Rapporti problematici con famiglia di origine
Gentili dottori,
ho 41 anni e 5 anni fa ho conosciuto il mio attuale compagno col quale ho 2 figli piccoli.
Inizialmente i rapporti fra il mio compagno e la mia famiglia di origine, alla quale sono stata sempre molto legata, erano ottimi, poi si sono progressivamente deteriorati a seguito della nostra scelta di andare a vivere a casa sua e vicino ai suoi genitori (35 km da dove abitavo prima) anzichè a casa mia e vicino ai miei genitori.
Non sto a specificare le motivazioni di questa scelta, fatto sta che i miei genitori hanno preso malissimo questa cosa non solo perchè si allontanavano da me ma anche e soprattutto per essere stati deprivati della possibilità di avere i nipoti vicini e poterli vedere tutti i giorni.
Questo ha già creato i primi malumori col mio compagno, ma ciononostante ci vedevamo 1 volta alla settimana, a volte venivano loro a volte andavamo noi, ma non era mai abbastanza, e i miei genitori continuavano in maniera più o meno esplicita a manifestare il loro disagio per come si erano messe le cose.
Io purtroppo, preda del senso di colpa da loro instillato, ero sempre disponibile ad accogliere ogni loro richiesta di vederci, trovarci, andare a pranzo, etc.
e questo infastidiva il mio compagno, che ha iniziato a dire che ci vedevamo troppo coi miei e dovevamo ridurre.
Ovviamente ogni tentativo da parte mia di parlare coi miei genitori sfociava in ulteriori discussioni, perchè loro già vedevano poco i nipoti, etc.
etc.
e quindi la conflittualità aumentava.
Poi in questa situazione già critica una volta che siamo da loro il cane tenta di aggredire il bambino, per fortuna non è successo nulla solo un grande spavento, ma da allora il mio compagno da loro non ci vuole più andare, vengono loro a trovarci 2 volte al mese, e non è una festa, perchè il mio compagno ormai li vede come una minaccia per il nostro rapporto e li vuole lontani il più possibile da noi, perchè dice che mi influenzano troppo.
Per contro i miei genitori invece vogliono che ricominciamo ad andare da loro, anche se fosse ogni tanto, che se andiamo il cane lo portano da un'altra parte, ma lui non vuole, perchè ormai li odia e a stento tollera che ci vediamo 2 volte al mese.
Io sono in mezzo fra lui e i miei genitori, e sinceramente non so più come fare a gestire questo conflitto che nonostante i tentativi di confronto anche fra tutti noi continua a perdurare.
Sono consapevole che il problema è il mio rapporto troppo stretto coi miei genitori e la mia incapacità di tollerare l'idea di deludere le loro aspettative, come è successo, però siamo passati da una situazione di grande armonia a questo e mi riesce difficile accettarlo.
Più che la frequenza delle visite quello che mi addolora è che i rapporti fra il mio compagno e i miei genitori si siano così deteriorati e ho perso le speranze in un miglioramento.
ho 41 anni e 5 anni fa ho conosciuto il mio attuale compagno col quale ho 2 figli piccoli.
Inizialmente i rapporti fra il mio compagno e la mia famiglia di origine, alla quale sono stata sempre molto legata, erano ottimi, poi si sono progressivamente deteriorati a seguito della nostra scelta di andare a vivere a casa sua e vicino ai suoi genitori (35 km da dove abitavo prima) anzichè a casa mia e vicino ai miei genitori.
Non sto a specificare le motivazioni di questa scelta, fatto sta che i miei genitori hanno preso malissimo questa cosa non solo perchè si allontanavano da me ma anche e soprattutto per essere stati deprivati della possibilità di avere i nipoti vicini e poterli vedere tutti i giorni.
Questo ha già creato i primi malumori col mio compagno, ma ciononostante ci vedevamo 1 volta alla settimana, a volte venivano loro a volte andavamo noi, ma non era mai abbastanza, e i miei genitori continuavano in maniera più o meno esplicita a manifestare il loro disagio per come si erano messe le cose.
Io purtroppo, preda del senso di colpa da loro instillato, ero sempre disponibile ad accogliere ogni loro richiesta di vederci, trovarci, andare a pranzo, etc.
e questo infastidiva il mio compagno, che ha iniziato a dire che ci vedevamo troppo coi miei e dovevamo ridurre.
Ovviamente ogni tentativo da parte mia di parlare coi miei genitori sfociava in ulteriori discussioni, perchè loro già vedevano poco i nipoti, etc.
etc.
e quindi la conflittualità aumentava.
Poi in questa situazione già critica una volta che siamo da loro il cane tenta di aggredire il bambino, per fortuna non è successo nulla solo un grande spavento, ma da allora il mio compagno da loro non ci vuole più andare, vengono loro a trovarci 2 volte al mese, e non è una festa, perchè il mio compagno ormai li vede come una minaccia per il nostro rapporto e li vuole lontani il più possibile da noi, perchè dice che mi influenzano troppo.
