Mia mamma fa la vittima da troppo tempo
Buongiorno,
proverò a essere breve:
Mia madre ha avuto un infanzia infelice: sua madre soffriva di depressione ed era curata con psicofarmaci.
Accusava la figlia di essere la sua più grande delusione e la picchiava, a volte anche forte, quando qualcosa non andava bene.
Questa donna era aggressiva anche nei confronti del marito che nonostante tutto ha provato a starle vicina.
La donna si è poi tolta la vita assumendo grosse dosi di psicofarmaci.
Mia madre subito dopo la morte di sua mamma si è sposata giovane (21 anni circa) e ha avuto me come primo figlio.
Alcuni anni dopo è nato mio fratello.
Ha sempre lavorato a fianco del padre e questi ha sempre fatto sempre carico dei suoi problemi (economici, amministrativi, relazionali ecc).
Mia madre è una gran lavoratrice, ha sempre svolto diversi lavori e tutt'oggi si prende cura delle persone anziane in una struttura.
Da giovane è diventata bulimica e per diversi motivi è stata lasciata da mio padre, quando io andavo alle superiori e mio fratello alle medie.
Non ho sofferto molto, sono andato avanti ma mio fratello invece ha subito il colpo e tutt'oggi non fa una bella vita.
Dopo alcuni anni mia madre si è risposata con una persona, anch'essa con alcuni problemi legati alla ex-moglie ma è stata serena qualche anno, pur portandosi dietro il problema della bulimia.
Nel frattempo suo padre è venuto a mancare e tutt'oggi non ha superato quel lutto.
Da qualche anno e sopra tutto di recente, mia madre non fa altro che telefonarmi (convivo con la mia futura moglie) per assillarmi con i suoi problemi: tristezza, problemi con il nuovo marito, mio fratello che vive nel suo mondo e la tratta male, discorsi di rancore verso l'ex marito, problemi sul lavoro, a volte quando litiga con l'attuale marito piange al telefono implorandomi di andare a casa sua e aiutarla.
Purtroppo ho scoperto che alcuni aneddoti che mi racconta sono bugie e sono venuto a conoscenza che beve alcool, tanto più che l'attuale marito ha minacciato di andarsene qualora la veda bere dei super alcolici.
Io quando cerco di far notare queste cose a mia madre lei nega e dice che non è bulimica e non beve.
Sono sicuro che non è così e le persone che vorrebbero farla ragionare, me le dipinge come dei mostri, dicendo che lei è incompresa e che vorrebbe solo un po' di bene a sto mondo.
Ma più fa così e più le persone si allontanano, me compreso dato che sono stanco dei suoi continui lamenti e bugie, tanto che di recente mi sono rivolto ad uno psicologo per capire cosa devo fare con lei.
Ho provato a spiegarle di farsi aiutare da uno specialista ma inventa scuse per non andare.
Chiedo a Voi Dottori cosa ne pensate, se questa malattia di cui soffre mia madre ha un nome, in modo che grazie al terapeuta che mi sta seguendo e a un vs.
eventuale parere io possa farmi un idea più chiara sul da farsi.
Cordiali saluti.
proverò a essere breve:
Mia madre ha avuto un infanzia infelice: sua madre soffriva di depressione ed era curata con psicofarmaci.
Accusava la figlia di essere la sua più grande delusione e la picchiava, a volte anche forte, quando qualcosa non andava bene.
Questa donna era aggressiva anche nei confronti del marito che nonostante tutto ha provato a starle vicina.
La donna si è poi tolta la vita assumendo grosse dosi di psicofarmaci.
Mia madre subito dopo la morte di sua mamma si è sposata giovane (21 anni circa) e ha avuto me come primo figlio.
Alcuni anni dopo è nato mio fratello.
Ha sempre lavorato a fianco del padre e questi ha sempre fatto sempre carico dei suoi problemi (economici, amministrativi, relazionali ecc).
Mia madre è una gran lavoratrice, ha sempre svolto diversi lavori e tutt'oggi si prende cura delle persone anziane in una struttura.
Da giovane è diventata bulimica e per diversi motivi è stata lasciata da mio padre, quando io andavo alle superiori e mio fratello alle medie.
Non ho sofferto molto, sono andato avanti ma mio fratello invece ha subito il colpo e tutt'oggi non fa una bella vita.
Dopo alcuni anni mia madre si è risposata con una persona, anch'essa con alcuni problemi legati alla ex-moglie ma è stata serena qualche anno, pur portandosi dietro il problema della bulimia.
Nel frattempo suo padre è venuto a mancare e tutt'oggi non ha superato quel lutto.
Da qualche anno e sopra tutto di recente, mia madre non fa altro che telefonarmi (convivo con la mia futura moglie) per assillarmi con i suoi problemi: tristezza, problemi con il nuovo marito, mio fratello che vive nel suo mondo e la tratta male, discorsi di rancore verso l'ex marito, problemi sul lavoro, a volte quando litiga con l'attuale marito piange al telefono implorandomi di andare a casa sua e aiutarla.
Purtroppo ho scoperto che alcuni aneddoti che mi racconta sono bugie e sono venuto a conoscenza che beve alcool, tanto più che l'attuale marito ha minacciato di andarsene qualora la veda bere dei super alcolici.
Io quando cerco di far notare queste cose a mia madre lei nega e dice che non è bulimica e non beve.
Sono sicuro che non è così e le persone che vorrebbero farla ragionare, me le dipinge come dei mostri, dicendo che lei è incompresa e che vorrebbe solo un po' di bene a sto mondo.
Ma più fa così e più le persone si allontanano, me compreso dato che sono stanco dei suoi continui lamenti e bugie, tanto che di recente mi sono rivolto ad uno psicologo per capire cosa devo fare con lei.
