Sorella manipolatrice

Salve, sono un ragazzo di 21 anni mi chiamo Alex e scrivo qui per chiedervi un consulto a proposito di mia sorella minore.
Ha 18 anni, ma comunque non è questo il punto, il punto è che non riesco più a gestire la situazione con lei, perché sta diventando impossibile.
Non fa altro che prendersi gioco di me, mi manipola, mi usa, mi deride, e quando litighiamo me ne dice di ogni.
È una bulla, pensa solo a curare il proprio aspetto esteriore e mai quello interiore, che è quello che dovrebbe invece curare di più.
Pensa solo alle scarpe, alle borse e ai vestiti È falsa, inganna, usa la mia carta di credito di nascosto e mi fa sentire frustrato e impotente, come se non fossi in grado di difendermi da una ragazzina viziata e incontentabile.

Cosa fa durante il giorno?
Esce, non è mai in casa, tutte le sere a ballare e il pomeriggio a fare shopping con le amiche.
Cerca sempre di infinocchiarmi dicendo che mi vuole bene, che non ce la farebbe mai senza di me, ma è ovvio che sia solo per manipolarmi come fa sempre per ricevere qualcosa in cambio.

Alla luce di tutto questo mi sento di dire che mia sorella è una narcisista patologica, senza dubbio, lo asserisco.

Le ho già proposto di andare in terapia ma siamo finiti con il litigare e lei che faceva la vittima perché pensava che io la credessi pazza.

È la persona più viziata e cattiva che io conosca, vi basti pensare che si comporta così anche con le amiche e con i suoi fidanzati.
Stendiamo un velo pietoso su quest’argomento perché ne avrei da dire non sapete quante
È davvero una narcisista patologica?
Questa è la mia opinione, fatemi sapere.

Buona giornata.
[#1]
Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 189 19
Buongiorno Alex,

Ci scrive in merito a sua sorella "minore", ma poi emerge che ha 18 anni. Lei scrive "non è questo il punto." E qual è il punto? Poi da solo arriva ad una risposta "non riesco più a gestire la situazione con lei. Sta diventando impossibile." Rifletta sulle sue parole, perché secondo me, potrebbero contenere una profonda verità: per lei forse è intollerabile questo rapporto.

Non abbiamo la facoltà di cambiare gli altri, purtroppo, anche se a volte lo vorremmo, né di convincerli ad andare in terapia. Comprendo che possa essere frustrante percepirsi così impotenti di fronte ad un'altra persona, per noi significativa tra l'altro, nel non poter intervenire su di lei direttamente ed evitarle di farci del male, o farci stare male. La buona notizia però è che non siamo del tutto impotenti, o meglio, abbiamo un grande potere, quello di provare a cambiare qualcosa che è dentro di noi. Possiamo provare a farci strada tra le nostre ferite interne e le nostre macerie, per sistemare le questioni rimaste irrisolte dentro di noi, le quali, se risistemate, in un modo o nell'altro, ci farebbero soffrire meno anche nelle relazioni con gli altri, limitando la capacità di questi ultimi di farci soffrire.

Forse lei vorrebbe patologizzare sua sorella, affibbiandole l'etichetta della "narcisista patologica" per sollevarsi dalle ferite che lei le provoca, per trovare un conforto, una consolazione o liberazione dalla rabbia del sentirsi "infinocchiato" o manipolato. O forse per attribuire solo a lei la responsabilità di un rapporto difficoltoso, liberandosene.

Posso comprendere quello che prova, ma comunque non posso farle una diagnosi su sua sorella, sia perché non la conosco, sia perché sarebbe opportuno intervenire su di lei, che scrive. Non sposti l'attenzione su sua sorella, si concentri su di lei, sul suo dolore, sulla sua rabbia. Anche questo è un modo per prendersi cura di sé e per comprendere meglio e intervenire sui rapporti con gli altri. Potrebbe provare inoltre a rivolgersi lei ad uno psicologo, per fare una valutazione e nel caso intraprendere un percorso psicologico, dando anche un esempio importante a sua sorella e mostrandole che lei è il primo a seguire le sue parole e che non c'è nulla di cui vergognarsi nel rivolgersi ad uno specialista.

