Come dovrei scegliere lo psicologo?

Buonasera,

Sono un ragazzo di 26 anni.
Da tempo avrei bisogno di un supporto psicologico, ho intenzione di iniziare nel più breve tempo possibile cercando una figura a Milano.

Lavoro, per cui posso permettermelo economicamente parlando.


Precisamente, vorrei discutere della mia vita in generale, con focus su sessualità, insonnia, lavoro, le relazioni, il mio carattere eccetera.
Esigenze che non nascono da un evento traumatico particolare ma dalla necessità di parlarne apertamente con qualcuno che possa aiutarmi materialmente.


Tuttavia, a chi dovrei rivolgermi?
Uno psicologo o meglio uno psicoterapeuta per una maggiore efficacia? O psichiatra?


Vi ringrazio molto.
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Dr.ssa Fabiola Raffone Psicologo, Psicoterapeuta 81 2
Gentile utente,
è una grande risorsa personale saper chiedere aiuto. Complimenti.
Per la distinzione professionale tale figure: lo psichiatra è indicato per un supporto farmacologico essendo un medico specialista delle malattie mentali e del disagio psichico, lo psicologo è un professionista della salute mentale non un medico, che ha lo scopo principale di prevenzione del disagio o dei disturbi psicologici, la promozione del benessere della persona e il recupero, differente dallo psicoterapeuta che è uno psicologo o medico, orientato alla cura della psicopatologia attraverso tecniche specifiche a seconda degli orientamenti.
Nell’ambito della psicoterapia vi sono molti approcci, che prevedono teorie e metodi diversi tra loro. Dalla psicoanalisi, alla terapia sistemico-familiare, alla terapia cognitivo comportamentale. Questa è attualmente la più diffusa nel mondo occidentale perché è l’unica ad essere evidence-based (terapia basata sull'evidenza scientifica).
Potrebbe provare a fare un primo consulto psicologico e poi far valutare al professionista se iniziare un percorso psicologico, psicoterapico o supporto psichiatrico.

Buona fortuna!
Saluti

Dott.ssa Fabiola Raffone
Psicologa Clinica, Criminologa, Grafologa, Psicodiagnosta, Terapista della riab. psichiatrica

[#2]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
rispondo anch'io allo scopo di rinforzare quanto già detto benissimo dalla collega:
1) è un grande risorsa saper chiedere aiuto per meglio conoscersi, rinforzare gli aspetti di sé da noi stessi apprezzati ma non sempre valorizzati e difesi, cambiare quegli aspetti che provocano sofferenza;
2) la prima cosa che dovrebbe fare è scegliere dall'albo degli psicologi tra vari professionisti nella sua zona di residenza o di lavoro, valutando il campo specifico di ciascuno, cosa che è possibile fare anche in base ai siti personali o qui su Medicitalia, tramite il curriculum di ciascun professionista; poi contattarli per telefono e vederli almeno una volta (molti primi incontri sono gratuiti) per sapere quale tipo di percorso le suggeriscono.
Solo dopo averne ascoltati tre o quattro può eseguire una scelta e affidarsi al curante per iniziare un proficuo lavoro comune.
Buone cose. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#4]
Utente
Utente
Buongiorno dottori,
Vi ringrazio innanzitutto per i riscontri.
Ho fatto un primo colloquio con un giovane psicologo. Mi è sembrato fin da subito una persona scrupolosa, attenta, preparata e molto disponibile.

Ho solo un paio di dubbi a riguardo:

1) io ho 26 anni, lui 28. Potrebbe essere l'età anagrafica molto vicina alla mia un limite per l'efficacia delle terapie? Intendendo in questo caso la sua figura più quasi come un "coetaneo" e non un vero professionista, che mi porterebbe quindi a rivolgermi a lui in modo differente.

2) nonostante lo psicologo abbia 4 anni di esperienza lavorativa alle spalle e un ottimo cv, non ha ancora terminato la specializzazione in terapia cognitivo comportamentale.
Potrebbe questa sua formazione ancora "incompleta" ridurre l'efficacia della terapia? Ricordo che le mie problematiche sono l'insonnia, sessualità, autostima, ecc.

Vorrei comunque sottolineare l'impressione molto buona che ho avuto dal primo colloquio.

Vi ringrazio molto per il supporto.
[#5]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
già dalla formulazione della sua prima domanda mi ero detta che lei sembrava a rischio di mettere degli ostacoli al suo percorso.
Di tutto quello che ci dice è opportuno fare argomento di colloquio in terapia.
Ciò precisato, vorrei segnalarle due cose:
1) La giovane età non preclude la capacità di condurre bene un percorso, anche perché qualunque specialista scrupoloso si avvale della supervisione di uno o più colleghi, tanto più se è alle prime esperienze.
2) Il suo curante non è "incompleto" perché ha intrapreso un percorso di psicoterapia. Infatti lei nella sua domanda iniziale ci diceva: "Precisamente, vorrei discutere della mia vita in generale, con focus su sessualità, insonnia, lavoro, le relazioni, il mio carattere eccetera. Esigenze che non nascono da un evento traumatico particolare ma dalla necessità di parlarne apertamente con qualcuno che possa aiutarmi materialmente".
Ora, queste esigenze non richiedono psicoterapia, ma un percorso di diagnosi, abilitazione e riabilitazione con uno psicologo, come vedrà leggendo i primi tre articoli della legge che regolamenta il nostro ordine professionale, la legge 56/89, che le dovrebbero togliere ogni dubbio.
Se invece i dubbi permangono, solo il colloquio diretto col suo curante potrà farle capire se c'é in lei una resistenza a fidarsi/affidarsi.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#6]
Utente
Utente
Cari dottori,
Volevo aggiornarvi in merito ai colloqui psicologici di questo periodo.
Dalle interviste e dai questionari auto somministrati è emerso un quadro depressivo di lieve/moderata entità.
Oltre ai sintomi classici (tristezza, insonnia, mancanza di concentrazione, umore basso ecc) vi è anche un disturbo alimentare da binge eating.
Secondo lo psicologo la strategia più consigliata, nel mio caso, è accoppiare la psicoterapia alla cura farmacologica tramite uno psichiatra che conosce personalmente, molto fidato per terapie mirate.

