciarla e stare abbracciato insieme a lei.
Ma ci sono anche momenti che il pensare di rivederla non mi interessa più di tanto, momenti in cui mi sento privo di qualsiasi voglia di fare qualcosa che possa farmi stare bene. Avrei solo voglia di stare a casa da solo senza nessuno intorno e stare addormentato il più possibile. Anche dal punto di vista dell'alimentazione credo che sia cambiato qualcosa. Dato che da non mi va più di mangiare cibi che prima avevo piacere a mangiare, per cui tendo sempre a mangiare cibi leggeri e poco calorici e privi di particolari sapori.
La domanda che mi faccio più spesso è se sia giusto e se abbia senso ritornare a Madrid per rivederla.
[#5]
Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 190 19
Gentile utente,

Mi spiace che abbia scelto di rinunciare a entrambi i percorsi di psicoterapia.
Io le consiglierei, qualora non se la sentisse di ricontattare uno dei suoi psicoterapeuti, di intraprendere un altro percorso.
Volendo potrebbe anche fare una ricerca tra gli specialisti presenti su questa piattaforma e sceglierne uno vicino alla sua città, che le ispira fiducia o che si adatti alle sue esigenze.

Forse ha rinunciato ai percorsi perché non ha visto dei risultati, era stanco di aspettare, di investire, di impegnarsi o altro. La comprendo bene per questo, ma in questi casi, la rinuncia si può rivelare una perdita più grande di quel che al momento appare.
Io le consiglierei di intraprendere uno di quei percorsi lasciati o uno nuovo.

Anche se in passato non ha riscontrato dei miglioramenti, non significa che non possa riscontrarli ora.
Sicuramente però non deve mettersi in una posizione passiva, ma impegnarsi e investire in tale percorso, crederci almeno un po'.
Il percorso psicologico è come un viaggio; anche se la meta è la stessa ogni viaggio può essere diverso perché cambia lo spirito con cui lo si intraprende, quello che siamo ogni volta che ci incamminiamo, ciò che incontriamo lungo la strada. E a seconda di tutto ciò e di altro possiamo guardare le stesse cose in modo diverso, accorgerci di cose mai viste prima.

Lo so che a lei in questo momento interessa solo avere delle risposte per quanto riguarda la ragazza di Madrid, ma io credo che in un percorso psicologico, oltre a tali risposte, potrà forse trovare qualcosa che va oltre, magari sé stesso, o quel che può essere.
Adesso sembra come invaso da un torpore e un senso di inutilità e distacco verso tutto quel che non riguarda questa ragazza; crede che nulla potrà renderla felice come lei, perché con lei ha assaporato delle emozioni molto importanti che attendeva da tempo. Ma ce ne saranno altre.
Non rinunci né alla possibilità di intraprendere il percorso che le suggerisco né a nessun'altra cosa che può farla stare bene.
Non rinunci alla speranza e alla fiducia nell'attendersi qualcosa di nuovo, di bello.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

[#6]
Attivo dal 2023 al 2023
Ex utente
Buonasera,
come dice lei ho abbandonata i percorsi perché non riscontravo miglioramenti, mi sentivo giudicato dalla persona con la quale mi confidavo, e avevo davvero difficoltà a esprimere me stesso e cosa provassi; ogni volta che finiva la seduta mi sentivo stupido, ripensavo continuamente alle risposte date allo psicologo e quale potesse essere la sua opinione nei miei confronti. Alcune volte annullavo l'incontro perché lo trovavo inutile e estenuante.
Le volevo chiedere un'altra cosa che mi preoccupa abbastanza questo periodo. E cioè il fatto che ho frequenti sbalzi d'umore. Ci sono momenti della giornata in cui mi metto a piangere senza apparente motivo e altri momenti, in cui sono comunque pensieroso, ma abbastanza tranquillo. Ci sono momenti in cui penso che avrei voglia di avere qualche amico con cui uscire e parlare e altri momenti in cui penso che non mi importa niente di nulla. Sento che la mia vita mi sta sfuggendo di mano e che non sto facendo niente per fare qualcosa che possa farmi sentire meglio. Vorrei che ci fosse un percorso già scritto per stare bene e che qualcuno possa indicarmi le tappe necessarie per percorrerlo.
Le chiedo, a cosa possono essere dovuti questi sbalzi d'umore? La ringrazio nuovamente
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Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 190 19
Gentile utente,

mi restano poche parole per cercare di convincerla dell'utilità e dell'importanza di un percorso psicologico, perché non possiamo rispondere molte volte al medesimo consulto.
Spero che tali parole riescano a farsi strada nelle sue convinzioni e aspettative negative.
Secondo me tali sbalzi d'umore potrebbero essere dovuti ad un distacco o disaffezione dal mondo e dalla vita. Essi sono delle oscillazioni improvvise che rappresentano il modo delle sue emozioni di manifestarsi.

Ci sono anche momenti in cui è presente in lei il desiderio di parlare e uscire con un amico, che costituisce forse una spinta ad abbandonare gli schemi di pensiero e di comportamento nei quali è rimasto incagliato.
Questo potrebbe essere un ottimo punto di partenza; usi questo suo desiderio, anche se discontinuo, per farsi portare oltre il suo stato di apatia e di scoramento.
Comprendo la frustrazione che ha provato nel non vedere miglioramenti per quanto riguarda i percorsi con gli psicoterapeuti. E per quanto concerne il sentirsi stupido, posso assicurarle che era una percezione appartenente solo a lei e non agli specialisti. Avrebbe dovuto forse parlarne con loro, mostrare loro quest'ennesimo e doloroso risvolto della sua inadeguatezza, per darsi una possibilità di smentita e costruire un rapporto improntato sulla fiducia.
Tuttavia in ogni percorso psicologico o psicoterapeutico, è molto importante la relazione che si instaura tra paziente e specialista. Essa è un prezioso strumento di cura o trattamento della sofferenza.
Lei potrebbe trovare uno specialista che attraverso il suo sguardo, le sue parole, il suo modo di accoglierla e comprenderla, le mostri quell'oltre della sua vita che lei non riesce a vedere in questo momento.
Potrebbe trovare nella stanza dello psicologo la speranza, intesa come fiducia nella vita e in sé stesso, come qualcosa che non si incaglia nella ripetizione del pensiero e del comportamento, né nel tempo chiuso dell'apatia e dello sconforto, ma si protende verso il futuro, verso il nuovo.
Ma soprattutto, potrebbe essere proprio la relazione che instaurerete, la congiunzione di lei e lo psicologo, a produrre quel cambiamento auspicabile per lei o quel recupero della serenità perduta o mai avuta del tutto.
Si dia questa possibilità; credo che abbia più da guadagnare che da perdere.
Io non posso più risponderle; spero di aver aperto uno spiraglio dentro di lei, attraverso il quale possa filtrare un po' della luce della speranza, della vita.

Coraggio!

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it