Non riesco a comprendere mio marito
Buonasera.
Da un paio di mesi mio marito ha espresso il desiderio di voler andare via di casa, dicendomi che non mi ama più.
Per il momento viviamo ancora insieme ma è diventato parecchio insofferente nei confronti dei figli e della vita famigliare (non sopporta se urlano, li sgrida, a volte li offende).
Questo, credo, perché di fatto ancora non può permettersi di prendere in affitto una casa e quindi si sente un po' intrappolato.
In tutto questo io soffro, lo amo ancora anche se comincio a vedere tante cose che in una relazione sana non dovrebbero esserci.
Per esempio, il fatto che non abbia mai aiutato in casa, o con i bimbi, mai un bagnetto o un cambio di pannolino.
Ora che sono grandi e io inizio a uscire ogni tanto con le colleghe, vedo segni di insofferenza, come se lui avesse raggiunto il suo equilibrio quando io stavo dietro ai bimbi, in casa e senza uscire tanto.
Mi chiedo se non esercitasse una sorta di controllo su di me.
Passo alla cosa che davvero mi destabilizza e che vorrei comprendere.
Mio marito cerca ancora approcci sessuali pur avendomi detto che non tornerà indietro sulla sua decisione di separarsi.
Le prime volte mi sono lasciata andare, ma ora no, perché devo tutelare il mio benessere mentale.
Questa cosa lo ha toccato al punto che ora il suo focus non è più sul fatto che non mi ama più, ma sul fatto che io lo rifiuto sessualmente (premetto che prima di questi due mesi avevamo una vita sessuale appagante e frequente).
Mi ripete di continuo che lo rifiuto, mi fa battute, mi dice forse hai già un altro.
Io mi sento quasi un oggetto... come può pretendere da me disponibilità quando dice di non amarmi e che è sicuro che è finita?
Fatico a comprenderlo.
Per me sesso e amore sono profondamente legati.
Vi sarei grata se mi aiutaste a capire i suoi atteggiamenti, ma anche i miei.
Vi sono grata già da ora.
Da un paio di mesi mio marito ha espresso il desiderio di voler andare via di casa, dicendomi che non mi ama più.
Per il momento viviamo ancora insieme ma è diventato parecchio insofferente nei confronti dei figli e della vita famigliare (non sopporta se urlano, li sgrida, a volte li offende).
Questo, credo, perché di fatto ancora non può permettersi di prendere in affitto una casa e quindi si sente un po' intrappolato.
In tutto questo io soffro, lo amo ancora anche se comincio a vedere tante cose che in una relazione sana non dovrebbero esserci.
Per esempio, il fatto che non abbia mai aiutato in casa, o con i bimbi, mai un bagnetto o un cambio di pannolino.
Ora che sono grandi e io inizio a uscire ogni tanto con le colleghe, vedo segni di insofferenza, come se lui avesse raggiunto il suo equilibrio quando io stavo dietro ai bimbi, in casa e senza uscire tanto.
Mi chiedo se non esercitasse una sorta di controllo su di me.
Passo alla cosa che davvero mi destabilizza e che vorrei comprendere.
Mio marito cerca ancora approcci sessuali pur avendomi detto che non tornerà indietro sulla sua decisione di separarsi.
Le prime volte mi sono lasciata andare, ma ora no, perché devo tutelare il mio benessere mentale.
Questa cosa lo ha toccato al punto che ora il suo focus non è più sul fatto che non mi ama più, ma sul fatto che io lo rifiuto sessualmente (premetto che prima di questi due mesi avevamo una vita sessuale appagante e frequente).
Mi ripete di continuo che lo rifiuto, mi fa battute, mi dice forse hai già un altro.
Io mi sento quasi un oggetto... come può pretendere da me disponibilità quando dice di non amarmi e che è sicuro che è finita?
Fatico a comprenderlo.
Per me sesso e amore sono profondamente legati.
Vi sarei grata se mi aiutaste a capire i suoi atteggiamenti, ma anche i miei.
Vi sono grata già da ora.
[#1]
Gentile utente,
la situazione che ci descrive appare chiarissima... per così dire.
In realtà, leggendo le sue parole sento risuonare nella memoria molti casi simili, ma nello stesso tempo so bene che ogni situazione è a sé, e un'interpretazione corretta esige una serie di colloqui con le due persone interessate: una terapia di coppia, in pratica, che vi raccomando vivamente con un duplice scopo: 1) migliorare la comunicazione tra voi, abbattendo il muro di false immagini che nel corso di un matrimonio l'uno si fa dell'altro e della situazione; 2) ricostruire correttamente la storia della vostra relazione qualunque ne possa essere l'esito finale, perché voi due sappiate per quale ragione vi siete scelti e per quale ragione vi siete lasciati (o avete deciso di restare insieme e di ricostruire). Questo, se ci sono figli, non è più soltanto utile, ma doveroso. Infatti la sofferenza dei figli di fronte a una separazione che non capiscono la pagano poi tutti, per tutta la vita.
