Felicità personale vs felicità figli/regole etnia. Come scegliere?
Questa situazione mi sta causando seri disagi, il tempo stringe e devo prendere una decisione.
Faccio parte di un etnia di Sinti quindi per noi si usa "sposarsi" giovani (sposarsi consiste in una fuitina e convivenza).
Avevo 22 anni e lui viveva a 200 km da casa mia, come ci viene insegnato fino da bambine una volta "sposata" bisogna seguire il marito e la sua famiglia in tutto.
Andare a vivere con loro, seguire le loro usanze, non lavorare.
Io questo ragazzo lo amo e sto con lui da 8 anni, ma la sua vita non mi piace.
Primo sono troppo radicati in un etnia che ormai sta scomparendo, con abitudini per me molto e troppo antiche.
Secondo non riesco a stare lontano dalla mia famiglia e accettare di crescere i miei figli annullando tutto ciò che mi è stato insegnato per trasmettere loro tutte usanze di mio marito.
Terzo lui fa fatica con il lavoro ed è disposto ad accettare tutto piccoli lavori saltuari piuttosto che sistemarsi con un lavoro fisso.
Quarto i miei suoceri hanno problemi con il gioco, quindi sono indebitati con tantissime persone e questo causa molti disagi psicologici al mio compagno che ormai da anni soffre di ansia.
Vivevamo in un container con due bambini, ma con l'aiuto di mia madre torno nel paese dove ho sempre vissuto felice e mi prendo in affitto una casa.
Qui va tutto bene, si trova lavoro, comodità insomma una vita umile ma felice.
Il problema sta nel fatto che per i Sinti il figlio maschio non può lasciare la famiglia, quindi anche se si vive male e i miei figli non hanno tutte le comodità possibili, con dei doveri che fanno di tutto per spennarci anche l'ultimo centesimo, mio marito vuole tornare là e vivere ancora in quella situazione.
È un bravo uomo, sempre presente e io lo amo, ma non posso accettare né per la mia felicità né per quella dei miei figli di tornare là.
Ma questo significherebbe perdere mio marito...
Non so più cosa fare, c'è troppo da spiegare e non vorrei annoiare nessuno, ma come posso uscire da questa situazione?
Sto scrivendo con le lacrime agli occhi di nascosto da mio marito.
Io voglio rimanere qui...
Faccio parte di un etnia di Sinti quindi per noi si usa "sposarsi" giovani (sposarsi consiste in una fuitina e convivenza).
Avevo 22 anni e lui viveva a 200 km da casa mia, come ci viene insegnato fino da bambine una volta "sposata" bisogna seguire il marito e la sua famiglia in tutto.
Andare a vivere con loro, seguire le loro usanze, non lavorare.
Io questo ragazzo lo amo e sto con lui da 8 anni, ma la sua vita non mi piace.
Primo sono troppo radicati in un etnia che ormai sta scomparendo, con abitudini per me molto e troppo antiche.
Secondo non riesco a stare lontano dalla mia famiglia e accettare di crescere i miei figli annullando tutto ciò che mi è stato insegnato per trasmettere loro tutte usanze di mio marito.
Terzo lui fa fatica con il lavoro ed è disposto ad accettare tutto piccoli lavori saltuari piuttosto che sistemarsi con un lavoro fisso.
Quarto i miei suoceri hanno problemi con il gioco, quindi sono indebitati con tantissime persone e questo causa molti disagi psicologici al mio compagno che ormai da anni soffre di ansia.
Vivevamo in un container con due bambini, ma con l'aiuto di mia madre torno nel paese dove ho sempre vissuto felice e mi prendo in affitto una casa.
Qui va tutto bene, si trova lavoro, comodità insomma una vita umile ma felice.
Il problema sta nel fatto che per i Sinti il figlio maschio non può lasciare la famiglia, quindi anche se si vive male e i miei figli non hanno tutte le comodità possibili, con dei doveri che fanno di tutto per spennarci anche l'ultimo centesimo, mio marito vuole tornare là e vivere ancora in quella situazione.
È un bravo uomo, sempre presente e io lo amo, ma non posso accettare né per la mia felicità né per quella dei miei figli di tornare là.
Ma questo significherebbe perdere mio marito...
Non so più cosa fare, c'è troppo da spiegare e non vorrei annoiare nessuno, ma come posso uscire da questa situazione?
Sto scrivendo con le lacrime agli occhi di nascosto da mio marito.
Io voglio rimanere qui...
[#1]
Buonasera,
è comprensibile la Sua infelicità e la preoccupazione per i Suoi bimbi.
Ma d'altra parte che cosa si può fare se le convinzioni di Suo marito sono queste?
Mi domando, però, cosa ha permesso a Lei di avere delle idee diverse rispetto la cultura, cosa Le ha permesso di cambiare, rispetto a Suo marito. Per Lei il bisogno di proteggere i Suoi figli è prioritario, come è giusto che sia, rispetto alla cultura e alle tradizioni.
