Problemi con mia nonna
Mia nonna vedova soffre di un principio di demenza, per cui in famiglia siamo abituati ad assecondare le sue richieste, anche le più bizzarre, senza darvi troppo peso.
Ultimamente però alcune sue condotte stanno oltrepassando il limite della decenza, in particolare nei miei confronti, risultandomi a dir poco sgradite.
Da un po' notavo che iniziava a farmi domande sulla mia vita intima, ironizzando sul fatto che, a causa dello studio che mi assorbe molto tempo, non avessi una ragazza.
Ma le sue allusioni diventavano sempre più spinte, specie quando ci trovavamo soli io e lei in casa.
Domenica scorsa si è presentata in camera mia, mentre ripassavo per l'esame che vorrei dare nella sessione invernale, col chiaro intento di sedurmi.
Tentavo di non darle corda e di non cedere alle sue insinuazioni, invitandola con cortesia a lasciarmi studiare, ma sembrava che lei prendesse gusto a provocarmi, anziché desistere, quanto più io mi sforzavo di dissuaderla da condotte poco consone.
Vedendo che non stavo al suo gioco sporco, è diventata esplicita: mi ha detto che eravamo soli in casa fino a sera e che i miei genitori non lo avrebbero mai saputo.
A quel punto mi sono accorto di stare avendo una involontaria erezione (anche se ciò mi causava disgusto e sensi di colpa) che lei con compiacimento notò sotto il pigiama che indossavo.
Avanzò fino a trovarsi a pochi centimetri da me, incurante che le dicessi di fermarsi, arrivando perfino a ricattarmi che se non avessi soddisfatto il suo capriccio avrebbe raccontato ai miei genitori che ero stato io a molestarla, approfittando della sua parziale infermità di mente (sebbene mi pare che su questo punto ci marci un po' troppo... ) .
Non ho molta esperienza in fatto di donne, ma non immaginavo che una persona, per di più avanti con gli anni, potesse degradarsi a una perdita di inibizioni cosi vergognosa, vicina più all'animalesco che all'umano: con la mia ex non mi era mai successo di dover fare i conti con una furia sessuale così irrefrenabile, che devo per forza addebitarla alle condizioni patologiche in cui versa mia nonna, oltre che alla spudorata assenza di senso morale che la stessa ha rivelato in tale circostanza.
Questa esperienza mi ha segnato, gettandomi in un grave turbamento psichico, ma non so con chi parlarne, per cui mi sono sfogato in questa sede, dopo che mi ero tenuto dentro tutto il mio disagio per i giorni precedenti, alla ricerca di conforto e di consigli da parte di esperti Professionisti.
Ora ho paura, paura di ritrovarmi solo in questa casa con lei, che in presenza di altri familiari convenuti qui per le festività mi lancia sguardi che interpreto come ansiosi di trovare in me complicità alle perversioni dell'altra sera, paura di non sapere se sarò in grado di resistere: non oso pensare se la cosa dovesse ripetersi, se diventasse una sorta di precedente, invece che un episodio, mettendo in moto una spirale da cui non saprei come tirarmi fuori.
Ultimamente però alcune sue condotte stanno oltrepassando il limite della decenza, in particolare nei miei confronti, risultandomi a dir poco sgradite.
Da un po' notavo che iniziava a farmi domande sulla mia vita intima, ironizzando sul fatto che, a causa dello studio che mi assorbe molto tempo, non avessi una ragazza.
Ma le sue allusioni diventavano sempre più spinte, specie quando ci trovavamo soli io e lei in casa.
Domenica scorsa si è presentata in camera mia, mentre ripassavo per l'esame che vorrei dare nella sessione invernale, col chiaro intento di sedurmi.
Tentavo di non darle corda e di non cedere alle sue insinuazioni, invitandola con cortesia a lasciarmi studiare, ma sembrava che lei prendesse gusto a provocarmi, anziché desistere, quanto più io mi sforzavo di dissuaderla da condotte poco consone.
Vedendo che non stavo al suo gioco sporco, è diventata esplicita: mi ha detto che eravamo soli in casa fino a sera e che i miei genitori non lo avrebbero mai saputo.
A quel punto mi sono accorto di stare avendo una involontaria erezione (anche se ciò mi causava disgusto e sensi di colpa) che lei con compiacimento notò sotto il pigiama che indossavo.
Avanzò fino a trovarsi a pochi centimetri da me, incurante che le dicessi di fermarsi, arrivando perfino a ricattarmi che se non avessi soddisfatto il suo capriccio avrebbe raccontato ai miei genitori che ero stato io a molestarla, approfittando della sua parziale infermità di mente (sebbene mi pare che su questo punto ci marci un po' troppo... ) .
