Non riesco a capire se il problema sono io o lui

Buon pomeriggio, sono una ragazzi di 27 anni, laureata in educatore nei servizi per l'infanzia ma già da anni lavoratrice in ambito bancario.

Sono fidanzata con un ragazzo di 28 anni da circa due anni e mezzo con il quale convivo da quasi 2 anni.
Il mio problema è il seguente: ho un pensiero martellante nella testa, riguarda la mia relazione è il dubbio che non possa essere la relazione giusta per me.
Il mio ragazzo lavora come cameriere e non ha dei contratti regolari, ma a chiamata, infatti quando si ammala non viene pagato e quando si prende dei giorni nemmeno, fa questo lavoro perchè gli permette di avere tempo libero per fare trading, ossia il lavoro che vorrebbe fare a tempo pieno e che diventasse la sua unica fonte di guadagno.
Io sono sempre stata un pò scettica, ho sempre preferito le cose concrete nella vita, un lavoro stabile, una buona entrata, il duro lavoro, mentre a me lui sembra più che abbia intrapreso questa via, non solo per passione ma anche per questione di avere "soldi facili" senza doversi troppo impegnare e stare sotto un capo.
Io sono contenta da un lato che abbia delle ambizioni, però da quando stiamo insieme ancora un minimo di guadagno non l'ha avuto e questo non mi fa sentire per nulla protetta, al sicuro.
Inoltre non è un ragazzo con cui si possono fare progetti, se inizio a parlare di comprare casa, avere figli, e in qualche modo iniziare a realizzarci, vedo che diventa schivo ed è come se volesse evitare il discorso.
Io inizio a non sopportare più questa situazione in cui non si può progettare realmente una vita insieme, nonostante la convivenza mi sembra che insieme stiamo costruendo poco e niente.
Abbiamo 27 e 28 anni, tra un mese lui compirà 29 anni, e vorrei tanto che iniziasse a capire che bisogna iniziare a pensare a quello che deve essere il nostro futuro.
Vorrei capire se il mio problema proviene da me o se quello che penso è qualcosa di comprensibile e reale.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
la richiesta "Vorrei capire se il mio problema proviene da me o se quello che penso è qualcosa di comprensibile e reale" è ambigua. Se una persona ha un problema, la sua sofferenza è reale, fosse anche il temuto atterraggio dei marziani nel giardino di casa.
D'altro canto cosa vuol dire "comprensibile e reale" riguardo alla visione che lei ha del suo ragazzo, che noi non conosciamo?
Quello che possiamo notare è che lei non ha fiducia nella vostra relazione a causa soprattutto della scarsa capacità di lavoro e di guadagno che lui ha dimostrato fin qui, ma anche della mancata progettazione di un futuro in termini convenzionali: acquisto di una casa, figli, etc.
Ci sono donne che si realizzano in proprio, e non scriverebbero mai, pensando all'instabilità professionale del partner: "questo non mi fa sentire per nulla protetta, al sicuro".
Ma lei dice di sé stessa: "ho sempre preferito le cose concrete nella vita, un lavoro stabile, una buona entrata, il duro lavoro" e non sembra disponibile ad accompagnarsi con qualcuno che ha una visione diversa dell'esistenza, e forse nemmeno ad aspettare che lui sviluppi, magari tra qualche anno, il desiderio di una casa di proprietà, un lavoro stabile e dei figli.
In poche parole, al momento lei si ritiene la formica della favola e teme che lui sia invece la cicala.
C'è da chiedersi perché mai, pur essendo così diversi e senza progetti compatibili, vi siate messi insieme e abbiate cominciato a convivere così presto, tanto più che lei non parla affatto di amore e particolari affinità.
In questo caso non c'è una situazione "comprensibile e reale" da cui cercare lumi, ma è opportuno che lei guardi nei suoi sentimenti e nei suoi reali desideri.
L'aiuto di un consulente psicologo potrebbe aiutarla; anche a capire se tutto questo, al momento, è intralciato dall'ansia.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com