Innamoramento, depressione e disturbi d'ansia
Sono una ragazza di quasi 22 anni e da ormai quattro anni lotto con la depressione e disturbi d'ansia, tra i quali l'ansia sociale.
Ho fatto un lungo percorso di psicoterapia che ho poi scelto di interrompere perché stava peggiorando le mie condizioni, e la paura che esse diventassero più insopportabili mi ha bloccata nella ricerca di un nuovo psicoterapeuta.
Considerando la mia situazione psicologica, dalla quale emerge un auto-sabotaggio continuo e una mania del controllo (che mi porta ad avere attacchi di panico molto intensi anche nelle situazioni più impensabili, proprio perché non ho il controllo nelle mie mani), ho passato questi ultimi anni della mia vita in isolamento (gli amici mi avevano volutamente abbandonata) e mi ero ormai convinta che avrei trascorso altri anni in solitudine in vista di una sperata guarigione.
Amo starmene sola, è come se in me stessa trovassi un porto sicuro.
Ho paura di ciò che si cela fuori le porte di casa mia, problema che tra tante cose non mi permette di frequentare le lezioni universitarie.
Da mania del controllo e da persona che programma ogni singola giornata della propria vita, è successo ciò che più temevo: ho conosciuto un ragazzo.
Ci sono uscita perché mi ha proposto di farmi conoscere il suo cane (l'ho fatto consapevole dell'effetto benefico dell'animale sulla mia condizione difficile) e mi sono trovata bene con lui.
Posso asserire che è un ragazzo d'oro, serio, ambizioso, intelligente, educato, rispettoso, tutto ciò che una persona che spera per sé il meglio nella vita amorosa possa sognare.
Mi ha già chiesto un secondo appuntamento e in me stanno iniziando a sorgere fortissime paure, insostenibili timori perché sono molto attratta da lui ed è caratterialmente la persona che più mi farebbe felice, ma quando sono con lui provo solo un senso di calma, benessere, staticità, diverso dallo stato di innamoramento che ci hanno sempre inculcato.
E da quando non lo vedo sono immersa nell'ansia, nel panico, nelle paranoie.
Penso a come potrebbe sentirsi lui, penso all'immagine che si è creato di me (ovviamente catastrofica e distruttiva dato il mio autosabotaggio) e vivo con il timore che quello che per me è affetto che spinge verso qualcosa di più, per lui possa essere solo amicizia, nonostante abbia 26 anni e di amici fidati ne ha abbastanza.
E' sempre lui a cercare la mia presenza, lui a contattarmi, io non ho mai fatto nulla e nonostante ciò ho tremendamente paura che per lui non valga niente.
Ho anche pensato di chiudere questa frequentazione perché non voglio vivere con l'ansia di non sapere, di non avere il controllo, ma mi rendo conto che forse si tratta realmente dell'occasione della mia vita per rinascere, per scrivere un nuovo capitolo meno triste dei precedenti.
Lo considero un po' un treno fermo alla stazione, quello per la destinazione incognita ma che potrebbe essere la più bella in assoluto: salgo a bordo o torno a casa?
Così facendo mi spingerò a stare a casa per sempre, però.
Cosa fare?
Ho fatto un lungo percorso di psicoterapia che ho poi scelto di interrompere perché stava peggiorando le mie condizioni, e la paura che esse diventassero più insopportabili mi ha bloccata nella ricerca di un nuovo psicoterapeuta.
Considerando la mia situazione psicologica, dalla quale emerge un auto-sabotaggio continuo e una mania del controllo (che mi porta ad avere attacchi di panico molto intensi anche nelle situazioni più impensabili, proprio perché non ho il controllo nelle mie mani), ho passato questi ultimi anni della mia vita in isolamento (gli amici mi avevano volutamente abbandonata) e mi ero ormai convinta che avrei trascorso altri anni in solitudine in vista di una sperata guarigione.
Amo starmene sola, è come se in me stessa trovassi un porto sicuro.
Ho paura di ciò che si cela fuori le porte di casa mia, problema che tra tante cose non mi permette di frequentare le lezioni universitarie.
Da mania del controllo e da persona che programma ogni singola giornata della propria vita, è successo ciò che più temevo: ho conosciuto un ragazzo.
Ci sono uscita perché mi ha proposto di farmi conoscere il suo cane (l'ho fatto consapevole dell'effetto benefico dell'animale sulla mia condizione difficile) e mi sono trovata bene con lui.
Posso asserire che è un ragazzo d'oro, serio, ambizioso, intelligente, educato, rispettoso, tutto ciò che una persona che spera per sé il meglio nella vita amorosa possa sognare.
Mi ha già chiesto un secondo appuntamento e in me stanno iniziando a sorgere fortissime paure, insostenibili timori perché sono molto attratta da lui ed è caratterialmente la persona che più mi farebbe felice, ma quando sono con lui provo solo un senso di calma, benessere, staticità, diverso dallo stato di innamoramento che ci hanno sempre inculcato.
E da quando non lo vedo sono immersa nell'ansia, nel panico, nelle paranoie.
Penso a come potrebbe sentirsi lui, penso all'immagine che si è creato di me (ovviamente catastrofica e distruttiva dato il mio autosabotaggio) e vivo con il timore che quello che per me è affetto che spinge verso qualcosa di più, per lui possa essere solo amicizia, nonostante abbia 26 anni e di amici fidati ne ha abbastanza.
E' sempre lui a cercare la mia presenza, lui a contattarmi, io non ho mai fatto nulla e nonostante ciò ho tremendamente paura che per lui non valga niente.
Ho anche pensato di chiudere questa frequentazione perché non voglio vivere con l'ansia di non sapere, di non avere il controllo, ma mi rendo conto che forse si tratta realmente dell'occasione della mia vita per rinascere, per scrivere un nuovo capitolo meno triste dei precedenti.
Lo considero un po' un treno fermo alla stazione, quello per la destinazione incognita ma che potrebbe essere la più bella in assoluto: salgo a bordo o torno a casa?
Così facendo mi spingerò a stare a casa per sempre, però.
Cosa fare?
[#1]
Se chiudessi questa frequentazione, staresti assecondando la tua ansia. E quindi non faresti il tuo interesse, faresti quello dell'ansia, che ti vuole debole e impaurita.
Le paure si vincono solo affrontandole, in modo controllato e graduale, senza evitarle. Quindi ti suggerirei di continuare a vedere questo ragazzo, <proprio> perché la cosa ti fa paura. Un passo dopo l'altro, senza alimentare aspettative.
E al tempo stesso di cercarti di corsa un terapeuta comportamentale o strategico, che ti insegni a superare la tua ansia.
Le paure si vincono solo affrontandole, in modo controllato e graduale, senza evitarle. Quindi ti suggerirei di continuare a vedere questo ragazzo, <proprio> perché la cosa ti fa paura. Un passo dopo l'altro, senza alimentare aspettative.
E al tempo stesso di cercarti di corsa un terapeuta comportamentale o strategico, che ti insegni a superare la tua ansia.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 22/01/2023.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.