Problemi nei rapporti di amicizia e difficoltà nel gestirli

Buonasera, scrivo qui perché non so bene dove sbattere la testa e, sono talmente vittima di autocritiche, tristezza e sensazioni strane che non so cosa fare.

Ormai è da un anno, da quando mi sono lasciato con la mia ex-fidanzata, che i miei amici lasciano passare lunghi periodi senza vedermi, non fissano più con me e sembrano avere il piede in due scarpe: sia nell'amicizia con me sia in quella con la mia ex-fidanzata.

Il cambio di ritmo è stato così improvviso e concomitante con la chiusura della relazione, che mi consumo dietro al dubbio che a volte si organizzino a porte chiuse tra di loro, riducendo le volte in cui ci si vede (al netto di impegni di coppia di altri amici, di altri impegni che prendono ecc).
Che si dividano tra me, lei e gli impegni che hanno sempre avuto (motivo per cui io li veda molto meno).
Sono passati a volte anche mesi prima di rivedersi.
Negli ultimi tempi iniziavo a pensare che fossero diventati più amici suoi che miei perché spesso, quando ancora stavamo insieme, cercavano maggiormente lei.

Inoltre sembra che abbiano tante altre priorità e che stare insieme dopo una settimana in cui ognuno si è stancato e vuole divertirsi, sia l'ultima delle loro priorità.
L'amico a cui tengo di più stasera, l'unico che mi aveva detto che ci sarebbe stato, mi ha dato un ennesimo bidone un'ora e mezza prima di vedersi dicendo che era appena tornato a casa ed era stanco, e so che è così, perché lavora 40 ore a settimana e altre 40 gestisce una associazione di volontariato, fa eventi con quest'ultima pure nei weekend.
Dove probabilmente, ma non sicuramente, c'era a fare volontariato anche la mia ex-fidanzata.
Va avanti così da 5 anni e forse lo farà altri 5.


Queste dinamiche mi innescano dei dolori profondi, i tasti di accensione quasi della depressione.
E mi arrabbio, mi intristisco, mi perdo d'animo... tanto... fino a provare dei vuoti e dei dolori così forti che la mente mi propone pensieri quasi involontari come "ma che vivo a fare?
vorrei morire" seguiti da un gran senso di smarrimento e tristezza.
Stasera sono un pò crollato, dopo 2 mesi circa che stavo meglio.

Non capisco cosa ho che non vada.
La vita passa e io guardo gli altri divertirsi e svagarsi.
Provo a fare amicizia, e non riesco.
Vorrei scomparire.


Tra ieri e oggi li ho cercati per provare a organizzare un viaggio, ma non mi hanno risposto o hanno detto che la metà che avevo proposto era troppo costosa sorvolando su altre alternative... non hanno proposto o rilanciato niente.
Sono letteralmente impigriti e senza voglia di fare niente (o forse con me)...

Non so come comportarmi in queste situazioni in cui mi danno continuamente buca o sembra che sia solo un impegno in agenda.
Non ho idea proprio di cosa fare.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
io credo che stiano venendo al pettine, dentro di lei, nelle attività e nelle relazioni, i nodi irrisolti che da troppo tempo si porta dentro.
Se una persona ci scrive negli anni più di 60 richieste di consulto evidentemente non solo ha sofferenze di rilievo, ma non trova attorno a sé gli agganci per la loro corretta soluzione.
Tra gli specialisti che le hanno risposto ci sono molti psicologi. Più di una volta le è stato segnalato che sarebbe utile andare a fondo, visto che il suo approccio all'esistenza (lavoro, relazioni, attività sessuale, sport, cura della salute) appare meno positivo di quanto è auspicabile.
Dalle sue molte lettere si ha l'impressione che la separazione tra i suoi genitori sia calata come un maglio su una sua fragilità (non ci ha mai detto quanti anni aveva all'epoca). Sembra che anche la situazione successiva, col suo distacco volontario da suo padre e altre conseguenze intuibili dalle sue email, abbiano acuito questa fragilità, in assenza di supporti e in una situazione familiare dove l'affetto coniugale probabilmente era compromesso da anni.
Da qui la sua difficoltà ad instaurare rapporti stabili, perfino con la ragazza che amava e che la ricambiava, e con gli amici; sembra addirittura dalle sue parole che fossero tutti amici della sua ragazza e non suoi. Ma la sua scelta di relazioni effimere forse scaturisce dal fatto che i legami primari della sua vita non hanno fatto altro che deludere e tradire.
Lei ci scrive: "Non capisco cosa ho che non vada. La vita passa e io guardo gli altri divertirsi e svagarsi. Provo a fare amicizia, e non riesco. Vorrei scomparire".
So che ha già percorso la strada della terapia cognitivo-comportamentale, ma credo che a questo punto una terapia condotta da uno specialista esperto di traumi le permetterebbe di sondare fino in fondo le sofferenze che continua a trascinarsi dentro.
Ne avrà la forza? Occorre determinazione e coraggio da parte sua, oltre che fiducia in un professionista preparato.
Le faccio i migliori auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com