Carattere o patologia?
Salve.
Scrivo in merito al carattere di mio padre.
Vorrei sapere qual è il comportamento da tenere con una persona così e se certi comportamenti rientrano in un quadro patologico o se si tratta semplicemente di un carattere egoista.
Posso dire di aver avuto una bella infanzia.
Ho tanti bellissimi ricordi di me e i miei genitori, ma la cosa brutta che ricordo è che hanno sempre litigato spesso.
Mio papà sarebbe anche una persona generosa, a volte anche troppo, ma non riesce a fare qualcosa per forza, è più forte di lui.
Posso anche dire che mi ha sempre seguito durante la mia crescita, quando da bambino praticavo qualche sport veniva sempre a vedermi, ha sempre cercato di accontentarmi nei miei desideri, e anche ora che sono sposato e ho una bimba se può dare una mano in qualcosa (anche economicamente) lo fa.
Però è molto lunatico, ha dei momenti in cui "stende il tappeto rosso" alle persone, poi magari le stesse persone vengono a trovarlo e se ha la giornata storta a malapena le saluta.
Ad esempio ora una parente ha organizzato una festa di compleanno per un'altra nostra parente e ha detto che festeggeranno pure lui perché ha compiuto gli anni da poco.
Lui ha già detto a mia mamma che non verrà, che non ci vede il senso e che a lui essere festeggiato lo imbarazza.
Non gli interessa assolutamente nulla se mia mamma o io ci rimaniamo male.
Poi mia mamma è una che tiene anche il muso, eppure lui è disposto a stare a casa con sua moglie senza nemmeno guardarsi in faccia anche per 10 giorni piuttosto che fare per un paio d'ore una cosa che non gli va. Poi magari, alla fine, a questa festa di compleanno ci andrà, ma deve farlo pesare dicendo che non verrà, per poi magari cambiare idea all'ultimo. Ma comunque, se verrà, bisognerà vedere se starà seduto in silenzio tutta la sera o se parlerà con qualcuno.
Se magari si trova con delle persone in un momento conviviale e qualcuno non gli va a genio o la serata non è come piace a lui è capace di stare seduto senza parlare con nessuno anche per ore.
Se deve prenotare un albergo per le ferie si informa sulla struttura in maniera maniacale, perché tutto deve essere perfetto.
Sembra quasi che voglia avere lui il controllo su tutto.
Se è lui ad organizzare qualcosa (magari una cena fuori) è insistente con tutti perché vadano, ma se al contrario qualcuno organizza una cena in un posto che a lui non piace allora non ci va.
Se gli si fa notare tutti questi atteggiamenti sbagliati che ha lui ascolta tranquillamente e non risponde nemmeno a ciò che gli viene detto.
Non si sforza nemmeno di dare una motivazione.
Non gli voglio male, ma non capisco perché deve sempre complicare le cose ed essere spesso così egoista.
Come ci si deve comportare con una persona così?
È semplicemente carattere o possiamo parlare di problemi psicologici?
Grazie.
Scrivo in merito al carattere di mio padre.
Vorrei sapere qual è il comportamento da tenere con una persona così e se certi comportamenti rientrano in un quadro patologico o se si tratta semplicemente di un carattere egoista.
Posso dire di aver avuto una bella infanzia.
Ho tanti bellissimi ricordi di me e i miei genitori, ma la cosa brutta che ricordo è che hanno sempre litigato spesso.
Mio papà sarebbe anche una persona generosa, a volte anche troppo, ma non riesce a fare qualcosa per forza, è più forte di lui.
Posso anche dire che mi ha sempre seguito durante la mia crescita, quando da bambino praticavo qualche sport veniva sempre a vedermi, ha sempre cercato di accontentarmi nei miei desideri, e anche ora che sono sposato e ho una bimba se può dare una mano in qualcosa (anche economicamente) lo fa.
Però è molto lunatico, ha dei momenti in cui "stende il tappeto rosso" alle persone, poi magari le stesse persone vengono a trovarlo e se ha la giornata storta a malapena le saluta.
