Per mie insicurezze, non sto più provando emozioni
Premesse:
* Sono un ragazzo di 23 anni, e sempre nella vita mi sono sentito un po' diverso dai miei coetanei, forse sperando e sognando una vita artistica, difatti studio musica.
Dentro di me ho sempre creduto nell'amore profondo, che nella vita valesse la pena cercarlo e vivere per esso.
* (1) Mi sono innamorato di ragazze, ma cotte anche se adolescenziali, durate per anni (entrambe cotte di cinque anni)
* (2) Mio Padre è morto l'anno scorso, e mia madre disabile, è andata a vivere a casa del compagno a Padova (lo odio)
* (3) Mi analizzo sempre interiormente, cercando risponde e certezze.
Ora elencherò alcune domande, problemi e risposte di questi anni:
In merito al punto (2) Da bambino ebbi un attacco di panico, e mio padre mi consolò.
In età quasi adulta, intorno ai diciassette anni, mi piacque molto una ragazza, e quando ruppe con me, iniziai ad avere attacchi di panico, legati alla Religione (Guardai un campanile e da lì ho paura della religione) Per due mesetti stetti a casa da babbo (i miei sono separati), e imparai a controllare sempre meglio le mie emozioni.
Ero legato a mio padre, era la mia ancora di salvezza, ma fin quando c'è stato non ho affrontato le mie paure.
Quando è morto, ero in una relazione tossica dove questa ragazza mi sminuiva e trattava male.
Avevo paura di viaggiare, allontanarmi da casa, svegliarmi nella notte e andare a letto tardi.
Dopo che è morto babbo, ho iniziato ad affrontare queste paure, grazie al mio continuo analizzarmi.
Ora, ho imparato a convivere con queste paure, sono anni che non ho un attacco di panico ma, conseguentemente, sento meno emozioni e quando ci sono, mi domando se siano vere.
I miei si lasciarono quando ero bimbo, e non me lo dissero, ne ho sofferto fino a 15 anni.
Forse per questo, tengo tanto alle relazioni.
Queste paure della religione sfociarono, a detta mia, in un DOC dove facevo dei rituali per far andare tutto bene, legandoli spesso a scommesse interiori e anche in ambito sessuale.
Tornato a Firenze, mi sono detto di smettere perché in anni non era mai successo niente e così è stato.
IL PUNTO DELLA DOMANDA: Da due mesi ho conosciuto una ragazza, sono sempre stato sincero con me stesso nei suoi confronti, le garbo tantissimo (Anche a lei è morta la madre) mi apprezza, mi fa sentire bello.
Due volte mi sono domandato ''Ma mi piace davvero?
Perché se la penso non sento più niente?
Non dovrei provare farfalle ogni volta che la penso?
Allora vuol dire che non mi piace veramente.
Ma le emozioni ci sono state, mi è scappato un ti amo, non era mai successo, ho pensato spesso a lei ascoltando canzoni, ci sto bene insieme e sessualmente funziona tutto benissimo, con le altre no.
Se a me una persona non piace non riesco a concludere.
Perché adesso mi sento così spento dopo che ero così felice?
Mi sembrano sintomatiche da DOC da relazione, ma come posso uscirne?
Come posso far riaffiorare i sentimenti?
Letteralmente fino a 5 giorni fa non avevo dubbi, poi ci ho ripensato ed è andata così.
* Sono un ragazzo di 23 anni, e sempre nella vita mi sono sentito un po' diverso dai miei coetanei, forse sperando e sognando una vita artistica, difatti studio musica.
Dentro di me ho sempre creduto nell'amore profondo, che nella vita valesse la pena cercarlo e vivere per esso.
* (1) Mi sono innamorato di ragazze, ma cotte anche se adolescenziali, durate per anni (entrambe cotte di cinque anni)
* (2) Mio Padre è morto l'anno scorso, e mia madre disabile, è andata a vivere a casa del compagno a Padova (lo odio)
* (3) Mi analizzo sempre interiormente, cercando risponde e certezze.
Ora elencherò alcune domande, problemi e risposte di questi anni:
In merito al punto (2) Da bambino ebbi un attacco di panico, e mio padre mi consolò.