Per contro i miei genitori invece vogliono che ricominciamo ad andare da loro, anche se fosse ogni tanto, che se andiamo il cane lo portano da un'altra parte, ma lui non vuole, perchè ormai li odia e a stento tollera che ci vediamo 2 volte al mese.
Io sono in mezzo fra lui e i miei genitori, e sinceramente non so più come fare a gestire questo conflitto che nonostante i tentativi di confronto anche fra tutti noi continua a perdurare.
Sono consapevole che il problema è il mio rapporto troppo stretto coi miei genitori e la mia incapacità di tollerare l'idea di deludere le loro aspettative, come è successo, però siamo passati da una situazione di grande armonia a questo e mi riesce difficile accettarlo.
Più che la frequenza delle visite quello che mi addolora è che i rapporti fra il mio compagno e i miei genitori si siano così deteriorati e ho perso le speranze in un miglioramento.
[#1]
Gentilissima,
la prima richiesta rispetto alle difficoltà con la famiglia d'origine risale a parecchi anni or sono. In mezzo ci sono state altre richieste sempre più o meno inerenti le difficoltà famiglia d'origine-lei-fidanzato/marito. Le sono stati forniti consigli importanti tra cui quello di mettere dei confini netti e di intraprendere dei percorsi da un professionista (a volte in relazione a lei, a volte in relazione a sua md o al suo compagno). E' lecito ora domandarsi se lei abbia seguito questi consigli e abbia posto confini netti. Sembrerebbe di no. Allo stesso modo: si è rivolta ad un professionista che la possa aiutare a sciogliere le catene della relazione di una famiglia "invischiante"? Verrebbe da dire che il fatto di "essere in mezzo tra lui e i miei genitori" a lei non dispiaccia e in ogni caso meglio una situazione invischiata piuttosto che un percorso (certo faticoso) di individuazione.
Le rinnovo l'invito, fatto in passato, di rivolgersi ad un professionista per un percorso (anche di coppia).
Cordialmente.
la prima richiesta rispetto alle difficoltà con la famiglia d'origine risale a parecchi anni or sono. In mezzo ci sono state altre richieste sempre più o meno inerenti le difficoltà famiglia d'origine-lei-fidanzato/marito. Le sono stati forniti consigli importanti tra cui quello di mettere dei confini netti e di intraprendere dei percorsi da un professionista (a volte in relazione a lei, a volte in relazione a sua md o al suo compagno). E' lecito ora domandarsi se lei abbia seguito questi consigli e abbia posto confini netti. Sembrerebbe di no. Allo stesso modo: si è rivolta ad un professionista che la possa aiutare a sciogliere le catene della relazione di una famiglia "invischiante"? Verrebbe da dire che il fatto di "essere in mezzo tra lui e i miei genitori" a lei non dispiaccia e in ogni caso meglio una situazione invischiata piuttosto che un percorso (certo faticoso) di individuazione.
Le rinnovo l'invito, fatto in passato, di rivolgersi ad un professionista per un percorso (anche di coppia).
Cordialmente.
Dr. Mario Canovi
Psicologo - Ipnologo
Trento - Volano (TN) - Padova - online
mail: info@mariocanovi.it
[#2]
Utente
Aggiungo che rispetto alle prime richieste il mio compagno non è lo stesso, ma purtroppo le dinamiche sono rimaste le stesse.....comunque deduco dalla risposta che il problema sono solo io e i miei genitori, e che non è un problema del mio compagno troppo rigido o fra me e lui, quindi da quello che capisco il problema lo devo risolvere io con i miei genitori e non coinvolgere più lui chiedendogli di venirmi incontro etc..
[#3]
Gentilissima,
il punto non è chi sia il "problema" ma - appunto - che le dinamiche sono rimaste le stesse. Non credo sia nelle sue possibilità obbligare sua mamma a rivolgersi ad un professionista. Lo è sicuramente farlo per sé stessa, per cercare finalmente di sbrogliare la matassa. E potrebbe esserlo per un percorso di coppia, che aiuti lei e suo marito a chiarire le dinamiche della vostra coppia.
Cordialmente.
il punto non è chi sia il "problema" ma - appunto - che le dinamiche sono rimaste le stesse. Non credo sia nelle sue possibilità obbligare sua mamma a rivolgersi ad un professionista. Lo è sicuramente farlo per sé stessa, per cercare finalmente di sbrogliare la matassa. E potrebbe esserlo per un percorso di coppia, che aiuti lei e suo marito a chiarire le dinamiche della vostra coppia.
Cordialmente.
Dr. Mario Canovi
Psicologo - Ipnologo
Trento - Volano (TN) - Padova - online
mail: info@mariocanovi.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.1k visite dal 18/01/2023.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.