Amicizie rovinate per colpa di una persona
Buongiorno o buonasera a tutt*, sono approdato nella sezione di questo sito poiché, prima di intraprendere un percorso di psicoterapia, vorrei avere dei pareri esterni per cominciare a fronteggiare una situazione che ormai da anni percepisco come stringente e logorante, nella speranza di potermene liberare per sempre una volta che avrò cominciato a lavorare su me stesso con un metodo clinico ben preciso.
Cercherò di essere il più sintetico ed esaustivo possibile: due anni e mezzo fa, subito dopo il primo lockdown, ho chiuso in malo modo i rapporti con amici che consideravo quasi dei fratelli.
Uso questa iperbole perché ho sempre riposto fiducia in un sentimento forte e virtuoso come l'amicizia, ma in questo caso ciò che mi ha mandato in crisi è una situazione ai limiti del paradossale, almeno per me.
Nell'estate del 2020, ero alle prese con le attività di tirocinio, esami e tesi, il che ha comportato un "sacrificio" di tempo verso le attività di svago con il mio gruppo di allora.
Arrivato in prossimità del ferragosto, una di queste persone (che frequenta l'università in Spagna), mi ha chiesto via whatsapp che dopo il ferragosto le sarebbe piaciuto fare qualcosa assieme.
A malincuore dovetti rispondere che avrei prima dovuto valutare bene tale ipotesi a causa delle mie attività di studio, vista anche la necessità di laurearmi da lì a breve.
La sua risposta è stata "allora nada, ci vediamo bel".
Io, come se niente fosse, gli ho detto che ci saremmo aggiornati in seguito.
A distanza di settimane, noto che lui e gli altri andarono in vacanza senza dirmi nulla; la cosa non mi toccò particolarmente, anche perché ero focalizzato su altro, ma fu un evento che mi fece insospettire sulla natura di questo gesto.
A distanza di giorni, tramite instagram scoprii che questa persona era tornata in Spagna.
Qui mi innervosii davvero, per un motivo ben preciso: da lì a poco sarebbe stato il suo compleanno e per "fargli un regalo" stavo facendo scomodare la mia famiglia per preparare una cena di gruppo a casa mia.
Senza dilungarmi eccessivamente in mie considerazioni, dopo diverse settimane ricevetti una chiamata da tale persona che mi accusò di mancargli di rispetto e che anche tutti gli altri erano d'accordo con lui, motivo per cui mi avrebbero isolato. Il motivo? Si sentì offeso quando gli dissi che forse non avrei potuto assecondarlo per fare qualcosa assieme.
A distanza di anni sono venuto a scoprire che questo soggetto, in quel periodo estivo, è andato a raccontare a queste persone che io non dovevo essere contattato perché avevo avanzato dei commenti negativi su di loro e perché non li volevo frequentare, cosa in assoluto non vera e mai successa. Ad oggi interpreto questo gesto come un tentativo disperato di avere una conferma affettiva da parte mia, anche perché per sua stessa ammissione, quando mi ricontattò, mi disse che "voleva sapere cosa avevo provato a sapere che lui era andato via senza dirmi niente".
A sto punto mi chiedo se sia il caso di ricontattare qualcuno del mio vecchio gruppo per avere un quadro chiaro di tutta questa storia assurda, dato che a me sono stati raccontati dei fatti e a agli altri miei ex amici tutto l'opposto. Il mio problema è che nutro forti resistenze nel farlo, poiché non sopporterei il pensiero di essere ulteriormente ferito.
Ps. ci tengo a precisare che anche queste persone negli anni sono completamente sparite assecondandolo in toto, mentre io ne ho risentito pesantemente a livello sociale e psicologico.
Grazie a chi risponderà.
Cercherò di essere il più sintetico ed esaustivo possibile: due anni e mezzo fa, subito dopo il primo lockdown, ho chiuso in malo modo i rapporti con amici che consideravo quasi dei fratelli.
Uso questa iperbole perché ho sempre riposto fiducia in un sentimento forte e virtuoso come l'amicizia, ma in questo caso ciò che mi ha mandato in crisi è una situazione ai limiti del paradossale, almeno per me.
Nell'estate del 2020, ero alle prese con le attività di tirocinio, esami e tesi, il che ha comportato un "sacrificio" di tempo verso le attività di svago con il mio gruppo di allora.
Arrivato in prossimità del ferragosto, una di queste persone (che frequenta l'università in Spagna), mi ha chiesto via whatsapp che dopo il ferragosto le sarebbe piaciuto fare qualcosa assieme.
A malincuore dovetti rispondere che avrei prima dovuto valutare bene tale ipotesi a causa delle mie attività di studio, vista anche la necessità di laurearmi da lì a breve.
La sua risposta è stata "allora nada, ci vediamo bel".
Io, come se niente fosse, gli ho detto che ci saremmo aggiornati in seguito.