Lei ha già individuato che ci sono solo due strade da intraprendere tra le quali scegliere: lasciare Suo marito e "salvare" i Suoi bambini, oppure rispettare usanze che La costringono all'infelicità.
Chiaramente dovrà scegliere.
Ma prima di tutto ciò, ha provato a parlarne con Suo marito? Avete individuato insieme i pro e contro delle due strade che avete davanti a Voi?
Cordiali saluti,
Angela Pileci
è comprensibile la Sua infelicità e la preoccupazione per i Suoi bimbi.
Ma d'altra parte che cosa si può fare se le convinzioni di Suo marito sono queste?
Mi domando, però, cosa ha permesso a Lei di avere delle idee diverse rispetto la cultura, cosa Le ha permesso di cambiare, rispetto a Suo marito. Per Lei il bisogno di proteggere i Suoi figli è prioritario, come è giusto che sia, rispetto alla cultura e alle tradizioni.
Lei ha già individuato che ci sono solo due strade da intraprendere tra le quali scegliere: lasciare Suo marito e "salvare" i Suoi bambini, oppure rispettare usanze che La costringono all'infelicità.
Chiaramente dovrà scegliere.
Ma prima di tutto ciò, ha provato a parlarne con Suo marito? Avete individuato insieme i pro e contro delle due strade che avete davanti a Voi?
Cordiali saluti,
Angela Pileci
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Grazie per la risposta dottoressa Pileci.
Le posso dire che il mio cambiamento è partito da quando il padre di mio marito mi ha proibito di portare mio figlio all'asilo. Senza dire niente alla famiglia di mio marito ho iscritto il bimbo all'asilo per interagire con bambini che non fossero solo Sinti. E quando lui ha visto che ha mio figlio piaceva e che preferiva davanti alle mamme degli altri bimbi, non parlare il nostro linguaggio ma solo in italiano per non risultare diverso. Lui gli ha intimato di parlare solo la nostra lingua e che così e da generazioni e che lui non poteva cambiare la cosa altrimenti non sarebbe stato il nipote giusto per lui.
Questa situazione mi ha davvero fatto rabbrividire. Perché ci troviamo in un mondo finalmente LIBERO di poter essere vissuto come si pare e io non posso più tollerare queste situazioni.
Da lì è partito il mio cambiamento ormai definitivo da quando ho affittato casa.
Ne ho parlato con mio marito ma lui non può accettare di essere un disonore per la sua famiglia (che ricordo ha problemi con il gioco e quindi mi spiace per loro ma senza futuro fino a quando non si faranno seguire da degli specialisti).
Quindi ha questo punto anche se per me non sarà facile, perché pure io sono sinta e con questo mi daranno tutti dalla poco di buono, ho preso la decisione di lasciare mio marito e proseguire la mia strada.
Bimbo seguito da una scuola continua quindi sicuramente un livello di istruzione migliore, rispetto a cambiare scuola 10 volte l'anno, un lavoro e finalmente una casa.
Piano piano curerò queste ferite perché avendo anche io avuto problemi con il padre non volevo crescere da sola io i miei bimbi, ma so di per certo che darò loro un futuro migliore.
Le posso dire che il mio cambiamento è partito da quando il padre di mio marito mi ha proibito di portare mio figlio all'asilo. Senza dire niente alla famiglia di mio marito ho iscritto il bimbo all'asilo per interagire con bambini che non fossero solo Sinti. E quando lui ha visto che ha mio figlio piaceva e che preferiva davanti alle mamme degli altri bimbi, non parlare il nostro linguaggio ma solo in italiano per non risultare diverso. Lui gli ha intimato di parlare solo la nostra lingua e che così e da generazioni e che lui non poteva cambiare la cosa altrimenti non sarebbe stato il nipote giusto per lui.
Questa situazione mi ha davvero fatto rabbrividire. Perché ci troviamo in un mondo finalmente LIBERO di poter essere vissuto come si pare e io non posso più tollerare queste situazioni.
Da lì è partito il mio cambiamento ormai definitivo da quando ho affittato casa.
Ne ho parlato con mio marito ma lui non può accettare di essere un disonore per la sua famiglia (che ricordo ha problemi con il gioco e quindi mi spiace per loro ma senza futuro fino a quando non si faranno seguire da degli specialisti).
Quindi ha questo punto anche se per me non sarà facile, perché pure io sono sinta e con questo mi daranno tutti dalla poco di buono, ho preso la decisione di lasciare mio marito e proseguire la mia strada.
Bimbo seguito da una scuola continua quindi sicuramente un livello di istruzione migliore, rispetto a cambiare scuola 10 volte l'anno, un lavoro e finalmente una casa.
Piano piano curerò queste ferite perché avendo anche io avuto problemi con il padre non volevo crescere da sola io i miei bimbi, ma so di per certo che darò loro un futuro migliore.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 728 visite dal 09/03/2023.
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