Ho paura di perdere i miei genitori
È da quando ero piccolo che non riesco a sopportare di vedere le persone morire.
Quando avevo 3 anni ho visto mio nonno morire per SLA, poi a 21 anni è morta mia nonna.
Ora ne ho 28 e mi sono rimasti i miei genitori e una nonna da parte del papà.
Sono estremamente in crisi perché non riesco a pensare che un giorno non ci saranno più, io sono estremamente affezionato a loro e ho sempre paura del fatto che il tempo che resto con loro non sia mai abbastanza, che devo stare di più con loro adesso che ci sono.
La mia domanda era se questo attaccamento potesse essere morboso, o se mi devo rassegnare al fatto che prima o poi non ci siano più
Quando avevo 3 anni ho visto mio nonno morire per SLA, poi a 21 anni è morta mia nonna.
Ora ne ho 28 e mi sono rimasti i miei genitori e una nonna da parte del papà.
Sono estremamente in crisi perché non riesco a pensare che un giorno non ci saranno più, io sono estremamente affezionato a loro e ho sempre paura del fatto che il tempo che resto con loro non sia mai abbastanza, che devo stare di più con loro adesso che ci sono.
La mia domanda era se questo attaccamento potesse essere morboso, o se mi devo rassegnare al fatto che prima o poi non ci siano più
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Gentile Utente,
un sentimento di paura per l'eventualità di una perdita così importante potrebbe essere del tutto normale e naturale in quanto attraverso questa angoscia le si evidenzia la nostra condizione esistenziale. Inoltre la paura della morte dei genitori potrebbe rimandare ad una possibile conflittualità con le figure parentali che evoca il complesso di Edipo freudiano (amore per la madre e ostilità per il Pade nella forma detta positiva). La paura che il tempo non sia abbastanza potrebbe denotare anche una sorta di devozione con implicazioni etiche e morali.
Tuttavia sembrerebbe evidente che bisogna rassegnarsi all'idea che prima la morte verrà. Il sentimento da lei descritto potrebbe costituire un problema se assumesse un significato eccessivo nella sua vita diventando un pensiero pervasivo, ansioso o con inclinazioni depressive.
La questione sembrerebbe in ogni modo assumere un significato importante per la sua evoluzione e dialettica psichica ma per una valutazione corretta è necessario conoscere la sua storia personale, familiare e sociale in maniera approfondita in una relazione intellettuale con un terapeuta. Per fare questo è necessario rivolgersi ad un consulto psicologici in presenza con un professionista (che si può trovare anche presso il Servizio di Salute Mentale della propria USL) attraverso il quale cercare di capire il senso del suo disagio.
Cordialmente
un sentimento di paura per l'eventualità di una perdita così importante potrebbe essere del tutto normale e naturale in quanto attraverso questa angoscia le si evidenzia la nostra condizione esistenziale. Inoltre la paura della morte dei genitori potrebbe rimandare ad una possibile conflittualità con le figure parentali che evoca il complesso di Edipo freudiano (amore per la madre e ostilità per il Pade nella forma detta positiva). La paura che il tempo non sia abbastanza potrebbe denotare anche una sorta di devozione con implicazioni etiche e morali.
Tuttavia sembrerebbe evidente che bisogna rassegnarsi all'idea che prima la morte verrà. Il sentimento da lei descritto potrebbe costituire un problema se assumesse un significato eccessivo nella sua vita diventando un pensiero pervasivo, ansioso o con inclinazioni depressive.
La questione sembrerebbe in ogni modo assumere un significato importante per la sua evoluzione e dialettica psichica ma per una valutazione corretta è necessario conoscere la sua storia personale, familiare e sociale in maniera approfondita in una relazione intellettuale con un terapeuta. Per fare questo è necessario rivolgersi ad un consulto psicologici in presenza con un professionista (che si può trovare anche presso il Servizio di Salute Mentale della propria USL) attraverso il quale cercare di capire il senso del suo disagio.
Cordialmente
Dr. Samuele Nale
Via Cesare Beccaria 20, Sesto Fiorentino (Fi)
www.medicitalia.it/samuele.nale/
[#2]
>>> o se mi devo rassegnare al fatto che prima o poi non ci siano più
Non sei obbligato, ma è un fatto che prima o poi né loro né nessun altro ci sarà più, che tu lo accetti o meno. Perciò tanto vale lavorare per imparare a non aver più paura della morte. Se necessario con uno psicoterapeuta.
Non sei obbligato, ma è un fatto che prima o poi né loro né nessun altro ci sarà più, che tu lo accetti o meno. Perciò tanto vale lavorare per imparare a non aver più paura della morte. Se necessario con uno psicoterapeuta.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 7.4k visite dal 02/12/2022.
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