Ad esempio ora una parente ha organizzato una festa di compleanno per un'altra nostra parente e ha detto che festeggeranno pure lui perché ha compiuto gli anni da poco.
Lui ha già detto a mia mamma che non verrà, che non ci vede il senso e che a lui essere festeggiato lo imbarazza.
Non gli interessa assolutamente nulla se mia mamma o io ci rimaniamo male.
Poi mia mamma è una che tiene anche il muso, eppure lui è disposto a stare a casa con sua moglie senza nemmeno guardarsi in faccia anche per 10 giorni piuttosto che fare per un paio d'ore una cosa che non gli va. Poi magari, alla fine, a questa festa di compleanno ci andrà, ma deve farlo pesare dicendo che non verrà, per poi magari cambiare idea all'ultimo. Ma comunque, se verrà, bisognerà vedere se starà seduto in silenzio tutta la sera o se parlerà con qualcuno.
Se magari si trova con delle persone in un momento conviviale e qualcuno non gli va a genio o la serata non è come piace a lui è capace di stare seduto senza parlare con nessuno anche per ore.
Se deve prenotare un albergo per le ferie si informa sulla struttura in maniera maniacale, perché tutto deve essere perfetto.
Sembra quasi che voglia avere lui il controllo su tutto.
Se è lui ad organizzare qualcosa (magari una cena fuori) è insistente con tutti perché vadano, ma se al contrario qualcuno organizza una cena in un posto che a lui non piace allora non ci va.
Se gli si fa notare tutti questi atteggiamenti sbagliati che ha lui ascolta tranquillamente e non risponde nemmeno a ciò che gli viene detto.
Non si sforza nemmeno di dare una motivazione.
Non gli voglio male, ma non capisco perché deve sempre complicare le cose ed essere spesso così egoista.
Come ci si deve comportare con una persona così?
È semplicemente carattere o possiamo parlare di problemi psicologici?
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
Lei ha una famiglia propria, ma ancora la Sua famiglia d'origine -in particolare suo padre- ingombra la Sua interiorità.
Lei ricorda un padre amorevole quando era bambino; ed anche ora: "..ora che sono sposato e ho una bimba se può dare una mano in qualcosa (anche economicamente) lo fa."
Perché dunque fargli le pulci
se non è esattamente come nelle vostre aspettative?
Se non si adegua ai desideri Suoi e di Sua madre?
Se non apprezza le feste organizzate per lui senza chiedergli preventivamente se gradisce?
Ogni persona ha luci ed ombre e anche a Lei capiterà, quando i suoi figli saranno grandi, di essere criticato per certi Suoi modi di essere.
Hanno sicuramente la loro importanza i perenni dissidi della coppia coniugale; d'altra parte non si sono separati, ma nemmeno sono riusciti nel tempo a negoziare una possibile via migliore. Ma si tratta della loro vita di coppia, nella quale è consigliabile che i figli non parteggino per l'uno o per l'altro.
In uno dei suoi 447 consulti, Lei accennava ad una patologia cerebrale di Suo padre, con relativi farmaci. Anche questo può avere il suo peso nei comportamenti descritti.
Come del resto va considerata seriamente la frase che Lei ci riporta:
"...che a lui essere festeggiato lo imbarazza..."
Talvolta dietro comportamenti apparentemente bizzarri ci stanno disagi o imbarazzi.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Lei ha una famiglia propria, ma ancora la Sua famiglia d'origine -in particolare suo padre- ingombra la Sua interiorità.
Lei ricorda un padre amorevole quando era bambino; ed anche ora: "..ora che sono sposato e ho una bimba se può dare una mano in qualcosa (anche economicamente) lo fa."
Perché dunque fargli le pulci
se non è esattamente come nelle vostre aspettative?
Se non si adegua ai desideri Suoi e di Sua madre?
Se non apprezza le feste organizzate per lui senza chiedergli preventivamente se gradisce?
Ogni persona ha luci ed ombre e anche a Lei capiterà, quando i suoi figli saranno grandi, di essere criticato per certi Suoi modi di essere.
