Lo studio mi sta distruggendo, dovrei abbandonare?
Buonasera, sono una ragazza di quasi 26 anni, da settembre ho iniziato la laurea magistrale in economia.
Durante la triennale ho riscontrato numerosi problemi di ansia dovuti allo studio. ho concluso il percorso con 110 e lode ma in quattro anni e mezzo anche a seguito della morte di mio padre avvenuta il secondo anno.
Lo studio fin dal liceo è stata la mia fissazione, un modo per misurare il mio valore. Sono estremamente insicura e incapace di compiere scelte.
Ho scelto la magistrale convinta che avrei dovuto scegliere il percorso più difficile e più completo: un corso altamente teorico, quantitativo e basato su matematica e statistica (che non ho mai amato nemmeno in triennale) in lingua inglese.
La mia idea è era quella di proseguire con il dottorato senza sapere in realtà in cosa consistesse ma semplicemente attratta dall’idea del prestigio sociale ed economico, ossessionata dal desiderio di dover fare carriera e di pretendere da me il massimo e sempre di più.
Fin dall’inizio dei corsi ho trovato questi ultimi molto pesanti e difficili, e di poco interesse per me.
Ho dato solo un esame passandolo con 30 e lode nell’unica materia che mi era piaciuta.
Ho iniziato a studiare per l’esame di matematica ed è nata in me una vera e propria crisi esistenziale.
Mi sono stancata di pretendere sempre il massimo da me stessa e di impormi di fare sempre di più senza ascoltarmi.
Mi sembra che questa magistrale non faccia per me temo di lasciare il percorso più difficile per le mie alte aspettative.
Inoltre l’idea del dottorato ora mi fa venire l’angoscia.
ho perso totalmente la voglia e lo stimolo di studiare.
Sono triste e depressa, non ho più voglia di vivere e sto rovinando il rapporto con la mia famiglia e il mio fidanzato.
Sto valutando di passare a una magistrale meno matematica in italiano sempre di economia ma mi sento una fallita.
non riesco più a capire chi sono e cosa voglio, non so se le mie motivazioni siano reali o scuse che mi racconto perché non ho più voglia di studiare.
Non ho più la forza di impormi lo studio perché so che questo mi fa stare male, ma scegliendo un percorso più semplice sarei delusa da me stessa.
Ho paura di buttare il mio futuro e la mia potenziale carriera ma allo stesso tempo non so se questo sia il futuro che voglio o quello che il mio senso del dovere mi impone.
confondo me stessa con le aspettative sempre più alte che mi impongo senza sapere se questo mi rendano realmente felice o siano solo l’ennesimo modo di provare il mio valore.
Mi confronto inoltre spesso con i miei compagni vedendo come riescano a proseguire questo percorso con molte meno difficoltà di me.
mi sento in un vicolo cieco, non riesco a prendere una decisone e mi odio profondamente.
Sto già seguendo da circa due anni un percorso di supporto psicologico ma le mie insicurezze non si sono placate.
Temo di essere incapace di vivere serenamente e che sarò sempre infelice finché non smetterò di odiare me stessa
Durante la triennale ho riscontrato numerosi problemi di ansia dovuti allo studio. ho concluso il percorso con 110 e lode ma in quattro anni e mezzo anche a seguito della morte di mio padre avvenuta il secondo anno.
Lo studio fin dal liceo è stata la mia fissazione, un modo per misurare il mio valore. Sono estremamente insicura e incapace di compiere scelte.
Ho scelto la magistrale convinta che avrei dovuto scegliere il percorso più difficile e più completo: un corso altamente teorico, quantitativo e basato su matematica e statistica (che non ho mai amato nemmeno in triennale) in lingua inglese.
La mia idea è era quella di proseguire con il dottorato senza sapere in realtà in cosa consistesse ma semplicemente attratta dall’idea del prestigio sociale ed economico, ossessionata dal desiderio di dover fare carriera e di pretendere da me il massimo e sempre di più.
Fin dall’inizio dei corsi ho trovato questi ultimi molto pesanti e difficili, e di poco interesse per me.
Ho dato solo un esame passandolo con 30 e lode nell’unica materia che mi era piaciuta.
Ho iniziato a studiare per l’esame di matematica ed è nata in me una vera e propria crisi esistenziale.
Mi sono stancata di pretendere sempre il massimo da me stessa e di impormi di fare sempre di più senza ascoltarmi.
