Depressione reattiva a causa di crisi di coppia e convivenza
Buonasera
Vi scrivo poiché mi trovo in una situazione estremamente stressante, che mi sta causando una bruttissima ricaduta depressiva: circa 7 mesi fa ho iniziato la convivenza con il mio compagno, la quale è avvenuta un po' per nostra volontà, un po' a causa di circostanze contingenti che ci hanno quasi "forzato"... I primi mesi erano bellissimi, ma poco a poco sono cominciati i litigi, le discussioni, i silenzi ecc.
Lui spesso durante le discussioni alza la voce, dice cose apposta per ferirmi, agisce comportamenti estremamente deleteri anche verso se stesso.
Io inizialmente avevo quasi una dipendenza affettiva (con anche sintomi di craving) ma ultimamente sento che qualsiasi cosa faccia, non mi tange minimamente.
Per mesi la casa è sempre stata il motivo delle nostre discussioni, lui ogni tanto beve, e quando accade diventa fastidioso (assolutamente NON violento fisicamente).
Ho accumulato i colpi di questi litigi, le parole brutte che mi diceva, fino a poco tempo fa.
Sono caduto in un profondo stato di depressione, e vorrei solo tornare indietro, nella mia vecchia casa, alle mie vecchie abitudini, ma ho paura di perderlo.
Non so se sia amore o affetto, o cos'altro.
Non abbiamo rapporti spesso.
Viviamo in una casa piccola e buia (pianterreno) e lo psichiatra mi ha sempre detto che la mia depressione è correlata all'esposizione alla luce solare.
Alla visita lo psichiatra mi ha consifgliato di andare a stare dai miei (loro hanno un giardino) e mi ha sconsigliato di continuare a vivere in una casa troppo buia.
Sono all'ultimo anno di una laurea impegnativa, si avvicinano gli esami e non riesco a concentrarmi, ho una media alta, una tesi bellissima, eppure questa situazione mi distrugge dentro.
Vorrei andarmene, ma i miei mi continuano a dire di non fare scelte affrettate, dettate dalla mia condizione, perché me ne potrei pentire.
non posso assumere antidepressivi, tuttavia assumo una farmacoterapia e non ho la possibilità economica per la psicoterapia (ne il tempo).
Il mio unico sfogo è la palestra, ma vicino casa dei miei non ho una palestra a cui sono abbonato, e di certo non posso fare due abbonamenti, temo che sia questo a fermarmi, oltre alla vicinanza di casa all'università.
Quando non vado in palestra mi sento "brutto", e qusando ci vado mi sento bene.
Inoltre mi sto avvicinando molto ad una ragazza ultimamente, parliamo tanto, usciamo soli, lei non sa nulla della mia relazione, e io sento di voler approfondire con lei, ma ho paura ad andarmene anche perché ho paura a lasciare una relazione stabile per qualcosa che nemmeno si sa se inizia.
Tuttavia mi sento più attratto da lei che da lui, e in fondo, ho sempre saputo negli ultimi anni di essere più attratto dalle donne, tuttavia mi identificavo con l'omosessualità e avevo paura a tornare sui miei passi.
Mi piace quello che ho con questa ragazza, è il bello del "corteggiamento".
Vorrei tornare alla mia vita, ma non so se sono disposto a rinunciare a lui come persona, come amico forse.
Vi scrivo poiché mi trovo in una situazione estremamente stressante, che mi sta causando una bruttissima ricaduta depressiva: circa 7 mesi fa ho iniziato la convivenza con il mio compagno, la quale è avvenuta un po' per nostra volontà, un po' a causa di circostanze contingenti che ci hanno quasi "forzato"... I primi mesi erano bellissimi, ma poco a poco sono cominciati i litigi, le discussioni, i silenzi ecc.
Lui spesso durante le discussioni alza la voce, dice cose apposta per ferirmi, agisce comportamenti estremamente deleteri anche verso se stesso.
Io inizialmente avevo quasi una dipendenza affettiva (con anche sintomi di craving) ma ultimamente sento che qualsiasi cosa faccia, non mi tange minimamente.
Per mesi la casa è sempre stata il motivo delle nostre discussioni, lui ogni tanto beve, e quando accade diventa fastidioso (assolutamente NON violento fisicamente).
Ho accumulato i colpi di questi litigi, le parole brutte che mi diceva, fino a poco tempo fa.
Sono caduto in un profondo stato di depressione, e vorrei solo tornare indietro, nella mia vecchia casa, alle mie vecchie abitudini, ma ho paura di perderlo.
Non so se sia amore o affetto, o cos'altro.
Non abbiamo rapporti spesso.
Viviamo in una casa piccola e buia (pianterreno) e lo psichiatra mi ha sempre detto che la mia depressione è correlata all'esposizione alla luce solare.
Alla visita lo psichiatra mi ha consifgliato di andare a stare dai miei (loro hanno un giardino) e mi ha sconsigliato di continuare a vivere in una casa troppo buia.