Hanno sicuramente la loro importanza i perenni dissidi della coppia coniugale; d'altra parte non si sono separati, ma nemmeno sono riusciti nel tempo a negoziare una possibile via migliore. Ma si tratta della loro vita di coppia, nella quale è consigliabile che i figli non parteggino per l'uno o per l'altro.
In uno dei suoi 447 consulti, Lei accennava ad una patologia cerebrale di Suo padre, con relativi farmaci. Anche questo può avere il suo peso nei comportamenti descritti.
Come del resto va considerata seriamente la frase che Lei ci riporta:
"...che a lui essere festeggiato lo imbarazza..."
Talvolta dietro comportamenti apparentemente bizzarri ci stanno disagi o imbarazzi.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Gentile utente,
il "carattere", come lei ce lo descrive, può essere definito l'insieme delle tendenze emotive, cognitive e comportamentali che nascono dall'incontro tra i tratti genetici, una certa indole, gli imprinting ricevuti nel primo periodo di vita, le successive esperienze e gli adattamenti all'ambiente.
A differenza della personalità, studiata in psicologia, il "carattere" è termine dell'uso comune; un termine utile, ma equivoco. Può essere utile per definire "irascibile" o "flemmatico", "pigro" o "zelante" qualcuno, ma c'è un modo di dire popolare: "Il carattere non si cambia!" che fa sorridere gli psicologi, perché è la scusa adottata da chi vuole mantenere, in sé o nelle persone che ha attorno, abitudini e comportamenti sgradevoli.
Se un comportamento, un'idea, una risposta emotiva (il cosiddetto carattere, in una parola) risultassero immodificabili, ci troveremmo di fronte a una patologia mentale, oppure, il che è frequente, a cattive abitudini mantenute per convenienza.
Il comportamento di suo padre per esempio può essere una salvaguardia adottata da chi si sente troppo sollecitato a fare cose che non gli piacciono e risponde un po' infantilmente impuntandosi e restando zitto, come un altro risponderebbe con urla e botte e un altro ancora troverebbe scuse melliflue, ma sempre allo scopo di sottrarsi ad obblighi che altri gli impongono.
Lei dice che suo padre, persona che dà numerose prove di generosità, "non riesce a fare qualcosa per forza, è più forte di lui".
La formulazione stessa della sua frase dovrebbe metterla sull'avviso: perché un uomo adulto e libero dovrebbe fare qualcosa di non essenziale "per forza"? E perché lei dice che questa resistenza "è più forte di lui"?
Chi stabilisce che suo padre cerchi di vincersi senza riuscirci, e non adotti invece volontariamente un atteggiamento di resistenza per non essere pungolato, tirato, spinto dai familiari forse troppo invadenti e poco attenti alle sue preferenze?
A volte è cordialissimo con certe persone, lei scrive, e a volte "se ha la giornata storta a malapena le saluta".
Questo esempio potrebbe dimostrare un umore variabile e un controllo imperfetto delle proprie reazioni... ma non ne conosciamo le motivazioni. Se suo padre ad esempio pensa: "Ecco qua, sono stato gentile con questa persona e lei se ne approfitta, mostrandosi più confidenziale di quanto sarebbe opportuno", il suo distacco si spiegherebbe.
Vengo all'esempio successivo, quello della parente che lo invita per offrirgli un festeggiamento 'di seconda mano', per così dire. Suo padre si dichiara imbarazzato, e probabilmente ha ragione: le persone invitate a festeggiare X, perché poi dovrebbero scoprire di dover festeggiare anche lui, col doveroso regalo o facendo una figuraccia?
Ed eccoci al punto: "Non gli interessa assolutamente nulla se mia mamma o io ci rimaniamo male".
L'egoismo dunque, e la mancata comprensione, è da parte vostra, più che da parte sua.
Non cercate minimamente di comprendere il suo stato d'animo, a quanto pare.
