Valutazione andamento psicoterapia?
Buongiorno, da circa due anni e mezzo sto svolgendo un percorso psicoterapico per un disturbo ossessivo compulsivo di ordine e simmetria.
Lo psicoterapeuta che mi segue mi aveva inizialmente avvisato che si sarebbe trattato di un percorso lungo, ma a parte questo non mi sono mai stati forniti ulteriori dettagli sulla durata e l'andamento positivo/negativo del percorso.
La terapia si struttura mediamente in un incontro di un'ora alla settimana, al massimo ogni due.
Durante gli incontri solitamente spaziamo su varie tematiche, dedicandoci molto all'analisi del rapporto familiare di origine e molto poco al disturbo in sé.
A parte i colloqui, non mi sono mai stati indicati particolari compiti da svolgere.
Ho letto su internet che la terapia di eccellenza per il mio problema è quella cognitivo comportamentale, abbinata all'esposizione con la prevenzione della risposta.
Al contempo ho letto che un percorso psicoterapico dovrebbe avere chiari obiettivi e non durare vita natural durante.
Recentemente ho quindi chiesto al mio terapeuta se noi stessimo applicando questo genere di terapia, ma mi ha genericamente risposto che lui abbina varie tecniche e non solo quella cognitivo-comportamentale, precisando che l'elezione di una tecnica, piuttosto che un'altra, deriva più che altro da questioni "politiche" e di scuole di pensiero.
Per quanto concerne la tempistica invece, mi ha risposto che diversi terapeuti fissano degli obiettivi temporali, raggiunti i quali "mollano" il paziente indipendentemente se il suo problema è risolto o meno.
Detto questo e non avendo altre spiegazioni, il mio percorso sta continuando a distanza di due anni e mezzo nel cieco affidamento a questo terapeuta.
Personalmente mi è difficile valutare la situazione perché ovviamente non conosco la materia e non posso fare altro che fidarmi della persona a cui mi sono rivolto.
Alcune persone a me vicine mi hanno detto che sono effettivamente cambiato rispetto a prima, io stesso rilevo dei cambiamenti della mia persona, ma è difficile per me collegarli strettamente alla terapia.
Per quanto riguarda la sintomatologia del doc invece, è ancora presente.
Continuo a praticamente un ordine ossessivo in casa.
Forse con dei miglioramenti rispetto a prima, ma continuo ad avere delle difficoltà non irrilevanti che mi portano a domandarmi se effettivamente sta andando tutto come dovrebbe, o se sto perdendo soldi e tempo dalla persona sbagliata.
Per quanto possibile online, mi piacerebbe avere almeno qualche valutazione e indicazione generale su quanto esposto, su come posso capire se le cose stanno andando bene o male... e su modalità/tempi di come dovrebbe strutturarsi una terapia per il mio tipo di disturbo.
Ringrazio anticipatamente per i riscontri.
Con i migliori saluti.
Lo psicoterapeuta che mi segue mi aveva inizialmente avvisato che si sarebbe trattato di un percorso lungo, ma a parte questo non mi sono mai stati forniti ulteriori dettagli sulla durata e l'andamento positivo/negativo del percorso.
La terapia si struttura mediamente in un incontro di un'ora alla settimana, al massimo ogni due.
Durante gli incontri solitamente spaziamo su varie tematiche, dedicandoci molto all'analisi del rapporto familiare di origine e molto poco al disturbo in sé.
A parte i colloqui, non mi sono mai stati indicati particolari compiti da svolgere.
Ho letto su internet che la terapia di eccellenza per il mio problema è quella cognitivo comportamentale, abbinata all'esposizione con la prevenzione della risposta.
Al contempo ho letto che un percorso psicoterapico dovrebbe avere chiari obiettivi e non durare vita natural durante.
Recentemente ho quindi chiesto al mio terapeuta se noi stessimo applicando questo genere di terapia, ma mi ha genericamente risposto che lui abbina varie tecniche e non solo quella cognitivo-comportamentale, precisando che l'elezione di una tecnica, piuttosto che un'altra, deriva più che altro da questioni "politiche" e di scuole di pensiero.
Per quanto concerne la tempistica invece, mi ha risposto che diversi terapeuti fissano degli obiettivi temporali, raggiunti i quali "mollano" il paziente indipendentemente se il suo problema è risolto o meno.
Detto questo e non avendo altre spiegazioni, il mio percorso sta continuando a distanza di due anni e mezzo nel cieco affidamento a questo terapeuta.
Personalmente mi è difficile valutare la situazione perché ovviamente non conosco la materia e non posso fare altro che fidarmi della persona a cui mi sono rivolto.
Alcune persone a me vicine mi hanno detto che sono effettivamente cambiato rispetto a prima, io stesso rilevo dei cambiamenti della mia persona, ma è difficile per me collegarli strettamente alla terapia.
Per quanto riguarda la sintomatologia del doc invece, è ancora presente.
Continuo a praticamente un ordine ossessivo in casa.