Vengo alle sue parole e cerco di darle, come chiede, un'interpretazione dei vostri atteggiamenti, che però deve prendere come una serie di ipotesi.
Non sappiamo i precedenti in cui è maturata la decisione di suo marito di lasciare la famiglia, e non conosciamo la sua età, il suo stato di salute fisica e mentale, il suo grado di benessere nel lavoro, il periodo che sta attraversando. Per esempio una sbandata per un'altra è sempre ipotizzabile e può determinare una crisi profonda, soprattutto in un uomo abitualmente rigoroso nei comportamenti.
Sappiamo che le ha detto una frase demolitoria: "non ti amo più", che ferisce ma è priva di senso. L'infatuazione degli adolescenti può scomparire dalla sera al mattino, ma "l'amore non muore mai di morte naturale", dice Anais Nin, che se ne intendeva.
L'attaccamento che si determina in una persona (purché senza nevrosi) verso il coniuge, verso i figli, verso le consuetudini e i progetti costruiti insieme è un collante non facilmente distruggibile con un'immatura dichiarazione di fine dell'amore.
Ma a questo punto muoversi tra le ipotesi è molto azzardato.
Dovremmo sapere quali sono stati l'infanzia e l'adolescenza di suo marito, i suoi rapporti coi genitori, le sue aspettative verso il matrimonio; quanto ha scelto davvero di lavorare, sposarsi e avere figli o quanto invece ha sentito che ogni cosa gli cadeva addosso suo malgrado; quanto è stata faticosa per voi la gestione della vita da adulti, quanto ha tolto alla sua voglia di gioco, di emozioni intense; se ha sentito in lei, moglie, una madre invece che un'amante, e peggio ancora una madre critica, severa.
Alla sua ipotesi che suo marito la "controllasse" meglio quando la vedeva a casa dedita ai bambini piccoli, ne oppongo un'altra: che a denti stretti tollerasse il distacco dalla donna amata quando lo accettava per i figli, ma che non averla vicina in nuove attività da fidanzati (uscite, viaggi, progetti) a favore delle amiche, gli sia risultato una delusione intollerabile, in maniera consapevole o meno. In pratica, che attribuisca a lei il distacco.
Guarda caso lei scrive: "ora il suo focus non è più sul fatto che non mi ama più, ma sul fatto che io lo rifiuto sessualmente", e le frasi che seguono sembrano rimandare a questo.
Uomini e donne affetti da troppo orgoglio possono lasciare per primi, quando temono di essere non amati o addirittura traditi. Ma possono anche attribuire all'altro il distacco quando loro stessi si sono macchiati di tradimento, e non se lo sanno perdonare.
Il protrarsi dei rapporti sessuali può avere di nuovo un significato doppio, ma come discriminare, senza conoscere nessuno di voi due? Può essere puro e semplice egoismo (poco conciliabile con la reazione di suo marito ai suoi rifiuti), ma può essere ricerca dell'abbraccio, della vicinanza affettiva più facile ed elementare nel momento della confusione e dello sconforto.
Diciamo che può essere una richiesta infantile, primitiva, d'amore, dove c'è il dolore della crisi e la sofferenza della perdita.
Lei dice che si sente un oggetto: ma è vero? Provi invece ad abbracciare suo marito facendogli sentire che lo ama.
Altre sue considerazioni (il passato che le appare come assenza di solidarietà nella gestione domestica, l'attuale atteggiamento sgarbato di suo marito verso i figli) fanno pensare che lui non si sia sentito protagonista della vita che avete costruito, e che adesso non sappia fare altro che distruggerla... salvo gli appelli lanciati col cercare ancora il suo amore fisico.
Come vede, la situazione non è tale che possa essere compresa a distanza.
La invito ancora a rivolgersi ad un terapeuta di coppia e auguro a tutti voi, figli compresi, di risolvere al meglio la situazione.
la situazione che ci descrive appare chiarissima... per così dire.
