Come capire quando si deve smettere di perseguire un obiettivo
Faccio una breve premessa: ho 30 anni, sono felicemente fidanzata e sto per sposarmi, ho un lavoro abbastanza importante che ho iniziato da poco dopo aver vinto un concorso pubblico.
Purtroppo però non sono felice, e il motivo della mia infelicità lo conosco benissimo, e cioè che per tutta la vita ho desiderato fare un lavoro ed ho basato la mia intera vita e tutte le relative scelte sul fatto di volerlo ottenere.
Studiavo per il concorso in magistratura e per 4 anni circa il mio mondo è stato solo quello, però poi a fine 2021 mi sono data l’opportunità di fare un altro concorso perché ero sull’orlo di un precipizio psicologico, con continui attacchi di panico ed ansia persistente, avevo perciò bisogno di evadere e dare una svolta alla mia vita.
Vinco il concorso alternativo e comincio a lavorare.
Odio profondamente questo lavoro, mi sento ogni giorno insoddisfatta e desidero con tutta me stessa fare qualcosa che mi appaghi di più.
Allo stesso modo, però, mi sento felicissima di ciò che mi concede, ossia una vita serena al di fuori dell’orario lavorativo, tranquilla, con molto tempo a disposizione da dedicare a ciò che amo (cosa che non ho mai avuto quando studiavo per magistratura) ed una stabilità economica.
Ora sono perennemente divisa tra un duplice stato d’animo: angoscia perché mi sento di tradire ciò che ero, ma nausea ed infelicità nel momento in cui penso di dover riaffrontare quel percorso tormentato.
Per questo motivo non so che fare, ma soprattutto il reale problema è che vivo molto male questa situazione.
Piango continuamente, appena si affronta l’argomento lavoro, concorso, carriera, scoppio in lacrime e mi sento profondamente a disagio ed in ansia.
Mi sento insoddisfatta, frustrata ed angosciata, e non so più come affrontare questa situazione.
Non riesco a capire cosa realmente voglio, se perseverare in quel sogno, oppure lasciarlo andare perché in realtà non mi appartiene più.
Purtroppo però non sono felice, e il motivo della mia infelicità lo conosco benissimo, e cioè che per tutta la vita ho desiderato fare un lavoro ed ho basato la mia intera vita e tutte le relative scelte sul fatto di volerlo ottenere.
Studiavo per il concorso in magistratura e per 4 anni circa il mio mondo è stato solo quello, però poi a fine 2021 mi sono data l’opportunità di fare un altro concorso perché ero sull’orlo di un precipizio psicologico, con continui attacchi di panico ed ansia persistente, avevo perciò bisogno di evadere e dare una svolta alla mia vita.
Vinco il concorso alternativo e comincio a lavorare.
Odio profondamente questo lavoro, mi sento ogni giorno insoddisfatta e desidero con tutta me stessa fare qualcosa che mi appaghi di più.
Allo stesso modo, però, mi sento felicissima di ciò che mi concede, ossia una vita serena al di fuori dell’orario lavorativo, tranquilla, con molto tempo a disposizione da dedicare a ciò che amo (cosa che non ho mai avuto quando studiavo per magistratura) ed una stabilità economica.
Ora sono perennemente divisa tra un duplice stato d’animo: angoscia perché mi sento di tradire ciò che ero, ma nausea ed infelicità nel momento in cui penso di dover riaffrontare quel percorso tormentato.
Per questo motivo non so che fare, ma soprattutto il reale problema è che vivo molto male questa situazione.
Piango continuamente, appena si affronta l’argomento lavoro, concorso, carriera, scoppio in lacrime e mi sento profondamente a disagio ed in ansia.
Mi sento insoddisfatta, frustrata ed angosciata, e non so più come affrontare questa situazione.
Non riesco a capire cosa realmente voglio, se perseverare in quel sogno, oppure lasciarlo andare perché in realtà non mi appartiene più.
[#1]
Gentile utente,
la domanda che ci poni è molto interessante e richiederebbe ben più di qualche riga per poter avere un barlume di risposta.
In linea generale direi che sebbene sia molto romantica l'idea di combattere per i propri sogni, decidere di cambiare obiettivo è un segno distintivo di maturità e persegue un desiderio di soddisfazione che non si è riusciti ad ottenere cercando di inseguire il proprio sogno.
Ma questa è anche la condizione sine qua non.
Mi permetto di fare una supposizione forse troppo ardita dato i pochi elementi che ho a disposizione e dato il contesto in cui ci troviamo:
Pensi che il tuo problema sia un interrogativo: cosa fare riguardo alla mia carriera professionale? Mentre invece a me sembrerebbe che il tuo problema sia il tuo severo giudice interiore che non riesce a perdonarti per il tuo "fallimento" e così facendo non ti permette neanche di provare a godere delle possibili gioie del tuo attuale lavoro che continui a vedere come "rimpiazzo", un "premio di consolazione".