Forse con dei miglioramenti rispetto a prima, ma continuo ad avere delle difficoltà non irrilevanti che mi portano a domandarmi se effettivamente sta andando tutto come dovrebbe, o se sto perdendo soldi e tempo dalla persona sbagliata.
Per quanto possibile online, mi piacerebbe avere almeno qualche valutazione e indicazione generale su quanto esposto, su come posso capire se le cose stanno andando bene o male... e su modalità/tempi di come dovrebbe strutturarsi una terapia per il mio tipo di disturbo.
Ringrazio anticipatamente per i riscontri.
Con i migliori saluti.
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Non è facile risponderti senza rischiare di squalificare il lavoro che avete fatto finora in terapia. Per deontologia uno psicologo non può criticare l'operato dei colleghi, oltretutto senza una conoscenza di prima mano del lavoro svolto. Proverò quindi a essere il più equanime possibile.
>>> Lo psicoterapeuta che mi segue mi aveva inizialmente avvisato che si sarebbe trattato di un percorso lungo
Il trattamento psicoterapeutico dei disturbi ossessivi non è necessariamente lungo, ma dev'essere sicuramente specifico. Deve cioè consistere di indicazioni precise e dettagliate su cosa fare o non fare.
>>> A parte i colloqui, non mi sono mai stati indicati particolari compiti da svolgere.
Il problema principale, quindi, è proprio questo.
>>> Durante gli incontri solitamente spaziamo su varie tematiche, dedicandoci molto all'analisi del rapporto familiare di origine e molto poco al disturbo in sé.
L'analisi dei rapporti familiari è di poco o nessun aiuto nel trattamento dei disturbi ossessivi. L'archeologia familiare può essere utile in altri contesti, oppure per ipotizzare le cause di un disturbo. Ma non per farlo migliorare.
>>> Ho letto su internet che la terapia di eccellenza per il mio problema è quella cognitivo comportamentale, abbinata all'esposizione con la prevenzione della risposta.
Le terapie efficaci contro il Doc sono attive e prescrittive. Da un punto di vista breve strategico la prevenzione della risposta è solo una delle tecniche possibili e la sua applicazione dipende da come si esprime il disturbo nel caso particolare.
>>> Al contempo ho letto che un percorso psicoterapico dovrebbe avere chiari obiettivi e non durare vita natural durante.
Esatto, almeno per i disturbi d'ansia è così. Perché è dimostrato che dalla maggior parte dei disturbi d'ansia si può uscire in tempi brevi, con obiettivi chiari e facendo le azioni appropriate. Quindi non si capisce perché ci si debba aspettarsi tempi necessariamente lunghi.
>>> Recentemente ho quindi chiesto al mio terapeuta se noi stessimo applicando questo genere di terapia, ma mi ha genericamente risposto che lui abbina varie tecniche e non solo quella cognitivo-comportamentale
Se non ti sta dando alcuna indicazione pratica, direi che non è possibile parlare di terapia cognitivo-comportamentale.
>>> Lo psicoterapeuta che mi segue mi aveva inizialmente avvisato che si sarebbe trattato di un percorso lungo
Il trattamento psicoterapeutico dei disturbi ossessivi non è necessariamente lungo, ma dev'essere sicuramente specifico. Deve cioè consistere di indicazioni precise e dettagliate su cosa fare o non fare.
>>> A parte i colloqui, non mi sono mai stati indicati particolari compiti da svolgere.
Il problema principale, quindi, è proprio questo.
>>> Durante gli incontri solitamente spaziamo su varie tematiche, dedicandoci molto all'analisi del rapporto familiare di origine e molto poco al disturbo in sé.
L'analisi dei rapporti familiari è di poco o nessun aiuto nel trattamento dei disturbi ossessivi. L'archeologia familiare può essere utile in altri contesti, oppure per ipotizzare le cause di un disturbo. Ma non per farlo migliorare.
>>> Ho letto su internet che la terapia di eccellenza per il mio problema è quella cognitivo comportamentale, abbinata all'esposizione con la prevenzione della risposta.
Le terapie efficaci contro il Doc sono attive e prescrittive. Da un punto di vista breve strategico la prevenzione della risposta è solo una delle tecniche possibili e la sua applicazione dipende da come si esprime il disturbo nel caso particolare.
>>> Al contempo ho letto che un percorso psicoterapico dovrebbe avere chiari obiettivi e non durare vita natural durante.
Esatto, almeno per i disturbi d'ansia è così. Perché è dimostrato che dalla maggior parte dei disturbi d'ansia si può uscire in tempi brevi, con obiettivi chiari e facendo le azioni appropriate. Quindi non si capisce perché ci si debba aspettarsi tempi necessariamente lunghi.
>>> Recentemente ho quindi chiesto al mio terapeuta se noi stessimo applicando questo genere di terapia, ma mi ha genericamente risposto che lui abbina varie tecniche e non solo quella cognitivo-comportamentale
Se non ti sta dando alcuna indicazione pratica, direi che non è possibile parlare di terapia cognitivo-comportamentale.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Prego, contento di esserle stato d'aiuto.
Buona serata
Buona serata
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.4k visite dal 31/10/2022.
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