Perché non sto bene?
Sono un ragazza di 20 anni fuorisede che studia Giurisprudenza a Roma.
Dopo aver dato il pen ultimo esame della sessione estiva mi sono sentita male.
Volevo lasciare tutto e tornare a casa.
Mi sembrava di essere andata fuori di testa.
Ho passato un estate all'insegna dell'angoscia, della nausea, dello stress e del non sapere cosa fare della mia vita.
Il motivo della mia partenza per Roma era dovuto a volermi allontanare da una situazione famigliare critica, da una città che ritenevo piccola, da poche amicizie, da un ambiente che ritenevo stretto, nonostante l'università è una delle migliori in Italia.
Originariamente volevo andare a Milano ma per volere di una parte della famiglia son finita a Roma.
Il primo anno è stato bellissimo, ho trovato amici, un ragazzo, mi sono trovata un gruppo di politica, avevo trovato pure una palestra.
Nel frattempo ho affrontato un trasloco piacevole a una casa con due coinquiline e mi sono lasciata con il ragazzo (frequenta il mio stesso corso e il mio stesso gruppo di amicizie, all'inizio non mi dava fastidio fino ad oggi).
Nonostante a inizio ottobre mi sembrava di essermi ripresa son stata di nuovo male.
Son tornata a casa per stare meglio e vedere le diverse facoltà perché pensavo di lasciare giurisprudenza.
Son stata meglio.
Ho imparato a vedere Trieste con altri occhi.
Ora son tornata a Roma ma malgrado le uscite con quegli amici, le conferenze e le lezioni in università non riesco a stare bene, a dormire bene e soprattuto a studiare.
Pagherei oro per stare bene, avere la tranquillità che mi serve e riprendere lo studio.
Dopo aver dato il pen ultimo esame della sessione estiva mi sono sentita male.
Volevo lasciare tutto e tornare a casa.
Mi sembrava di essere andata fuori di testa.
Ho passato un estate all'insegna dell'angoscia, della nausea, dello stress e del non sapere cosa fare della mia vita.
Il motivo della mia partenza per Roma era dovuto a volermi allontanare da una situazione famigliare critica, da una città che ritenevo piccola, da poche amicizie, da un ambiente che ritenevo stretto, nonostante l'università è una delle migliori in Italia.
Originariamente volevo andare a Milano ma per volere di una parte della famiglia son finita a Roma.
Il primo anno è stato bellissimo, ho trovato amici, un ragazzo, mi sono trovata un gruppo di politica, avevo trovato pure una palestra.
Nel frattempo ho affrontato un trasloco piacevole a una casa con due coinquiline e mi sono lasciata con il ragazzo (frequenta il mio stesso corso e il mio stesso gruppo di amicizie, all'inizio non mi dava fastidio fino ad oggi).
Nonostante a inizio ottobre mi sembrava di essermi ripresa son stata di nuovo male.
Son tornata a casa per stare meglio e vedere le diverse facoltà perché pensavo di lasciare giurisprudenza.
Son stata meglio.
Ho imparato a vedere Trieste con altri occhi.
Ora son tornata a Roma ma malgrado le uscite con quegli amici, le conferenze e le lezioni in università non riesco a stare bene, a dormire bene e soprattuto a studiare.
Pagherei oro per stare bene, avere la tranquillità che mi serve e riprendere lo studio.
[#1]
Gentile Utente,
bisognerebbe capire quale significato ha assunto per lei vivere a Roma. Ha segnato forse una sorta di passaggio dalla vita adolescenziale alla vita adulta con le responsabilità che la scelta comporta? Ha segnato un allontanamento dal suo desiderio (infatti voleva andare a Milano)? E la scelta di Giurisprudenza che cosa ha significato? Quale è l'alternativa? Forse qualcosa che incontra maggiormente i suoi interessi e la sua vocazione? E Trieste che cosa significa? Forse un luogo più familiare dove sentirsi a casa nel quale tornare ma nel quale è preferibile non fermarsi troppo? E Milano forse rappresenta il suo ideale e la sua ambizione dove tentare il tutto per tutto secondo la sua sensibilità di qualcosa che non sappiamo?
Sembrerebbe che qualcosa dentro di lei reclami il proprio spazio contro una scelta di semplice adattamento a criteri convenzionali ma nello stesso tempo ci sia un bisogno anche di ritornare alle proprie origini, ai propri valori, ad una propria casa.
Inoltre questa vicenda di cui parla sembra celare un confronto e un distacco rispetto alle aspettative familiari, con qualcosa che ci si aspetta che l'altro si aspetti da noi e con quello che invece si vuole essere, con la specificità della propria scelta di vita.
D'altra parte ha già provato l'esperienza di lasciare un ragazzo con in quale le cose non andavano e nel vivere in un ambiente più adatto alle sua sensibilità.
Comunque il consiglio è di rivolgersi ad un consulto psicologico in presenza presso un professionista (nelle USL di solito è disponibile gratuitamente ) per approfondire la propria storia personale e valutare gli eventuali trattamenti.
Cordialmente
bisognerebbe capire quale significato ha assunto per lei vivere a Roma. Ha segnato forse una sorta di passaggio dalla vita adolescenziale alla vita adulta con le responsabilità che la scelta comporta? Ha segnato un allontanamento dal suo desiderio (infatti voleva andare a Milano)? E la scelta di Giurisprudenza che cosa ha significato? Quale è l'alternativa? Forse qualcosa che incontra maggiormente i suoi interessi e la sua vocazione? E Trieste che cosa significa? Forse un luogo più familiare dove sentirsi a casa nel quale tornare ma nel quale è preferibile non fermarsi troppo? E Milano forse rappresenta il suo ideale e la sua ambizione dove tentare il tutto per tutto secondo la sua sensibilità di qualcosa che non sappiamo?
Sembrerebbe che qualcosa dentro di lei reclami il proprio spazio contro una scelta di semplice adattamento a criteri convenzionali ma nello stesso tempo ci sia un bisogno anche di ritornare alle proprie origini, ai propri valori, ad una propria casa.
Inoltre questa vicenda di cui parla sembra celare un confronto e un distacco rispetto alle aspettative familiari, con qualcosa che ci si aspetta che l'altro si aspetti da noi e con quello che invece si vuole essere, con la specificità della propria scelta di vita.
D'altra parte ha già provato l'esperienza di lasciare un ragazzo con in quale le cose non andavano e nel vivere in un ambiente più adatto alle sua sensibilità.
Comunque il consiglio è di rivolgersi ad un consulto psicologico in presenza presso un professionista (nelle USL di solito è disponibile gratuitamente ) per approfondire la propria storia personale e valutare gli eventuali trattamenti.
Cordialmente
Dr. Samuele Nale
Via Cesare Beccaria 20, Sesto Fiorentino (Fi)
www.medicitalia.it/samuele.nale/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 881 visite dal 02/12/2022.
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