A distanza di settimane, noto che lui e gli altri andarono in vacanza senza dirmi nulla; la cosa non mi toccò particolarmente, anche perché ero focalizzato su altro, ma fu un evento che mi fece insospettire sulla natura di questo gesto.
A distanza di giorni, tramite instagram scoprii che questa persona era tornata in Spagna.
Qui mi innervosii davvero, per un motivo ben preciso: da lì a poco sarebbe stato il suo compleanno e per "fargli un regalo" stavo facendo scomodare la mia famiglia per preparare una cena di gruppo a casa mia.
Senza dilungarmi eccessivamente in mie considerazioni, dopo diverse settimane ricevetti una chiamata da tale persona che mi accusò di mancargli di rispetto e che anche tutti gli altri erano d'accordo con lui, motivo per cui mi avrebbero isolato. Il motivo? Si sentì offeso quando gli dissi che forse non avrei potuto assecondarlo per fare qualcosa assieme.
A distanza di anni sono venuto a scoprire che questo soggetto, in quel periodo estivo, è andato a raccontare a queste persone che io non dovevo essere contattato perché avevo avanzato dei commenti negativi su di loro e perché non li volevo frequentare, cosa in assoluto non vera e mai successa. Ad oggi interpreto questo gesto come un tentativo disperato di avere una conferma affettiva da parte mia, anche perché per sua stessa ammissione, quando mi ricontattò, mi disse che "voleva sapere cosa avevo provato a sapere che lui era andato via senza dirmi niente".
A sto punto mi chiedo se sia il caso di ricontattare qualcuno del mio vecchio gruppo per avere un quadro chiaro di tutta questa storia assurda, dato che a me sono stati raccontati dei fatti e a agli altri miei ex amici tutto l'opposto. Il mio problema è che nutro forti resistenze nel farlo, poiché non sopporterei il pensiero di essere ulteriormente ferito.
Ps. ci tengo a precisare che anche queste persone negli anni sono completamente sparite assecondandolo in toto, mentre io ne ho risentito pesantemente a livello sociale e psicologico.
Grazie a chi risponderà.
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Gentile utente,
anzitutto non è chiaro perché ritiene necessario, prima di iniziare un percorso terapeutico, affrontare online un problema che lei stesso valuta "stringente e logorante" con degli specialisti che non la conoscono e che avranno delle serie difficoltà ad interpretare fatti, sentimenti, azioni, nell'impossibilità di rivolgerle la minima domanda.
Infatti alla sua narrazione mancano molti dati. Tento di riassumerla per farle capire cosa sfugge al possibile intervento di uno psicologo.
Dunque lei aveva delle amicizie che le erano care, tuttavia ha chiuso queste relazioni "in malo modo". Vediamo perché.
Uno di questi amici le aveva chiesto per messaggino di "fare qualcosa assieme" dopo ferragosto. Lei ha risposto per la stessa via di essere molto impegnato a causa della laurea, e l'amico, sbrigativo come avviene per messaggio, non si è messo a pregarla: ha concluso che la proposta si chiudeva lì.
Così l'intero gruppo di amici è partito per le vacanze, e del resto lei non se n'è preoccupato perché era concentrato sulla necessità di laurearsi.
In seguito (qui c'è anche un gap temporale: dopo il ritorno degli amici dalla vacanza? O dopo la sua laurea?) lei ha cercato di organizzare il compleanno di quest'amico a casa sua, e si è accorto -con disdetta- che era tornato in Spagna.
Lei scrive: "stavo facendo scomodare la mia famiglia per preparare una cena di gruppo a casa mia". Ma aveva avvertito l'amico di questa iniziativa? Si era assicurato che volesse intervenire? Forse no, visto che scopre solo attraverso Istagram la sua partenza per la Spagna.
A questo punto sarebbe anche necessario sapere quali fossero i suoi legami con "questa persona", come lei la chiama senza neanche definirne il genere. Lei capisce che se invece di un semplice amico era un partner, lasciarlo partire solo (o sola) liquidando la sua proposta con un semplice messaggino può essere apparso un segnale d'indifferenza alquanto brutale. Questo spiegherebbe perché a distanza di settimane l'ex amico/a ha sentito il bisogno di telefonarle per rimproverarla.
Non spiega, invece, l'abbandono da parte degli altri amici, ma qui il suo racconto si articola in elementi che appaiono sue elucubrazioni più che dati di fatto risultanti da colloqui diretti.
Lei scopre "A distanza di anni" (prima non aveva mai sentito il bisogno di rivedere i suoi amici?) che l'amico offeso aveva fatto delle maldicenze, delle quali lei elucubra la motivazione in questi termini: "come un tentativo disperato di avere una conferma affettiva da parte mia".
Quindi non eravate semplici amici; inoltre lei ha eluso con la stessa freddezza usata prima delle vacanze ogni rassicurazione affettiva; almeno a quello che ci scrive.
