Long covid in anziana dopo Omicron 5
mia madre a ha contratto il Covid 20 giorni da me, ha 83 anni e soffre di ipertensione arteriosa, ma non soffriva di nessuna malattia tipo demenza ecc, non ha avuto febbre, bensì problemi gaastrointestinali. Ho dovuto chiamare il 118 perché non era più lucida, fino al momento in cui ha vomitato, dopodiché è tornata subito lucida mentalmente.
Poi ha avuto un episodio di allucinazione di notte dopo 3 giorni, ma per un breve lasso di tempo, dovuto sicuramente alla disidratazione e mancanza di cibo dovuto al problema gastrico di 4 giorni continuativi (cosi mi è stato riferito), poi più niente.
Dopo 8 giorni piano piano si è ripresa, ad oggi soffre ancora di spossatezza dolori muscolari e di inapettenza, ma a preoccuparci è il fatto che ha difficoltà a dire certe parole, è un po' confusa, inoltre dopo aver vissuto con lei per 10 giorni (altrimenti vive sola) oggi ci dice che vuole qualcuno un'ora il mattino quando fa colazione, ma questo per noi non ha un senso perché è capacissima da sola a prepararsi la colazione, è solo un po' confusa ma lucida e un pochino acida, non vorrei che se acconsentiamo in tutto si abitua e non riprende la sua vita?
cosa mi consiglia
Grazie
Gentile utente,
prima di rispondere alla Vostra richiesta inerente la accondiscendenza di chi assiste, propendo per chiedere l'opinione medica sulle manifestazioni materne che Lei descrive.
Ottenuto il parere medico, probabilmente il consulto tornerà noi e potremo aggiungere il nostro punto di vista psico-relazionale.
Auspico che Lei apprezzi questa procedura.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Guarda il video: 5 domande sul Long Covid
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
grazie
La ripresa dal covid richiede dei tempi piuttosto lunghi, e solo se si supera una certa soglia si parlerà di long covid.
Attualmente la condizione presente è da considerarsi correlata alle sequele della infezione che è guarita da poco.
Il fatto che indichi una condizione neurologica in cui c'è fatica a concentrarsi, a parlare ed è presente una facile affaticabilità, tanto di richiedere la presenza di un'altra persona è elemento di considerazioni dopo l'infezione.
Infatti, essendo la patologia responsabile di interessamento del microcircolo è utile che possa essere introdotta una terapia adiuvante per consentire un migliore afflusso cerebrale nel periodo attuale.
L'utilizzo di levopraid può a volte essere responsabile di questi fenomeni cognitivi, quindi va valutato se è utile ancora utilizzarlo per favorire la motilità gastrica, oppure è opportuno sospenderlo.
In un primo periodo, sua madre, anche senza bisogno clinico, ha necessità di sentirsi più sicura a causa dei residui della patologia che potranno regredire nel corso dei prossimi mesi.
Direi che una valutazione neurologica entro due mesi dalla guarigione può essere utile per capire se è opportuno considerare anche altri aspetti.
Avendo vissuto da sola fino alla manifestazione del covid, può aver celato alcuni aspetti che oggi lei evidenzia perché sta vivendo con lei, dissimulati da sua madre che è rimasta autonoma in questi anni.
Alcuni giorni di negatività comunque non sono indicativi per altre patologie poiché la ripresa è lenta per tutti i pazienti che hanno avuto il covid.
Dr. F. S. Ruggiero
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Ricevuti i chiarimenti medici, eccoci nuovamente in area Psicologia, a rispondere a questa Sua richiesta:
1. Sua madre " ..dice che vuole qualcuno un ora il mattino quando fa colazione; che non ha un senso perchè è capacissima da sola a prepararsi la colazione, e un po confusa ma lucida e un pochino acida,
2. non vorrei che se l' accondiscendiamo in tutto si abitua e non riprende la sua vita?"
Ho diviso la domanda in due punti, per maggiore chiarezza nella risposta.
1. Tenga conto che l'equilibrio psichico della persona anziana é fragile e che l'autosufficienza è discreta o buona unicamente nella continuità della vita; se tale continuità si interrompe -per malattia, ospedalizzazione, lutto- anche quella certa sicurezza dei gesti quotidiani diventa incerta: nel farsi il caffè si può lasciare l'acqua aperta, il gas acceso, andare a lavarsi il viso mentre la moka è sul fuoco e dimenticarsela.
Di ciò la persona anziana è ben consapevole, anche se nella maggior parte dei casi non desidera entrare nei dettagli: Delle volte la percepisce come una generica insicurezza personale, anche nella abituale situazione domestica.
2. Accondiscendere per la Vostra presenza di un'ora al mattino non è certo "accondiscendere in tutto". Significa dare il tempo alla vecchia signora di riprendere i suoi automatismi, di riappropriarsi dei suoi spazi e tempi.
Occorrerà farlo con amore e incoraggiamento, affinché giorno per giorno Sua madre riacquisti fiducia in se stessa.
È importante che il/la parente si renda conto che l'autonomia del familiare anziano è legata ai *propri* comportamenti di sostegno: non solo operativo, ma anche psicologico; e che l'atteggiamento di giudizio non lavoro in questo senso.
L'esperienza professionale mi dice che, purtroppo, manca ancora in parecchie aree del nostro territorio nazionale la cultura dell'*accompagnamento famigliare competente* verso la persona anziana, inteso sia in senso assistenziale, sia psicologico.
Se ritiene, se Le fa piacere, ci riscriva: La leggeremo nuovamente con attenzione e le risponderemo sicuramente.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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