Sono all'ultimo anno di una laurea impegnativa, si avvicinano gli esami e non riesco a concentrarmi, ho una media alta, una tesi bellissima, eppure questa situazione mi distrugge dentro.
Vorrei andarmene, ma i miei mi continuano a dire di non fare scelte affrettate, dettate dalla mia condizione, perché me ne potrei pentire.
non posso assumere antidepressivi, tuttavia assumo una farmacoterapia e non ho la possibilità economica per la psicoterapia (ne il tempo).
Il mio unico sfogo è la palestra, ma vicino casa dei miei non ho una palestra a cui sono abbonato, e di certo non posso fare due abbonamenti, temo che sia questo a fermarmi, oltre alla vicinanza di casa all'università.
Quando non vado in palestra mi sento "brutto", e qusando ci vado mi sento bene.
Inoltre mi sto avvicinando molto ad una ragazza ultimamente, parliamo tanto, usciamo soli, lei non sa nulla della mia relazione, e io sento di voler approfondire con lei, ma ho paura ad andarmene anche perché ho paura a lasciare una relazione stabile per qualcosa che nemmeno si sa se inizia.
Tuttavia mi sento più attratto da lei che da lui, e in fondo, ho sempre saputo negli ultimi anni di essere più attratto dalle donne, tuttavia mi identificavo con l'omosessualità e avevo paura a tornare sui miei passi.
Mi piace quello che ho con questa ragazza, è il bello del "corteggiamento".
Vorrei tornare alla mia vita, ma non so se sono disposto a rinunciare a lui come persona, come amico forse.
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Buonasera,
In premessa, le dico che se interessato a frequentare uno psicologo allora ci sono possibilità a seconda della regione, io stesso sono stato un volontario Caritas e dimostrate difficoltà economiche le potrebbero aprire delle porte, non disperi e non si rassegni a rinunciare alla salute per il solo fatto economico (soprattutto in tempi di terapia online, quindi volendo potrebbe trovare supporto ovunque).
Ciò detto, non è nostro compito dirle cosa fare, ho intuito che c'è qualcosa che vuole e non riesce ad ottenere, e qualcosa che ha e non vorrebbe più. Il primo passo è la consapevolezza che almeno parte della situazione dipende da lei, e questa parte si può cambiare capendo cosa c'è che non va permettendole di fare scelte diverse. In questo possiamo assistere: ci parli di cosa la lega all'uomo con cui sta ed alla donna con cui non sta
In premessa, le dico che se interessato a frequentare uno psicologo allora ci sono possibilità a seconda della regione, io stesso sono stato un volontario Caritas e dimostrate difficoltà economiche le potrebbero aprire delle porte, non disperi e non si rassegni a rinunciare alla salute per il solo fatto economico (soprattutto in tempi di terapia online, quindi volendo potrebbe trovare supporto ovunque).
Ciò detto, non è nostro compito dirle cosa fare, ho intuito che c'è qualcosa che vuole e non riesce ad ottenere, e qualcosa che ha e non vorrebbe più. Il primo passo è la consapevolezza che almeno parte della situazione dipende da lei, e questa parte si può cambiare capendo cosa c'è che non va permettendole di fare scelte diverse. In questo possiamo assistere: ci parli di cosa la lega all'uomo con cui sta ed alla donna con cui non sta
Psicologo Online/Presenza
Prenota un Consulto Gratuito: www.miodottore.it/alessio-fogliamanzillo
Sito Web: www.afpsicologonlineoinpresenza.it
[#2]
Utente
Buonasera Dottore,
La ringrazio molto e stavo aspettando anche l’uscita eventualmente del bonus, però ho trovato un servizio gratuito convenzionato.
Purtroppo non so come rispondere a quella domanda, perché vivo in una condizione caratterizzata da una profonda depressione che mi occupa tutte le risorse, ed è difficile pensare.
Il mio attuale rapporto è caratterizzato da molta monotonia e conflittualità, viviamo insieme, ma in una situazione di pesantezza costante con qualche episodio più leggero a spezzare la monotonia.
Come le ho detto, la casa ha problemi di luce e lo stesso medico mi ha parlato dell’influenza che la luce solare ha sul mio tono dell’umore: purtroppo non riesco s capire quindi se la mia depressione sia data da un rapporto che non va o da una depressione endogena data dalla scarsità di luce.
So che senza di lui soffrirei, perché mi mancherebbe, abbiamo tanti bei ricordi e ogni luogo che mi ricorderebbe di lui mi farebbe soffrire, ma non so quale sia il confine tra una normale sofferenza ed una sofferenza data da un rapporto interrotto troppo presto in cui ancora ci sta qualcosa di recuperabile.