In realtà, leggendo le sue parole sento risuonare nella memoria molti casi simili, ma nello stesso tempo so bene che ogni situazione è a sé, e un'interpretazione corretta esige una serie di colloqui con le due persone interessate: una terapia di coppia, in pratica, che vi raccomando vivamente con un duplice scopo: 1) migliorare la comunicazione tra voi, abbattendo il muro di false immagini che nel corso di un matrimonio l'uno si fa dell'altro e della situazione; 2) ricostruire correttamente la storia della vostra relazione qualunque ne possa essere l'esito finale, perché voi due sappiate per quale ragione vi siete scelti e per quale ragione vi siete lasciati (o avete deciso di restare insieme e di ricostruire). Questo, se ci sono figli, non è più soltanto utile, ma doveroso. Infatti la sofferenza dei figli di fronte a una separazione che non capiscono la pagano poi tutti, per tutta la vita.
Vengo alle sue parole e cerco di darle, come chiede, un'interpretazione dei vostri atteggiamenti, che però deve prendere come una serie di ipotesi.
Non sappiamo i precedenti in cui è maturata la decisione di suo marito di lasciare la famiglia, e non conosciamo la sua età, il suo stato di salute fisica e mentale, il suo grado di benessere nel lavoro, il periodo che sta attraversando. Per esempio una sbandata per un'altra è sempre ipotizzabile e può determinare una crisi profonda, soprattutto in un uomo abitualmente rigoroso nei comportamenti.
Sappiamo che le ha detto una frase demolitoria: "non ti amo più", che ferisce ma è priva di senso. L'infatuazione degli adolescenti può scomparire dalla sera al mattino, ma "l'amore non muore mai di morte naturale", dice Anais Nin, che se ne intendeva.
L'attaccamento che si determina in una persona (purché senza nevrosi) verso il coniuge, verso i figli, verso le consuetudini e i progetti costruiti insieme è un collante non facilmente distruggibile con un'immatura dichiarazione di fine dell'amore.
Ma a questo punto muoversi tra le ipotesi è molto azzardato.
Dovremmo sapere quali sono stati l'infanzia e l'adolescenza di suo marito, i suoi rapporti coi genitori, le sue aspettative verso il matrimonio; quanto ha scelto davvero di lavorare, sposarsi e avere figli o quanto invece ha sentito che ogni cosa gli cadeva addosso suo malgrado; quanto è stata faticosa per voi la gestione della vita da adulti, quanto ha tolto alla sua voglia di gioco, di emozioni intense; se ha sentito in lei, moglie, una madre invece che un'amante, e peggio ancora una madre critica, severa.
Alla sua ipotesi che suo marito la "controllasse" meglio quando la vedeva a casa dedita ai bambini piccoli, ne oppongo un'altra: che a denti stretti tollerasse il distacco dalla donna amata quando lo accettava per i figli, ma che non averla vicina in nuove attività da fidanzati (uscite, viaggi, progetti) a favore delle amiche, gli sia risultato una delusione intollerabile, in maniera consapevole o meno. In pratica, che attribuisca a lei il distacco.
Guarda caso lei scrive: "ora il suo focus non è più sul fatto che non mi ama più, ma sul fatto che io lo rifiuto sessualmente", e le frasi che seguono sembrano rimandare a questo.
Uomini e donne affetti da troppo orgoglio possono lasciare per primi, quando temono di essere non amati o addirittura traditi. Ma possono anche attribuire all'altro il distacco quando loro stessi si sono macchiati di tradimento, e non se lo sanno perdonare.
Il protrarsi dei rapporti sessuali può avere di nuovo un significato doppio, ma come discriminare, senza conoscere nessuno di voi due? Può essere puro e semplice egoismo (poco conciliabile con la reazione di suo marito ai suoi rifiuti), ma può essere ricerca dell'abbraccio, della vicinanza affettiva più facile ed elementare nel momento della confusione e dello sconforto.
Diciamo che può essere una richiesta infantile, primitiva, d'amore, dove c'è il dolore della crisi e la sofferenza della perdita.
Lei dice che si sente un oggetto: ma è vero? Provi invece ad abbracciare suo marito facendogli sentire che lo ama.
Altre sue considerazioni (il passato che le appare come assenza di solidarietà nella gestione domestica, l'attuale atteggiamento sgarbato di suo marito verso i figli) fanno pensare che lui non si sia sentito protagonista della vita che avete costruito, e che adesso non sappia fare altro che distruggerla... salvo gli appelli lanciati col cercare ancora il suo amore fisico.
Come vede, la situazione non è tale che possa essere compresa a distanza.
La invito ancora a rivolgersi ad un terapeuta di coppia e auguro a tutti voi, figli compresi, di risolvere al meglio la situazione.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3k visite dal 22/11/2022.
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