Io, lui e...le sue amiche

Buongiorno a tutti i dottori!
Sono una ragazza di 30 anni e da cinque mesi ho una relazione con un ragazzo.

Mi trovo molto bene con lui e sto sperimentando un innamoramento "nuovo" rispetto ai precedenti, in cui prevale un maggiore desiderio di indipendenza, rispetto alle relazioni passate.
Attribuisco ciò al fatto che ho finalmente una stabilità lavorativa in un ambito che mi appassiona e mi trovo in una fase di grande equilibrio e soddisfazione personale e perciò lo considero un fatto positivo.

Anche lui è una persona che ama ritagliarsi i suoi spazi e la sua indipendenza, ma il problema è che di recente ho "scoperto" (lui aveva omesso di precisare) che lui si vede anche con...amiche single con cui si confida o va cena o a prendere un caffè anche da soli.

Ne ho parlato con lui apertamente, chiedendogli come mai sentisse questa esigenza di vedere o confidarsi con altri donne, come le considerava etc e gli ho spiegato che per me è molto importante nelle relazioni sentire che l'altra persona mi considera speciale e ha in me un punto di riferimento.

Lui mi ha prima spiegato che si tratta sia di amiche che conosce da molti anni, sia di amiche più recenti che vede ogni tanto per mantenere i rapporti.
Che non ha intenzioni romantiche verso di loro, e che non mi devo preoccupare di non essere speciale perché "anche se sono donne molto belle, ogni donna gli dà una sensazione diversa, quindi non mi devo sentire messa a confronto con loro o meno unica".

Ammetto che quel "ogni donna mi dà una sensazione diversa" mi ha lasciato un po' interdetta perché ho pensato che non è quello che io direi dei miei amici uomini e che mi sembra che in fin dei conti lui non le veda come amiche ma per il piacere di circondarsi di donne "affascinanti" che gli danno "sensazioni diverse".

Questa cosa mi fa sentire molto sminuita non perché io mi senta confrontata con altre donne e so già che "ogni persona è unica", il punto è che da un partner sentimentale avrei voluto sentire dire "ogni persona è unica, ma tu *per me* sei quella davvero unica".

Questa situazione mi sta procurando dello scontento verso la relazione e se da una parte mi sembra esagerato chiedergli di non vedere più le sue amiche, mi sembra che in fin dei conti lui non sia disposto a rinunciare a queste diverse "sensazioni" anche perché mi ha spiegato che non ci vede assolutamente nulla di male.

C'è qualche punto di vista diverso che non ho considerato?
Mi sto solo lasciando prendere dall'ansia?
Non riesco a non vedere in questo comportamento un campanello di allarme verso una persona poco portata ad aprirsi totalmente in una relazione e a dedicarsi pienamente ad una sola persona...
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Dr. Massimiliano Truce Psicologo 7 1
Buongiorno,
mi spiace molto per la situazione che descrive perchè comprendo il disagio che le procura e che può farle provare una situazione del genere nel quotidiano.
Mi piacerebbe avere più informazioni sulla sua relazione per rispondere con più precisione (per esempio: vivete insieme?) però prima di valutare il suo partner ''come una persona poco portata ad aprirsi totalmente in una relazione e a dedicarsi pienamente ad una sola persona'' potrebbe considerare che la vostra relazione è ancora in fase di ''test'', essendo iniziata da soli 5 mesi. Sebbene sia strano che nella prima fase della relazione di coppia, quella dell'infatuazione - che dura qualche mese e prevale l’attrazione fisica e chimica - che lui scelga la compagnia di altre donne (con cui però specifica di non avere rapporti sessuali/amorosi). Gli studi dimostrano come in questa fase ormoni quali la dopamina, la serotonina e l’ossitocina hanno un ruolo fondamentale nel mantenere ed alimentare il desiderio dell’altro e nella scelta del partner. L’altro viene idealizzato, ovvero le somiglianze vengono amplificate, le differenze minimizzate e si prova un’angoscia alla separazione per cui ci si tende ad isolarsi dagli altri.
Ma forse lui in questo momento sente il bisogno di tutelarsi da un eventuale fallimento relazionale e emotivo.
Che cosa intende per ''prevale un maggiore desiderio di indipendenza, rispetto alle relazioni passate''?
Forse potrebbe essere qualche suo comportamento a spingerlo a ricercare al di fuori della coppia la complicità e l'ascolto che manca? Ipotizzo sulla base dei pochi elementi che ho. Mi farebbe molto piacere approfondire.