La domanda che ti faccio è: ma cosa faresti oggi se come per miracolo i tuoi problemi di ansia fossero spariti del tutto?
Mi spiace non riuscire ad essere più esaustivo, ma siamo nei limiti di una piattaforma virtuale. Ti consiglierei vivamente di richiedere un consulto specialistico per farti aiutare in primis con il tuo problema di ansia e quindi per essere poi accompagnata verso una presa di decisione.
Ma soprattutto per mettere a tacere quella sensazione di sapere che avresti potuto fare, ma che invece hai preferito mollare la spugna per l'incapacità di affrontare le tue paure e insicurezze.
Saluti, resto a disposizione
la domanda che ci poni è molto interessante e richiederebbe ben più di qualche riga per poter avere un barlume di risposta.
In linea generale direi che sebbene sia molto romantica l'idea di combattere per i propri sogni, decidere di cambiare obiettivo è un segno distintivo di maturità e persegue un desiderio di soddisfazione che non si è riusciti ad ottenere cercando di inseguire il proprio sogno.
Ma questa è anche la condizione sine qua non.
Mi permetto di fare una supposizione forse troppo ardita dato i pochi elementi che ho a disposizione e dato il contesto in cui ci troviamo:
Pensi che il tuo problema sia un interrogativo: cosa fare riguardo alla mia carriera professionale? Mentre invece a me sembrerebbe che il tuo problema sia il tuo severo giudice interiore che non riesce a perdonarti per il tuo "fallimento" e così facendo non ti permette neanche di provare a godere delle possibili gioie del tuo attuale lavoro che continui a vedere come "rimpiazzo", un "premio di consolazione".
La domanda che ti faccio è: ma cosa faresti oggi se come per miracolo i tuoi problemi di ansia fossero spariti del tutto?
Mi spiace non riuscire ad essere più esaustivo, ma siamo nei limiti di una piattaforma virtuale. Ti consiglierei vivamente di richiedere un consulto specialistico per farti aiutare in primis con il tuo problema di ansia e quindi per essere poi accompagnata verso una presa di decisione.
Ma soprattutto per mettere a tacere quella sensazione di sapere che avresti potuto fare, ma che invece hai preferito mollare la spugna per l'incapacità di affrontare le tue paure e insicurezze.
Saluti, resto a disposizione
Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it
[#2]
Utente
Dottore la ringrazio per la celere risposta.
In realtà, in alcune circostanze, anzi molto spesso, io sono il mio peggiore giudice.
Questo lo testimonia il fatto che quando sono distratta, oppure sono impegnata per lavoro od obbligo, mi sento in pace.
Quando sono a casa, con il tempo libero a disposizione, mi sento in colpa ed in ansia, tanto da iniziare a pensare di aver tradito me stessa ed i miei sogni. Ritorno nel girone in cui sono stata per parecchi anni, e da cui sto cercando di uscire a fatica.
La verità è che nonostante il nuovo lavoro, che è oggettivamente un rimpiazzo e non mi piace, mi fa però stare bene, non ho il coraggio di lasciare andare definitivamente quel sogno. Mi sento perennemente in colpa, come se vivessi a metà.
In realtà, in alcune circostanze, anzi molto spesso, io sono il mio peggiore giudice.
Questo lo testimonia il fatto che quando sono distratta, oppure sono impegnata per lavoro od obbligo, mi sento in pace.
Quando sono a casa, con il tempo libero a disposizione, mi sento in colpa ed in ansia, tanto da iniziare a pensare di aver tradito me stessa ed i miei sogni. Ritorno nel girone in cui sono stata per parecchi anni, e da cui sto cercando di uscire a fatica.
La verità è che nonostante il nuovo lavoro, che è oggettivamente un rimpiazzo e non mi piace, mi fa però stare bene, non ho il coraggio di lasciare andare definitivamente quel sogno. Mi sento perennemente in colpa, come se vivessi a metà.
[#3]
Quindi sembreresti confermare le mie intuizioni.
Se fossi il tuo terapeuta la domanda che ti farei per definire l'obiettivo sarebbe: "vorresti lavorare per accontentarti di ciò che hai, e quindi lasciare finalmente andare il tuo sogno divenuto ormai quasi un'ossessione, oppure vorresti liberarti delle ansie e angosce che ti hanno portato ad abbandonarlo?"
Qualunque sia la risposta, uno specialista potrà aiutarti efficacemente a raggiungere il tuo obiettivo.
Nuovamente saluti
Se fossi il tuo terapeuta la domanda che ti farei per definire l'obiettivo sarebbe: "vorresti lavorare per accontentarti di ciò che hai, e quindi lasciare finalmente andare il tuo sogno divenuto ormai quasi un'ossessione, oppure vorresti liberarti delle ansie e angosce che ti hanno portato ad abbandonarlo?"
Qualunque sia la risposta, uno specialista potrà aiutarti efficacemente a raggiungere il tuo obiettivo.
Nuovamente saluti
Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.3k visite dal 14/11/2022.
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