Mi sembra che questa magistrale non faccia per me temo di lasciare il percorso più difficile per le mie alte aspettative.
Inoltre l’idea del dottorato ora mi fa venire l’angoscia.
ho perso totalmente la voglia e lo stimolo di studiare.
Sono triste e depressa, non ho più voglia di vivere e sto rovinando il rapporto con la mia famiglia e il mio fidanzato.
Sto valutando di passare a una magistrale meno matematica in italiano sempre di economia ma mi sento una fallita.
non riesco più a capire chi sono e cosa voglio, non so se le mie motivazioni siano reali o scuse che mi racconto perché non ho più voglia di studiare.
Non ho più la forza di impormi lo studio perché so che questo mi fa stare male, ma scegliendo un percorso più semplice sarei delusa da me stessa.
Ho paura di buttare il mio futuro e la mia potenziale carriera ma allo stesso tempo non so se questo sia il futuro che voglio o quello che il mio senso del dovere mi impone.
confondo me stessa con le aspettative sempre più alte che mi impongo senza sapere se questo mi rendano realmente felice o siano solo l’ennesimo modo di provare il mio valore.
Mi confronto inoltre spesso con i miei compagni vedendo come riescano a proseguire questo percorso con molte meno difficoltà di me.
mi sento in un vicolo cieco, non riesco a prendere una decisone e mi odio profondamente.
Sto già seguendo da circa due anni un percorso di supporto psicologico ma le mie insicurezze non si sono placate.
Temo di essere incapace di vivere serenamente e che sarò sempre infelice finché non smetterò di odiare me stessa
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>>> Sto già seguendo da circa due anni un percorso di supporto psicologico ma le mie insicurezze non si sono placate
Questo significa che il percorso di supporto che stai facendo non è sufficiente e dovresti probabilmente intraprendere una psicoterapia. Potresti chiedere un parere a un diverso professionista, magari di diverso orientamento teorico da quello attuale, cioè più basato su indicazioni pratiche, e il professionista deve essere ovviamente anche psicoterapeuta, non solo psicologo.
>>> Mi sono stancata di pretendere sempre il massimo da me stessa e di impormi di fare sempre di più senza ascoltarmi
Uno studente che avesse meno successo di te potrebbe dirti che ti stai lamentando con la bocca piena. Sei stanca, ma stai prendendo voti con lode.
Per raggiungere qualunque traguardo che valga la pena ottenere è necessario sacrificio. Ma solo tu puoi dire se e quanto ne valga la pena. Ad esempio, se oltre ai successi nello studio non avessi altre fonti di soddisfazione o piacere nella tua vita, questo potrebbe essere il motivo che ti sta spingendo a cambiare direzione.
Detto questo è vero in generale che pretendere il massimo da se stessi può diventare un problema. Ma non necessariamente. Quasi tutte le persone di successo, in qualunque campo, esigono nulla di meno che la perfezione, pur essendo consapevoli che è sempre un tendere ad essa e sanno che la perfezione non può essere raggiunta.
Questo significa che il percorso di supporto che stai facendo non è sufficiente e dovresti probabilmente intraprendere una psicoterapia. Potresti chiedere un parere a un diverso professionista, magari di diverso orientamento teorico da quello attuale, cioè più basato su indicazioni pratiche, e il professionista deve essere ovviamente anche psicoterapeuta, non solo psicologo.
>>> Mi sono stancata di pretendere sempre il massimo da me stessa e di impormi di fare sempre di più senza ascoltarmi
Uno studente che avesse meno successo di te potrebbe dirti che ti stai lamentando con la bocca piena. Sei stanca, ma stai prendendo voti con lode.
Per raggiungere qualunque traguardo che valga la pena ottenere è necessario sacrificio. Ma solo tu puoi dire se e quanto ne valga la pena. Ad esempio, se oltre ai successi nello studio non avessi altre fonti di soddisfazione o piacere nella tua vita, questo potrebbe essere il motivo che ti sta spingendo a cambiare direzione.
Detto questo è vero in generale che pretendere il massimo da se stessi può diventare un problema. Ma non necessariamente. Quasi tutte le persone di successo, in qualunque campo, esigono nulla di meno che la perfezione, pur essendo consapevoli che è sempre un tendere ad essa e sanno che la perfezione non può essere raggiunta.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.1k visite dal 18/01/2023.
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