Ho provato a spiegarle di farsi aiutare da uno specialista ma inventa scuse per non andare.
Chiedo a Voi Dottori cosa ne pensate, se questa malattia di cui soffre mia madre ha un nome, in modo che grazie al terapeuta che mi sta seguendo e a un vs.
eventuale parere io possa farmi un idea più chiara sul da farsi.
Cordiali saluti.
[#1]
Gentilissimo
A volte si pensa che i ruoli di figli e genitori siano scontati, ma purtroppo non è così. Quello che ha passato sua madre è certamente fonte di grande sofferenza ed è anche vero che ci si aspetta sempre che le madri siano in grado di sostenere tutto. Certe volte invece non ce la fanno, ma è certo che non tocca a lei fare il terapeuta.
Lei dimostra di essere una persona equilibrata con la volontà di aiutare sua madre (e questi aspetti sono molto belli) ma, come lei stesso ha compreso perfettamente, sua madre ha bisogno di un/una collega che se ne prenda carico, le faccia una diagnosi e preveda un piano di lavoro. Può tranquillamente starle vicino, ma come figlio, alzando cioè dei paletti. Può dire a sua madre dolcemente che la ama e che c’è sempre, ma che lei necessita di un terapeuta. Può aiutarla a cercarlo/a, può accompagnarla la prima volta al primo incontro, o aiutarla a cercare eventualmente qualcuno che lavora online. Può farle sentire la sua vicinanza invitandola un giorno a pranzo fuori con lei, dedicarle un po’ di tempo accompagnandola a fare le spese stabilendo un giorno a settimana, farla sentire amata, ma per la cura occorre un terapeuta. Lo scambio dei ruoli nasconde molte insidie che possono portare a meccanismi disfunzionali che non giovano a nessuno dei due. Anche una badante o una donna che la aiuti per qualche ora al giorno non sarebbe controindicata in questi casi, ma potrete decidere questo con il/la collega che se ne occuperà.
A volte si pensa che i ruoli di figli e genitori siano scontati, ma purtroppo non è così. Quello che ha passato sua madre è certamente fonte di grande sofferenza ed è anche vero che ci si aspetta sempre che le madri siano in grado di sostenere tutto. Certe volte invece non ce la fanno, ma è certo che non tocca a lei fare il terapeuta.
Lei dimostra di essere una persona equilibrata con la volontà di aiutare sua madre (e questi aspetti sono molto belli) ma, come lei stesso ha compreso perfettamente, sua madre ha bisogno di un/una collega che se ne prenda carico, le faccia una diagnosi e preveda un piano di lavoro. Può tranquillamente starle vicino, ma come figlio, alzando cioè dei paletti. Può dire a sua madre dolcemente che la ama e che c’è sempre, ma che lei necessita di un terapeuta. Può aiutarla a cercarlo/a, può accompagnarla la prima volta al primo incontro, o aiutarla a cercare eventualmente qualcuno che lavora online. Può farle sentire la sua vicinanza invitandola un giorno a pranzo fuori con lei, dedicarle un po’ di tempo accompagnandola a fare le spese stabilendo un giorno a settimana, farla sentire amata, ma per la cura occorre un terapeuta. Lo scambio dei ruoli nasconde molte insidie che possono portare a meccanismi disfunzionali che non giovano a nessuno dei due. Anche una badante o una donna che la aiuti per qualche ora al giorno non sarebbe controindicata in questi casi, ma potrete decidere questo con il/la collega che se ne occuperà.
Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)
[#2]
Utente
Gent.le Dott.ssa Paola Dei,
La ringrazio per il tempo che si è presa per leggere il mio consulto ed elaborare la risposta.
Mi riconosco nella Sua affermazione circa il "non devo essere io lo psicoterapeuta di mia madre" in quanto io posso farmi carico di tutte le lamentele di mia madre ma non sono io la persona che può risolvere i problemi, solamente mia madre deve trovare la forza di rialzarsi e di risolvere le questioni annose che la attanagliano.
Di recente questo "lamento continuo" mi sta provocando dei disagi oltre a preoccupazioni per la mia compagna che vive con me, per questo mi sono rivolto a un Suo collega, ho da poco cominciato un percorso per capire che cosa devo fare io prima di tutto per stare bene ed evitare di essere divorato dai sensi di colpa (del tipo: se non ascolto mia mamma, questa cade ancora di più nel baratro) e secondariamente, quali passi devo compiere per convincere mia mamma a trovare un vero psicoterapeuta.
Ancora un sentito ringraziamento per il Suo parere.
Cordialità.
La ringrazio per il tempo che si è presa per leggere il mio consulto ed elaborare la risposta.
Mi riconosco nella Sua affermazione circa il "non devo essere io lo psicoterapeuta di mia madre" in quanto io posso farmi carico di tutte le lamentele di mia madre ma non sono io la persona che può risolvere i problemi, solamente mia madre deve trovare la forza di rialzarsi e di risolvere le questioni annose che la attanagliano.
Di recente questo "lamento continuo" mi sta provocando dei disagi oltre a preoccupazioni per la mia compagna che vive con me, per questo mi sono rivolto a un Suo collega, ho da poco cominciato un percorso per capire che cosa devo fare io prima di tutto per stare bene ed evitare di essere divorato dai sensi di colpa (del tipo: se non ascolto mia mamma, questa cade ancora di più nel baratro) e secondariamente, quali passi devo compiere per convincere mia mamma a trovare un vero psicoterapeuta.
Ancora un sentito ringraziamento per il Suo parere.
Cordialità.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.2k visite dal 12/03/2023.
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