Non sopporto certi programmi
Sono sempre stato un cultore di programmi sportivi, soprattutto sui canali TV privati, che danno il meritato spazio di discussione anche a problemi e ambizioni delle compagini regionali.
Sono in analisi e il mio medico sostiene fortemente la dedizione con cui seguo il calcio cosiddetto minore nelle trasmissioni specializzate, rassicurandomi che in essa posso incanalare la mia rabbia e le mie frustrazioni per una vita di cui non mi ritengo soddisfatto, e che altrimenti troverebbero forme di sfogo difficili da gestire.
Tuttavia quello che dovrebbe essere un momento di relax spesso diventa per me fonte di stress e di turbamento.
So di chi è la colpa: dei giornalisti, non tutti certo, ma di quelli che per il solo fatto di occupare quella poltrona hanno spesso atteggiamenti sgradevoli e non di rado maleducati nei confronti degli spettatori.
Capita infatti che questi arroganti, forse solo perché forti del potere di cui li riveste il loro ruolo, non consentano a quanti si collegano da casa, magari dopo aver atteso un'intera giornata di prendere la linea nella diretta, di dire il loro rispettabile punto di vista sulle questioni inerenti rendimento arbitri e classifiche.
Molti programmi danno ai tifosi un cantuccio dal quale far sentire la loro voce, che spesso non è inferiore, quanto a competenze disciplinari, a quelle dei professionisti, ma questi ultimi noto che non lasciano parlare chi interviene, spesso umiliandoli o deridendoli per il loro marcato accento dialettale, chiudendo la telefonata senza che lo spettatore arrivi a concludere la formulazione della sua elucubrazione tattica.
Trovo poco corretto, anzi irritante, questo sbilanciamento nei rapporti tra conduttori e pubblico, e non posso fare a meno di telefonare a mia volta per prendere le difese delle vittime di questo iniquo trattamento, per di più sotto gli occhi dei tanti che a quell'ora sono sintonizzati su frequenze di cui qui non posso fare il nome.
Ho inviato anche comunicazione tramite raccomandata con ricevuta di ritorno alle redazioni televisive, ma le mie richieste di spiegazione risultano ignorate.
Tutte le volte che intendo intervenire anch'io in diretta, avverto sempre il mio analista che sto per chiamare ed invitarlo ad ascoltare, in modo che nella seduta successiva lui mi dia un suo riscontro su come a suo parere mi sono disimpegnato e su come potrei rendere più incisive le mie partecipazioni le volte dopo.
Ma ormai la mia insofferenza trabocca: ho preparato un discorso in cui riversare in maniera definitiva tutto il mio disappunto sui modi in cui uno di questi rotocalchi è condotto: per me sarebbe fondamentale dare una buona strigliata agli autori del programma, dicendo loro in faccia che a mio avviso non sono capaci di fare il loro lavoro e non meritano il posto che occupano, ma non so se avvisare il mio analista anche in questo caso e pertanto vi sarei grato se mi deste un consiglio circa l'opportunità di procedere direttamente o di consultare lui in via preventiva, grazie
Sono in analisi e il mio medico sostiene fortemente la dedizione con cui seguo il calcio cosiddetto minore nelle trasmissioni specializzate, rassicurandomi che in essa posso incanalare la mia rabbia e le mie frustrazioni per una vita di cui non mi ritengo soddisfatto, e che altrimenti troverebbero forme di sfogo difficili da gestire.
Tuttavia quello che dovrebbe essere un momento di relax spesso diventa per me fonte di stress e di turbamento.
So di chi è la colpa: dei giornalisti, non tutti certo, ma di quelli che per il solo fatto di occupare quella poltrona hanno spesso atteggiamenti sgradevoli e non di rado maleducati nei confronti degli spettatori.
Capita infatti che questi arroganti, forse solo perché forti del potere di cui li riveste il loro ruolo, non consentano a quanti si collegano da casa, magari dopo aver atteso un'intera giornata di prendere la linea nella diretta, di dire il loro rispettabile punto di vista sulle questioni inerenti rendimento arbitri e classifiche.
Molti programmi danno ai tifosi un cantuccio dal quale far sentire la loro voce, che spesso non è inferiore, quanto a competenze disciplinari, a quelle dei professionisti, ma questi ultimi noto che non lasciano parlare chi interviene, spesso umiliandoli o deridendoli per il loro marcato accento dialettale, chiudendo la telefonata senza che lo spettatore arrivi a concludere la formulazione della sua elucubrazione tattica.
Trovo poco corretto, anzi irritante, questo sbilanciamento nei rapporti tra conduttori e pubblico, e non posso fare a meno di telefonare a mia volta per prendere le difese delle vittime di questo iniquo trattamento, per di più sotto gli occhi dei tanti che a quell'ora sono sintonizzati su frequenze di cui qui non posso fare il nome.
