Non trovo un senso alla mia vita

Salve a tutti, sono un ragazzo ed oggi ho deciso di iscrivermi a questo sito per chiedere un consulto psicologico dopo averne parlato in un altro della mia apatia.

Ho da qualche anno terminato le scuole superiori, e se fino a quegli anni non ho avuto grossi problemi, oggi mi sento un essere inutile, in quanto né la mia vita sentimentale e né la mia vita lavorativa ha un inizio.

Purtroppo mi viene da pensare che se qualsiasi problema psicologico si può risolvere a grandi linee tramite un percorso psicoterapeutico, sulla depressione da mancanza di lavoro penso che si possa fare poco o nulla se il problema non si risolve alla base, ossia trovare un lavoro.

Non starò qui a lamentarmi della mia vita sentimentale in quanto credo che sia tutto un collegamento: mancanza di lavoro > mancanza di vita sociale > mancanza di nuove conoscenze.

Il problema è che se fino ad oggi avevo uno spiraglio di trasferirmi, ho scoperto che persino mio fratello non è più disposto ad accogliermi inizialmente in una nuova città.
L' ho percepito come un segno di tradimento da parte sua, ma rispetto la sua decisione.
Inoltre lui continua a ripetermi che alla mia età (25 anni) non ha più senso trasferirmi in quanto mi troverò male ovunque, ma è realmente così?

Oggi mi sento vuoto, privo di interessi e di passioni, alterno momenti della giornata in cui sento una forte energia che però non riesce ad essere sprigionata ad altri in cui mi sento stanco e sfinito pur essendo rimasto in casa tutto il giorno senza aver fatto nulla.

Passano le giornate, le settimane, i mesi, ma la mia vita non riesco a cambiarla.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Inoltre lui continua a ripetermi che alla mia età (25 anni) non ha più senso trasferirmi in quanto mi troverò male ovunque, ma è realmente così?

Sì potrebbe avere ragione. L'idea di trasferirsi per curare un problema personale è sopravvalutata. Trasferirsi può insegnare molte cose, può aprire la mente, ma se alla base c'è un problema che non ha a che vedere con il luogo in cui sei, ma con te stesso, non te lo risolve.

In realtà è probabile che tuo fratello ti stia facendo un favore. Questa storia che "il lavoro non si trova" è una leggenda metropolitana. Un lavoro per cominciare, anche se non è quello dei nostri sogni, lo si trova sempre. Certo, potrà essere un lavoro umile. Ma per cominciare va bene anche quello. Poi costruisci sul'esperienza fatta e vai avanti.

È quello che fanno tutti. Non cadere nell'illusione di credere che tutti possano passare da disoccupati a uomini di successo senza fare nulla nel mezzo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Il problema è che da un punto di vista lavorativo è un dato oggettivo sul quale il lavoro dalle mie parti manchi, rispetto alle zone dove sta lui dove c'è e gli stipendi sono decisamente più alti. Anche se posso capire che da lui anche il costo della vita sia più alto.

Tuttavia se posso oltrepassare la questione lavorativa, non riesco ad oltrepassare proprio la questione "sociale", io odio vivere in un paesino così piccolo, non mi sento me stesso, non mi sento valorizzato, sogno di essere in un parco in mezzo ad una marea di gente (sensazione che ho già provato quando sono andato qualche mese fa in una città) e mi sono sentito completamente un'altra persona, vorrei trovarmi in locali pieni di gente, in luoghi in cui c'è vita, invece mi trovo in mezzo al nulla.

Non capisco perché voi psicologi tendete a sminuire questa cosa, l'uomo di natura è un nomade e se non si trova bene in un luogo non si può stabilizzare lì, oggi invece si fa passare il messaggio che questo è il posto in cui vivo e questo devi accettare, privandoti di tutte le opportunità che può offrire una civiltà più ampia ed industrializzata.

Capisco benissimo che bisogna risolvere i problemi interni, ma perché ho avuto amici che sono completamente cambiati essendo andati via di qui?
Non so, forse sono giovane e sogno troppo, ma io parlo su ciò che sento
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Non capisco perché voi psicologi tendete a sminuire questa cosa

Parli con uno che ha vissuto vari anni all'estero, quindi so bene cosa può spingere le persone ad andarsene. Quindi lo so non solo per motivi professionali, ma personali.

Il punto è che il tuo sembra il classico caso dove, anche se partissi, ti porteresti probabilmente dietro i tuoi problemi.

Ma se mi sbaglio e se non è così, puoi sempre dimostrarlo a te stesso: prendi e parti. Senza preoccuparti di quello che troverai o non troverai laggiù. Come ho fatto io a 20 anni.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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Utente
Utente
Ovviamente non intendevo sminuire il vostro pensiero, è ovvio che lei parla in base a dei titoli mentre io parlo solamente in base a ciò che sento e che provo, ecco perché mi capita di non sentirmi capito.

Il punto è che io mi sono fatto diverse domande, del tipo:
Vorresti abitare in una città o in un paesino piccolissimo? > Città
Vorresti ampliare le conoscenze in un contesto di vita più ampio e che ti dia più opportunità ed esperienze o rimanere lì? > Opzione 1 ovviamente
Vorresti girare per parchi, musei, passeggiare per lunghe vie della città oppure uscire solo per fare una pizza e tornarsene a casa visto che oltre una pizzeria non c'è nient'altro?
>Opzione 1.

Insomma potrei continuare all'infinito, vivere nei pressi di km e km di boschi è bello, ci mancherebbe, ma non è il contesto giusto per farmi sentire più "aperto"
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Puoi continuare a sognare all'infinito, ma il punto è che le cose che desideri, qualunque esse siano, non si manifesteranno se tu stesso non ti metti in movimento per farle accadere.

"Aiutati che il ciel t'aiuta".

Probabilmente risenti ancora di uno strascico di mentalità infantile dove ci si aspetta che le cose accadano in modo magico, indipendentemente da ciò che facciamo. E poi, quando non accadono, si battono i piedi perché non sono accadute.

Cerca un aiuto terapeutico per farti insegnare a costruirti un riferimento interno, piuttosto che esterno come lo hai adesso. Cioè per imparare a sentirti artefice di ciò che ti capita senza dare la colpa al mondo e alle circostanze.

Altrimenti ti condannerai da solo a restare dove sei.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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