Probabile stupro quando ero piccolo

Salve dottori, è fin da piccolo che soffro di depressione e gravi attacchi di panico, incubi, mai fatto un sogno bello.
Recentemente sono andato dall' andrologo che ha detto che i due buchi che ho sull asta del pene (ulcere) e l escrescenza sono causate da un virus trasmesso sessualmente (le ho fin da piccolo ma non c ho mai dato importanza fino a sto momento).
Io soffro di disfunzione erettile da quando sono piccolo, in più vado a fare la pipì ogni 30 minuti abbondantemente.
Mia madre mi ha sempre picchiato perché mi facevo la pipì a letto, dicendo che la facevo apposta (non sono stupido, usava questa scusa per sfogarsi su di me, nessuno si fa la pipì a letto apposta).
Ora ho 28 anni, la situazione è diventata insostenibile.
Ho ansia sociale grave, depressione grave, sono un ex alcolizzato (ho smesso perché sarei morto, me lo sentivo), e molti altri traumi... Odio mia madre, mi ha picchiato per tutta l infanzia e adolescenza, finché ha potuto, e a volte ha avuto comportamenti ambigui nei miei confronti... Ho il timore che sia stata lei a stuprarmi (sempre che questo si sia verificato, ma dato l herpes genitale da quando ero piccolo... c è la probabilità).
La mia domanda è: si può accedere a un ricordo che il subconscio ha annebbiato per proteggerci da un trauma... se si, quali sono i metodi/tecniche per rendere questo possibile, e soprattutto... voi al mio posto che fareste?
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Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 190 19
Gentile utente,

ci scusiamo per il ritardo nella risposta.
Non posso dirle nulla sui problemi per i quali si è rivolto all'andrologo. Le consiglierei di inoltrare la domanda che riguarda gli stessi nella sezione di andrologia.

Per quanto concerne il resto, da come la descrive, la sua sembrerebbe una storia estremamente dolorosa e traumatica.
Tutto ciò che scriverò sarà limitante. Non c'è nulla che possa scrivere qui in grado di restituire alla sua storia l'importanza, il riconoscimento e la dignità che meriterebbe.

Immagino quanto sia stato doloroso per lei, non solo essere stato picchiato da sua madre, ma percepire della stessa l'intenzionalità di farle del male. Percepire una simile intenzionalità da una persona da cui avrebbe voluto sentirsi amato e protetto. E inoltre, indipendentemente da quali fossero le intenzioni di sua madre, conta quello che ha percepito lei, la sua verità soggettiva.

Le percosse sono traumatiche per ogni bambino, forse in particolar modo, se avvengono dopo situazioni come quella da lei descritta (l'enuresi notturna), nelle quali un bambino dovrebbe essere rassicurato e confortato e soprattutto compreso nel suo profondo malessere.

L'enuresi notturna, infatti, spesso è un comportamento regressivo; può esprimere un bisogno del bambino di tornare ad uno stadio precedente del proprio sviluppo. Nel suo caso potrebbe essere stato un desiderio di riunirsi con sua madre, in un amore che lei sentiva perduto o negato, e a cui anelava inconsolabilmente, o comunque un desiderio di trovare accoglimento.

Dovrebbe rivolgersi ad uno psicologo per elaborare questo dolore e riconciliarsi con esso; trovare un senso, un senso che le restituisca la pace interiore.
E' questo che secondo me, lei in realtà sta cercando. E' questa la vera domanda che dal suo scritto non emerge, ma che io intravedo, celata nelle sue parole: "Perché mi è successo questo?"
E poi la domanda successiva sarebbe forse: "Cosa ho fatto di male?"

Dovrebbe cercare inoltre, nel suo percorso, di comprendere le ragioni per le quali sua madre ha avuto tali comportamenti nei suoi confronti. Forse ha cercato di educarla con quelli che erano i suoi mezzi. Oppure aveva delle ragioni profonde per comportarsi così, che non rendono lei utente colpevole ed indegno.

Dovrebbe imparare attraverso il percorso psicologico anche a perdonare sua madre, ma non tanto per lei (sua madre), ma per sé stesso, per liberarsi dalle catene di questo tormento.
Il perdono fa bene soprattutto a chi lo dà piuttosto che a chi lo riceve.

E' difficile, se non impossibile, poterle dire se sia stato stuprato e forse anche se ha rimosso il ricordo. E' un argomento davvero molto delicato per essere trattato in questa sede.
Anche questo argomento dovrebbe trovare uno spazio opportuno, insieme agli altri suoi dolori, in un percorso psicologico.
Per rispondere alla sua domanda esplicita: io andrei subito da uno psicologo per fare un percorso psicologico.

Posso aggiungere solo, a quanto già scritto, che probabilmente c'è la possibilità per lei di vivere meglio di come sta vivendo adesso.
Non deve abitare nella sofferenza, anche se comprendo la sua fatica a separarsene.
Nella sofferenza spesso c'è un paradosso: si è spinti proprio verso la direzione dalla quale si vorrebbe scappare, perché forse c'è un oscuro desiderio di indugiare nel dolore, perché forse ci si è abituati, o ci si vuole far del male. O ancora, perché forse, non trovando qualcuno a cui rivolgere la rabbia, la rivolgiamo, stremati, verso noi stessi.
In ogni caso, questa condizione di dolore perenne, congela la vita nel ricordo passato, le impedisce di far posto a qualcosa di nuovo, di bello; a tutto quel che ancora ci potrà essere.

Se lei trovasse la forza, il coraggio e la volontà di farsi aiutare, potrebbe liberarsi da questo dolore e accedere ad una vita migliore, e forse, potrebbe persino scoprire la ricchezza di questo dolore, che oltre a tutto ciò, costituisce il marchio della sua unicità.

Auguri di cuore.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

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