Ho inviato anche comunicazione tramite raccomandata con ricevuta di ritorno alle redazioni televisive, ma le mie richieste di spiegazione risultano ignorate.
Tutte le volte che intendo intervenire anch'io in diretta, avverto sempre il mio analista che sto per chiamare ed invitarlo ad ascoltare, in modo che nella seduta successiva lui mi dia un suo riscontro su come a suo parere mi sono disimpegnato e su come potrei rendere più incisive le mie partecipazioni le volte dopo.
Ma ormai la mia insofferenza trabocca: ho preparato un discorso in cui riversare in maniera definitiva tutto il mio disappunto sui modi in cui uno di questi rotocalchi è condotto: per me sarebbe fondamentale dare una buona strigliata agli autori del programma, dicendo loro in faccia che a mio avviso non sono capaci di fare il loro lavoro e non meritano il posto che occupano, ma non so se avvisare il mio analista anche in questo caso e pertanto vi sarei grato se mi deste un consiglio circa l'opportunità di procedere direttamente o di consultare lui in via preventiva, grazie
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Gentile utente,
dal momento in cui è in analisi, e come lei afferma "il mio medico sostiene fortemente la dedizione con cui seguo il calcio cosiddetto minore nelle trasmissioni specializzate, rassicurandomi che in essa posso incanalare la mia rabbia e le mie frustrazioni..."
Provi a esprimere cosa significa per lei e cosa prova al suo terapeuta riguardo a "certi programmi" che le potrà fornire le risposte adeguate, conoscendola, per poter tollerare questa sua ulteriore frustrazione.
Un caro saluto
dal momento in cui è in analisi, e come lei afferma "il mio medico sostiene fortemente la dedizione con cui seguo il calcio cosiddetto minore nelle trasmissioni specializzate, rassicurandomi che in essa posso incanalare la mia rabbia e le mie frustrazioni..."
Provi a esprimere cosa significa per lei e cosa prova al suo terapeuta riguardo a "certi programmi" che le potrà fornire le risposte adeguate, conoscendola, per poter tollerare questa sua ulteriore frustrazione.
Un caro saluto
Dott.ssa Fabiola Raffone
Psicologa Clinica, Criminologa, Grafologa, Psicodiagnosta, Terapista della riab. psichiatrica
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Utente
La ringrazio dell'attenzione, trovo prezioso il supporto che ricevo dai professionisti della salute mentale con cui mi confronto, a cominciare dal mio analista, che pubblicamente ringrazio di avermi sempre incoraggiato a non tirarmi indietro quando le trasmissioni permettono al pubblico di intervenire, perché in tal modo trovo un banco di prova in cui cementare la mia personalità, a dispetto di tutti i blocchi patologici che ne tarpano la libera espressione. Trovo piacere nel confronto dialettico sui temi di gioco, ma spesso constato poca disponibilità da parte di chi sta alla guida dei programmi specializzati, e mi sento frustrato di non trovare interlocutori all'altezza di tenermi testa sulle analisi tattiche - e di ciò sono certo osservando il modo allibito con cui i giornalisti si guardano mentre io sciorino le mie riflessioni a telefono: hanno il disorientamento tipico misto ad invidia di chi si sente surclassato da qualcuno che sfoggia maggiori competenze di lui: Lei come se lo spiega? Proprio l'altra sera, testimone il mio curante che era collegato alla stessa ora su quelle frequenze, mentre ero al culmine di una disamina tecnica sull'uscita di un portiere a mio avviso gravemente deficitaria, con mio disappunto mi sono accorto che il mio audio era stato silenziato; mi ha fatto molto male questa mancanza di considerazione verso un'opinione come la mia che invece ritenevo più che rispettabile, che forse avrà messo in crisi le certezze di quanti erano in studio inducendoli a censurarmi, anche se ciò equivale a una implicita ammissione di inferiorità da parte loro, che hanno criticato il mio commento senza darmi possibilità di replicare, visto che la mia chiamata era stata interrotta. Ho provato a richiamare quantomeno per sottolineare quanto poco corretto trovassi questa scarsa attenzione verso lo spettatore, ma la linea cadeva appena davo le mie generalità prima di essere smistato sulla diretta. È un mio parere, ma gli studi di questi programmi sono composti in larga parte da figure non solo poco preparate, ma anche prevenute verso chi chiama da casa, come se il pubblico avesse tra le sue fila solo degli zotici incapaci di analisi tattica del match, mentre loro si credono depositari esclusivi della conoscenza delle cose calcistiche. Chiedo pertanto agli stimati specialisti se concordano col mio curante nel riconoscere le mie competenze su questa materia e se approvano che io contatti le varie trasmissioni regionali per dimostrarlo, grazie
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 659 visite dal 02/01/2023.
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