Problemi di comunicazione e comprensione con i genitori
Salve,
Sono una ragazza di 22 anni, sono economicamente autonoma da quando ho l’età di 18 anni con un lavoro fisso che mi da la possibilità di aiutare i miei genitori con il loro mutuo e mio fratello con i suoi studi privati, ma nonostante questo non mi permettono di fare nulla.
In pratica vivo la mia vita tra la mia camera da letto e il campo in cui mi alleno ogni singolo giorno da quando ho l’età di 6 anni.
Sono un’atleta professionista il che mi ha portato a guadagnare anche una borsa di studio per meriti sportivi presso una università americana molto prestigiosa.
Mio padre è anche il mio allenatore e spesso tutto ciò che accade di sbagliato sul campo si riporta dentro casa con discussioni molto forti che minano fortemente la mia autostima, come persona ma soprattutto come atleta, ricevendo da lui e da mia mia madre delle parole poco piacevoli e di disprezzo perché secondo loro se sbaglio una gara o un allenamento il solo e unico motivo è che io sia una persona ingrata e menefreghista nei loro confronti senza spirito di sacrificio e passione per il mio sport.
Se provo a spiegare il vero motivo non vengo ascoltata (che nella gran parte dei casi è attribuito a stanchezza e dolori muscolari che però non devo far vedere di fronte a mio padre altrimenti passo per la rammollita senza voglia di fare niente).
Ma quello che mi ha portato a chiedere un consulto è proprio il fatto che a Gennaio partirò per gli Stati Uniti per continuare la mia carriera sportiva e accademica ma non so come dirlo a mio padre perché lui considera 9 persone su 10 incompetenti e per questo ho dovuto ritardare la mia partenza perdendo anche molto anni di università che avrei potuto frequentare già.
Mi ha sempre influenzato su ogni mia decisione: dalla scelta della facoltà al fatto di impedirmi di andare per 2/3gg in vacanza con delle amiche fidate.
Insomma dopo anni mi sono decisa di partire anche per dare un taglio a questo cordone ombelicale e per distruggere una volta per tutte questa mia paura di sbagliare per avere una paura più grande che è quella del giudizio dei miei genitori (mio padre in primis) Il problema è che se glielo dico se la prendono sul personale ignorando le mie vere considerazioni e il perché delle mie decisioni, manipolandomi a tal punto che ogni volta finisco per fare tutto quello che dicono loro, sempre (compreso il fatto di pagare il loro mutuo e la scuola di mio fratello).
So benissimo che nonostante il lavoro che ho vivo sotto il loro tetto ma non mi sembra corretto uello che dicono di me.
La domanda: come posso dire ai miei genitori che tra meno di due mesi sarò in America senza che si offendano?
Io vorrei solo un po’ di fiducia e di sostegno: non ho mai chiesto nulla.
Vorrei solo che si fidassero di me senza vomitarmi addosso parole sconsiderate senza starmi a sentire e andando per la loro tangente.
Potete aiutarmi considerando quanto detto?
Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi risposta riceverò.
Grazie e buona serata
Sono una ragazza di 22 anni, sono economicamente autonoma da quando ho l’età di 18 anni con un lavoro fisso che mi da la possibilità di aiutare i miei genitori con il loro mutuo e mio fratello con i suoi studi privati, ma nonostante questo non mi permettono di fare nulla.
In pratica vivo la mia vita tra la mia camera da letto e il campo in cui mi alleno ogni singolo giorno da quando ho l’età di 6 anni.
Sono un’atleta professionista il che mi ha portato a guadagnare anche una borsa di studio per meriti sportivi presso una università americana molto prestigiosa.
Mio padre è anche il mio allenatore e spesso tutto ciò che accade di sbagliato sul campo si riporta dentro casa con discussioni molto forti che minano fortemente la mia autostima, come persona ma soprattutto come atleta, ricevendo da lui e da mia mia madre delle parole poco piacevoli e di disprezzo perché secondo loro se sbaglio una gara o un allenamento il solo e unico motivo è che io sia una persona ingrata e menefreghista nei loro confronti senza spirito di sacrificio e passione per il mio sport.
Se provo a spiegare il vero motivo non vengo ascoltata (che nella gran parte dei casi è attribuito a stanchezza e dolori muscolari che però non devo far vedere di fronte a mio padre altrimenti passo per la rammollita senza voglia di fare niente).
Ma quello che mi ha portato a chiedere un consulto è proprio il fatto che a Gennaio partirò per gli Stati Uniti per continuare la mia carriera sportiva e accademica ma non so come dirlo a mio padre perché lui considera 9 persone su 10 incompetenti e per questo ho dovuto ritardare la mia partenza perdendo anche molto anni di università che avrei potuto frequentare già.
Mi ha sempre influenzato su ogni mia decisione: dalla scelta della facoltà al fatto di impedirmi di andare per 2/3gg in vacanza con delle amiche fidate.
Insomma dopo anni mi sono decisa di partire anche per dare un taglio a questo cordone ombelicale e per distruggere una volta per tutte questa mia paura di sbagliare per avere una paura più grande che è quella del giudizio dei miei genitori (mio padre in primis) Il problema è che se glielo dico se la prendono sul personale ignorando le mie vere considerazioni e il perché delle mie decisioni, manipolandomi a tal punto che ogni volta finisco per fare tutto quello che dicono loro, sempre (compreso il fatto di pagare il loro mutuo e la scuola di mio fratello).
So benissimo che nonostante il lavoro che ho vivo sotto il loro tetto ma non mi sembra corretto uello che dicono di me.
La domanda: come posso dire ai miei genitori che tra meno di due mesi sarò in America senza che si offendano?
Io vorrei solo un po’ di fiducia e di sostegno: non ho mai chiesto nulla.
Vorrei solo che si fidassero di me senza vomitarmi addosso parole sconsiderate senza starmi a sentire e andando per la loro tangente.
Potete aiutarmi considerando quanto detto?
Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi risposta riceverò.
Grazie e buona serata
[#1]
>>> come posso dire ai miei genitori che tra meno di due mesi sarò in America senza che si offendano?
Non puoi.
Glielo dici e basta. Loro si arrabbieranno e questo deve rimanere un problema loro, non tuo. Alla fine se ne faranno una ragione. Oppure no, ma non è un problema tuo.
Bisogna che accetti che non potrai andartene senza che loro cerchino di farti fare marcia indietro.
Ogni figlio che vuole spiccare il volo dal nido di origine, specie quando appare limitante e costrittivo come nel tuo caso, deve mettere in conto questo fatto. Se aspetti che siano loro a darti il via libera, rischi di invecchiare aspettando.
Non puoi.
Glielo dici e basta. Loro si arrabbieranno e questo deve rimanere un problema loro, non tuo. Alla fine se ne faranno una ragione. Oppure no, ma non è un problema tuo.
Bisogna che accetti che non potrai andartene senza che loro cerchino di farti fare marcia indietro.
Ogni figlio che vuole spiccare il volo dal nido di origine, specie quando appare limitante e costrittivo come nel tuo caso, deve mettere in conto questo fatto. Se aspetti che siano loro a darti il via libera, rischi di invecchiare aspettando.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 745 visite dal 26/10/2022.
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