Senso di colpa e confessione

Buongiorno gentili dottori,

Vi scrivo perché una questione mi sta creando del disagio psicologico importante.


Da 4 mesi frequento una ragazza con cui sto insieme.
L’ho conosciuta in un app di incontri e da subito abbiamo deciso di frequentarci e stare assieme.
Forse abbiamo corso un po’ troppo perché effettivamente non ci siamo dati il giusto tempo per conoscerci.


Il mese scorso ho conosciuto nell’azienda dove lavoravo una ragazza, con la quale ho iniziato subito a sentire del feeling, e complice un momento di difficoltà (comunicativa ed emotiva) che stavo avendo con la ragazza che frequentavo, ho deciso di uscirci.
In totale siamo usciti 3 volte assieme, tutte nell’arco di una settimana.
Tra noi non c’è stato niente se non qualche carezza e qualche abbraccio.
Non ci sono andato a letto (anche perché non volevo farlo), abbiamo soltanto fatto due aperitivi e due cene.


Nel momento in cui lei mi ha detto che si stava innamorando di me, ho deciso di troncare il rapporto perché non volevo che proseguisse oltre e perché mi sono sentito in difetto nei confronti della mia ragazza, sentivo che stavo sbagliando e che era ora di chiudere.

Questa situazione poi mi ha permesso poi di confrontarmi con la mia ragazza perché sentivo che c’erano delle cose che con lei non andavano e, dopo esserci parlati, abbiamo chiarito alcuni punti fondamentali.
Non sono riuscito a dirle di questa cosa dell’altra ragazza perché sentivo che avrebbe rovinato irrimediabilmente il rapporto.


Il problema è che ora sono preda di sensi di colpa molto forti, che mi occupano e mi rovinano tutta la giornata.
Mi sento una persona schifosa e sento di non meritare niente da lei.
Ogni volta che la vedo penso a quello che ho fatto e non riesco a godermi i momenti con lei.


Se non altro, la situazione mi ha aiutato a capire che con lei sto bene e che voglio continuare insieme, anche se effettivamente ci sono stati dei momenti di poca comunicazione insieme.


Ho bisogno di un parere esterno perché purtroppo non ho nessuno con cui confidarmi, so che se le dico questa cosa rovinerei tutto e so anche che non capiterà mai più che mi troverò in queste situazioni.
Purtroppo mi sento un impostore e mi verrebbe da dirglielo ma so anche che se lo facessi le farei del male che in questo momento non si merita.


Grazie in anticipo per l’aiuto e per l’attenzione che mi darete.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Se sei in grado di gestire la situazione da solo, tieniti il senso di colpa e non raccontare nulla. Tanto più che non c'è stato niente di concreto con l'altra.

Certo, se si sta con una persona è opportuna la trasparenza. Ma siccome ti sei reso conto da solo che è stato un errore, non c'è motivo di commetterne un altro.

Due errori non fanno una cosa giusta.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Utente
Utente
Grazie Dottore,

Quindi secondo lei, raccontarglielo potrebbe essere un secondo errore, giusto?

Io voglio prendermi la responsabilità delle mie azioni, ma ciò significa parlargliene oppure elaborare il mio senso di colpa e sapere che non accadrà più?

Il fatto che sia successo dopo 3 mesi, e comunque dopo momenti in cui non mi sentivo così sicuro di lei, può essere una leggerissima giustificazione rispetto a quello che è successo?

Grazie in anticipo.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Quindi secondo lei, raccontarglielo potrebbe essere un secondo errore, giusto?

Esatto.

>>> Io voglio prendermi la responsabilità delle mie azioni, ma ciò significa parlargliene oppure elaborare il mio senso di colpa e sapere che non accadrà più?

La seconda.

>>> Il fatto che sia successo dopo 3 mesi, e comunque dopo momenti in cui non mi sentivo così sicuro di lei, può essere una leggerissima giustificazione rispetto a quello che è successo?

Non ha importanza. L'importante è andare avanti e passare sopra al senso di colpa.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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[#4]
Utente
Utente
Buongiorno Dottor Santonocito

Grazie ancora per le risposte.

