Per favore, aiutatemi dipendenza da shopping
Buongiorno dottori,
Vi scrivo perché sono disperata
Mio marito soffre da anni della sindrome di shopping compulsivo, e la cosa sta seriamente compromettendo il nostro lato finanziario, e anche di coppia, perché io sono sempre più preoccupata per la situazione.
Lui stesso ha ammesso la dipendenza e che sta cercando di uscirne da solo.
Io e sua madre lo abbiamo spinto varie volte ad andare da uno psicologo, ma non ne vuole sentire.
Non vuole andare da un medico.
Anche con noi si confida poco, non vuole mai parlare della cosa e quando affrontiamo l’argomento dice che ci vuole tempo e lo farà da solo.
Sicuramente ha diminuito la frequenza degli acquisti, ma non ne è ancora uscito.
A mio parere gli acquisti sono sempre troppi e troppo costosi per le nostre tasche.
Quindi io non riesco a capire se le sue sono solo parole oppure se ci sta mettendo davvero la buona volontà per uscirne.
Io più di tanto non gli dico perché non vorrei interferire troppo e peggiorare la sua situazione psicologica.
Penso che se continuassi ad insistere ed arrabbiarmi la situazione peggiorerebbe, perché si sentirebbe ancora di più a disagio.
Allo stesso tempo sento che anche io devo fare qualcosa, perché alla fine è mio marito, e la situazione economica riguarda entrambi
Vorrei capire come poterlo aiutare senza metterlo a disagio.
Da solo credo sia abbastanza difficile uscire da questa dipendenza.
Quindi vorrei chiedere un consiglio su come posso comportarmi con lui in modo da poterlo aiutare.
Attendo una vostra risposta! Grazie mille!!
Vi scrivo perché sono disperata
Mio marito soffre da anni della sindrome di shopping compulsivo, e la cosa sta seriamente compromettendo il nostro lato finanziario, e anche di coppia, perché io sono sempre più preoccupata per la situazione.
Lui stesso ha ammesso la dipendenza e che sta cercando di uscirne da solo.
Io e sua madre lo abbiamo spinto varie volte ad andare da uno psicologo, ma non ne vuole sentire.
Non vuole andare da un medico.
Anche con noi si confida poco, non vuole mai parlare della cosa e quando affrontiamo l’argomento dice che ci vuole tempo e lo farà da solo.
Sicuramente ha diminuito la frequenza degli acquisti, ma non ne è ancora uscito.
A mio parere gli acquisti sono sempre troppi e troppo costosi per le nostre tasche.
Quindi io non riesco a capire se le sue sono solo parole oppure se ci sta mettendo davvero la buona volontà per uscirne.
Io più di tanto non gli dico perché non vorrei interferire troppo e peggiorare la sua situazione psicologica.
Penso che se continuassi ad insistere ed arrabbiarmi la situazione peggiorerebbe, perché si sentirebbe ancora di più a disagio.
Allo stesso tempo sento che anche io devo fare qualcosa, perché alla fine è mio marito, e la situazione economica riguarda entrambi
Vorrei capire come poterlo aiutare senza metterlo a disagio.
Da solo credo sia abbastanza difficile uscire da questa dipendenza.
Quindi vorrei chiedere un consiglio su come posso comportarmi con lui in modo da poterlo aiutare.
Attendo una vostra risposta! Grazie mille!!
[#1]
Gentile utente,
Una prima riflessione riguarda le dipendenze.
"Da solo credo sia abbastanza difficile uscire da questa dipendenza", Lei ci dice.
Ed è proprio vero.
Per la verità è difficile uscire da ogni tipo di dipendenza, soprattutto se da soli:
- dipendenza da sostanze (alcol, droghe, farmaci),
- dipendenza da comportamenti; le cosiddette *dipendenze senza sostanza* (gioco d'azzardo, shopping, sex addiction, new technologies, workaholism, dipendenza affettiva, ortoressia, overtraining).