Non ho molta esperienza in fatto di donne, ma non immaginavo che una persona, per di più avanti con gli anni, potesse degradarsi a una perdita di inibizioni cosi vergognosa, vicina più all'animalesco che all'umano: con la mia ex non mi era mai successo di dover fare i conti con una furia sessuale così irrefrenabile, che devo per forza addebitarla alle condizioni patologiche in cui versa mia nonna, oltre che alla spudorata assenza di senso morale che la stessa ha rivelato in tale circostanza.
Questa esperienza mi ha segnato, gettandomi in un grave turbamento psichico, ma non so con chi parlarne, per cui mi sono sfogato in questa sede, dopo che mi ero tenuto dentro tutto il mio disagio per i giorni precedenti, alla ricerca di conforto e di consigli da parte di esperti Professionisti.
Ora ho paura, paura di ritrovarmi solo in questa casa con lei, che in presenza di altri familiari convenuti qui per le festività mi lancia sguardi che interpreto come ansiosi di trovare in me complicità alle perversioni dell'altra sera, paura di non sapere se sarò in grado di resistere: non oso pensare se la cosa dovesse ripetersi, se diventasse una sorta di precedente, invece che un episodio, mettendo in moto una spirale da cui non saprei come tirarmi fuori.
[#1]
Gentile utente,
Due sono gli aspetti che il suo consulto evoca.
< La demenza.
Chi ha studiato a fondo la demenza ed ha frequentato i luoghi nei quali essa viene accolta e gestita sa bene che la "disinibizione" anche sessuale è uno dei sintomi classici dalla patologia in oggetto: con parole spinte e proposte concrete, con comportamenti che vanno dallo spogliarsi in pubblico ai toccamenti di sé e di altri nelle zone erogene.
Quando diciamo "disinibizione" intendiamo dire che la demenza (come del resto altre patologie o l'uso di sostanze) indebolisce o annulla i limiti personali e/o sociali a cui la persona si era sottoposta o adeguata durante la sua vita. Occorre quindi che chi assiste non pronunzi giudizi morali fuori luogo; occorre invece che sappia gestire.
E dunque nessuno sconcerto o "turbamento psichico" di Lei che ci scrive. E' tutto già noto e prevedibile.
Ma.. perchè tocca proprio a Lei essere l'oggetto delle avances? Non lo possiamo sapere, e dunque solo due ipotesi: Lei è giovane, Lei si imbarazza, Lei forse è disponibile come si vedrà nel punto successivo.
< Chi assiste.
Il secondo aspetto del consulto riguarda Lei.
Riflettiamo insieme su queste due Sue frasi virgolettate.
1. "Ora ho paura, paura di ritrovarmi solo in questa casa con lei, che in presenza di altri familiari convenuti qui per le festività.."
2. "... paura di non sapere se sarò in grado di resistere .."
Per il primo aspetto occorre che Lei parli con i suoi genitori, facendo leggere questa risposta: tutta la famiglia è chiamata a documentarsi sulla patologia di un familiare, sia essa fisica, psichica o psichiatrica. Documentarsi per gestire al meglio e con competenza.
Per il secondo aspetto: dopo che Lei ha dato dei giudizi così tranchat sui comportamenti della nonna, come valuta Lei la propria situazione, quella che La porterebbe ad approfittare di una persona demente, e dunque non perfettamente in grado di intendere e volere?
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Due sono gli aspetti che il suo consulto evoca.
< La demenza.
Chi ha studiato a fondo la demenza ed ha frequentato i luoghi nei quali essa viene accolta e gestita sa bene che la "disinibizione" anche sessuale è uno dei sintomi classici dalla patologia in oggetto: con parole spinte e proposte concrete, con comportamenti che vanno dallo spogliarsi in pubblico ai toccamenti di sé e di altri nelle zone erogene.
Quando diciamo "disinibizione" intendiamo dire che la demenza (come del resto altre patologie o l'uso di sostanze) indebolisce o annulla i limiti personali e/o sociali a cui la persona si era sottoposta o adeguata durante la sua vita. Occorre quindi che chi assiste non pronunzi giudizi morali fuori luogo; occorre invece che sappia gestire.
E dunque nessuno sconcerto o "turbamento psichico" di Lei che ci scrive. E' tutto già noto e prevedibile.
Ma.. perchè tocca proprio a Lei essere l'oggetto delle avances? Non lo possiamo sapere, e dunque solo due ipotesi: Lei è giovane, Lei si imbarazza, Lei forse è disponibile come si vedrà nel punto successivo.
