Sensi di colpa causati dall'aver avuto blocchi in passato
Salve dottori, sono un ragazzo che tra meno di due mesi compirà 25 anni e che vive costantemente con i sensi di colpa di quello che mi è successo in passato.
Io mi sono sempre considerato un ragazzo intelligente, umile, con tanta voglia di imparare e frequentando i 5 anni del Liceo è sempre andato tutto bene, mai bocciato, mai avuto un debito scolastico, insomma me la sono sempre cavata, seppur il periodo delle superiori non lo ricordo proprio felicemente in quanto sono stato vittima di bullismo per anni ed anni, che mi hanno portato a chiudermi (considerando che già di mio ero timido ed introverso, quindi potete solo immaginare il mix di cose).
Terminato il Liceo ho iniziato una prima facoltà universitaria, l'ho frequentata per due anni e mezzo ma credetemi, quella facoltà non era proprio per me, ma nonostante ciò io ero immerso in un mondo in cui non ero assolutamente lucido e capace di capire il grossissimo danno che stavo facendo in quanto non avevo la capacità di prendere decisioni in modo serio.
La situazione è diventata sempre più buia e meno serena, sono rimasto solo e senza amici, poi finalmente ebbi il coraggio di cambiare facoltà ma durò meno di un anno in quanto mi resi conto che tutta questa passione in realtà non c'era.
Tralasciando il fatto che sono arrivato a 25 anni con tutto questo peso di bullismo, fallimenti e delusioni, la cosa che mi rammarica è che mi son sempre ritenuto un ragazzo intelligente e con tanta voglia di imparare, possibile che l'ansia e la paura mi abbiano messo un velo nero davanti per anni come se mi avessero annebbiato i pensieri e ciò che realmente volevo?
Ad oggi, a 25 anni, non me la sento di certo di iniziare un nuovo percorso universitario (nulla in contrario per chi lo fa, parlo solo di me in prima persona), ciò che mi chiedo però è che sono un ragazzo a cui comunque piace informarsi e ripeto, penso che avrei potuto dare molto di più se solo sarei riuscito a trovare ciò che faceva per me.
In tutto ciò però posso dirvi una cosa penso positiva, riesco a guardare la situazione con più serenità rispetto a prima, ad esempio riesco a riconoscere quel velo nero e poca lucidità che avevo in quegli anni, mentre fino a poco tempo fa ero ancora immerso nella "depressione" che forse ho sviluppato a causa di ciò, però il senso di colpa non è ancora andato via del tutto, altrimenti non sarei stato qui a chiedervi un consulto.
Io mi sono sempre considerato un ragazzo intelligente, umile, con tanta voglia di imparare e frequentando i 5 anni del Liceo è sempre andato tutto bene, mai bocciato, mai avuto un debito scolastico, insomma me la sono sempre cavata, seppur il periodo delle superiori non lo ricordo proprio felicemente in quanto sono stato vittima di bullismo per anni ed anni, che mi hanno portato a chiudermi (considerando che già di mio ero timido ed introverso, quindi potete solo immaginare il mix di cose).
Terminato il Liceo ho iniziato una prima facoltà universitaria, l'ho frequentata per due anni e mezzo ma credetemi, quella facoltà non era proprio per me, ma nonostante ciò io ero immerso in un mondo in cui non ero assolutamente lucido e capace di capire il grossissimo danno che stavo facendo in quanto non avevo la capacità di prendere decisioni in modo serio.
La situazione è diventata sempre più buia e meno serena, sono rimasto solo e senza amici, poi finalmente ebbi il coraggio di cambiare facoltà ma durò meno di un anno in quanto mi resi conto che tutta questa passione in realtà non c'era.
Tralasciando il fatto che sono arrivato a 25 anni con tutto questo peso di bullismo, fallimenti e delusioni, la cosa che mi rammarica è che mi son sempre ritenuto un ragazzo intelligente e con tanta voglia di imparare, possibile che l'ansia e la paura mi abbiano messo un velo nero davanti per anni come se mi avessero annebbiato i pensieri e ciò che realmente volevo?
Ad oggi, a 25 anni, non me la sento di certo di iniziare un nuovo percorso universitario (nulla in contrario per chi lo fa, parlo solo di me in prima persona), ciò che mi chiedo però è che sono un ragazzo a cui comunque piace informarsi e ripeto, penso che avrei potuto dare molto di più se solo sarei riuscito a trovare ciò che faceva per me.
In tutto ciò però posso dirvi una cosa penso positiva, riesco a guardare la situazione con più serenità rispetto a prima, ad esempio riesco a riconoscere quel velo nero e poca lucidità che avevo in quegli anni, mentre fino a poco tempo fa ero ancora immerso nella "depressione" che forse ho sviluppato a causa di ciò, però il senso di colpa non è ancora andato via del tutto, altrimenti non sarei stato qui a chiedervi un consulto.
