Indecisione da parte di ex dipendente affettivo

Buongiorno Gentili Dottori

Vi scrivo perchè mi ritrovo invischiata in una specie di relazione nata in realtà da molto poco ma che inspiegabilmente mi fa soffrire più del dovuto.

Da circa due mesi e mezzo mi frequento con un uomo di 36 anni, io 31.
All'inizio diceva di volerci andare coi piedi di piombo, giustamente, poichè proviene da un passoto di dipendenza affettiva e relazioni abusanti e tossiche, cominciate quasi sempre con lui nel ruolo di amante poi diventato compagno ufficiale.
Dopo circa un mese le cose sono molto migliorate, è diventto più presente, più affettuoso nei gesti e nelle parole finchè pochissimi giorni fa, senza alcun segnale premonitore, è esploso dicendo che non sa più quello che vuole.
Dice che a volte mi considera addirittura la possibile donna della sua vita, che ho tutto quello di cui ha bisogno, che mi vuole molto bene e che sono totalmente diversa dalle altre donne che abbia mai avuto.
Ma che, al tempo stesso, in altri giorni desidera rimanere solo e dedicarsi unicamente a sè stesso, al suo lavoro, ai suoi hobby, senza strignere alcun legame.
Questo evento mi ha destabilizzato perchè sembrava andare tutto per il verso giusto.
Mi sono sentita abbastanza presa in giro e davanti alla mia reazione emotiva (sono anche un soggetto ansioso) ho l'impressione che abbia utilizzato frasi manipolatorie per far leva sui miei sensi di colpa, quasi a volermi scaricare la responsabilità di un'eventuale rottura.
Frasi del tipo "sei troppo sensibile, se mi allontano è colpa tua" "se non mi verrà voglia di costruire qualcosa con te è perchè sei fatta così e così".
Adesso vivo col il dubbio di aver sbagliato davvero io. Alla fine mi ha chiesto una pausa per capire se, a detta sua, il suo passato costellato di relazioni tossiche lo abbia condizionato così tanto dal volersi dedicare unicamente a sè stesso o se il vero che amore sia questo, cioè una persona che lo fa stare bene ma che non arriva ad ossessionargli i pensieri fino a perdere il senno, cosa che con me non accade in quanto sono una figura molto più rassicurante e affettuosa delle due precedenti donne.

Perchè si comporta così?
Quale potrebbe essere la causa improvvisa di questo malessere?


Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 184 19
Gentile utente,

non è possibile dirle come mai questo ragazzo si comporta così, né quale potrebbe essere la causa del suo malessere senza conoscerlo e aver fatto dei colloqui con lui.
Immagino la sua desolazione nel non comprendere la causa del suo comportamento e nel restare aggrappata all'incertezza.

Da quello che scrive, sembrerebbe che questo ragazzo abbia delle difficoltà nelle relazioni. Si potrebbe ipotizzare una paura del legame, che potrebbe celare come paura sottostante quella dell'abbandono o una difficoltà nel trovare la giusta distanza nelle relazioni, cioè né troppo vicino, né troppo lontano. A quest'ultima difficoltà potrebbero corrispondere due rispettive paure. La prima è la paura di perdere l'altro (in tal caso lei) nel caso lui sia troppo distante, a cui fa fronte dicendole che è la donna della sua vita ed è diversa dalle altre, per avvicinarla a sé.
La seconda è la paura di perdere se stesso nel caso invece si avvicini troppo a lei. In quest'ultimo caso si sente forse inglobato dalla relazione.

Le relazioni sono difficili e complesse e spesso in virtù di ciò, diventano fonte di sofferenza, per questo bisognerebbe cercare di stare bene con se stessi e ricucire le proprie ferite interne. A volte infatti, noi ci avviciniamo inconsapevolmente a persone che sfuggono dalle relazioni, le rincorrono o non sanno trovare in esse una loro posizione, perché abbiamo delle ragioni profonde che ci portano ad avvicinarci a loro.

Comprendo anche che sia doloroso sentirsi colpevolizzati, in quanto la colpa è difficile da sostenere e ci fa sentire sbagliati, difettosi. Questo ragazzo probabilmente attribuendole la colpa, se ne libera. Non credo che essere "troppo" sensibili sia una colpa, né che in una coppia sia attribuibile ad uno dei due. Bisogna cercare di comprendersi e venirsi incontro, impegnandosi reciprocamente.

Le suggerirei di rivolgersi ad un professionista per fare una valutazione ed eventualmente intraprendere un percorso psicologico.

Le auguro di trovare la sua strada.

Cordiali Saluti.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

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