Può risultare difficile capire come una persona che "da anni" sta danneggiando se stesso e la propria famiglia - finanze, relazioni - non si decida a chiedere aiuto all* Specialista; come avverrebbe se si trattasse di una qualsiasi patologia fisica grave: cardiopatia, tumore, ecc. Tuttora non c'è purtroppo, a livello di sensibilità sociale, una sufficiente conoscenza del problema, peraltro grave.
Anche ad uso dei i nostri lettori, informo che presso il Servizio Sanitario Nazionale esistono dei presidi per tale patologia: si tratta del Ser.D-Servizio per le Dipendenze. "I Ser.D forniscono prestazioni diagnostiche, di orientamento e supporto psicologico (di vario tipo e grado) e terapeutiche relative allo stato di dipendenza ed alla eventuale presenza di patologie psichiatriche correlate" (tratto da https://www.politicheantidroga.gov.it/it/servizi-e-contatti-utili/serd/i-serd/ ), dove in sinergia opera un'intera équipe specialistica per le varie forme di dipendenza.
Presso alcune sedi sono attivi anche gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto (AMA), a supporto sia per chi soffre di dipendenza, sia per i famigliari.
E poi, legato alla problematica della dipendenza, c'è una riflessione sul Suo ruolo di moglie.
.Da un lato Lei intende rispettare Suo marito, non pressarlo.
.Dall'altro un corretto esame di realtà Le fa capire che la situazione è scivolosa verso il basso e che i piccoli passi che lui fa da solo non lo stanno conducendo verso una risoluzione definitiva del problema.
Occorre che Lei prenda la difficile decisione sul "da che parte stare".
Pensi che lui è una persona che appena appena riesce a stare a galla (perlomeno così ci viene descritto attraverso le Sue parole):
.lasciarlo rispettosamente annaspare?
.oppure pressarlo perché individui un salvagente e vi si aggrappi?
Rispetto al Suo ruolo, tenga conto che, presso il SerD è possibile - anche per i famigliari da soli - fruire di alcuni incontri con l* Psicolog* del servizio; sia per comprendere meglio la problematica, sia per essere informati sui comportamenti più adatti da tenere al fine di non rinforzare involontariamente il sintomo stesso.
Ed altrettanto, per i famigliari è possibile frequentare gli specifici gruppi AMA anche nel caso l'interessato non lo faccia o non sia d'accordo.
Nel caso desideri qualche ulteriore chiarimento, replichi qui; le risponderemo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Una prima riflessione riguarda le dipendenze.
"Da solo credo sia abbastanza difficile uscire da questa dipendenza", Lei ci dice.
Ed è proprio vero.
Per la verità è difficile uscire da ogni tipo di dipendenza, soprattutto se da soli:
- dipendenza da sostanze (alcol, droghe, farmaci),
- dipendenza da comportamenti; le cosiddette *dipendenze senza sostanza* (gioco d'azzardo, shopping, sex addiction, new technologies, workaholism, dipendenza affettiva, ortoressia, overtraining).
Può risultare difficile capire come una persona che "da anni" sta danneggiando se stesso e la propria famiglia - finanze, relazioni - non si decida a chiedere aiuto all* Specialista; come avverrebbe se si trattasse di una qualsiasi patologia fisica grave: cardiopatia, tumore, ecc. Tuttora non c'è purtroppo, a livello di sensibilità sociale, una sufficiente conoscenza del problema, peraltro grave.
Anche ad uso dei i nostri lettori, informo che presso il Servizio Sanitario Nazionale esistono dei presidi per tale patologia: si tratta del Ser.D-Servizio per le Dipendenze. "I Ser.D forniscono prestazioni diagnostiche, di orientamento e supporto psicologico (di vario tipo e grado) e terapeutiche relative allo stato di dipendenza ed alla eventuale presenza di patologie psichiatriche correlate" (tratto da https://www.politicheantidroga.gov.it/it/servizi-e-contatti-utili/serd/i-serd/ ), dove in sinergia opera un'intera équipe specialistica per le varie forme di dipendenza.
Presso alcune sedi sono attivi anche gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto (AMA), a supporto sia per chi soffre di dipendenza, sia per i famigliari.
E poi, legato alla problematica della dipendenza, c'è una riflessione sul Suo ruolo di moglie.
