Consigli se un'amicizia è diventata nociva, o se è positiva per me stesso
Buongiorno, parliamo di un'amicizia storica, dove abbiamo condiviso le stesse passioni, stesso percorso di studi e stesso lavoro, ci siamo trasferiti insieme all'estero per la stessa carriera, ed è qui che, secondo me, arriviamo al punto in questione.
Forse con molti altri amici di più vecchia data, nemmeno in tutta la vita abbiamo condiviso lo stesso numero di eventi.
Già tempo addietro alcune sue note caratteriali non mi garbavano, ma non ci diedi troppo peso, ci si frequentava ogni tanto, spesso all'interno di una comitiva, ma da quando ci siamo trasferiti insieme all'estero, alcuni suoi atteggiamenti mi hanno ferito, o comunque innervosito.
A volte mi sento criticato a 360, anche per come respiro in sua presenza, e spesso riesce ad arrivare a toccare alcune mie "corde profonde", su tematiche delicate, ed il suo modo schietto di "toccarle" mi innervosisce parecchio.
Mi sento criticato sul mio stile di vita, su come spendo / risparmio i miei soldi, sulla mia attuale mancanza di una relazione sentimentale, su come mi vesto, ed il suo modo di esprimersi, seppur da una parte è sintomo di una sincerità, che manca a molte persone, a me spesso innervosisce perchè esprime tutto senza freno.
Un modo "schietto" di esprimersi può mettere in luce molte cose, che magari altre persone pensano, ma non dicono e potrebbe essere un vantaggio per migliorarmi, anche se ciò che percepisco è un continua offensiva nei miei confronti.
Quando sono con lui mi sento come succube, forse dai suoi forti giudizi, o forse dalla mia paura di essere attaccato, non mi sento naturale o spontaneo, cosa che invece non succede quando sono con altre persone.
E' come se in sua assenza mi sentissi "libero".
Forse lui non ha assolutamente torto su certe cose, alcune volte le stesse osservazioni le ho ricevute anche da altre persone, però forse in maniera più "soft", meno invadente, e non mi hanno dato fastidio.
Il suo modo di esprimersi non mi piace, a volte alcuni suoi messaggi mi irritano a tal punto che lancerei il telefono per terra.
Quando sono in presenza di altre persone, ho ricevuto molti apprezzamenti su di me, sulla mia cordialità, simpatia, insomma mi sento un'altra persona.
Non mi percepisco allo stesso modo come quando sono con lui.
Oltre alle innumerevoli avventure, bei momenti spensierati, ecc.
, lui spesso a confidato a me cose molto importanti, molto intime, che soltanto ad un amico si dicono, quindi questo mi porta a pensare che c'è una grande stima verso di me.
Inoltre ho apprezzato molto la sua onestà nel riferirmi alcuni messaggi di "falsi amici" che mi hanno parlato alle spalle, mettendomi in guardia da essi.
Mi sono chiesto: e se lui sbagliasse i modi, ma avesse ragione?
Se ascoltandolo potessi migliorare alcuni miei aspetti?
Se le cose che dice mi fanno così male, allora magari un fondo di verità c'è.
Ma è giusto esprimersi così, con aggressività in un'amicizia, magari ferendo chi è accanto?
Quest'amicizia è diventata tossica, oppure ne vale la pena?
Forse con molti altri amici di più vecchia data, nemmeno in tutta la vita abbiamo condiviso lo stesso numero di eventi.
Già tempo addietro alcune sue note caratteriali non mi garbavano, ma non ci diedi troppo peso, ci si frequentava ogni tanto, spesso all'interno di una comitiva, ma da quando ci siamo trasferiti insieme all'estero, alcuni suoi atteggiamenti mi hanno ferito, o comunque innervosito.
A volte mi sento criticato a 360, anche per come respiro in sua presenza, e spesso riesce ad arrivare a toccare alcune mie "corde profonde", su tematiche delicate, ed il suo modo schietto di "toccarle" mi innervosisce parecchio.
Mi sento criticato sul mio stile di vita, su come spendo / risparmio i miei soldi, sulla mia attuale mancanza di una relazione sentimentale, su come mi vesto, ed il suo modo di esprimersi, seppur da una parte è sintomo di una sincerità, che manca a molte persone, a me spesso innervosisce perchè esprime tutto senza freno.
Un modo "schietto" di esprimersi può mettere in luce molte cose, che magari altre persone pensano, ma non dicono e potrebbe essere un vantaggio per migliorarmi, anche se ciò che percepisco è un continua offensiva nei miei confronti.
Quando sono con lui mi sento come succube, forse dai suoi forti giudizi, o forse dalla mia paura di essere attaccato, non mi sento naturale o spontaneo, cosa che invece non succede quando sono con altre persone.
E' come se in sua assenza mi sentissi "libero".
Forse lui non ha assolutamente torto su certe cose, alcune volte le stesse osservazioni le ho ricevute anche da altre persone, però forse in maniera più "soft", meno invadente, e non mi hanno dato fastidio.
Il suo modo di esprimersi non mi piace, a volte alcuni suoi messaggi mi irritano a tal punto che lancerei il telefono per terra.
Quando sono in presenza di altre persone, ho ricevuto molti apprezzamenti su di me, sulla mia cordialità, simpatia, insomma mi sento un'altra persona.
Non mi percepisco allo stesso modo come quando sono con lui.
Oltre alle innumerevoli avventure, bei momenti spensierati, ecc.
, lui spesso a confidato a me cose molto importanti, molto intime, che soltanto ad un amico si dicono, quindi questo mi porta a pensare che c'è una grande stima verso di me.