Questo sembra ampiamente dimostrato dalle frasi che seguono: sua madre è una che "tiene il muso" e rimane in silenzio anche per dieci giorni; suo padre, forse proprio per timore di questo, potrebbe anche cedere all'ultimo minuto, a malincuore, e certo senza dimostrarsi entusiasta della festa imposta col ricatto ("ci rimaniamo male") o con la minaccia (Il muso e dieci giorni di silenzio da parte della moglie).
Che suo padre possa non saper affermare correttamente le sue ragioni mi pare chiaro, ma da come li descrive, i suoi genitori hanno tutti e due delle reazioni un po' infantili.
Senza ipotizzare patologie o grandi vizi, senza dubbio un training sull'assertività sarebbe utile a tutti; a suo padre per primo... per autodifesa.
Sorrido, naturalmente, ma lo penso.
Buone cose.
il "carattere", come lei ce lo descrive, può essere definito l'insieme delle tendenze emotive, cognitive e comportamentali che nascono dall'incontro tra i tratti genetici, una certa indole, gli imprinting ricevuti nel primo periodo di vita, le successive esperienze e gli adattamenti all'ambiente.
A differenza della personalità, studiata in psicologia, il "carattere" è termine dell'uso comune; un termine utile, ma equivoco. Può essere utile per definire "irascibile" o "flemmatico", "pigro" o "zelante" qualcuno, ma c'è un modo di dire popolare: "Il carattere non si cambia!" che fa sorridere gli psicologi, perché è la scusa adottata da chi vuole mantenere, in sé o nelle persone che ha attorno, abitudini e comportamenti sgradevoli.
Se un comportamento, un'idea, una risposta emotiva (il cosiddetto carattere, in una parola) risultassero immodificabili, ci troveremmo di fronte a una patologia mentale, oppure, il che è frequente, a cattive abitudini mantenute per convenienza.
Il comportamento di suo padre per esempio può essere una salvaguardia adottata da chi si sente troppo sollecitato a fare cose che non gli piacciono e risponde un po' infantilmente impuntandosi e restando zitto, come un altro risponderebbe con urla e botte e un altro ancora troverebbe scuse melliflue, ma sempre allo scopo di sottrarsi ad obblighi che altri gli impongono.
Lei dice che suo padre, persona che dà numerose prove di generosità, "non riesce a fare qualcosa per forza, è più forte di lui".
La formulazione stessa della sua frase dovrebbe metterla sull'avviso: perché un uomo adulto e libero dovrebbe fare qualcosa di non essenziale "per forza"? E perché lei dice che questa resistenza "è più forte di lui"?
Chi stabilisce che suo padre cerchi di vincersi senza riuscirci, e non adotti invece volontariamente un atteggiamento di resistenza per non essere pungolato, tirato, spinto dai familiari forse troppo invadenti e poco attenti alle sue preferenze?
A volte è cordialissimo con certe persone, lei scrive, e a volte "se ha la giornata storta a malapena le saluta".
Questo esempio potrebbe dimostrare un umore variabile e un controllo imperfetto delle proprie reazioni... ma non ne conosciamo le motivazioni. Se suo padre ad esempio pensa: "Ecco qua, sono stato gentile con questa persona e lei se ne approfitta, mostrandosi più confidenziale di quanto sarebbe opportuno", il suo distacco si spiegherebbe.
Vengo all'esempio successivo, quello della parente che lo invita per offrirgli un festeggiamento 'di seconda mano', per così dire. Suo padre si dichiara imbarazzato, e probabilmente ha ragione: le persone invitate a festeggiare X, perché poi dovrebbero scoprire di dover festeggiare anche lui, col doveroso regalo o facendo una figuraccia?
Ed eccoci al punto: "Non gli interessa assolutamente nulla se mia mamma o io ci rimaniamo male".
L'egoismo dunque, e la mancata comprensione, è da parte vostra, più che da parte sua.
Non cercate minimamente di comprendere il suo stato d'animo, a quanto pare.
