A tavola non riesco mai a godermi il pranzo in modo calmo e tranquillo

Ciao a tutti, sono un ragazzo di 23 ed ho un problema, ho specificato l'età perché magari in un bambino può essere normale essere agitato a tavola perché magari sono dispettosi o non hanno fame, ma nel mio caso no.

Praticamente la maggior parte delle volte, pur avendo fame, mi siedo a tavola, ma non riesco a stare seduto per più di 15/20 minuti.

Capita rare volte in cui riesco a stare seduto fino alla fine, in genere succede quando il cibo è talmente buono che mi lascio andare, tipo la domenica, ma nella maggior parte dei giorni ho sempre il costante desiderio di alzarmi dalla tavola, succede a colazione, pranzo e cena.

Nonostante io voglio fortemente godermi il cibo e mangiare lentamente, mi vedo costretto a non riuscire mai a farlo.

Come posso migliore questa situazione?
Perché ciò mi porta anche a mangiare poco, ad esempio non oltre un piatto di pasta e di conseguenza non ho un peso proprio del tutto nella norma.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

talvolta non è il "sedersi a tavola" a risultare ostico, bensì i commensali,
le persone cioè che stanno sedute con noi a tavola, assieme alle quali assumiamo il cibo.
E in specifico il tipo e qualità di relazione che intercorre.

Cosa ci dice al proposito?

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Solitamente pranzo con mia madre e mia sorella, con loro tutto sommato vado d'accordo, ma per il fatto che ho alcune problematiche, ad esempio non guido e non lavoro, loro ogni giorno a tavola mi ripetono come un mantra questa cosa, mia madre dice: da domani devi guidare, da domani devi guidare, da domani devi guidare....
Mia sorella invece ripete che sono inutile e la mia vita non ha senso perché non faccio nulla.

Praticamente mia madre e mia sorella iniziano ad addossarmi tutte le colpe e mi sento un peso, io in parte ci penso e ci sto male ma per il resto me ne frego, non so esattamente se dipenda tutto da loro, ma forse come dice lei potrebbe essere questa la causa, il fatto però è che in un modo o nell'altro devono fare riemergere sempre qualcosa che non va in me per mettermi al tappeto durante il pranzo
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Forse, rispondendo qui, si è dato delle risposte da sè.

Se, nel corso del pasto, "...mia madre e mia sorella iniziano ad addossarmi tutte le colpe e mi sento un peso..", anche il pasto stesso diventa .. un peso.

O elimina il pasto,
o inizia a lavorare seriamente sulle tematiche motivo del contendere, e cioè che Lei - a quanto ci dice - ha "..alcune problematiche, ad esempio non guido e non lavoro."

Cosa ne pensa?
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Si a questo punto penso di sì, penso che il non aver risolto cose personali, paradossalmente queste cose irrisolte si sono ritorte contro di me ma in un altro modo, ossia tramite mia madre e mia sorella, è come se il disagio volesse emergere ma io non lo ascolto, ma in qualche modo questo mio disagio si esprime tramite gesti o cose che io non riesco a notare, e quindi la mia famiglia se ne accorge, lo notano, e di conseguenza vogliono farmi rendere conto in modo esterno che dovrei affrontare questa situazione di petto senza timore.

Questa forse è la mia impressione, un po fantomatica immagino leggendola, ma che racchiude solo un disagio che, in qualche modo, vorrebbe emergere.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

probabilmente non sono tanto i comportamenti minimali - ".. gesti o cose che io non riesco a notare, e quindi la mia famiglia se ne accorge.." - quanto il Suo stesso status di ragazzo ventitrenne che non lavora e non guida; forse neppure studia.
E' ovvio che i familiari La spingano ripetutamente a superare questa situazione.

Frequentemente accade che il pasto sia il momento delle discussioni, dato che ci si trova tutti "immobilizzati" attorno al tavolo. Però il problema non sembra essere questo, quanto la sostanza del discorso, quella che Le ho riproposto sopra.

Ritengo che sia arrivato il momento di prendere in mano seriamente la situazione,
o lavorando su di sé, anche per risolvere le problematiche di altro genere che ci ha posto nel consulto di due giorni fa,
o modificando la situazione esterna attraverso la ricerca attiva di un lavoro e facendo pratica nella guida nel caso Lei abbia già conseguito la patente.

Scrivere qui le serve sicuramente per ricevere un'indicazione sulla via da percorrere,
ma non equivale ad una presa in carico.
E dunque non è in grado di aiutarLa sostituendosi ad un percorso psicologico in presenza; questo però è stato già chiarito nel precedente consulto.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/