< Chi assiste.
Il secondo aspetto del consulto riguarda Lei.
Riflettiamo insieme su queste due Sue frasi virgolettate.
1. "Ora ho paura, paura di ritrovarmi solo in questa casa con lei, che in presenza di altri familiari convenuti qui per le festività.."
2. "... paura di non sapere se sarò in grado di resistere .."
Per il primo aspetto occorre che Lei parli con i suoi genitori, facendo leggere questa risposta: tutta la famiglia è chiamata a documentarsi sulla patologia di un familiare, sia essa fisica, psichica o psichiatrica. Documentarsi per gestire al meglio e con competenza.
Per il secondo aspetto: dopo che Lei ha dato dei giudizi così tranchat sui comportamenti della nonna, come valuta Lei la propria situazione, quella che La porterebbe ad approfittare di una persona demente, e dunque non perfettamente in grado di intendere e volere?
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
La ringrazio della risposta; purtroppo l'intera faccenda è rapidamente precipitata, assumendo una piega imprevista e caricandosi di risvolti sempre più torbidi. Ieri mattina, mentre ero a letto ancora sveglio e mi dedicavo, secondo mia abitudine, a momenti che amo definire di abbandono alle mie fantasie (possiedo sullo Smartphone dei video privati girati insieme alla mia ex e a quell'ora, approfittando del vigore mattutino, sono solito riguardarli, per lenire la mia nostalgia di lei), mia nonna mi è entrata furtiva in camera e, prima che io riuscissi a chiederle cosa mai stesse facendo, si è infilata con arroganza sotto le mie coperte: mi aveva spiato per tendermi quella sorta di imboscata e sembrava determinata a sfruttare quel mio momento di debolezza, visto che mi credevo solo e lontano da occhi indiscreti. I miei ancora dormivano di là, e lei inizialmente tentò di togliermi di mano lo Smart per sapere cosa stessi guardando, incurante che i miei ammonimenti le sottolineavano come la sua condotta costituisse una grave violazione della mia privacy. Ringrazio i miei nervi saldi per essere riuscito a contenermi: mentre lei mi invitava a palparle le mammelle flaccide e consunte, ma pur sempre voluminose, io concentravo i miei pensieri sul prossimo esame universitario, in modo da portare il mio organo genitale in una condizione tale da renderlo non idoneo a consumare il coito, e al contempo la intimavo di smetterla. Ma dinanzi a un così fermo rifiuto da parte mia, mia nonna si mostrava contrariata e perfino offesa, e cercava di esortarmi per mezzo di parole scurrili a bassa voce, irripetibili oscenità che non mi spiego dove possa aver udito una persona della sua generazione, così volgari che provavo vergogna io per lei, ma anche con insulti rivolti a mettere in dubbio la mia virilità; la cosa che mi ha colpito è che nella concitazione mi abbia dichiarato la sua completa disponibilità a sottoporsi a pratiche mai sperimentate con la mia ex, al punto che devo supporre che sia entrata in una competizione con lei e voglia dimostrare, a me ma soprattutto a se stessa, di reggere il confronto con una donna più giovane non sull'avvenenza ma sull'esperienza.
Mi sono alzato di forza dalle lenzuola e ho fatto subito una doccia purificatrice, lasciandola dare sfogo da sola alle sue immonde pulsioni dentro il mio letto; e sembrava che l'episodio fosse archiviato, quando in serata, durante la Cena, mia nonna ha dato scandalo davanti a tutti: è stata lei a informare i miei genitori, precedendomi nell'intenzione di metterli al corrente, cosa che avrei predisposto nei tempi e nei modi opportuni, ma nel farlo ha stravolto la vicenda, perché ha fatto passare me come quello da cui sarebbe partita la molestia: si è vendicata perché l'avevo respinta. I miei genitori, allibiti e disgustati da me, non hanno creduto alla versione con cui peroravo la mia causa, e mi hanno mandato a letto senza cena... E così ho finito per avvelenarmi anche il Santo Natale, una festa così sacra, così solenne,così sentita per me che, da piccolo, amavo stare sulle ginocchia di quella donna che ora ai miei occhi è divenuta irriconoscibile
Mi sono alzato di forza dalle lenzuola e ho fatto subito una doccia purificatrice, lasciandola dare sfogo da sola alle sue immonde pulsioni dentro il mio letto; e sembrava che l'episodio fosse archiviato, quando in serata, durante la Cena, mia nonna ha dato scandalo davanti a tutti: è stata lei a informare i miei genitori, precedendomi nell'intenzione di metterli al corrente, cosa che avrei predisposto nei tempi e nei modi opportuni, ma nel farlo ha stravolto la vicenda, perché ha fatto passare me come quello da cui sarebbe partita la molestia: si è vendicata perché l'avevo respinta. I miei genitori, allibiti e disgustati da me, non hanno creduto alla versione con cui peroravo la mia causa, e mi hanno mandato a letto senza cena... E così ho finito per avvelenarmi anche il Santo Natale, una festa così sacra, così solenne,così sentita per me che, da piccolo, amavo stare sulle ginocchia di quella donna che ora ai miei occhi è divenuta irriconoscibile
[#5]
Gentile Utente,
".. dubitare.."?
