Ansia e paura di abbandonare i propri genitori

Salve, sono una ragazza di 34 anni, figlia unica e vivo ancora con i miei perché il mio attuale stipendio non mi permettere di andare a vivere da sola.
Ho sofferto, qualche anno fa, di ansia e attacchi di panico dovuti, credo, anche dall’attaccamento ansioso dei miei genitori, soprattutto di mia madre che vede pericolo in ogni dove.
Sono fidanzata da un anno e mezzo ma il mio ragazzo per lavoro vive a 1000 km da me.
Nei prossimi mesi andrò a vivere con lui, anche per migliorare la mia posizione lavorativa.
I miei ne sono al corrente, sanno che prima o poi accadrà ma ho paura di farli soffrire, ho paura dei km che ci divideranno soprattutto perché hanno solo me ed hanno più di 70 anni.
Mi sale l’ansia ed ho le palpitazioni se penso che potrebbero non stare bene, soprattutto nelle ore notturne, ed io sono lontana.
Questo mi crea un malessere non indifferente nonostante sia entusiasta di una nuova vita con il mio compagno ma questo pensiero di non poter essere presente con i miei mi tormenta.
Cosa posso fare?
Grazie tante.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
ogni scelta che facciamo esclude il resto, ossia tutto ciò che non abbiamo scelto.
Inoltre non esiste la scelta perfetta, perché l'esito di ogni condizione di vita che scegliamo è solo limitatamente prevedibile.
Con questa consapevolezza, provi ad immaginare due scenari futuri: nell'uno lei vive con il suo partner a mille chilometri dalla sua città. Nell'altro ha rinunciato al partner ed è rimasta a casa.
Provi a scrivere le idee, le emozioni, i sentimenti che le destano sia l'una che l'altra situazione, nell'immediato e immaginandosi tra dieci anni.
Alla fine scelga, ma senza farsi condizionare da ansie e timori di altri: ascolti solamente i suoi.
Se trova troppo arduo fare da sola questa scelta, si faccia aiutare da uno psicologo.
Non cada però nella trappola di rimandare, perché il tempo scorre e ci impone anche quello che non abbiamo saputo o voluto costruire noi. Per fare un esempio, lei non è più una ragazza, come si definisce, e non avere ancora uno stipendio che le permetta di vivere sola non è una condizione giovanile, ma una resa.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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