Come gestire l'ansia al termine della terapia psicologica

Buonasera,

come ho avuto modo di raccontare in una mia richiesta precedente, sono affetta ormai da tempo da un disturbo d'ansia generalizzata con tendenze ossessive-compulsive, di origine - per così dire - traumatica.

Tutti i membri della mia famiglia d'origine, infatti, sono morti in brevissimo tempo e tutti per cancro, destabilizzando ogni equilibrio che conoscevo e scatenando la reazione ansiosa con manifestazioni ipocondriache.

Nel 2015 ho iniziato un percorso psicologico che mi ha aiutato a superare gran parte delle problematiche di fondo, e anche ad abbassare la soglia di tensione quando l'ansia schizzava "oltre il tetto".

La terapia è proseguita per circa sei anni, per poi spegnersi quasi naturalmente quando non riusciva più ad essere realmente efficace e la terapeuta è andata in maternità.

Ho ripreso qualche mese dopo, con una professionista diversa, che mi ha aiutato e riportare sotto controllo lo stato generalizzato di angoscia perenne, acuito da un momento di crisi personale (l'avvicinarsi della mezza età, l'insoddisfazione lavorativa, la solitudine quotidiana per il lavoro che svolgevo interamente in smart working, la conclusione di alcuni hobby che mi avevano arricchita etc.)

Anche quel percorso è giunto alla sua naturale conclusione, poiché si era trasformato in uno sfogatoio in cui aggiornavo la terapeuta sulle piccole quotidianità ma non riuscivo più ad avere uno sguardo d'insieme.

Ora sono quindi priva di supporto psicologico, con un ultimo parente che si è ammalato anche lui di cancro (e di cui devo occuparmi non avendo lui nessun'altra persona al mondo), e tutte le situazioni mondiali che - come ben sapete - possono facilmente "triggerare" una persona come me.

Ormai da settimane l'ansia è tornata a livelli preoccupanti e nessuno dei meccanismi di coping sembra più funzionare: non mi sento però di intraprendere un terzo percorso psicologico, magari con un nuovo terapeuta, "solo" per raccontare il timore di una nuova pandemia o della guerra o della strana macchia sulla pelle che è comparsa sotto il sole.

Mi trovo quindi in una sorta di vicolo cieco: l'ansia è presente per ore e ore al giorno, si placa solo quando riesco a isolarmi mentalmente da tutto, e spesso fatico a svolgere le normali attività quotidiane.
Ma non so da dove (ri) partire per riportarla sotto controllo.

Avete suggerimenti per me?

Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Il suggerimento è di trovare una psicoterapia che funzioni. Perché se in una terapia si finisce per sfogarsi e basta oppure dura per sei anni, non si può evidentemente dire che abbiano funzionato.

Oppure potrebbe essere lei resistente alla psicoterapia. In questo caso un aiuto farmacologico non sarebbe da scartare come tentativo.

In queste terapie che avrebbe fatto, ha ricevuto indicazioni dirette su cosa fare e non fare?

Le tattiche di "coping" non sono da considerarsi terapeuticamente appropriate, nel senso che i disturbi d'ansia sono in genere abbastanza agevoli da trattare, ma necessitano di istruzioni ben precise.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Utente
Utente
Grazie della risposta dottore.

Questi due cicli di terapia mi hanno sicuramente aiutata a togliere il "grosso" dei problemi che si erano sedimentati nel frattempo (il trauma delle morti improvvise e quindi tutto l'irrisolto e il non detto che era rimasto per esempio con i miei genitori, etc), ma per la piccola quotidianità e i momenti di crisi acute d'ansia raramente sono andate oltre il "cerca di evitare il doomscrolling" o "prova a concentrarti su un elemento diverso".
O quantomeno, così mi sono sempre arrivate.
Raramente ho avuto la sensazione di aver avuto un'indicazione risolutiva, non so se mi spiego.

Quello che lei mi dice mi conferma il sospetto che avevo di non aver trovato un percorso completamente adeguato a me. Il che chiaramente rappresenta un nuovo ordine di problema da affrontare.
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
"I problemi non finiscono mai, cambiano solo faccia" diceva qualcuno.

Il suo, in questo momento, è quello di trovare una terapia che funzioni. Un problema come un altro.

Se deciderà di darsi da fare in questo senso le suggerisco di orientarsi verso una terapia di tipo comportamentale o strategico.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
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