Cordiali saluti.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> mi manipola, mi usa

E tu come mai ti lasci usare e manipolare, se sai che questa è la sua tendenza?

>>> usa la mia carta di credito di nascosto

E tu come mai gliela lasci usare e non stai più attento?

>>> come se non fossi in grado di difendermi da una ragazzina viziata e incontentabile

Già, come mai?

Vedere difetti negli altri è sempre più facile che correggere i propri. Se non vuoi che lei non sia il tuo carnefice, non metterti da solo nel ruolo di vittima.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta Dott.sa Di Taranto.

Tante volte ho pensato che forse sono anch’io ad aver bisogno di una terapia, perché tutta la frustrazione che mi arreca mia sorella si sta ripercuotendo anche sulla mia vita in generale.

E ha ragione, forse cerco di attribuire a mia sorella una patologia’ solo per mettermi l’animo in pace e convincermi del fatto che sia effettivamente malata, ma davvero mi sento perso.

I miei genitori non dicono niente in merito nonostante gli parli del suo comportamento, sembra quasi che non vogliano prendersene carico, quindi alla frustrazione e all’impotenza che mi fa provare mia sorella su aggiunge anche quella da parte dei miei genitori.

Mi sento incompreso, e sembra che tutti si vogliano mettere contro di me.
[#4]
Utente
Utente
Dott. Santonocito, ha perfettamente ragione.

E tu come mai ti lasci usare e manipolare, se sai che questa è la sua tendenza?

Cerco di difendermi e di farle capire che non può mettermi i piedi in testa, ma alla fine lei riesce sempre in qualche modo a prevalere durante le discussioni e io passo dalla parte dell’imbecille buono a nulla.

E tu come mai gliela lasci usare e non stai più attento?

Non gliela lascio usare, cerco di nasconderla ma serve anche a me e di conseguenza è quasi sempre nel mio portafoglio, addirittura l’ho detto ai miei genitori e non mi hanno creduto.

Già, come mai?

Purtroppo ho un carattere troppo buono e ingenuo e non sono mai stato capace di difendermi da niente e da nessuno; poi si tratta di mia sorella, non riesco ad essere così cattivo e crudele nei suoi confronti come lei fa con me.
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Quindi forse sei tu che avresti bisogno di un aiuto.

È più facile cambiare prima se stessi che cambiare il mondo. Se impari a essere più forte e a farti rispettare, potrai poi farlo con tutti e non avrai bisogno di spendere quantità enormi di energia sforzandoti di cambiare oggi tua sorella, domani questo e dopodomani quello.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#6]
Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 189 19
Vorrei partire dalla conclusione del Dottor Santonocito, che ho trovato estremamente interessante. "Se non vuoi che lei sia il tuo carnefice, non metterti nel ruolo di vittima."

Credo sia troppo semplicistico, anche se rassicurante dividere il mondo in buoni e cattivi. Comprendo che lei voglia sentirsi buono, per usare il suo aggettivo, e non metto in dubbio che possa esserlo, almeno in parte. Le faccio però notare un aspetto dell' essere buono.

Essere buono, nella sua visione in particolare, equivale ad essere innocente. Il lato oscuro dell' innocente, che è un' altra versione della vittima, è che non ha possibilità di difendersi. È indifeso, inerme, incapace di qualsiasi cosa, impotente. Anche la vittima, come vede, ha il suo lato oscuro, i suoi demoni con cui fare i conti. Forse non è poi così conveniente come crede stare in questa posizione. Ci pensi.

Infatti riferisce di sentirsi " imbecille, buono a nulla". Deve essere davvero doloroso portare addosso un' identità come questa, per certi versi.

Comprendo anche il suo senso di solitudine nel sentirsi incompreso dai suoi genitori. Provi magari a rivolgersi ad uno psicologo per un colloquio e nel caso questi lo dovesse ritenere opportuno, se lei vorrà, potrà cominciare un percorso dentro se stesso, per comprendere meglio come mai non riesce a farsi valere.
Si percepisce forse così debole rispetto all' altro, al quale attribuisce il potere, la forza o l' intenzione di farle qualunque cosa? Si sente in balìa dell' altro?

Eventualmente in seguito si potrebbe prendere anche in considerazione l' ipotesi di fare una terapia familiare.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

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