Inoltre ho apprezzato molto la sua onestà nel riferirmi alcuni messaggi di "falsi amici" che mi hanno parlato alle spalle, mettendomi in guardia da essi.
Mi sono chiesto: e se lui sbagliasse i modi, ma avesse ragione?
Se ascoltandolo potessi migliorare alcuni miei aspetti?
Se le cose che dice mi fanno così male, allora magari un fondo di verità c'è.
Ma è giusto esprimersi così, con aggressività in un'amicizia, magari ferendo chi è accanto?
Quest'amicizia è diventata tossica, oppure ne vale la pena?
[#1]
La domanda che deve porsi è: le cose che questo amico mi dice, e in generale questa amicizia, mi stanno spingendo a migliorare oppure no?
Perché l'amico è quello che ti dà la possibilità di sentire un parere esterno su di te senza troppo adulterarlo con adulazioni, ipocrisie ecc.
Domanda ancora precedente: quanto lei vuole in realtà migliorarsi? Perché se la risposta fosse "poco o nulla", allora un amico così è chiaro che le crea disagio.
Pillola rossa o pillola blu.
Perché l'amico è quello che ti dà la possibilità di sentire un parere esterno su di te senza troppo adulterarlo con adulazioni, ipocrisie ecc.
Domanda ancora precedente: quanto lei vuole in realtà migliorarsi? Perché se la risposta fosse "poco o nulla", allora un amico così è chiaro che le crea disagio.
Pillola rossa o pillola blu.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Grazie per la sua risposta,
Senza ombra di dubbio ho bisogno di migliorarmi su molte cose, ed infatti per questo mi pongo il dubbio sul perché ciò mi crea questo disagio.
Ma allo stesso tempo mi viene da interrogarmi sulle modalità con il quale si mettono in luce alcune tematiche, se è corretta questa sorta di aggressività (se così si può chiamare), e sul come percepisco questa persona.
Sicuramente è meglio un giudizio veritiero, piuttosto che false ipocrisie. A tutti farebbe piacere ricevere complimenti.
Però secondo me, in un rapporto di amicizia, bisognerebbe incoraggiare, sottolineare il positivo e sorvolare sulle cose negative, magari portarle in luce per migliorarsi, ma con delicatezza, evitando di offendere.
A volte ci sono stati confronti costruttivi, che ho gradito, altre volte battutine e frecciatine irritanti.
Giusto per fare un esempio, se volessi una relazione sentimentale, o meno, alla fine sono affari miei.
Se volessi spendere i soldi viaggiando, o risparmiarli per comprarmi una casa, anche questa è una decisione mia.
Mi viene anche da interrogarmi sul perchè lui vorrebbe un "me diverso", veramente per migliorarmi, oppure perchè lui vorrebbe come amico una persona diversa ?
E questo essere diverso sarebbe più positivo per me o per lui ?
Forse sono io che percepisco i suoi "forti giudizi" in maniera aggressiva, e per quanto, a volte, possa anche avere ragione, il sentirmi in costante attacco in presenza di questa amicizia, è spesso irritante e mi pone il dubbio su quanto possa essere positiva, o se sia una persona da allontanare.
Senza ombra di dubbio ho bisogno di migliorarmi su molte cose, ed infatti per questo mi pongo il dubbio sul perché ciò mi crea questo disagio.
Ma allo stesso tempo mi viene da interrogarmi sulle modalità con il quale si mettono in luce alcune tematiche, se è corretta questa sorta di aggressività (se così si può chiamare), e sul come percepisco questa persona.
Sicuramente è meglio un giudizio veritiero, piuttosto che false ipocrisie. A tutti farebbe piacere ricevere complimenti.
Però secondo me, in un rapporto di amicizia, bisognerebbe incoraggiare, sottolineare il positivo e sorvolare sulle cose negative, magari portarle in luce per migliorarsi, ma con delicatezza, evitando di offendere.
A volte ci sono stati confronti costruttivi, che ho gradito, altre volte battutine e frecciatine irritanti.
Giusto per fare un esempio, se volessi una relazione sentimentale, o meno, alla fine sono affari miei.
Se volessi spendere i soldi viaggiando, o risparmiarli per comprarmi una casa, anche questa è una decisione mia.
Mi viene anche da interrogarmi sul perchè lui vorrebbe un "me diverso", veramente per migliorarmi, oppure perchè lui vorrebbe come amico una persona diversa ?
E questo essere diverso sarebbe più positivo per me o per lui ?
Forse sono io che percepisco i suoi "forti giudizi" in maniera aggressiva, e per quanto, a volte, possa anche avere ragione, il sentirmi in costante attacco in presenza di questa amicizia, è spesso irritante e mi pone il dubbio su quanto possa essere positiva, o se sia una persona da allontanare.
[#3]
Perdoni la risposta in ritardo, a causa di un problema tecnico non ho visto che aveva replicato.
>>> Forse sono io che percepisco i suoi "forti giudizi" in maniera aggressiva
Sì, potrebbe essere.
Qualcuno diceva, scherzando ma non troppo, che un nonnismo ben congegnato può tirare fuori il meglio dalle persone.
A volte è utile avere qualcuno che ci critica, anche spietatamente, per metterci di fronte ai nostri limiti. Ma non tutti sono disposti a ricevere critiche.
>>> Forse sono io che percepisco i suoi "forti giudizi" in maniera aggressiva
Sì, potrebbe essere.
Qualcuno diceva, scherzando ma non troppo, che un nonnismo ben congegnato può tirare fuori il meglio dalle persone.
A volte è utile avere qualcuno che ci critica, anche spietatamente, per metterci di fronte ai nostri limiti. Ma non tutti sono disposti a ricevere critiche.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.3k visite dal 23/11/2022.
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