Quando è giusto allontanarsi dalla propria famiglia?
Da quando mi sono fidanzata ho cominciato ad uscire di più (prima rimanevo anche mesi chiusa in casa).
Ho nascosto la cosa a mia mamma essendo molto vecchio stampo.
Secondo lei quando le presenterò un ragazzo da lì a qualche mese dovrà mettermi un anello al dito, cosa per cui onestamente non sono pronta.
Però al contrario mia sorella sa tutto e non fa altro che peggiorare la situazione.
Ogni volta che parla sembra quasi mi ricatti, l'unica cosa che non le permette di farlo apertamente è il fatto che quando anni fa era fidanzata io la spalleggiavo in tutto e per tutto e conobbi anche lui, mentre il mio ragazzo si rifiuta categoricamente di conoscerlo.
E davanti a mia mamma pur sapendo dove ero e con chi ero (avendole mandato foto) lei continua a fare insinuazioni strane facendomi passare per una poco di buono e generandomi ansia e malessere.
Ogni volta che esco anche se torno alle 18 mi fa sentire malissimo e stra in colpa (chiariamo che lei dopo essersi lasciata non ha più avuto nessun tipo di vita sociale, esce pochissimo).
Spesso quando discutiamo diventa manesca e io non posso reagire e non vi dico quanto questo mi generi rabbia repressa.
Più che una sorella maggiore (ha 26 anni e io 24) sembra essere una sorta di madre incattivita con me e non capisco perché mi odi tanto.
Passiamo al secondo problema: i miei genitori sono separati, mio papà non ci aiuta e mia mamma essendo malata ultimamente non lavora più, quindi ci occupiamo di tutto noi.
Io le voglio un bene assoluto ma ha una mentalità troppo chiusa.
Per lei uscire la sera equivale ad essere la feccia dell'umanità proprio non riesce a concepire che lavorando di giorno a volte rimane solo quell'orario per organizzare qualsiasi cosa.
Ma ad ogni modo, il fatto che lei non stia bene spesso mi invalida.
Mi porta a pensare che qualsiasi cosa nella mia vita deve essere fatta per lei.
Ad esempio a me piacerebbe andare a convivere, non solo per il mio ragazzo ma per respirare un'aria diversa.
Quando sono fuori casa vorrei fare mille cose, dipingere, studiare (frequento l'Università) poi entro a casa mia e muore tutto e si respira solo stress e tensione.
Però per la mia famiglia è inammissibile.
Mi sembra di essere in un tunnel in cui non trovo uscita.
Come famiglia ne abbiamo passate di ogni, mi sono sempre dovuta occupare di cose più grandi di me.
Mentre le mie amiche a 14 anni uscivano e si divertivano io stavo a casa a fare le faccede domestiche e cercare di cucire un matrimonio in rovina, a volte rimanevo sveglia la notte per paura che i miei litigassero e arrivassero alle mani.
E seppur io ce l'abbia un po' con loro per tutto ciò che ci hanno fatto vivere cerco di non farlo pesare a nessuno.
Cerco sempre di dare una mano a casa anche economicamente ma sembra non essere mai abbastanza e continuo a ricevere offese e vessazioni specialmente da mia sorella.
Io non so più cosa fare per prendere in mano la mia vita mi sento completamente invalidata
Ho nascosto la cosa a mia mamma essendo molto vecchio stampo.
Secondo lei quando le presenterò un ragazzo da lì a qualche mese dovrà mettermi un anello al dito, cosa per cui onestamente non sono pronta.
Però al contrario mia sorella sa tutto e non fa altro che peggiorare la situazione.
Ogni volta che parla sembra quasi mi ricatti, l'unica cosa che non le permette di farlo apertamente è il fatto che quando anni fa era fidanzata io la spalleggiavo in tutto e per tutto e conobbi anche lui, mentre il mio ragazzo si rifiuta categoricamente di conoscerlo.