Per colmo, evidentemente ha chiuso i rapporti con tutti gli amici: altro che affetto fraterno! E si sente in dubbio sul ricontattarli, perché nella marea di pettegolezzi imprecisi nel contenuto teme di essere ulteriormente ferito. Non avrà, come si dice, la coda di paglia?
Inoltre tutti siamo oggetti delle più stravaganti maldicenze, caro utente, e staremmo freschi se ogni volta ci alienassimo un intero gruppo di amici.
Il seguito: "queste persone negli anni sono completamente sparite" fa sospettare, coi limiti di uno sguardo da remoto, che sia stato lei a non cercarli più, alimentando così una sua immagine di persona scostante, eccessivamente presa da sé stessa, che certamente non incoraggia le amicizie.
Come vede ho dovuto interpretare i fatti sui brandelli dei dati che ci fornisce, in cui si avverte molto non-detto.
Se ho sbagliato la mia interpretazione posso dire che l'avevo premesso, e soprattutto che il suo terapeuta potrà fare certamente molto meglio.
Buone cose.
anzitutto non è chiaro perché ritiene necessario, prima di iniziare un percorso terapeutico, affrontare online un problema che lei stesso valuta "stringente e logorante" con degli specialisti che non la conoscono e che avranno delle serie difficoltà ad interpretare fatti, sentimenti, azioni, nell'impossibilità di rivolgerle la minima domanda.
Infatti alla sua narrazione mancano molti dati. Tento di riassumerla per farle capire cosa sfugge al possibile intervento di uno psicologo.
Dunque lei aveva delle amicizie che le erano care, tuttavia ha chiuso queste relazioni "in malo modo". Vediamo perché.
Uno di questi amici le aveva chiesto per messaggino di "fare qualcosa assieme" dopo ferragosto. Lei ha risposto per la stessa via di essere molto impegnato a causa della laurea, e l'amico, sbrigativo come avviene per messaggio, non si è messo a pregarla: ha concluso che la proposta si chiudeva lì.
Così l'intero gruppo di amici è partito per le vacanze, e del resto lei non se n'è preoccupato perché era concentrato sulla necessità di laurearsi.
In seguito (qui c'è anche un gap temporale: dopo il ritorno degli amici dalla vacanza? O dopo la sua laurea?) lei ha cercato di organizzare il compleanno di quest'amico a casa sua, e si è accorto -con disdetta- che era tornato in Spagna.
Lei scrive: "stavo facendo scomodare la mia famiglia per preparare una cena di gruppo a casa mia". Ma aveva avvertito l'amico di questa iniziativa? Si era assicurato che volesse intervenire? Forse no, visto che scopre solo attraverso Istagram la sua partenza per la Spagna.
A questo punto sarebbe anche necessario sapere quali fossero i suoi legami con "questa persona", come lei la chiama senza neanche definirne il genere. Lei capisce che se invece di un semplice amico era un partner, lasciarlo partire solo (o sola) liquidando la sua proposta con un semplice messaggino può essere apparso un segnale d'indifferenza alquanto brutale. Questo spiegherebbe perché a distanza di settimane l'ex amico/a ha sentito il bisogno di telefonarle per rimproverarla.
Non spiega, invece, l'abbandono da parte degli altri amici, ma qui il suo racconto si articola in elementi che appaiono sue elucubrazioni più che dati di fatto risultanti da colloqui diretti.
Lei scopre "A distanza di anni" (prima non aveva mai sentito il bisogno di rivedere i suoi amici?) che l'amico offeso aveva fatto delle maldicenze, delle quali lei elucubra la motivazione in questi termini: "come un tentativo disperato di avere una conferma affettiva da parte mia".
Quindi non eravate semplici amici; inoltre lei ha eluso con la stessa freddezza usata prima delle vacanze ogni rassicurazione affettiva; almeno a quello che ci scrive.
Per colmo, evidentemente ha chiuso i rapporti con tutti gli amici: altro che affetto fraterno! E si sente in dubbio sul ricontattarli, perché nella marea di pettegolezzi imprecisi nel contenuto teme di essere ulteriormente ferito. Non avrà, come si dice, la coda di paglia?
Inoltre tutti siamo oggetti delle più stravaganti maldicenze, caro utente, e staremmo freschi se ogni volta ci alienassimo un intero gruppo di amici.
Il seguito: "queste persone negli anni sono completamente sparite" fa sospettare, coi limiti di uno sguardo da remoto, che sia stato lei a non cercarli più, alimentando così una sua immagine di persona scostante, eccessivamente presa da sé stessa, che certamente non incoraggia le amicizie.
Come vede ho dovuto interpretare i fatti sui brandelli dei dati che ci fornisce, in cui si avverte molto non-detto.
Se ho sbagliato la mia interpretazione posso dire che l'avevo premesso, e soprattutto che il suo terapeuta potrà fare certamente molto meglio.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.7k visite dal 03/01/2023.
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