Questo sembra ampiamente dimostrato dalle frasi che seguono: sua madre è una che "tiene il muso" e rimane in silenzio anche per dieci giorni; suo padre, forse proprio per timore di questo, potrebbe anche cedere all'ultimo minuto, a malincuore, e certo senza dimostrarsi entusiasta della festa imposta col ricatto ("ci rimaniamo male") o con la minaccia (Il muso e dieci giorni di silenzio da parte della moglie).
Che suo padre possa non saper affermare correttamente le sue ragioni mi pare chiaro, ma da come li descrive, i suoi genitori hanno tutti e due delle reazioni un po' infantili.
Senza ipotizzare patologie o grandi vizi, senza dubbio un training sull'assertività sarebbe utile a tutti; a suo padre per primo... per autodifesa.
Sorrido, naturalmente, ma lo penso.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#3]
Utente
Preciso, dato non l'ho fatto prima, che la festa non è di seconda mano. Il giorno del suo compleanno non è stato festeggiato (con gli altri parenti) causa covid.
Comunque i compromessi mi sembrano una cosa normale nella vita coniugale. Ad esempio io, con la maggior parte dei parenti di mia moglie, non ho argomenti in comune, eppure quando organizzano qualcosa vado, sorrido, parlo... non mi sembra un gran sacrificio dato che si parla di qualche serata all'anno.
Quello che dà fastidio di mio papà è che con gli stessi parenti che organizzano la festa adesso, qualche mese fa ha organizzato due cene in due locali diversi. Siccome ha organizzato lui e nei posti dove compravano a lui andava bene. Ora organizzano gli altri (a casa di una parente), a lui non va bene quindi se ne starà a casa, facendo fare francamente una pessima figura a me e a mia mamma.
Sapete di tutti i parenti che sono stati invitati stasera (una quindicina) chi è l'unico che ha fatti storie e che non verrà? Lui, solo lui.
No, non credo sia lui che si debba difendere da noi, rimango convinto che abbia problemi psicologici e di relazione importanti.
Ah, per quanto riguarda i consulti sui farmaci e la piccola ischemia cerebrale che ha avuto ora le cose vanno meglio. Abbiamo effettivamente visto un peggioramento dei suoi difetti e delle parti peggiori del suo carattere, ma la base caratteriale è sempre stata questa, seppur meno accentuata...
Comunque i compromessi mi sembrano una cosa normale nella vita coniugale. Ad esempio io, con la maggior parte dei parenti di mia moglie, non ho argomenti in comune, eppure quando organizzano qualcosa vado, sorrido, parlo... non mi sembra un gran sacrificio dato che si parla di qualche serata all'anno.
Quello che dà fastidio di mio papà è che con gli stessi parenti che organizzano la festa adesso, qualche mese fa ha organizzato due cene in due locali diversi. Siccome ha organizzato lui e nei posti dove compravano a lui andava bene. Ora organizzano gli altri (a casa di una parente), a lui non va bene quindi se ne starà a casa, facendo fare francamente una pessima figura a me e a mia mamma.
Sapete di tutti i parenti che sono stati invitati stasera (una quindicina) chi è l'unico che ha fatti storie e che non verrà? Lui, solo lui.
No, non credo sia lui che si debba difendere da noi, rimango convinto che abbia problemi psicologici e di relazione importanti.
Ah, per quanto riguarda i consulti sui farmaci e la piccola ischemia cerebrale che ha avuto ora le cose vanno meglio. Abbiamo effettivamente visto un peggioramento dei suoi difetti e delle parti peggiori del suo carattere, ma la base caratteriale è sempre stata questa, seppur meno accentuata...
[#4]
Gentile utente,
forse è superfluo rispondere, visto che non legge quanto le scriviamo, ci insegna come si diagnosticano i "problemi psicologici e di relazione" e sa tutto sugli effetti che l'ischemia cerebrale e relativi farmaci producono su quella che continua a chiamare "base caratteriale".
So che è inutile, ma per gli altri utenti che ci leggono la invito ancora a capire cos'è quello che chiama "carattere" leggendo a questo link: https://www.psicoterapiaromaest.it/temperamento-carattere-e-personalita/
Colgo l'occasione per suggerirle lo studio di un'altra parola: "egocentrismo".