E davanti a mia mamma pur sapendo dove ero e con chi ero (avendole mandato foto) lei continua a fare insinuazioni strane facendomi passare per una poco di buono e generandomi ansia e malessere.
Ogni volta che esco anche se torno alle 18 mi fa sentire malissimo e stra in colpa (chiariamo che lei dopo essersi lasciata non ha più avuto nessun tipo di vita sociale, esce pochissimo).
Spesso quando discutiamo diventa manesca e io non posso reagire e non vi dico quanto questo mi generi rabbia repressa.
Più che una sorella maggiore (ha 26 anni e io 24) sembra essere una sorta di madre incattivita con me e non capisco perché mi odi tanto.
Passiamo al secondo problema: i miei genitori sono separati, mio papà non ci aiuta e mia mamma essendo malata ultimamente non lavora più, quindi ci occupiamo di tutto noi.
Io le voglio un bene assoluto ma ha una mentalità troppo chiusa.
Per lei uscire la sera equivale ad essere la feccia dell'umanità proprio non riesce a concepire che lavorando di giorno a volte rimane solo quell'orario per organizzare qualsiasi cosa.
Ma ad ogni modo, il fatto che lei non stia bene spesso mi invalida.
Mi porta a pensare che qualsiasi cosa nella mia vita deve essere fatta per lei.
Ad esempio a me piacerebbe andare a convivere, non solo per il mio ragazzo ma per respirare un'aria diversa.
Quando sono fuori casa vorrei fare mille cose, dipingere, studiare (frequento l'Università) poi entro a casa mia e muore tutto e si respira solo stress e tensione.
Però per la mia famiglia è inammissibile.
Mi sembra di essere in un tunnel in cui non trovo uscita.
Come famiglia ne abbiamo passate di ogni, mi sono sempre dovuta occupare di cose più grandi di me.
Mentre le mie amiche a 14 anni uscivano e si divertivano io stavo a casa a fare le faccede domestiche e cercare di cucire un matrimonio in rovina, a volte rimanevo sveglia la notte per paura che i miei litigassero e arrivassero alle mani.
E seppur io ce l'abbia un po' con loro per tutto ciò che ci hanno fatto vivere cerco di non farlo pesare a nessuno.
Cerco sempre di dare una mano a casa anche economicamente ma sembra non essere mai abbastanza e continuo a ricevere offese e vessazioni specialmente da mia sorella.
Io non so più cosa fare per prendere in mano la mia vita mi sento completamente invalidata
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Gentilissima lettrice,
lei e soprattutto la sua età rappresentano già un diritto "per prendere in mano la sua vita", come
scrive nella sua lettera. Non entrando nel dettaglio della sua esperienza passata ma concentrandosi sul suo presente e sul suo futuro non solo è legittimo che esca con il suo ragazzo, frequenti l'università e le altre relazioni sociali ma anche che coltivi una indipendenza emotiva nei confronti di sua madre e di sua sorella. Pur continuando ad offrire il suo aiuto in famiglia non rinunci alla sua vita e chieda un sostegno psicologico presso il consultorio familiare della sua zona di residenza dove troverà certamente una collega in grado di aiutarla a "trovare una via di uscita".
Grazie per averci scritto.
Molti saluti e auguri
lei e soprattutto la sua età rappresentano già un diritto "per prendere in mano la sua vita", come
scrive nella sua lettera. Non entrando nel dettaglio della sua esperienza passata ma concentrandosi sul suo presente e sul suo futuro non solo è legittimo che esca con il suo ragazzo, frequenti l'università e le altre relazioni sociali ma anche che coltivi una indipendenza emotiva nei confronti di sua madre e di sua sorella. Pur continuando ad offrire il suo aiuto in famiglia non rinunci alla sua vita e chieda un sostegno psicologico presso il consultorio familiare della sua zona di residenza dove troverà certamente una collega in grado di aiutarla a "trovare una via di uscita".
Grazie per averci scritto.
Molti saluti e auguri
Dr.ssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.8k visite dal 20/02/2023.
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