Accade di ipotizzare che lo/a scrivente abbia trascritto le proprie fantasie erotiche, anziché fatti concreti realmente accaduti, quando :
- il consulto contiene particolari e dettagli inutilmente pruriginosi,
- si tratta di una prosa porno-letteraria, anzichè in presa diretta,
- lo/a scrivente, nella replica, non riprende minimamente gli *stimoli di riflessione* presenti nella risposta specialistica; ed invece aggiunge ulteriori particolari e dettagli piccanti (peraltro assolutamente inutili per il quesito proposto),
- lo/a scrivente non tiene minimamente conto dei *suggerimenti operativi* forniti dallo/a specialista nella risposta (ad es. informare *subito* i genitori, anziché attendere "..nei tempi e nei modi opportuni": quando poi?), e nella replica continua in una sorta di soliloquio erotico.
Che poi un 23enne venga mandato "a letto senza cena" .. nemmeno un 10enne.
Detto ciò, noi specialisti con notevole esperienza anche di web, rispondiamo qui prendendo sempre seriamente il PROBLEMA nella sua essenza.
In questo caso (v. #1) il problema appare duplice:
- il comportamento sessualmente disinibito che presenta talvolta chi soffre di demenza, sul quale occorre documentarsi adeguatamente anziché insistere con la "vergogna";
- i famigliari -Lei in questo caso- e la facilità/faciloneria nell'attribuire giudizi morali severi espressi oltretutto in termini poco dignitosi per l'altra persona (".. degradarsi..", "spudorata assenza di senso morale..", "..vicina più all'animalesco che all'umano.."), giudizi che andrebbero a coprire l'incapacità di comprendere e di gestire.
E questo vale sia che lo scritto sia fantasioso, sia che sia reale.
______________________________
Quando però ci si accorge che le nostre risposte non vengono nemmeno lette, si chiude il consulto per evitare di perdere tempo:
sono numerosi i consulti che stazionano in lista d'attesa.
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
".. dubitare.."?
Accade di ipotizzare che lo/a scrivente abbia trascritto le proprie fantasie erotiche, anziché fatti concreti realmente accaduti, quando :
- il consulto contiene particolari e dettagli inutilmente pruriginosi,
- si tratta di una prosa porno-letteraria, anzichè in presa diretta,
- lo/a scrivente, nella replica, non riprende minimamente gli *stimoli di riflessione* presenti nella risposta specialistica; ed invece aggiunge ulteriori particolari e dettagli piccanti (peraltro assolutamente inutili per il quesito proposto),
- lo/a scrivente non tiene minimamente conto dei *suggerimenti operativi* forniti dallo/a specialista nella risposta (ad es. informare *subito* i genitori, anziché attendere "..nei tempi e nei modi opportuni": quando poi?), e nella replica continua in una sorta di soliloquio erotico.
Che poi un 23enne venga mandato "a letto senza cena" .. nemmeno un 10enne.
Detto ciò, noi specialisti con notevole esperienza anche di web, rispondiamo qui prendendo sempre seriamente il PROBLEMA nella sua essenza.
In questo caso (v. #1) il problema appare duplice:
- il comportamento sessualmente disinibito che presenta talvolta chi soffre di demenza, sul quale occorre documentarsi adeguatamente anziché insistere con la "vergogna";
- i famigliari -Lei in questo caso- e la facilità/faciloneria nell'attribuire giudizi morali severi espressi oltretutto in termini poco dignitosi per l'altra persona (".. degradarsi..", "spudorata assenza di senso morale..", "..vicina più all'animalesco che all'umano.."), giudizi che andrebbero a coprire l'incapacità di comprendere e di gestire.
E questo vale sia che lo scritto sia fantasioso, sia che sia reale.
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Quando però ci si accorge che le nostre risposte non vengono nemmeno lette, si chiude il consulto per evitare di perdere tempo:
sono numerosi i consulti che stazionano in lista d'attesa.
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 10.9k visite dal 24/12/2022.
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