La scelta in ogni caso sta a me, se scegliere il percorso accoppiato oppure un percorso di sola psicoterapia.

Io penso questo. Se gli antidepressivi rendono più efficace la terapia e accelerano la cura dei sintomi, io sarei anche disposto a seguire i consigli del mio psicologo.
Tuttavia, vi sono fattori che mi destano non poca preoccupazione: possibili effetti collaterali (alterazione guida, sonnolenza, ecc), la mia giovane età (26 anni), la dipendenza, ecc. E soprattutto il fatto che una volta terminata l'assunzione, potrebbero tornare i sintomi e quindi la mancanza di una effettiva utilità.
Anche perché sarei disposto ad assumerli in via eccezionale solo per pochi mesi, non per più tempo o addirittura anni.

Dall'altro lato però, vorrei seguire I consigli dello psicologo, con cui mi sto trovando effettivamente a mio agio e ritengo una persona competente, onesta e sensibile ai miei problemi.

Cerco un vostro parere in merito, supportato dall'esperienza.
Cosa mi consigliate?
Vi ringrazio molto.
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Dovresti inserire la domanda in area psichiatria.

In generale gli antidepressivi non danno dipendenza e possono ottenere effetti permanenti se vengono assunti per il tempo prescritto.

Ma è importantissimo che impari a gestire i mutamenti di umore, perché se si trattasse di una tua tendenza temperamentale potresti doverci a che fare ancora in futuro.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#8]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
la necessità di accedere alle cure farmacologiche insieme alla psicoterapia, che sono spesso rimedi essenziali e risolutivi della depressione, non può essere suggerita online dopo la lettura di queste sue poche parole: "Dalle interviste e dai questionari auto somministrati è emerso un quadro depressivo di lieve/moderata entità".
I questionari -in realtà dovrebbero essere test- che indicano la depressione non sono "autosomministrati"; la diagnosi di 'quadro depressivo di lieve/moderata entità' non è una diagnosi, e meno ancora una diagnosi che rimandi alla necessità dei farmaci; il disturbo alimentare da binge eating non sembra tale da aver prodotto effetti sul suo fisico; infine, forse i suoi dubbi iniziali sulla giovane età del curante erano motivati, se le ha parlato di depressione lieve, ma non curabile con la sola psicoterapia.
Potrebbe farsi definire meglio dal curante la diagnosi e ascoltare anche il parere di uno psichiatra, non necessariamente quello stesso suggerito dal suo psicologo, anche per essere meglio informato sulle controindicazioni dei farmaci antidepressivi.
La ringrazio di averci aggiornati; ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#9]
Utente
Utente
Grazie dottoressa,
Per "test autosomministrati" intendo alcuni questionari che mi ha affidato lo psicologo da compilare in autonomia (es. BDI 2, PADUA, PSS, DES, BSCL, ARS solo per citarne alcuni) il cui esito serve per confermare e irrobustire l'esito delle "interviste" e di altri questionari svolti invece in presenza durante le visite.

Da entrambi i lati è emersa una depressione lieve/moderata (mi farò meglio dire la diagnosi precisa) che secondo lo psicologo è consigliabile affrontarla con psicoterapia + cure farmacologiche.
Ma non ha parlato del fatto che la depressione non sia curabile con la sola psicoterapia. Il suo è solo un consiglio, ma la decisione spetterebbe a me.
[#10]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
purtroppo la comunicazione online manca della possibilità di feedback, perciò alimenta incomprensioni ed equivoci.
Lei scrive che il suo curante "non ha parlato del fatto che la depressione non sia curabile con la sola psicoterapia". Lo credo bene: le linee guida generalmente accolte dicono che la depressione di grado elevato va curata proprio con psicoterapia e farmaci.
Ma lei ci ha parlato di una depressione medio/lieve, e soprattutto di un intervento psicologico appena iniziato, non prima di un mese e mezzo fa.
In così poche sedute (sei, forse otto?) risulta insolito che si sia già conclusa la fase di assesment, che si sia fatta una diagnosi precisa, che sia stata proprosta anche una terapia farmacologica, senza prima aver avuto nemmeno il tempo di tentare -e meno ancora di verificare- gli effetti di una terapia psicologica.
Per questo le suggerirei di procedere con maggior cautela e di chiedere almeno un'altra valutazione.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#11]
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
Volevo aggiornarla in merito alle ultime novità.
Anche nell'ultima visita (la sesta, per la precisione) lo psicologo ha ribadito che la terapia farmacologica, in abbinamento alla psicoterapia, è consigliata dalle linee guida per la cura di ogni forma di depressione, anche non grave come la mia ma comunque estremamente debilitante.

Ha insistito sul fatto che la cura farmacologica consente di curare i sintomi della depressione perlomeno nell'immediato (umore molto basso, insonnia, stanchezza mentale e fisica che causa difficoltà estrema a lavorare, mancanza di concentrazione, ecc), rendendo più efficace la psicoterapia che invece dovrebbe agire sulle cause (in parte, già individuate).
[#12]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Bene, gentile utente.
Augurandole di raggiungere presto un completo benessere, le ricordo che se le fa piacere può tenerci aggiornati.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#13]
Utente
Utente
Certamente.
Grazie ancora per l'attenzione e la grande disponibilità.
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