Di contro l’altra ragazza è spontanea, poco più grande, più matura di testa , solare e ci divertiamo insieme. Ma non so quanto questa storia possa andare avanti, quanto possa essere seria o una tanto fugace quanto piacevole infatuazione. Potrebbe essere l’inizio di qualcosa, o meno, ma è tutto da vedere.
Ci siamo presi di testa e fisicamente, e una parte di me sa che probabilmente succederà qualcosa e vorrebbe che ciò accada.
Contestualmente ci sta una spasmodica voglia di un ritorno ad una vecchia vita più lineare (casa, università, palestra, amici il weekend ecc.) in una casa più spaziosa, luminosa, in cui ritagliarmi i miei spazi.
Ci sta anche la paura della sera, dei momenti in cui sarei solo con i miei pensieri.
Il fatto è, quanto la mia depressione influenzerà le mie scelte?
Ora che non sono più nemmeno convinto della mia sessualità, non capisco se ciò che provo per lui sia affetto, o amore. So che qualcosa ci sta, ma ci sta anche tanta monotonia, risentimento, noia che si contrappongono ai bei ricordi e ad un senso di tenerezza.
Purtroppo non vivendo in una grande metropoli, andare dai miei genitori vorrebbe anche dire comunque isolarmi un po’ dalla vita sociale, ma questo è un altro problema. Non amo guidare particolarmente e il luogo in cui vivo non offre molto in termini di possibilità di uscite.
La ringrazio molto e stavo aspettando anche l’uscita eventualmente del bonus, però ho trovato un servizio gratuito convenzionato.
Purtroppo non so come rispondere a quella domanda, perché vivo in una condizione caratterizzata da una profonda depressione che mi occupa tutte le risorse, ed è difficile pensare.
Il mio attuale rapporto è caratterizzato da molta monotonia e conflittualità, viviamo insieme, ma in una situazione di pesantezza costante con qualche episodio più leggero a spezzare la monotonia.
Come le ho detto, la casa ha problemi di luce e lo stesso medico mi ha parlato dell’influenza che la luce solare ha sul mio tono dell’umore: purtroppo non riesco s capire quindi se la mia depressione sia data da un rapporto che non va o da una depressione endogena data dalla scarsità di luce.
So che senza di lui soffrirei, perché mi mancherebbe, abbiamo tanti bei ricordi e ogni luogo che mi ricorderebbe di lui mi farebbe soffrire, ma non so quale sia il confine tra una normale sofferenza ed una sofferenza data da un rapporto interrotto troppo presto in cui ancora ci sta qualcosa di recuperabile.
Di contro l’altra ragazza è spontanea, poco più grande, più matura di testa , solare e ci divertiamo insieme. Ma non so quanto questa storia possa andare avanti, quanto possa essere seria o una tanto fugace quanto piacevole infatuazione. Potrebbe essere l’inizio di qualcosa, o meno, ma è tutto da vedere.
Ci siamo presi di testa e fisicamente, e una parte di me sa che probabilmente succederà qualcosa e vorrebbe che ciò accada.
Contestualmente ci sta una spasmodica voglia di un ritorno ad una vecchia vita più lineare (casa, università, palestra, amici il weekend ecc.) in una casa più spaziosa, luminosa, in cui ritagliarmi i miei spazi.
Ci sta anche la paura della sera, dei momenti in cui sarei solo con i miei pensieri.
Il fatto è, quanto la mia depressione influenzerà le mie scelte?
Ora che non sono più nemmeno convinto della mia sessualità, non capisco se ciò che provo per lui sia affetto, o amore. So che qualcosa ci sta, ma ci sta anche tanta monotonia, risentimento, noia che si contrappongono ai bei ricordi e ad un senso di tenerezza.
Purtroppo non vivendo in una grande metropoli, andare dai miei genitori vorrebbe anche dire comunque isolarmi un po’ dalla vita sociale, ma questo è un altro problema. Non amo guidare particolarmente e il luogo in cui vivo non offre molto in termini di possibilità di uscite.
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È chiaro che questo argomento è il sintomo, c'è poca sicurezza sul da farsi e dobbiamo arrivare ad una situazione di maggiore luce. Situazioni come questa incarnano la terapia psicologica come strumento contro la "crisi di decisionalità", ovvero contro questa situazione apparentemente bloccata da cui ci si sente di non poter uscire.
Da qui in poi non posso fare io domande, se le è difficile pensare io per primo non potrei sapere cosa supera o meno le sue attuali possibilità; prenda lei l'iniziativa, dunque. Se parliamo della sua vita di coppia, cosa le viene in mente?
Da qui in poi non posso fare io domande, se le è difficile pensare io per primo non potrei sapere cosa supera o meno le sue attuali possibilità; prenda lei l'iniziativa, dunque. Se parliamo della sua vita di coppia, cosa le viene in mente?
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 17/03/2023.
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Approfondimento su Dipendenza affettiva
Come superare la dipendenza affettiva? Perché e come si instaura e cosa fare per superare una relazione non equilibrata che provoca sofferenza.