Purtroppo, in questi giorni, non ho fatto altro che soffrire come un cane. Dormo due ore a notte (e male), ho un’angoscia e una malinconia che non riesco a descrivere.
Ho una vergogna addosso talmente alta che non riesco a guardare in faccia nemmeno i miei genitori.
Guardo compulsivamente le foto che abbiamo assieme io e la mia fidanzata per insultarmi e sentirmi un’idiota per quanto potrei perdere.
Sono arrivato al punto di farmi del male da solo, mi sono preso a pugni più volte. È una cosa che mi sta recando un dolore incommensurabile, che mai avrei pensato di provare. Ho visto sparire in un attimo tutto il benessere e la serenità che pensavo di avere, vedo tutto estremamente nero.
La mia fidanzata mi sta ancora più vicino di prima, ovviamente non sa tutte le cose anche se mi dice che qualcosa lo aveva intuito perché le sembravo molto distaccato in quella settimana. Mi sento ancora più un’inutilità per questo, vorrei davvero non esistere più. Non merito niente di buono per il male che le ho fatto.

Mi scusi per lo sfogo ma credo di aver bisogno di parlarne con qualcuno.

Grazie se mi vorrà rispondere.
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Stai drammatizzando troppo, anche se dirtelo servirà a poco.

Se soffri così tanto per un problema che al momento non esiste - o quanto meno non sta manifestando effetti concreti - rivolgiti direttamente a un terapeuta. Da qui non possiamo fare altro per aiutarti.

Se glielo raccontassi, potresti perderla. Oppure incrinare il vostro rapporto in modo tale ch potrebbe non essere facile da recuperare.

Ti lascio dicendoti che in questi casi il senso di colpa che ti spinge a confessare non è altro che una forma di debolezza. La debolezza che vorrebbe buttare addosso all'altro almeno parte del carico, per non doverselo tenere tutto per sé. Proprio addosso alla persona che meno lo meriterebbe.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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[#6]
Utente
Utente
Buongiorno Dott. Santonocito,

Ammetto di essere debole, altrimenti non avrei fatto quello che ho fatto e che mi fa provare tanta vergogna.

Consolidato il fatto che non glielo dirò, perché le farei del male e probabilmente le instillerei il dubbio di aver fatto anche altro (che non è successo), questi sentimenti di vergogna andranno scemando prima o poi?

Non ho specificato una cosa importante prima: in passato ho sofferto di DOC, sotto tutte le sue forme, quello che sto vivendo ora potrebbe essere conseguenza di questa patologia?

La ringrazio ancora per la Sua gentilezza e prometto che non la disturberò più.
[#7]
Utente
Utente
Dimenticavo: quello che ho fatto è davvero così grave da meritare il flagello che sto attuando nei miei confronti?

Grazie in anticipo Dottore.
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> in passato ho sofferto di DOC, sotto tutte le sue forme, quello che sto vivendo ora potrebbe essere conseguenza di questa patologia?

Sì, questo potrebbe benissimo spiegare perché ti trovi attanagliato dal dubbio.

>>> questi sentimenti di vergogna andranno scemando prima o poi?

Normalmente sì, tuttavia se ti è rimasta una tendenza ossessiva potrebbero rimanerti "attaccati" per più tempo del dovuto. In questo caso cerca un aiuto professionale direttamente.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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[#9]
Utente
Utente
Buonasera Dottore,

Sperando di farle cosa gradita la aggiorno sulla mia situazione. Ho fatto 2 sedute dal terapeuta che mi aveva diagnosticato il doc qualche anno fa e da cui sono andato con costanza fino a qualche mese fa.

Dopo aver raccontato la situazione mi ha detto che il comportamento che ho messo in atto (uscire con l’altra persona ecc) l’ho fatto a causa del mio disturbo ossessivo compulsivo, in questo caso da relazione. Mi sono posto talmente tanti dubbi a riguardo della mia relazione e della persona con cui stavo che l’unico modo per confutarli (secondo il mio inconscio) era quello di uscire con un’altra persona e vedere cosa provavo e se appunto riuscivo poi a covare dei sensi di colpa, come in questo caso.
Mi ha detto anche che l’auto flagellazione che sto attuando nei miei stessi confronti deriva dal mio io rigido, che non accetta che possa commettere errori e che tende al perfezionismo (altra mia caratteristica).

Ovvio che lei non mi conosce bene e che non mi ha seguito come il mio terapeuta, ma può essere una spiegazione quella che lui mi ha dato?

Grazie mille ancora dottore.
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Esatto, non posso valutare il parere di un collega senza conoscere né lui, né te, né il lavoro che state facendo. A occhio e croce si tratta di un terapeuta psicoanalitico o psicodinamico, quindi con una formazione molto diversa dalla mia.

Se hai iniziato un percorso terapeutico, ti suggerisco di continuarlo ancora per un po' e vedere dove ti porta.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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