.Da un lato Lei intende rispettare Suo marito, non pressarlo.
.Dall'altro un corretto esame di realtà Le fa capire che la situazione è scivolosa verso il basso e che i piccoli passi che lui fa da solo non lo stanno conducendo verso una risoluzione definitiva del problema.
Occorre che Lei prenda la difficile decisione sul "da che parte stare".
Pensi che lui è una persona che appena appena riesce a stare a galla (perlomeno così ci viene descritto attraverso le Sue parole):
.lasciarlo rispettosamente annaspare?
.oppure pressarlo perché individui un salvagente e vi si aggrappi?
Rispetto al Suo ruolo, tenga conto che, presso il SerD è possibile - anche per i famigliari da soli - fruire di alcuni incontri con l* Psicolog* del servizio; sia per comprendere meglio la problematica, sia per essere informati sui comportamenti più adatti da tenere al fine di non rinforzare involontariamente il sintomo stesso.
Ed altrettanto, per i famigliari è possibile frequentare gli specifici gruppi AMA anche nel caso l'interessato non lo faccia o non sia d'accordo.
Nel caso desideri qualche ulteriore chiarimento, replichi qui; le risponderemo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
Grazie per la sua risposta dottoressa!
Nel mio post non ho specificato che io e mio marito viviamo all’estero.
Io sono italiana e mio marito è straniero.
Quindi, purtroppo, riguardo ai presidi e al SSN, che offrono vari aiuti per lui e per la famiglia, non possiamo usufruirne
Riguardo alla nostra situazione specifica, vorrei sicuramente cercare di far qualcosa per mio marito, che nonostante questo sua dipendenza, amo.
Sono sempre stata gentile e ho sempre dato supporto
Dovrei forse iniziare con le maniere forti ?
Non l’ho ma fatto perchè ho sempre avuto paura che la sua situazione psicologica peggiorasse peró se appunto gentilmente non funziona non saprei
Non so come convincerlo ad andare da un professionista.
Il problema penso anche che se lo forzo ad andare e non lo fa di sua volontà, ho dubbi anche che possa servire a qualcosa..
Cosa pensa dottoressa?
Nel mio post non ho specificato che io e mio marito viviamo all’estero.
Io sono italiana e mio marito è straniero.
Quindi, purtroppo, riguardo ai presidi e al SSN, che offrono vari aiuti per lui e per la famiglia, non possiamo usufruirne
Riguardo alla nostra situazione specifica, vorrei sicuramente cercare di far qualcosa per mio marito, che nonostante questo sua dipendenza, amo.
Sono sempre stata gentile e ho sempre dato supporto
Dovrei forse iniziare con le maniere forti ?
Non l’ho ma fatto perchè ho sempre avuto paura che la sua situazione psicologica peggiorasse peró se appunto gentilmente non funziona non saprei
Non so come convincerlo ad andare da un professionista.
Il problema penso anche che se lo forzo ad andare e non lo fa di sua volontà, ho dubbi anche che possa servire a qualcosa..
Cosa pensa dottoressa?
[#3]
Gentile utente,
Può iniziare ad andare Lei dall* Specialista, in extremis anche in videochiamata.
Ma con un* Psicolog* che sia anche Psicoterapeuta e veramente espert* in patologie dipendenza-correlate.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Può iniziare ad andare Lei dall* Specialista, in extremis anche in videochiamata.
Ma con un* Psicolog* che sia anche Psicoterapeuta e veramente espert* in patologie dipendenza-correlate.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#5]
"... Lei è specializzata proprio in questo settore?"
Non in specifico.
Posso segnalarLe la S.I.I.Pa.C di Bolzano (Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive). Non saprei dirLe però se i loro Psicoterapeuti esercitano anche in videochiamata, occorre informarsi.
Ci faccia sapere.
Saluti!
Dott. Brunialti
Non in specifico.
Posso segnalarLe la S.I.I.Pa.C di Bolzano (Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive). Non saprei dirLe però se i loro Psicoterapeuti esercitano anche in videochiamata, occorre informarsi.
Ci faccia sapere.
Saluti!
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.7k visite dal 10/12/2022.
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