Padre problematico come devo comportarmi io?

Salve, vi scrivo perché mio padre ha una dipendenza dall'alcool e non so come gestirlo.
Non solo mi ritrovo a soffrire perché lui oltre a negare la dipendenza minimizza, dicendo che il suo è "piacere" di godere della vita, ma dato che ha sbalzi di umore ed è aggressivo, è impossibile conversare.

Il problema maggiore si presenta in occasioni in cui lui vuole festeggiare e io ho paura di salire in auto con lui alla guida...oltre al fatto che passare del tempo con lui ubriaco (in pranzi, cena, eventi vari) non mi piace per niente.
Io sono adulta ma vivo ancora con i miei genitori e sono certa che queste problematiche rimarranno anche una volta via di casa, perché pretenderebbe una frequentazione visto che sono anche figlia unica.
Avete dei consigli per me?
io non sopporto più tutto questo e so che se nei pochi momenti di lucidità gli parlerei sinceramente, lui sarebbe ferito e farebbe peggio (ossia berrebbe di più).
Grazie a chi mi risponderà
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Mi perdoni per la franchezza, ma l'immagine che viene alla mente è come se lei avesse scelto di vivere nella cella di una prigione, avesse la chiave per uscirne, ma avesse deciso di non volerla usare. E chiede tuttavia consigli su altri modi per uscirne.

Il problema non è solo che lei ancora vive con i suoi. O meglio, questa è la conseguenza di una mancata crescita da parte sua. Da una certa età in poi sacrificarsi a vivere con i genitori può certo essere una scelta lecita, che però ti condanna a farti carico dei loro eventuali problemi.

Un conto è avere genitori problematici, ma gestirli a distanza di sicurezza, avendo una vita propria. Tutt'altra cosa è arrovellarsi cercando di risolvere un problema che il tuo genitore non vede affatto come tale.

Potrebbe sembrare scontato dirle che lei non è tenuta a farsi carico dell'alcolismo di suo padre. Però non lo è, dato che evidentemente lei si sente ancora "troppo figlia" e quindi responsabile più del benessere di suo padre che del suo.

Senza considerare che l'aiuto non richiesto spesso si trasforma in danno. Se suo padre non ritiene di avere un problema, finché non sorgono problemi di incolumità fisica o di altro tipo, cercare di aiutarlo potrà solo creare malintesi e peggiorare la situazione.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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Utente
Utente
Grazie per la celere risposta. Quindi se ho capito bene, a meno che non vado via di casa, non posso farci niente?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
No, sto dicendo una cosa diversa e cioè che via di casa dovrebbe andarci, ma <per se stessa>, per farsi una vita indipendentemente dalla sua famiglia di origine.

Infatti, come conferma questa sua ultima risposta, a lei interesserebbe solo che suo padre smettesse di bere. Cioè considera il benessere di suo padre più importante ed elevato del suo.

In ogni caso suo padre non smetterà di bere, sia che rimanga, sia che se ne vada.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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Utente
Utente
Chiarissimo, grazie per la sincerità. Sto lavorando per andarmene, ma manca un po' di tempo, per questo cercavo consigli su come affrontare la quotidianità quando mi sento costretta a fare cose che non voglio
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Metta le sue priorità davanti a quelle di chiunque altro, e vedrà che il tempo necessario per fare ciò che le fa bene sarà minore.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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