Gliene do qualche esempio tratto dalla sua email.
Lei scrive: "i compromessi mi sembrano una cosa normale nella vita coniugale. Ad esempio io, con la maggior parte dei parenti di mia moglie, non ho argomenti in comune, eppure quando organizzano qualcosa vado, sorrido, parlo...".
Quindi se lei, che non è riuscito a creare un contatto umano coi parenti di sua moglie, ogni tanto accetta di vederli, questo comportamento diventa una regola universale?
Altro esempio. Il fatto che un uomo anziano non vada ad una cena di parenti secondo lei fa fare "francamente una pessima figura a me e a mia mamma".
Ricade su lei e sua madre il comportamento del rispettivo padre e marito? Non lo avete "educato" bene e vi imbarazza il suo comportamento come se fosse un bimbo che fa le linguacce alla zia? Non vi sembra di essere un po' troppo al centro della vostra attenzione?
Che peccato che lei non abbia compreso le parole della mia collega Carla Maria Brunialti, la quale, invitandola a non intromettersi nei rapporti della coppia genitoriale, le spiegava con professionale consapevolezza: "Hanno sicuramente la loro importanza i perenni dissidi della coppia coniugale; d'altra parte non si sono separati, ma nemmeno sono riusciti nel tempo a negoziare una possibile via migliore".
Ma per capire questo occorrono orecchie per intendere. Per vedere se ci legge, una curiosità rimane dalla sua ultima email: le sarò grata se vorrà chiarirmi il significato della frase: "Siccome ha organizzato lui e nei posti dove compravano a lui andava bene".
Compravano cosa? Suo padre aveva organizzato una vendita, nei locali della cena coi parenti?
Buone cose.
forse è superfluo rispondere, visto che non legge quanto le scriviamo, ci insegna come si diagnosticano i "problemi psicologici e di relazione" e sa tutto sugli effetti che l'ischemia cerebrale e relativi farmaci producono su quella che continua a chiamare "base caratteriale".
So che è inutile, ma per gli altri utenti che ci leggono la invito ancora a capire cos'è quello che chiama "carattere" leggendo a questo link: https://www.psicoterapiaromaest.it/temperamento-carattere-e-personalita/
Colgo l'occasione per suggerirle lo studio di un'altra parola: "egocentrismo".
Gliene do qualche esempio tratto dalla sua email.
Lei scrive: "i compromessi mi sembrano una cosa normale nella vita coniugale. Ad esempio io, con la maggior parte dei parenti di mia moglie, non ho argomenti in comune, eppure quando organizzano qualcosa vado, sorrido, parlo...".
Quindi se lei, che non è riuscito a creare un contatto umano coi parenti di sua moglie, ogni tanto accetta di vederli, questo comportamento diventa una regola universale?
Altro esempio. Il fatto che un uomo anziano non vada ad una cena di parenti secondo lei fa fare "francamente una pessima figura a me e a mia mamma".
Ricade su lei e sua madre il comportamento del rispettivo padre e marito? Non lo avete "educato" bene e vi imbarazza il suo comportamento come se fosse un bimbo che fa le linguacce alla zia? Non vi sembra di essere un po' troppo al centro della vostra attenzione?
Che peccato che lei non abbia compreso le parole della mia collega Carla Maria Brunialti, la quale, invitandola a non intromettersi nei rapporti della coppia genitoriale, le spiegava con professionale consapevolezza: "Hanno sicuramente la loro importanza i perenni dissidi della coppia coniugale; d'altra parte non si sono separati, ma nemmeno sono riusciti nel tempo a negoziare una possibile via migliore".
Ma per capire questo occorrono orecchie per intendere. Per vedere se ci legge, una curiosità rimane dalla sua ultima email: le sarò grata se vorrà chiarirmi il significato della frase: "Siccome ha organizzato lui e nei posti dove compravano a lui andava bene".
Compravano cosa? Suo padre aveva organizzato una vendita, nei locali della cena coi parenti?
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.4k visite dal 24/11/2022.
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