Perché mio figlio si arrabbia quando non riesce subito a fare qualcosa
Salve sono mamma di un bambino di 5 anni, mio figlio è molto intelligente, ma non accetta il non riuscire subito a fare qualcosa.
La sua rabbia si concentra solo sul fallimento, infatti quando chiede qualcosa e la risposta è no, con annessa spiegazione del perché, lui è tranquillo e lo accetta.
Idem su molti altri aspetti sembra essere un bambino resiliente anche con i coetanei, finché non perde a qualche gioco oppure non riesce a fare qualcosa in cui qualcun altro è più bravo, in questi casi si arrabbia gettando all'aria l'oggetto, urlando di non essere capace a fare niente.
La crisi dura poco, poi si rimette in gioco.
Ma io e mio marito non sappiamo come comportarci in queste situazioni, non so se parlargli dei fallimenti costruttivi, se allontanarlo dal gioco dicendo che chi non è "sportivo" non può giocare con gli altri, oppure se ignorarlo finché non si calma.
Quando gioca con me e il papà a un gioco di società cerchiamo di non farlo vincere molto facilmente, perché essendo figlio unico ho sempre creduto che deve imparare a confrontarsi con le sconfitte che inevitabilmente succedono quando si gioca con altri bambini.
Come dovrei comportarmi?
Grazie
La sua rabbia si concentra solo sul fallimento, infatti quando chiede qualcosa e la risposta è no, con annessa spiegazione del perché, lui è tranquillo e lo accetta.
Idem su molti altri aspetti sembra essere un bambino resiliente anche con i coetanei, finché non perde a qualche gioco oppure non riesce a fare qualcosa in cui qualcun altro è più bravo, in questi casi si arrabbia gettando all'aria l'oggetto, urlando di non essere capace a fare niente.
La crisi dura poco, poi si rimette in gioco.
Ma io e mio marito non sappiamo come comportarci in queste situazioni, non so se parlargli dei fallimenti costruttivi, se allontanarlo dal gioco dicendo che chi non è "sportivo" non può giocare con gli altri, oppure se ignorarlo finché non si calma.
Quando gioca con me e il papà a un gioco di società cerchiamo di non farlo vincere molto facilmente, perché essendo figlio unico ho sempre creduto che deve imparare a confrontarsi con le sconfitte che inevitabilmente succedono quando si gioca con altri bambini.
Come dovrei comportarmi?
Grazie
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Gentile utente,
tutti noi di fronte ad una frustrazione siamo dispiaciuti e arrabbiati. L'intelligenza a cui Lei accenna non è un fattore protettivo dato che si tratta di tutt'altro piano, quello dei sentimenti ed emozioni.
La questione sta nelle modalità con le quali viene espressa tale frustrazione; cioè, nel caso del Suo bambino, come gestire la rabbia che la frustrazione gli provoca.
E dunque non alla ricerca del "perchè" a tutti i costi (titolo "Perché mio figlio si arrabbia .."), bensì del "come".
"La crisi dura poco", Lei dice. E poi passa.
Gestiamola distanziandoci fisicamente; è un segnale, per il bambino, che il genitore non condivide. Un abbraccio al termine della crisi di rabbia servirà a rassicurarlo affettivamente, pur se non sul proprio comportamento.
Le riflessioni insieme al figlio arrivano dopo, a bocce ferme.
Però, pochi ragionamenti; un bambino di cinque! anni non segue ragionamenti astratti o di principio: il pensiero astratto non è .. ancora nato.
Qualche considerazione, piuttosto, di carattere sociale concreto:
i compagni/e giocano poco volentieri con chi non vuole perdere,
con chi manifesta in maniera aggressiva i propri stati d'animo.
E chiedendo al bambino che sia lui stesso ad individuare per sé delle modalità alternative ed aiutandolo a metterle in atto, compresi i fallimenti.
Tutto ciò senza avere, però, come obiettivo un bambino iper-adattato.
Dal punto di vista degli strumenti operativi per il genitore, ritengo molto interessante ed utile la "Scatola della rabbia" della Montessori;
ed anche i molti bei libri per bambini sullo stesso argomento da leggere insieme; li troverà in rete digitando "Libri sulla rabbia per bambini".
Se ritiene ce ne dia riscontro.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
tutti noi di fronte ad una frustrazione siamo dispiaciuti e arrabbiati. L'intelligenza a cui Lei accenna non è un fattore protettivo dato che si tratta di tutt'altro piano, quello dei sentimenti ed emozioni.
La questione sta nelle modalità con le quali viene espressa tale frustrazione; cioè, nel caso del Suo bambino, come gestire la rabbia che la frustrazione gli provoca.
E dunque non alla ricerca del "perchè" a tutti i costi (titolo "Perché mio figlio si arrabbia .."), bensì del "come".
"La crisi dura poco", Lei dice. E poi passa.
Gestiamola distanziandoci fisicamente; è un segnale, per il bambino, che il genitore non condivide. Un abbraccio al termine della crisi di rabbia servirà a rassicurarlo affettivamente, pur se non sul proprio comportamento.
Le riflessioni insieme al figlio arrivano dopo, a bocce ferme.
Però, pochi ragionamenti; un bambino di cinque! anni non segue ragionamenti astratti o di principio: il pensiero astratto non è .. ancora nato.
Qualche considerazione, piuttosto, di carattere sociale concreto:
i compagni/e giocano poco volentieri con chi non vuole perdere,
con chi manifesta in maniera aggressiva i propri stati d'animo.
E chiedendo al bambino che sia lui stesso ad individuare per sé delle modalità alternative ed aiutandolo a metterle in atto, compresi i fallimenti.
Tutto ciò senza avere, però, come obiettivo un bambino iper-adattato.
Dal punto di vista degli strumenti operativi per il genitore, ritengo molto interessante ed utile la "Scatola della rabbia" della Montessori;
ed anche i molti bei libri per bambini sullo stesso argomento da leggere insieme; li troverà in rete digitando "Libri sulla rabbia per bambini".
Se ritiene ce ne dia riscontro.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.3k visite dal 20/03/2023.
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