Smetterò di sentirmi triste?

Buongiorno, mi rivolgo a voi perché a 34 anni, dopo 8 anni di cui 2 di convivenza, sono stata lasciata dal mio (ex) ragazzo in quanto confuso sui suoi sentimenti verso di me.
Ad essere precisi sono io che ho deciso di chiudere dal momento che ad ottobre lui, essendo confuso, mi aveva chiesto tempo... In questo tempo lui mi scriveva ogni 3/4 gg per parlare del più e del meno e ci siamo visti solo 2 volte su mia richiesta perché dovevo prendere parte delle mie cose nella casa in cui vivevamo.
Abbiamo parlato della situazione, lui piangeva, nn mi voleva perdere, a volte gli mancavo, a volte no, nn provava più le emozioni di un tempo, nn riusciva a sentirsi felice in generale, ecc.
Fatto sta che circa 20 gg fa io ho deciso di mettere un punto a questa storia perché ogni volta che mi scriveva io ci stavo più male... Lui ha accettato perché capisce bene che nn può tenermi sulle spine altro tempo e perché sa che la situazione mi fa stare male... Mi ha detto che è ancora confuso... Piangeva... E che se dovesse capire di aver sbagliato sarà lui a cercarmi.

Sono passati circa 20 gg che nn ci sentiamo e quasi 2 mesi che nn ci vediamo, sto lavorando su me stessa e a tratti sto meglio... Il fatto è che mi porto dentro una tristezza infinita... Mi manca, vedo che nn mi contatta e mi chiedo come sia possibile tutta questa indifferenza (anche se razionalizzando capisco che nn ci sono motivi per cui lui debba scrivermi)... Ho un vuoto dentro inimmaginabile... Mi manca lui e nn capisco come faccia lui a nn sentire nulla, a continuare a vivere in quella che era la nostra casa, che abbiamo arredato insieme e con ancora parte delle mie cose... Non riesco a provare rabbia nei suoi confronti anche se penso che avrebbe potuto gestire meglio la situazione... Provo solo tanta pena per me che ho amato e continuo ad amare in un modo smisurato... E mi chiedo se e quando questo incubo finirà... Come posso liberarmi di questa tristezza?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

riferendosi alla fine della storia durata ben otto anni Lei ci parla della Sua sofferenza attuale: e chiede:
"... Come posso liberarmi di questa tristezza?"

Rispondo che la tristezza è uno dei sentimenti che si provano nelle fasi del lutto.
È pur vero che non è morto nessuno, ma è morta la relazione: per questo noi Psy parliamo di *lutto*.
L'elaborazione di questo doloroso evento può durare alcuni mesi, e dunque niente di strano .. purtroppo.
Forse la potrà aiutare questa lettura: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6782-affrontare-la-perdita-attraverso-l-elaborazione-del-lutto.html .

Saluti cari.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Grazie mille dottoressa per la sua risposta..avrei un'altra domanda: dopo aver superato il "lutto" per la fine della relazione è come se la relazione venisse in un certo senso archiviata per sempre oppure ci si può anche trovare predisposti per un eventuale ritorno?
Le pongo questo quesito perché a volte, quando sto bene, mi capita di sentirmi in colpa perché mi sembra di andare avanti e dimenticare il mio ex... Come se una parte di me volesse rimanere legata a lui in caso di un eventuale ritorno...
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
"...sentirmi in colpa perché mi sembra di andare avanti e dimenticare il mio ex..."

Le esperienze significative non si possono dimenticare, in quanto sono diventate parte di sé.
Se lui dovesse ritornare, all'epoca Lei ci penserà.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 190 19
Gentile utente,

la fine di una storia può essere molto dolorosa sia per chi lascia che per chi viene lasciato. Infatti chi lascia assume su di sé la responsabilità della separazione, il senso di colpa di infliggere dolore all'altro, mentre chi viene lasciato, come lei, subisce la ferita dell'abbandono. Anche se scrive di aver lasciato lei il suo fidanzato, l'ha fatto dopo essersi scontrata con la sua confusione, cioè con l'amara verità che lui non era più sicuro di amarla. Nella confusione che lui ha dichiarato di provare verso di lei, ha fatto comunque l'esperienza di non essere amata.

In un relazione si attraversano diverse fasi e soprattutto dopo alcuni anni può capitare di essere confusi rispetto ai propri sentimenti, di non provare più quello che si provava prima. Infatti l'attrazione può diminuire e può subentrare la monotonia, soprattutto se si convive. La convivenza inoltre, oltre alla monotonia, può mettere un rapporto a dura prova perché richiede impegno continuo, capacità di tollerare la diversità, di comprendere e accettare tutti i lati dell'altra persona, di saper dialogare, di esserci, ma al tempo stesso non esserci troppo, nel senso di saper rispettare anche i bisogni di solitudine e intimità dell'altro.

Da un lato lei ha voluto chiudere la storia, perché non voleva rimanere aggrappata ad un'incertezza, dall'altro ora si rende conto che andare avanti senza di lui la spaventa. Infatti andare avanti senza di lui significa non solo accettare di perdere per sempre una persona da cui si è sentita amata e che ha amato, ma anche perdere una parte di se stessa, una parte che aveva riposto in lui. Significa perdere i progetti in comune, i sogni e il futuro che si era prefigurata con lui. Ma significa anche doversi esporre all'incertezza del futuro, alla paura di non trovare un altro che possa amarla ed accettarla, o ad una relazione nuova con una persona sconosciuta, sulla quale si aprono molte paure ed incertezze. Quindi è comprensibile che tutto ciò generi in lei vuoto e tristezza.

Sta attraversando una profonda fase di cambiamento, per cui le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo per farsi sostenere in un momento così delicato per lei.

Cordiali Saluti.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it