Perdita del mio cane

Buon giorno a tutti.

Ieri è stata una delle giornate più brutta della mia vita, ho perso il mio Dylan, il mio amato cane.

La nostra storia nasce 6 anni e mezzo fa quando decisi, contro il volere dei miei che non volevano un secondo cane, di portarlo a casa dal canile.
Mai scelta fu più bella, Dylan aveva già 8 anni, era un cane particolare, con un carattere non facile e per questo in canile mai scelto da nessuno.
Con noi si è dimostrato un cane eccezionale, seppur diffidente inizialmente, è stato capace di donarci amore incondizionato tanto che anche i miei erano estremamente affezionati a lui.

La cosa che più mi faceva stare bene era tornare a casa dal lavoro, portarli a passeggiare e dedicare totalmente il mio tempo libero a loro.
Non amo le uscite, le discoteche, i locali, i ristoranti... trovavo pace solo stando con loro in mezzo alla natura, in un parco, in campagna...anche solo stando sul divano mentre loro dormivano affianco a me.

L’idea di tornare a casa e provare questo vuoto mi distrugge.
È vero c’è L’altra cagnolina di casa che amo profondamente ma lei è sempre stata più indipendente, sta un po’ con tutti mentre il mio Dylan aveva scelto me, mi seguiva ovunque e stava sempre con me.

Un’altra cosa che non mi da pace è che ho dovuto lasciarlo in clinica per due giorni prima che morisse, l’ho fatto per tentare di salvargli la vita ma non è servito.
La mia paura è che si sia sentito abbandonato da me, lontano dalla sua casa e dalla sua famiglia.
Non è morto solo perché siamo stati con lui nel difficile momento di doverlo addormentare per sempre però i due giorni precedenti io non c’ero.

Gli ultimi due mesi quando non stava bene li ho trascorsi dormendo sul divano dei miei in quanto stavo traslocando da casa dei miei alla mia nuova casa e non volevo fargli perdere i suoi punti di riferimento in quel momento per lui delicato, spostandolo in una casa nuova.

Mi manca come l’aria, ho il terrore che passati questi giorni in cui tutti ti scrivono e ti sono vicini, tutto torni alla normalità e che io tornando a casa mi senta profondamente sola.
Mi sono sempre sentita molto sola, nonostante un fidanzato fantastico che però lavora molto, ma sapevo che c’erano i miei cani con me.
Le mie giornate saranno tristemente vuote senza di lui.
Non so come poter affrontare tutto questo.

Aggiungo che soffro da sempre di ansia.

Scusate se mi sono dilungata.

Buona giornata
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Dr. Mario Canovi Psicologo 259 15
Gentilissima,

un cane in famiglia non è solo un animale ma un compagno di vita, di avventure, di gioie e di dolori. Quando, ineluttabile, arriva il momento della separazione si vive un vero e proprio lutto non diverso da quello che avviene nella separazione da una persona. Ha bisogno di tempo, si viva il suo lutto. Ha già capito che altri cani non saranno sostitutivi del suo amato Dylan: ogni cane è un cane a sé, ogni storia è una storia a sé, ogni rapporto è un rapporto a sé. Lei ama i cani e sicuramente ne arriveranno altri ma questo è il momento per piangere, per parlare, per ricordare. E poi, con il tempo, integrare.

Se dovesse avere bisogno di un supporto, anche in questi casi, si può rivolgere ad un professionista.

Buon ponte per il suo Dylan. Cordialmente.

Dr. Mario Canovi
Psicologo - Ipnologo
Trento - Volano (TN) - Padova - online
mail: info@mariocanovi.it

[#2]
Utente
Utente
Grazie mille per la risposta .
La verità è che sono piena di sensi di colpa . Quando gli è stata diagnosticata la malattia si sapeva fin da subito che non avrebbe avuto scampo . La mia veterinaria mi aveva consigliato di fare una terapia palliativa , ma io ho voluto consultare ugualmente un oncologo (un dottore bravissimo e umano) con cui abbiamo valutato di poter aggiungere un farmaco chemioterapico da somministrare ogni tre settimane (non la classica chemio in vena più efficace ma per lui sarebbe stata troppo stressante) . Ero felice che ci fosse questa possibilità , non riuscivo ad arrendermi al fatto di non poter fare proprio nulla .
Abbiamo somministrato il farmaco , la prima settimana è stato benissimo , la seconda c’è stato un crollo tale da portarlo alla morte . Siamo intervenuti subito per contrastare gli effetti collaterali facendo terapie giornaliere a casa e in clinica ma peggiorava e questo mi ha portato a doverlo fare ricoverare in clinica. E qui nasce il secondo senso di colpa . Razionalmente so che l’ho fatto per salvargli la vita ma non riesco a darmi pace , continuo a pensare che lui si possa essere sentito abbandonato da me in quei due giorni e mezzo di ricovero in cui non aveva i suoi punti di riferimento . Siamo andati a trovarlo ma potevamo stare molto poco perché lui era a rischio infezioni . Quando è stato il momento di doversi arrendere eravamo lì con lui , mentre la dottoressa faceva la puntura eravamo lì ad accarezzarlo. Ma i due giorni prima? Non so se me lo perdonerò mai .
Sapevo fin dall’inizio che avrebbe avuto pochi mesi di vita , forse mi sono accanita ingiustamente con la speranza di rendere migliori quei mesi.
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Dr. Mario Canovi Psicologo 259 15
Gentilissima,

abbiamo già detto che la relazione con un compagno non umano è unica e irripetibile proprio come accade con i compagni umani e assume diverse sfumature come ogni relazione: gioia, rabbia, gelosia, senso di colpa. Tutte le emozioni colorano le relazioni, con pennellate che le rendono uniche. Lei ha cercato di fare tutto ciò che poteva e riteneva per aiutare il suo amico. Talvolta non è sufficiente. In questi casi tocchiamo i nostri limiti umani, subentra lo scoramento e il senso di colpa. In ogni caso lei era li con lui. Si dia tempo. C'è un tempo per il perdono. C'è un tempo per il lutto.

Cordialmente.

Dr. Mario Canovi
Psicologo - Ipnologo
Trento - Volano (TN) - Padova - online
mail: info@mariocanovi.it

[#4]
Utente
Utente
Buon giorno dottore la disturbo nuovamente perché il mio stato d’animo è davvero strano. Inutile dire quanto il dolore sia forte e la sua mancanza devastante , lo rivedo in ogni cosa e ogni azione . I primi giorni li ho trascorsi praticamente piangendo . Da ieri nonostante il mio stato d’animo non sia cambiato minimamente non riesco più a versare nemmeno una lacrima . Non capisco cosa succede e se è normale . Andare avanti normalmente nella mia vita di tutti i giorni mi fa sentire in colpa perché in realtà non vorrei mai andare avanti senza di lui .
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Dr. Mario Canovi Psicologo 259 15
Gentilissima,

come le ho già detto nelle risposte precedenti, il lutto attraversa delle fasi. Tutte "normali", per usare il termine da lei usato. Com'è normale avere dei compagni di viaggio per dei periodi più o meno lunghi e poi continuare il viaggio da soli, con il bagaglio di ricordi e di emozioni lasciato da questi compagni. Il viaggio continua perché altrimenti anche quegli incontri perderebbero di senso. Il viaggio continua perché ogni viaggiatore sa che è così. Il senso di colpa può essere lasciato andare, non serve viaggiare con bagagli pesanti.

Cordialmente.

Dr. Mario Canovi
Psicologo - Ipnologo
Trento - Volano (TN) - Padova - online
mail: info@mariocanovi.it