Porno e stigma sociale
Ho commesso un tremendo errore, dovuto a una manovra maldestra fatta col cellulare.
Ho l'abitudine di scambiare con un amico video porno in condivisione su wazzap; solo che uno di tali video è andato a finire su una chat di lavoro.
Appena me ne sono reso conto, ho cancellato il video in questione, ma come ulteriore sbaglio ho premuto la funzione "elimina per me" invece di "elimina per tutti"... Ho abbandonato il gruppo, ma adesso tutti sanno che io guardo quella roba.
Tale nuova versione che ho fornito di me contrasta con l'immagine che ho sempre cercato di dare al lavoro: quella di una persona di specchiata moralità e dalla irreprensibile condotta, che per di più non mancava anche di puntare il dito contro leggerezze e cadute di stile da parte degli altri.
Un crudele contrappasso! Proprio io che criticavo frivolezze e scadimenti nella professionalità dei colleghi... Ora tutti sanno che sono un cultore del porno; e il video aveva anche un contenuto piuttosto spinto... Mi sento come messo a nudo e sommerso dalla vergogna e non so con quale faccia mi ripresenterò al lavoro al rientro dalle vacanze: temo il giudizio e l'idea che si faranno tutti di me dopo aver scoperto un aspetto della mia personalità che mai avevo rivelato... Una vergogna tale da alimentare una nuova paura: e se un soggetto che si macchia di uno sbaglio simile al mio, non tollerando che gli altri lo ritengano un pornomane, finisse per commettere una sciocchezza?
Si sentono storie di gente crocifissa per lo scandalo che ha travolto la loro immagine pubblica...
Ho l'abitudine di scambiare con un amico video porno in condivisione su wazzap; solo che uno di tali video è andato a finire su una chat di lavoro.
Appena me ne sono reso conto, ho cancellato il video in questione, ma come ulteriore sbaglio ho premuto la funzione "elimina per me" invece di "elimina per tutti"... Ho abbandonato il gruppo, ma adesso tutti sanno che io guardo quella roba.
Tale nuova versione che ho fornito di me contrasta con l'immagine che ho sempre cercato di dare al lavoro: quella di una persona di specchiata moralità e dalla irreprensibile condotta, che per di più non mancava anche di puntare il dito contro leggerezze e cadute di stile da parte degli altri.
Un crudele contrappasso! Proprio io che criticavo frivolezze e scadimenti nella professionalità dei colleghi... Ora tutti sanno che sono un cultore del porno; e il video aveva anche un contenuto piuttosto spinto... Mi sento come messo a nudo e sommerso dalla vergogna e non so con quale faccia mi ripresenterò al lavoro al rientro dalle vacanze: temo il giudizio e l'idea che si faranno tutti di me dopo aver scoperto un aspetto della mia personalità che mai avevo rivelato... Una vergogna tale da alimentare una nuova paura: e se un soggetto che si macchia di uno sbaglio simile al mio, non tollerando che gli altri lo ritengano un pornomane, finisse per commettere una sciocchezza?
Si sentono storie di gente crocifissa per lo scandalo che ha travolto la loro immagine pubblica...
[#1]
Gentile utente,
ci dice che Lei ci teneva tanto a presentarsi come ".. una persona di specchiata moralità e dalla irreprensibile condotta, che per di più non mancava anche di puntare il dito contro leggerezze e cadute di stile da parte degli altri. Un crudele contrappasso!.."
Purtroppo, o per fortuna, la maschera è caduta. Ora è un uomo alla pari con i Suoi colleghi.
Considerato che il comportamento in oggetto è divenuto abbastanza diffuso e condiviso talvolta goliardicamente (per questo non parlerei di "stigma sociale"), forse i colleghi ci faranno su una risata.
"Una risata vi seppellirà" (frase attribuita all'anarchico Bakunin, '800), può essere interpretata come reazione lieve ad un evento poi non così micidiale.
E dunque se riuscirà a farsene una ragione non sarà "sommerso dalla vergogna", ma da una risata a cui Lei stesso potrebbe partecipare.
Se invece Lei drammatizza, soprattutto a causa della discrepanza tra l'essere e l'apparire,
se quanto accaduto diventasse un nuovo contenuto del DOC di cui ci ha parlato in passato,
se Lei per primo non si perdona,
se il Suo severo giudice interno (che sembra peraltro salvare solo le forme e le apparenze) non Le dovesse dare tregua,
esso potrebbe entrare in risonanza con il "giudice" che sta negli altri stimolandone giudizi severi.
E dunque non uno "stigma sociale", bensì una vergogna personale dovuta soprattutto alla discrepanza tra immagine pubblica e realtà intima (ha presente il classico "Vizi privati, pubbliche virtù"?).
Saluti cordiali e giorni sereni.
Dott. Brunialti
ci dice che Lei ci teneva tanto a presentarsi come ".. una persona di specchiata moralità e dalla irreprensibile condotta, che per di più non mancava anche di puntare il dito contro leggerezze e cadute di stile da parte degli altri. Un crudele contrappasso!.."
Purtroppo, o per fortuna, la maschera è caduta. Ora è un uomo alla pari con i Suoi colleghi.
Considerato che il comportamento in oggetto è divenuto abbastanza diffuso e condiviso talvolta goliardicamente (per questo non parlerei di "stigma sociale"), forse i colleghi ci faranno su una risata.
"Una risata vi seppellirà" (frase attribuita all'anarchico Bakunin, '800), può essere interpretata come reazione lieve ad un evento poi non così micidiale.
E dunque se riuscirà a farsene una ragione non sarà "sommerso dalla vergogna", ma da una risata a cui Lei stesso potrebbe partecipare.
Se invece Lei drammatizza, soprattutto a causa della discrepanza tra l'essere e l'apparire,
se quanto accaduto diventasse un nuovo contenuto del DOC di cui ci ha parlato in passato,
se Lei per primo non si perdona,
se il Suo severo giudice interno (che sembra peraltro salvare solo le forme e le apparenze) non Le dovesse dare tregua,
esso potrebbe entrare in risonanza con il "giudice" che sta negli altri stimolandone giudizi severi.
E dunque non uno "stigma sociale", bensì una vergogna personale dovuta soprattutto alla discrepanza tra immagine pubblica e realtà intima (ha presente il classico "Vizi privati, pubbliche virtù"?).
Saluti cordiali e giorni sereni.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
La ringrazio; purtroppo non riesco a non dare importanza a quello che gli altri pensano di me, quindi l'idea che i colleghi da quel momento in avanti vedano in me un malato sessuale mi riempie di vergogna. Di certo loro avranno di meglio che soffermarsi sulla scoperta di questo mio vizio, pero ormai mi sento addosso un marchio d'infamia che forse solo il tempo mi toglierà.
[#3]
"Vizio" mi sembra un vocabolo troppo grosso per i fatti in oggetto. Però da tale parola (e auto-valutazione) non può nascere che la vergogna come possibilità di perdere la faccia a causa del giudizio.
"...purtroppo non riesco a non dare importanza a quello che gli altri pensano di me..," ci dice;
ha mai provato a lavorarci psicologicamente?
Dott. Brunialti
"...purtroppo non riesco a non dare importanza a quello che gli altri pensano di me..," ci dice;
ha mai provato a lavorarci psicologicamente?
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.1k visite dal 29/12/2022.
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