Come affrontare un rapporto di amicizia con una persona che soffre

Salve, vi scrivo perché sono mesi che sono bloccata in una situazione che mi provoca molto malessere.
Una persona a me cara ha perso il proprio partner in un modo molto tragico: il suicidio.
Da allora è passato quasi un anno in cui questa persona soffre ancora, non ha voluto affidarsi a un professionista e sicuramente ha fatto dei "passi avanti" rispetto all'inizio ma il modo in cui questo evento le ha sconvolto la vita non ha smesso di influenzarla quotidianamente vivendo costantemente di alti e bassi.
Io sono molto legata a questa persona, tanto che il giorno in cui ha ricevuto la notizia ero con lei per starle accanto e anche i mesi successivi ho provato a starle vicino cercando di fare ciò che potevo.
Questa situazione mi fa soffrire perché è chiaro che io non possa più avere lo stesso rapporto di prima con lei: non è più quella persona amica con cui c'era un legame profondo e reciproco, è una persona che soffre e che, voglia o non voglia, sento che influenza con la sua sofferenza anche me.
Le voglio bene e per di più sono sono una persona molto sensibile ed empatica e spesso per questo motivo ho paura di far soffrire gli altri se penso prima a come sto io.
Questi mesi sono stati difficili perché ho cominciato a sviluppare ansia riguardante il rapporto con lei: mi sentivo la sua "terapista" e non amica, mi sembrava mi riversasse tutto addosso, si risentiva se non ero presente quando e come voleva, mi sento condizionata e ho sempre paura di fare/dire qualsiasi cosa per paura di ferirla.
Ho dovuto anche prendermi i miei spazi, sentendomi profondamente in colpa, per affrontare sia la sua sofferenza che i miei periodi no.
Tutto questo mi ha portata a sentirmi satura, al limite più volte col risultato che mi sentiva distante, che ero distante per "proteggermi", non essendo presente al 100% per lei perché sentivo che tutte le mie energie erano influenzate da come stava lei, da questa altalena che a tratti sembrava riportarmi ai bei vecchi tempi.
E' difficile spiegare in poco spazio, ma so di non poter/dover risolvere io i problemi degli altri, anche se voglio loro estremamente bene e mi fa male vederli stare male, ma è più forte di me a tratti non riuscire a farmi "toccare" e cercare sempre un modo per fare qualcosa.
Io dovrei essere un'amica e comportarmi da tale facendo ciò che posso e nel limite di quello che non mi provoca malessere, ma se lo faccio mi sento in colpa come se non fossi una buona amica.
Non so se mi sono spiegata, ma non so più come affrontare questa situazione, soprattutto quando questa persona si chiude respingendomi a me viene spontaneo cercare di avvicinarmici perché non voglio che stia male o si senta sola (dice di essere destinata a rimanere sola, che ha solo la sua famiglia e basta e io, dopo tutto quello che ho cercato di fare anche sbagliando sicuramente, mi sento inutile e impotente che non conto nulla) e vorrei solo passare del tempo insieme senza pensieri.
Avrei bisogno di un consiglio su come affrontare la situazione
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Dr. Mario Canovi Psicologo 263 17
Gentilissima,

per quanto riguarda l'amicizia, tanto è stato scritto sull'argomento in letteratura e in filosofia ed è impossibile darle un consiglio su come vivere il rapporto con la sua amica. Potrà trovare nelle biblioteche e nelle librerie ottimi spunti di riflessione. Ciò che invece appare evidente è che questa situazione la fa soffrire, le crea disagio. Quando una situazione ci mette in questo stato è necessario fare una riflessione profonda e sulle cause e sulle dinamiche per ri-appropriarsi del proprio benessere interiore, eventualmente con il supporto di un professionista. Infine: sicuramente lei non è la terapeuta della sua amica e non è né giusto né etico che lei si porti questo peso.

Cordialmente.

Dr. Mario Canovi
Psicologo - Ipnologo
Trento - Volano (TN) - Padova - online
mail: info@mariocanovi.it

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