Mia figlia non vuole tornare a casa

Vi scrivo perché vorrei capire come comportarmi con mia figlia di 4 anni.
Quando andiamo a casa di amici, dai nonni o le zie, non vuole più tornare a casa; a volte fa proprio delle sceneggiate e dobbiamo prenderla di peso, sembra quasi che vada in tilt.
È una scena molto brutta da vedere, alcuni mi chiedono come mai e me lo chiedo anch'io, mi chiedo se c'è qualche problema in casa ma analizzando la situazione credo stia bene, io e lei abbiamo un bel rapporto e i giochi non le mancano, ha un rapporto più conflittuale con il papà ma niente di così esagerato.
Le abbiamo provate tutte, con le buone spiegandoglielo, oppure mio marito ha fatto la voce grossa... Lei piange perché si rende conto ma il giorno dopo se andiamo a casa di qualcuno la situazione è punto e a capo.
Secondo voi come ci dovremmo comportare?
Forse sono solo capricci, è figlia unica e l'abbiamo viziata un po' tutti, o forse si può trattare di un disagio più profondo?
Grazie, un saluto
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Dr.ssa Angela Montuori Psicoterapeuta, Psicologo 57 3
Gent.Le Utente,
Lei utilizza il termine sceneggiate .
Riferisce altresì di avere un bel rapporto con sua figlia; che ha un rapporto più conflittuale con il papà ma niente di così esagerato.
Riferisce di aver parlato con la bambina, che poi piange perché si rende conto.
E ancora, dice di averla un po’ tutti viziata perché figlia unica.
Perché le chiama sceneggiate? Pensa siano capricci?
Anche il papà ha la sua stessa opinione a riguardo?
Niente di così esagerato; potrebbbe spiegare meglio perché e che tipo di conflittualità c’è con il papà?
Ne avete parlato con la bambina; le avete chiesto perché reagisce così?
Piange perché poi si rende conto ; di cosa?
Per meglio comprendere il perché del comportamento di sua figlia occorrono maggiori e più precise informazioni.

Dott.ssa Angela Montuori
Psicologa/Psicoterapeuta

[#2]
Utente
Utente
Buongiorno, la ringrazio per il celere interessamento.

Cerco di spiegarle meglio la situazione:

Quando è ora di tornare a casa mia figlia si nasconde, si mette a piangere e urlare e tutti le vanno intorno con aria spaventata (da qui il termine sceneggiate , potrebbe essere una scena creata per attirare l'attenzione su di se), io stessa non so se sono solo capricci o come le ho scritto un disagio più profondo. Quando lo fa, è impossibile parlarle, o meglio se le chiedo perché la sua risposta sarà "non voglio tornare a casa" e continuerà a ripeterlo all'infinito. Appena salita in macchina si tranquillizza, a volte piange ancora un po' e poi "si rende conto" nel senso che ci chiede scusa per il suo comportamento (spesso fa cose che non si devono fare e quando glielo faccio notare mi chiede scusa, es. lanciare gli oggetti per terra, dar fastidio ai cani); quando si calma cerco di capire come mai non vuole tornare a casa, le risposte sono "non lo so" oppure "perché dalla zia ci sono i giochi" cosa non vera in quanto li porta lei, lì non ci sono. Le chiedo se non sta bene con mamma e papà, mi risponde di no e mi abbraccia. Il padre, quando la deve prendere di peso per portarla a casa, si arrabbia e va avanti a sgridarla anche quando si è tranquillizzata dicendole che non ci si comporta così e altre cose del genere, a volte la fa piangere di nuovo perché alza la voce. Le abbiamo provate tutte (sia il dialogo sia la sgridata e punizione) ma il giorno dopo è come se non fosse successo nulla e se andiamo a casa di persone, si comporta ancora così. Con il padre c'è un rapporto conflittuale difficile da spiegare , riguarda le azioni di tutti i giorni ad esempio: per me fa dei disegni bellissimi con i cuoricini e a papà fa sempre dei disegni brutti (con colori che non le piacciono tipo il marrone) o lo disegna piccolo in un angolo, dice sempre che vuole bene a me e i cani e papà no (questo lo dice anche dalle zie/nonne che ridono, non vorrei che lo facesse per compiacere), però in realtà con lui gioca spesso e si diverte, lo picchia per gioco da quando era piccina e lui rideva, ora a volte esagera e poi litigano. Non penso che non voglia bene a suo padre, solo hanno un modo di scherzare creato così da entrambi, a volte è solo un gioco, a volte sembra si arrabbi veramente con lui e di conseguenza anche lui.
Mi faccia sapere cortesemente se sono stata chiara o se ha bisogno di ulteriori informazioni.
Grazie, un saluto
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Dr.ssa Angela Montuori Psicoterapeuta, Psicologo 57 3
Gent.le Utente,
la bambina ha troppe attenzioni; non e’ un rimprovero, può capitare, ma ci vuole un ridimensionamento.
E’ importante gestire con autorevolezza le fisiologiche spinte narcisistiche di questa fase dello sviluppo.
Ritengo pertanto opportuno far presente in modo chiaro e netto, in assenza della bambina, ai nonni, zii, amici ecc. della necessità di non intervenire ne’ con parole ne’ con azioni quando sua figlia inizia le sceneggiate.
In quel momento e’ bene che il padre si avvicini e le dica, una sola volta, con tono pacato ma assertivo , che e’ ora di andare a casa, procedendo in mancanza a prenderla in braccio e portarla via senza dire una parola.
Evitare in auto e anche dopo commenti e rimproveri, domande o spiegazioni.
Il gioco del picchiarsi non va bene.
La bambina a mio avviso vuole e/o sente di avere potere sul papà.
Lo disegna piccolo in un angolo; lo vede e/o lo vuole ridurre così.
Logicamente questo si muove in sia figlia tra il preconscio e l’inconscio.
I bambini crescendo tendono a voler gestire loro i genitori e quando ci riescono si sentono potenti; onnipotenti, contenti.
Ma un bambino che riesce ad avere tanto potere su un genitore e’ un bambino che poi deve avere altrettanto potere per proteggersi da solo, guidarsi da solo, crescere da solo, perché non può confidare nella capacità dei genitori, da lui ridotti piccoli e in un angolo, di farlo.
Quindi il precipitato e’ un circolo vizioso di onnipotenza-insicurezza che alla lunga produce angoscia nel bambino.
Importante che lei e suo marito vi confrontiate su quanto le sto rimandando e agiate in sinergia.
Qualsiasi disaccordo tra voi due va affrontato non in presenza di vostra figlia.
Cordialmente,

Dott.ssa Angela Montuori
Psicologa/Psicoterapeuta.

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Utente
Utente
In effetti credo anch'io abbia troppe attenzioni. Metteremo sicuramente in pratica i suoi preziosi consigli cercando di collaborare tra noi.
Ringraziandola, porgo cordiali saluti.