[#1]
Gentile utente,
non vediamo una domanda precisa nel Suo consulto. Il titolo però parla di sensi di colpa, il testo ripercorre il passate.
Non ci dice nulla però sui Suoi progetti concreti per il presente, né sulla Sua vita attuale.
Con chi vive? Chi Le fornisce il necessario per la sopravvivenza o altro?
Dalla Sua narrazione sembra trasparire un senso di stagnazione (per dirla con Erikson); avviene realmente così?
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
non vediamo una domanda precisa nel Suo consulto. Il titolo però parla di sensi di colpa, il testo ripercorre il passate.
Non ci dice nulla però sui Suoi progetti concreti per il presente, né sulla Sua vita attuale.
Con chi vive? Chi Le fornisce il necessario per la sopravvivenza o altro?
Dalla Sua narrazione sembra trasparire un senso di stagnazione (per dirla con Erikson); avviene realmente così?
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
È vero dottoressa, anche io mentre scrivevo le ultime righe mi stavo rendendo conto che forse non mi stavo spiegando a dovere e che forse il racconto non coincideva con la domanda, però ho pensato fosse solo una mia impressione.
Mettiamola così, io attualmente vivo con i miei, vorrei partire lontano per lavoro come fanno tante persone, tuttavia non ho una vera passione e questo mi blocca dal poter scegliere cosa effettivamente mi piace.
La cosa che mi blocca è che io in passato mi vedevo come un ragazzo che poteva tranquillamente laurearsi ed avere una passione che si trasformava in un'opportunità di lavoro, ma tutto ciò è rimasto solo nella mia testa e non si è concretizzato nella realtà, visto appunto i fallimenti di cui ne parlavo.
Ho faticato a realizzare il fatto di essere un ragazzo "non laureato" seppur non avessi mai avuto la pressione di qualcuno se non di "me stesso", ad esempio per i miei genitori non sarebbe cambiato nulla se mi fossi laureato o meno, l'importante è che avrei trovato la strada giusta per me.
Quindi la domanda vera e propria è: io di mio sono quasi totalmente riuscito a superare il fatto di non essere un ragazzo laureato, ma quando ascolto persone di persona o in televisione che dicono di essere laureati, mi sale un'angoscia come per dire: "guarda, quelli ci sono riusciti ed io no", ed inizio un po a starci male e rovinarmi la giornata.
Mettiamola così, io attualmente vivo con i miei, vorrei partire lontano per lavoro come fanno tante persone, tuttavia non ho una vera passione e questo mi blocca dal poter scegliere cosa effettivamente mi piace.
La cosa che mi blocca è che io in passato mi vedevo come un ragazzo che poteva tranquillamente laurearsi ed avere una passione che si trasformava in un'opportunità di lavoro, ma tutto ciò è rimasto solo nella mia testa e non si è concretizzato nella realtà, visto appunto i fallimenti di cui ne parlavo.
Ho faticato a realizzare il fatto di essere un ragazzo "non laureato" seppur non avessi mai avuto la pressione di qualcuno se non di "me stesso", ad esempio per i miei genitori non sarebbe cambiato nulla se mi fossi laureato o meno, l'importante è che avrei trovato la strada giusta per me.
Quindi la domanda vera e propria è: io di mio sono quasi totalmente riuscito a superare il fatto di non essere un ragazzo laureato, ma quando ascolto persone di persona o in televisione che dicono di essere laureati, mi sale un'angoscia come per dire: "guarda, quelli ci sono riusciti ed io no", ed inizio un po a starci male e rovinarmi la giornata.
[#3]
Gentile utente,
Lei ci parla dei sentimenti e dei percorsi che ha fatto dentro di sé in questi anni.
Eppure non ci sembra stia lì punto punto.
Ad un certo momento l'autoanalisi deve lasciar posto all'agire.
Se tuttora Lei si sente "bloccato", chieda aiuto psicologico. Ha già 25 anni, è anagraficamente quasi adulto, ma ci sembra manchi il passo decisivo per camminare.
Cosa ne pensa?
Dott.Brunialti
Lei ci parla dei sentimenti e dei percorsi che ha fatto dentro di sé in questi anni.
Eppure non ci sembra stia lì punto punto.
Ad un certo momento l'autoanalisi deve lasciar posto all'agire.
Se tuttora Lei si sente "bloccato", chieda aiuto psicologico. Ha già 25 anni, è anagraficamente quasi adulto, ma ci sembra manchi il passo decisivo per camminare.
Cosa ne pensa?
Dott.Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 727 visite dal 25/01/2023.
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