In età quasi adulta, intorno ai diciassette anni, mi piacque molto una ragazza, e quando ruppe con me, iniziai ad avere attacchi di panico, legati alla Religione (Guardai un campanile e da lì ho paura della religione) Per due mesetti stetti a casa da babbo (i miei sono separati), e imparai a controllare sempre meglio le mie emozioni.
Ero legato a mio padre, era la mia ancora di salvezza, ma fin quando c'è stato non ho affrontato le mie paure.
Quando è morto, ero in una relazione tossica dove questa ragazza mi sminuiva e trattava male.
Avevo paura di viaggiare, allontanarmi da casa, svegliarmi nella notte e andare a letto tardi.
Dopo che è morto babbo, ho iniziato ad affrontare queste paure, grazie al mio continuo analizzarmi.
Ora, ho imparato a convivere con queste paure, sono anni che non ho un attacco di panico ma, conseguentemente, sento meno emozioni e quando ci sono, mi domando se siano vere.
I miei si lasciarono quando ero bimbo, e non me lo dissero, ne ho sofferto fino a 15 anni.
Forse per questo, tengo tanto alle relazioni.
Queste paure della religione sfociarono, a detta mia, in un DOC dove facevo dei rituali per far andare tutto bene, legandoli spesso a scommesse interiori e anche in ambito sessuale.
Tornato a Firenze, mi sono detto di smettere perché in anni non era mai successo niente e così è stato.
IL PUNTO DELLA DOMANDA: Da due mesi ho conosciuto una ragazza, sono sempre stato sincero con me stesso nei suoi confronti, le garbo tantissimo (Anche a lei è morta la madre) mi apprezza, mi fa sentire bello.
Due volte mi sono domandato ''Ma mi piace davvero?
Perché se la penso non sento più niente?
Non dovrei provare farfalle ogni volta che la penso?
Allora vuol dire che non mi piace veramente.
Ma le emozioni ci sono state, mi è scappato un ti amo, non era mai successo, ho pensato spesso a lei ascoltando canzoni, ci sto bene insieme e sessualmente funziona tutto benissimo, con le altre no.
Se a me una persona non piace non riesco a concludere.
Perché adesso mi sento così spento dopo che ero così felice?
Mi sembrano sintomatiche da DOC da relazione, ma come posso uscirne?
Come posso far riaffiorare i sentimenti?
Letteralmente fino a 5 giorni fa non avevo dubbi, poi ci ho ripensato ed è andata così.
[#1]
>>> Mi analizzo sempre interiormente, cercando risponde e certezze.
Già anche solo da questo si capisce che hai un problema di ossessività, se non un vero e proprio disturbo ossessivo (molto probabile, ma dovresti fartelo diagnosticare tramite un colloquio specialistico).
Le persone ossessive sono spesso coartate, cioè impedite sul piano dei sentimenti. Proprio perché la loro mente è tutta presa dalla ricerca (illusoria) di certezze, non rimane spazio per altre emozioni e sentimenti che non siano insicurezza e preoccupazione. Alla lunga possono insorgere vissuti depressivi, mancanza di motivazione e di voglia di fare le cose.
Quindi stai probabilmente mettendo il carro davanti ai buoi.
Dovresti prima farti vedere da uno specialista, e se del caso curare la tua ossessività, e poi interrogarti sul come far andar bene la tua vita affettiva e relazionale.
Già anche solo da questo si capisce che hai un problema di ossessività, se non un vero e proprio disturbo ossessivo (molto probabile, ma dovresti fartelo diagnosticare tramite un colloquio specialistico).
Le persone ossessive sono spesso coartate, cioè impedite sul piano dei sentimenti. Proprio perché la loro mente è tutta presa dalla ricerca (illusoria) di certezze, non rimane spazio per altre emozioni e sentimenti che non siano insicurezza e preoccupazione. Alla lunga possono insorgere vissuti depressivi, mancanza di motivazione e di voglia di fare le cose.
Quindi stai probabilmente mettendo il carro davanti ai buoi.
Dovresti prima farti vedere da uno specialista, e se del caso curare la tua ossessività, e poi interrogarti sul come far andar bene la tua vita affettiva e relazionale.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 03/11/2022.
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