Dott. Massimiliano Truce
Tel. 340-80 42 698
Mail. Massimilianotruce91@gmail.com

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Utente
Utente
Gentile dottore
La ringrazio per la sua risposta.
Non viviamo insieme, ma di solito ci vediamo una volta a settimana e trascorriamo insieme il pomeriggio fino alla mattina seguente. Capita che si ci veda un paio di volte a settimana, ma non molto spesso per via del lavoro.
Viviamo in due città che distano una 30ima di minuti in macchina, ma abbiamo orari lavorativi molto diversi.
La nostra relazione è iniziata da cinque mesi ma ci siamo conosciuti tre anni fa a lavoro, dopodiché io ho cambiato impiego e per un anno e mezzo circa ci siamo incontrati sporadicamente. A me è sempre sembrato di piacergli ma che fosse molto trattenuto e infatti lui stesso mi ha detto che con me ha dovuto fare uno sforzo per "lasciarsi andare" perché un po' per questioni familiari di provenienza, un po' per sue esperienze sentimentali passate non crede molto nelle relazioni e pensa che la convivenza e la eccessiva vicinanza le deteriorino.
Quando dico che preferisco una maggiore indipendenza mi riferisco al confronto con esperienze mie passate in cui era solita avere relazioni molto simbiotiche, dove si ci vedeva tutti i giorni e le esperienze che avevo occasione di fare da sola erano quasi nulle. Non erano relazioni negative per la mia percezione ma attualmente mi piace avere più tempo per uscire con le amiche, fare una passeggiata da sola, andare ad una mostra e quindi non soffro troppo il fatto di non vederlo tutti i giorni, anche se vorrei che fosse più presente con messaggi, racconti della sua giornata e piccole comunicazioni....
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Dr. Massimiliano Truce Psicologo 7 1
Grazie per le informazioni, il fatto che non creda molto nelle relazioni forse può spiegare come mai la vostra rimanga in questo stato di ''non completo''. Probabilmente per l' esperienza di lui l'eccessiva vicinanza e la convivenza deteriora una relazione ma è vero anche il contrario: l'eccessiva distanza (emotiva e fisica) rischia di rendere impossibile costruire una relazione stabile. Forse potrebbe provare a mettere in chiaro le cose con lui, per esempio specificare quali sono le sue necessità emotive ( ricevere un messaggio per raccontarle la sua giornata o brevi pensieri ecc.) ma nel frattempo si interroghi se a lei sta bene questa situazione e quanto a lungo sarebbe disposta a sostenerla.

Dott. Massimiliano Truce
Tel. 340-80 42 698
Mail. Massimilianotruce91@gmail.com

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Utente
Utente
Ne abbiamo parlato in effetti.
Io ho specificato che ho bisogno che lui si confidi, mi dia tempo ed esclusività.
Lui mi ha garantito esclusività (benché sono poi venuta a sapere di queste "amiche"), il tempo che può, mentre mi ha poi detto che non è il tipo abituato a confidarsi con le persone e in generale le confidenze si fermano per lo più al piano lavorativo. Per lo più parliamo di politica, di cultura, ci raccontiamo aneddoti di vita passata (ma quasi mai intima) e come dice lei, è anche abbastanza fisicamente distante.
La cosa difficile è che se a parole non si sblilancia quasi mai, nei fatti sembra fare dei piccoli passi in avanti e questo mi rende difficile allontanarmi anche se vorrei un maggior impegno.
Da un certo punto di vista mi sento che ci tiene a me, ma poi improvvisamente mi sento come se fossi una persona come un altra, non una persona "speciale" per lui...questa condizione altalenante sul lungo periodo potrebbe essere difficile da sostenere.